Pietro Giannone - Istoria civile del Regno di Napoli, v. 9

Здесь есть возможность читать онлайн «Pietro Giannone - Istoria civile del Regno di Napoli, v. 9» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Istoria civile del Regno di Napoli, v. 9: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Istoria civile del Regno di Napoli, v. 9»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Istoria civile del Regno di Napoli, v. 9 — читать онлайн ознакомительный отрывок

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Istoria civile del Regno di Napoli, v. 9», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Ma non bastava aver in sì magnifica forma ridotti i nostri Studi, se per ben reggergli non si provvedessero di savie leggi ed ottimi istituti. Egli riordinolli con prescrivere più Statuti, che ora si leggono nel Corpo delle nostre Prammatiche 10 10 Prag. 1 Regimin. Studior. , nelli quali, confermando la Prefettura d'essi al Cappellan Maggiore, prescrisse la norma ed il numero degli altri Ufficiali, che doveano averne pensiero: ciò che s'appartenesse a' Protettori ed al Rettore, e del modo d'eleggerlo: ai Bidelli, al Maestro di cerimonie, al Capitan di guardia ed a' Portieri. E perchè il Conte meditava arricchire quest'Edificio d'una copiosa Libreria, prescrisse ancora in questi Statuti il modo da conservare i libri, e dell'uso che se ne dovea avere, e ciò che dovea essere dell'incombenza del Custode. Parimente stabilì in quelli una Cappella propria, e v'assegnò il Cappellano, e prescrisse le Feste, che si doveano ivi celebrare.

Distribuì le Cattedre e le materie che si doveano leggere, determinando ancora a' Professori i Salari in ogni facoltà: diffinì il corso dell'anno per lo studio, e quanto tempo arcano da durare le lezioni: preserisse il modo di leggere che doveano tenere i Lettori: le visite, che il Prefetto dovea fare a' medesimi: de' loro sustituti, ed in quali casi potevano concedersi; e che niuno nelle private case potesse leggere quelle facoltà, che si leggevano ne' pubblici Studi.

Ma quello, di che merita maggior lode questo savio Ministro, fu l'avere con severe leggi stabilito, che tutte le Cattedre si provvedessero per concorsi e per opposizioni. Avea il nostro Imperador Federico II, quando riformò, ed in miglior forma ridusse questi Studi, fin dall'anno 1239, per sua Costituzione 11 11 Constit. in terra, ivi: Statuimus, ut nullus in Medicina, etc. legat in Regno, nec Magistri nomen assumat, nisi diligenter examinatus in praesentia nostrorum Officialium, et Magistrorum artis ejusdem. ordinato, che niuno potesse assumersi titolo di Maestro, che ora diciamo Lettore, se non fosse diligentemente esaminato in presenza de' suoi Ufficiali e de' Maestri di quella facoltà, che si pretende insegnare. Questo diligente esame facevasi per opposizione: modo non già da Federico inventato, ma molto antico ed a noi da' Greci tramandato, leggendosi presso Luciano 12 12 Lucian. in Eunucho. , che in Atene sotto M. Aurelio, morto il Professore, era surrogato in suo luogo chi dopo aver disputato coll'oppositore, e fatto un tal esperimento, avea il suffragio degli Ottimati. Parimente in Costantinopoli, per legge stabilita da Teodosio il giovane, l'esame e l'elezione de' Professori si faceva Coetu amplissimo judicante 13 13 Cod. Theod. lib. 6 tit. 21 l. Magistros, Cod. Theod. de Medic. et Professor. Jac. Goth. ibid. . Quest'istesso praticandosi inviolabilmente nelle Università di Spagna, siccome in molte altre d'Europa, volle il Conte di Lemos con leggi più strette stabilire presso di noi. Egli ordinò, che tutte le Cattedre si provvedessero per opposizione, invitandosi con pubblici Editti coloro, che degnamente si volessero opporre: prescrisse il modo, che si dovrà tenere nella pubblicazione di questi Editti: coloro, che possono opporsi alle Cattedre; gli esercizi, che avran da fare gli Oppositori e che avranno da osservare, durante la vacanza della Cattedra: determinò il numero de' Magistrati e de' Professori, che avranno da votare in quelle: il modo da tenersi: i diritti, che dovranno pagare coloro che saranno provvisti, ed il giuramento che avran da dare prima di pigliare il possesso.

Dopo avere il Lemos dati provvidi regolamenti intorno agli Ufficiali, che reggono l'Università, ed intorno a' Professori, e del modo d'eleggerli; passa a regolare ciò che s'appartiene agli Studenti, ricerca da quelli la matricola, l'esame che dovrà farsi quando dalla Gramatica passano ad altra facoltà: determina il tempo del corso de' loro studi: prescrive il modo da tenersi nelle dispute, e pubbliche conclusioni; i loro esercizj nella Rettorica, nella lingua Greca, Matematica ed Anatomia; ed in fine le Repetizioni, che avran da fare ogni anno a' medesimi li Lettori delle letture perpetue.

