Edward Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4
Здесь есть возможность читать онлайн «Edward Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Издательство: Иностранный паблик, Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.
- Название:Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4
- Автор:
- Издательство:Иностранный паблик
- Жанр:
- Год:неизвестен
- ISBN:нет данных
- Рейтинг книги:3 / 5. Голосов: 1
-
Избранное:Добавить в избранное
- Отзывы:
-
Ваша оценка:
- 60
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4: краткое содержание, описание и аннотация
Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.
Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4 — читать онлайн ознакомительный отрывок
Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.
Интервал:
Закладка:
I. Durò la libertà dell'elezioni lungo tempo dopo il legale stabilimento del Cristianesimo 88 88 Il Tomassino ( Disc. Eccl. Tom. II. lib. II. c. 1-8. p. 673-721 ) ha trattato abbondantemente dell'elezione dei Vescovi nei primi cinque secoli, sì nell'Oriente che nell'Occidente; ma egli dimostra un'inclinazione molto parziale in favore dell'aristocrazia de' Vescovi. Il Bingamo ( lib. IV. c. 2, ) è moderato; e Chardon ( Hist. des Sacrem. Tom. V. pag. 108-128. ) è molto chiaro e preciso.
; ed i sudditi Romani godevano nella Chiesa il privilegio, che avevan perduto nella Repubblica, di eleggere i Magistrati, a' quali dovevano ubbidire. Appena era morto un Vescovo, il Metropolitano dava la commissione ad uno de' suoi suffraganei d'amministrare la sede vacante, e di preparare dentro un certo tempo la futura elezione. Il diritto di dare il voto risedeva nel Clero inferiore, ch'era il più adatto a giudicare del merito de' candidati; ne' Senatori o nobili della città, persone distinte per la dignità o per le ricchezze; e finalmente in tutto il corpo del popolo, che nel giorno stabilito correva in folla dalle più lontane parti della Diocesi 89 89 Incredibilis multitudo non solum ex eo oppido (Tours), sed etiam ex vicinis urbibus ad suffragia ferenda convenerat etc. Sulp. Sever. ( in vit. Martin. c. 7 ). Il Concilio di Laodicea ( Can. 13 ) allontana dall'elezioni l'infima plebe e i tumulti; e Giustiniano ristringe tale diritto alla nobiltà ( Nov. 123, 1 ).
; ed alle volte colle sue tumultuose acclamazioni facea tacere la voce della ragione e le leggi della disciplina. Queste acclamazioni potevano accidentalmente cadere sul competitore più meritevole, su qualche vecchio Prete, su qualche santo Monaco, o su qualche laico famoso per lo zelo e per la pietà. Ma si sollecitava la cattedra Episcopale, specialmente nelle grandi e ricche città dell'Impero, piuttosto come una dignità temporale che spirituale. I fini d'interesse, le passioni dell'amor proprio e dell'ira, le arti della perfidia e della dissimulazione, la segreta corruzione, l'aperta ed anche sanguinosa violenza, che avevano un tempo sturbata la libertà d'eleggere nelle Repubbliche della Grecia e di Roma, troppo spesso influivano nella scelta de' successori degli Apostoli. Mentre uno dei candidati vantava gli onori della sua famiglia, un altro allettava i suoi giudici colle delicatezze d'una copiosa tavola, ed un terzo, anche più colpevole de' suoi rivali, offeriva di divider fra' complici delle sacrileghe sue speranze le spoglie della Chiesa 90 90 Le lettere di Sidonio Apollinare ( IV. 25. VII. 5, 9 ) dimostrano alcuni scandali della Chiesa Gallicana; eppure la Gallia era meno incivilita e meno corrotta dell'Oriente.
. Le leggi Civili ugualmente che l'Ecclesiastiche tentarono d'escludere la plebaglia da tal atto solenne ed importante. I Canoni dell'antica disciplina esigendo ne' Vescovi alcune qualificazioni d'età, di stato ec. ristringevano in qualche modo l'arbitrario capriccio degli elettori. Interponevasi anche l'autorità de' Vescovi Provinciali, che si adunavano nella Chiesa vacante ad oggetto di confermare la scelta del popolo, per moderarne le passioni ed emendarne gli errori. I Vescovi potevan ricusar d'ordinare un candidato indegno, ed il furore de' diversi fra' loro contrari partiti alle volte accettava l'imparziale lor mediazione. La sommissione o la resistenza del Clero e del Popolo in varie occasioni somministrava esempi, che insensibilmente diventavano leggi positive e costumi provinciali 91 91 Alle volte facevasi un compromesso o per legge o per consenso, oppure i Vescovi e il Popolo sceglievano uno dei tre candidati nominati dall'altra parte.
