Vittorio Bersezio - La plebe, parte I
Здесь есть возможность читать онлайн «Vittorio Bersezio - La plebe, parte I» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.
- Название:La plebe, parte I
- Автор:
- Жанр:
- Год:неизвестен
- ISBN:нет данных
- Рейтинг книги:4 / 5. Голосов: 1
-
Избранное:Добавить в избранное
- Отзывы:
-
Ваша оценка:
- 80
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
La plebe, parte I: краткое содержание, описание и аннотация
Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «La plebe, parte I»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.
La plebe, parte I — читать онлайн ознакомительный отрывок
Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «La plebe, parte I», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.
Интервал:
Закладка:
Marcaccio mandò una violenta imprecazione, poi afferrato il braccio di Andrea lo scosse rozzamente.
– Odi tu le belle cose che dice tua moglie? Va là che sai fartene proprio rispettare! Gli è lei che manda via di casa chi le pare e piace; e se tu vuoi avere un amico hai da domandarle licenza, e devi fare ciò ch'ella vuole, e levarti i calzoni e darglieli addirittura a lei.
L'ubbriaco pareva dagli occhi infiammati del compagno attingere la collera ancor egli.
– Levarmi i calzoni, diceva lo sciagurato non più conscio menomamente di sè: darglieli a lei!.. No giuraddio!
– Gli è che sei un bamboccio, gli gridava Marcaccio sotto il muso, che ti sei lasciato mettere i piedi sul collo e ti lasci menare pel naso.
– No, no, mille volte no, sacramento! Urlava l'ubbriaco.
– Non dar retta a questo tristo: supplicava Paolina con tutta amorevolezza. Vieni a casa meco, te ne prego.
– Non seccarmi la gloria! Faccio quel che mi pare e piace.
– Bravo! Esclamò Marcaccio.
– Non voglio andare a casa, e non ci vado… e non ci vo!
E come per paura che lo venissero a strappar di là, si attaccò con tutte due le mani al desco.
– Bravissimo! Tornò ad esclamare Marcaccio. E dille che i tuoi amici sei in caso da sapertegli scegliere da te stesso e che in casa tua sei padrone tu.
– Sì, sono padrone io…
– E che le donne non hanno da alzare il becco…
– Non hanno da alzare il becco… Diceva Andrea come un eco.
– Altrimenti…
E il tristo arnese faceva un cenno troppo chiaro di minaccia.
– Altrimenti… Ripeteva ancor esso l'ubbriaco, dominato per l'affatto dalla volontà del compagno.
– Che? Prorompeva la donna vieppiù indignata. Minacci tua moglie tu? Sei tu ancora il mio Andrea? Oh che cosa mai hanno fatto di te!.. Andrea, ti scongiuro, vieni a casa… Vieni a vedere i tuoi figli…
E voleva cingerlo colle braccia; ma egli rigettandola:
– Lasciami ti dico; vacci tu a casa e non seccarmi dell'altro.
– No, non ti lascio: insisteva essa tornando a volerlo abbracciare; voglio che tu venga meco…
– Ah! Quanto sei babbeo a lasciarti piantar di queste grane : diceva Marcaccio. Se foss'io, a quest'ora l'avrei già ridotta alla ragione.
– Va via: urlò l'ubbriaco serrando i pugni.
– Non vado: rispose animosamente Paolina. Sono venuta a prenderti per condurti presso i tuoi figli; non esco se tu non vieni meco.
E siccome ella era sul punto di gettargli le braccia intorno al collo, il disgraziato la respingeva allungando innanzi a sè il braccio col pugno serrato, il quale colpiva violentemente a mezzo il petto la povera donna.
Paolina gettava un grido e cadeva alla rovescia mentre una schiuma sanguigna le veniva alle labbra.
– Bene! Ben fatto! Così la si mette a posto: diceva quello scellerato di Marcaccio, mentre Maurilio in un salto era presso la donna e sollevatala la adagiava sopra una panca vicina su cui quelli che v'eran seduti s'affrettavano a farle posto.
Visto cader così sua moglie, un profondo e subito rimutamento si fece in Andrea. Parve per un istante da lui dileguata ogni ebbrezza. Sorse di scatto e fu presso alla misera donna, turbato, commosso, pentito.
– Paolina! Diss'egli con accento pieno d'affetto, di rincrescimento, quasi di pianto, Paolina!
E parve volesse dire mille cose, ma che, l'intelligenza non soccorrendogli, non sapesse in altro modo esprimerle che ripetendo il nome di lei:
– Paolina! Paolina!
Maurilio intanto interrogava con molto interesse la donna.
– Vi sentite male? Se prendeste qualche sorso di brodo caldo? O meglio se veniste alla più vicina farmacia a farvi dare un cordiale?