; ma da per tutto ammettevasi come una massima fondamentale di religioso governo, che non potesse darsi ed una Chiesa ortodossa alcun Vescovo senza il consenso de' membri della medesima. Gl'Imperatori, come custodi della pubblica pace e come i primi cittadini di Roma e di Costantinopoli, potevano in realtà dichiarare i loro desiderj nell'elezione d'un Primate; ma quegli assoluti Monarchi rispettavano la libertà delle elezioni Ecclesiastiche; e mentre distribuivano e riassumevano gli onori dello Stato e dell'esercito, permettevano che mille ottocento Magistrati perpetui ricevessero i loro importanti uffizi da' liberi suffragi del popolo 92 92 Sembra, che tutti gli esempi citati dal Tomassino ( Disc. Eccles. Tom. II. l. II. c. 6. p. 704-714 ) siano atti straordinari di potestà ed eziandio d'oppressione. S'adduce da Filostorgio ( Hist. Eccles. I. II. 11 ) la conferma del Vescovo d'Alessandria come una maniera di procedere più regolare.
. Sarebbe stato giusto, che tali Magistrati non abbandonassero un onorevole posto, da cui non potevano esser rimossi; ma la saviezza de' Concilj tentò, senza gran successo, di obbligare i Vescovi alla residenza, e d'impedirne le translazioni. Nell'Occidente, in vero, la disciplina era meno rilassata che nell'Oriente; ma le stesse passioni, che obbligavano a far tali regolamenti, li rendevano inefficaci. I rimproveri che con tanta veemenza si son fatti, nel furor della collera, alcuni Prelati fra loro, non servono che a manifestare la comune lor colpa e la loro vicendevole indiscretezza.
II. I soli Vescovi godevano la facoltà della generazione spirituale ; e questo privilegio straordinario compensar poteva in qualche modo il penoso celibato 93 93 Il celibato del Clero per li primi cinque o sei secoli, forma in vero un soggetto di disciplina e di controversia, che si è con gran diligenza esaminato. Si veda in particolare il Tomassino ( Disc. Eccles. Tom. I. l. II. c. 60, 61. p. 886-902 ) e le antichità del Bingamo ( lib. IV. c. 5 ). Ciascheduno di questi eruditi, ma parziali, critici ha esposto una parte del vero, ed ha taciuto l'altra.
, che imponevasi loro come una virtù, come un dovere, e finalmente come una positiva obbligazione. Quelle religioni antiche, le quali stabilirono un ordine separato di Sacerdoti, dedicarono al servizio perpetuo degli Dei una data stirpe, tribù, o famiglia sacra 94 94 Diodoro Siculo attesta e comprova l'ereditaria successione del Sacerdozio fra gli Egizj, i Caldei e gl'Indiani ( l. I. p. 84. l. II. p. 142. 153. Edit. Wesseling ). Ammiano descrive i Magi come una famiglia molto numerosa. Per saecula multa ad praesens una eademque prosapia multitudo creata, Deorum cultibus dedicata. (XXIII. 6.) Ausonio celebra la stirpe de' Druidi (de Profess. Burdigal IV) , ma dalle osservazioni di Cesare (VI. 13) possiamo arguire, che nella Gerarchia Celtica si dava luogo anche alla scelta ed all'emulazione.
. Instituzioni però di tal genere furon fondate per via di possesso, piuttosto che di conquista. I figli de' Sacerdoti godevano con altera ed indolente sicurezza la sacra loro eredità; ed il feroce spirito d'entusiasmo veniva diminuito dalle cure, da' piaceri e dagli allettamenti della vita domestica. Ma il Santuario de' Cristiani era aperto ad ogni candidato ambizioso, che avesse aspirato alle celesti promesse, od a' beni temporali di esso. L'uffizio di Sacerdoti valorosamente s'esercitava, come quello de' soldati o de' Magistrati, da coloro, l'abilità e temperamento de' quali gli aveva resi atti ad abbracciare la professione Ecclesiastica, o che da un accorto Vescovo si erano scelti come i più abili a promuovere la gloria e l'interesse della Chiesa. I Vescovi 95 95 Discutono esattamente la materia della vocazione, dell'ordinazione, dell'ubbidienza ec. del Clero, il Tomassino ( Disc. Eccles. Tom. II. p. 1-83 ) ed il Bingamo nel IV lib. delle sue Antichità ( specialmente ne' cap. 4, 6 e 7 ). Quando fu ordinato in Cipro il fratello di S. Girolamo, i Diaconi gli tenevan per forza chiusa la bocca, per timore, che egli non facesse una solenne protesta, la quale rendesse nulli i sacri riti.
potevan costringere (finattantochè dalla prudenza delle leggi non fu represso l'abuso) anche quelli che ripugnavano, e proteggere gli angustiati per tal motivo; e l'imposizione delle mani concedeva in perpetuo alcuni de' più stimabili privilegi della società civile. Tutto il corpo del Clero Cattolico, forse più numeroso delle legioni, s'era per gl'Imperatori esentato da ogni pubblico o privato servizio, da tutti gli uffizi municipali, da tutte le tasse e contribuzioni personali, che aggravavano con intollerabile peso gli altri loro concittadini; e si accettavano i doveri della sacra lor professione come un pieno adempimento degli obblighi loro verso la Repubblica 96 96 Le lettere d'immunità, che ottenne il Clero dagl'Imperatori Cristiani, si contengono nel lib. 16 del Codice Teodosiano, e con tollerabil candore sono illustrate dal dotto Gottofredo, la cui mente era bilanciata fra gli opposti pregiudizi di Giurisconsulto e di Protestante.
. Ogni Vescovo acquistava un assoluto ed irrevocabil diritto allo perpetua ubbidienza del Cherico che ordinava; il Clero d'ogni Chiesa Episcopale, colle parrocchie da essa dipendenti, formava una costante e regolar società, e le Cattedrali di Costantinopoli 97 97 Giustiniano ( Nov. 103). Sessanta Preti o Sacerdoti, cento Diaconi, quaranta Diaconesse, novanta Suddiaconi, centodieci Lettori, venticinque Cantori e cento Ostiari; in tutto cinquecento venticinque. Fu dall'Imperatore fissato questo moderato numero di ministri per sollevare le angustie della Chiesa, che s'era trovata involta fra i debiti e le usure per la spesa d'una quantità assai più copiosa di essi.
e di Cartagine 98 98 Universus Clerus Carthaginensis… fere quingenti vel amplius; inter quos quamplurimi erant Lectores infantuli. Victor Vitens, de persecut. Vandal. V. 9, p. 78. Edit. Ruinart. Tuttavia sussisteva sotto l'oppressione de' Vandali questo residuo d'uno stato più prospero.
mantenevano il loro stabilito numero particolare di cinquecento Ministri Ecclesiastici. La quantità di essi ed i gradi 99 99 Nella Chiesa Latina oltre il carattere Episcopale si è stabilito il numero di sette Ordini; ma i quattro minori son presentemente ridotti a vuoti ed inutili titoli.
furono insensibilmente moltiplicati dalla superstizione de' tempi, che introdussero nella Chiesa le splendide ceremonie del Tempio Giudaico o dei Pagani; ed una lunga serie di Preti, di Diaconi, di Suddiaconi, di Accoliti, di Esorcisti, di Lettori, di Cantori, e di Ostiari co' respettivi loro uffizi contribuirono ad accrescer la pompa e l'armonia del Culto religioso. S'estesero il nome ed i privilegi clericali a molte pie confraternite che devotamente sostenevano il trono Ecclesiastico. 100 100 Vedi Cod. Theodos. lib. XVI. Tit. II. leg. 42, 43. Il Commentario del Gottofredo e l'istoria Ecclesiastica d'Alessandria dimostrano il pericolo di tali pie instituzioni, che spesso disturbano la pace di quella turbolenta Capitale.
Seicento parabolani o avventurieri in Alessandria visitavano gli ammalati; mille cento copiati o scavatori di fosse seppellivano i morti a Costantinopoli; e gli sciami de' Monaci, insorti dal Nilo, cuoprirono ed oscurarono la faccia del Mondo Romano.
Интервал:
Закладка:
Похожие книги на «Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4»
Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.
Обсуждение, отзывы о книге «Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.