Paolina si asciugava colle mani medesime, in mancanza di pezzuola, la schiuma sanguigna che le era venuta alle labbra, si sforzava ad abbozzare un sorriso, e rispondeva colla voce affannosa:
– Non è nulla… Grazie… Non è nulla… Da un pezzo di tempo sono così debole, che il dito d'un ragazzo mi getterebbe in terra… Soffro sempre tanto qui…
E si premeva il petto con tutte due le mani.
– Paolina! Diceva ancora Andrea venutole presso, volendo prenderle la destra.
– Lasciatela stare: proruppe vivacemente Maurilio indignato. Non avete vergogna? Trattar così una donna, ed una donna ammalata!
Andrea curvò il capo tutto mortificato. Ma Paolina, dando al marito quella mano che egli cercava, disse benignamente:
– Oh il mio Andrea è buono. Non è lui che ne abbia colpa. È il vino che ha in corpo ed i consigli di certa gente… Va, te, ti perdono, Andrea… So che mi vuoi ancora bene.
E l'uomo commosso:
– Sì che te ne voglio di bene… tutto il mio bene…
Ed esaltandosi, come in ogni cosa agli ebbri suole avvenire, si cacciò le mani negli arruffati capelli e stracciandoseli a ciocche, piangendo ed esclamando soggiunse:
– Ma sono uno scellerato, un miserabile che merito le mazzate… sì, sì le merito… Mia moglie! I miei figli! Uh! uh! uh!.. Sono io che li ho messi sulla paglia… Ah dovrei andarmi ad affogare, che sarebbe meglio per tutti.
Paolina, già un po' riavutasi, gettògli le braccia al collo con ispavento e con infinito amore.
– No, non dirle queste brutte cose. Andrea, ti prego… Calmati, via, non piangere… Io ti perdono… I tuoi figli ti perdonano… Purchè tu lo voglia, la nostra sorte può cambiare e ridiventar quella di prima. Tu sarai di nuovo un buon operaio com'eri un tempo e guadagnerai come allora, io guarirò; e torneremo a vivere quei giorni felici che abbiamo già vissuto.
– Sono uno scellerato! Ripeteva colla sua ostinazione da ebbro il povero Andrea.
– Sei sempre il mio uomo, sei sempre il padre de' miei figli. Vieni presso di loro… E' t'aspettano. E' piangono per non vederti.
– Piangono!.. Piango anch'io che sono un miserabile…
Marcaccio non s'era mosso di posto, e guardava ed ascoltava tutto codesto con un sorriso di scherno e crollando le spalle.
– E quello è un uomo? Diceva egli così da poter esser udito da Andrea. Che pan bagnato!
– Io! pan bagnato? Esclamava l'ubbriaco cambiando espressione, e volgendosi a Marcaccio. Pan bagnato un corno!..
– Non dargli retta! Supplicava Paolina, tirando Andrea per i panni affine di volgerlo dalla sua parte.
Maurilio le venne in soccorso; si mise innanzi ad Andrea, fra lui e Marcaccio, e ponendo in testa allo ubbriaco il berretto che gli era caduto in terra e il giovane aveva raccolto, disse alla donna:
– Avviatevi, e traetelo con voi, senza lasciarlo più parlare con quest'altro.
Poi, dirigendosi ad Andrea, con quel tono autorevole che egli sapeva assumere e che abbiamo visto produrre effetto persino su Gian-Luigi avvezzo a comandare, soggiunse:
– Andate a casa vostra, e ringraziate il cielo che vi ha dato una tal donna.
L'ubbriaco balbettò, parve un istante voler ribellarsi all'autorità con cui quello sconosciuto si arrogava di parlargli, ma incontrato lo sguardo potente di lui, dovette chinare il suo a terra. La moglie lo tirò seco facendogli carezze e dicendogli dolci parole; ed Andrea finì per cedere ed uscire di là borbottando ma con riluttanza leggiera e facilmente superabile.
Marcaccio guardava di traverso il giovane che si era intromesso in aiuto di Paolina.
– Tant'è: diceva egli fra sè; questo cotale mi va a sangue come un bicchiere di vin cercone. Poichè il medichino lo conosce non sarà una spia… Ma gli è qualche cosa da non dirsela coi nostri noi … Per questa volta, in grazia al medichino , la passi liscia; ma se ancora gli avverrà di trovarmisi fra le gambe, il suo muso s'accorgerà com'è fatto il pugno di Marcaccio… Quanto ad Andrea, e' non mi scappa più. Può tardare di qualche giorno, ma ci cascherà. Abbiamo bisogno di lui, e sarà nostro.
Читать дальшеИнтервал:
Закладка:
Похожие книги на «La plebe, parte I»
Представляем Вашему вниманию похожие книги на «La plebe, parte I» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.
Обсуждение, отзывы о книге «La plebe, parte I» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.