Queste furono le leggi Accademiche, che stabilì il Conte di Lemos per la nostra Università degli Studi, le quali partito che fu egli dal Governo di Napoli, vedendo il suo successore D. Pietro di Giron Duca d'Ossuna , che non erano con quel rigore osservate, che ordinato avea il Conte, promulgò sotto li 30 novembre del medesimo anno 1616, nuova Prammatica, nella quale inserendo tutte le sopraddette leggi, ordinò, che quelle inviolabilmente si fossero osservate 14 14 Pragm. 1 De Regim. Stud. .

La stima che il Conte di Lemos teneva per le lettere da lui cotanto favorite, fece sì che a questi tempi fiorissero in Napoli molti Letterati, e che si rinovellasse l'istituto dell'Accademie, incominciato in tempo di D. Pietro di Toledo. Sopra tutte le altre fioriva a questi tempi l'Accademia degli Oziosi , che nacque sotto gli auspicj del Cardinal Brancaccio, e che ragunavasi dentro il Chiostro del Convento di S. Maria delle Grazie presso la Chiesa di S. Agnello, della quale era Principe Giambattista Manso Marchese di Villa; ed alle volte in S. Domenico Maggiore, nella stanza, nella quale in memoria d'avervi insegnato S. Tommaso, è rimasta la Cattedra in piedi 15 15 Lasena Gin. Nap. c. 1. . Si ascrissero a quella, oltre i Letterati di questi tempi, molti Nobili e Signori, che aveano buon gusto delle lettere: fra quali erano D. Luigi Caraffa Principe di Stigliano, D. Luigi di Capua Principe della Riccia, D. Filippo Gaetano Duca di Sermoneta, D. Carlo Spinelli Principe di Cariati, D. Francesco Muria Caraffa Duca di Nocera, D. Giantommaso di Capua Principe di Rocca Romana, D. Giovanni di Capua, D. Francesco Brancaccio, D. Giambattista Caracciolo, D. Cesare Pappacoda, Fr. Tommaso Caraffa dell'Ordine de' Predicatori, D. Ettore Pignatelli, D. Fabrizio Caraffa, e D. Diego di Mendozza. Ma il maggior lustro glie lo diede il Conte istesso di Lemos, il quale sovente in quest'Accademia insieme con gli altri andava a leggere le sue composizioni, ed una volta vi recitò una Commedia da lui composta, che fu intesa con grandissimo plauso.

S'ascrissero parimente in quest'Accademia quasi tutti i Letterati, che si riputavano a que' tempi i migliori, come il Cavalier Giambattista Marini, Giambattista della Porta, Pietro Lasena, Francesco de Petris, il nostro Consigliere Scipione Teodoro, Giulio Cesare Capaccio, Ascanio Colelli, Tiberio del Pozzo, Anton-Maria Palomba, Giannandrea di Paolo, Paolo Marchese, Giancamillo Cacace, che fu poi Reggente, Colantonio Mamigliola, Ottavio Sbarra, e molti altri.

A questi medesimi tempi nel Chiostro di S. Pietro a Majella ne fioriva un'altra, della quale era Principe D. Francesco Caraffa Marchese d'Anzi, e vi s'arrolarono D. Tiberio Caraffa Principe di Bisignano, Monsignor Pier Luigi Caraffa, Giammatteo Ranieri, Ottavio Caputi, Scipione Milano, ed alcuni altri.

Ma per vizio di quest'età erano professate le lettere non da tutti con quella politezza e candore, che si vide da poi verso la fine dello stesso secolo. La nostra Giurisprudenza non mutò sembiante, ed i Professori così nelle Cattedre, come nel Foro, de' quali era il numero cresciuto, seguitavano i vestigj de' loro maggiori. La filosofia era ancor ristretta ne' Chiostri, dove s'insegnava al lor modo Scolastico. La Medicina era professata da' Galenici. Lo studio delle lingue, e spezialmente della latina, e l'erudizione era ristretta ne' Gesuiti. La Poesia, tutta trasformata, era esercitata da' stravaganti cervelli; e l'Istoria da pochi era trattata con dignità e nettezza.

Non fu però, che in mezzo a tanti, alcuni nobili spiriti, allontanandosi da' comuni sentieri, non calcassero le vere strade, li quali a lungo andare dieder lume a' posteri di seguire le loro pedate; ma a questi tempi essendo pochi e rari non poterono far argine ad un così ampio ed impetuoso fiume. Rilusse Giambattista della Porta , cotanto noto per le opere, che ci lasciò. Pietro Lasena Avvocato ne' nostri Tribunali e letterato di profonda erudizione. Fabio Colonna celebre Filosofo e Matematico. Mario Schipani valente Medico e cotanto amico del virtuosissimo viaggiante Pietro della Valle. Costantino Sofia , al quale Lasena dedicò il suo libro de' Vergati ; ed Antonio Arcudio , Sacerdote del Rito Greco, ed Arciprete di Soleto nella provincia d'Otranto, professori di lingua Greca, amendue Maestri del Lasena e Niccolò-Antonio Stelliola , Maestro del famoso M. Aurelio Severino. E se Francesco de Petris diede fuori a questi tempi quella sua sciocca Istoria Napoletana, ben vi furono alcuni valenti investigatori delle nostre memorie che la derisero, e che diedero saggi ben chiari di quanto sopra lui valessero: fra' quali non deve tralasciarsi qui privo della meritata lode Bartolommeo Chioccarello : costui, per la testimonianza, che a noi ne rende Pietro Lasena 16 16 Lasena Dell'Antico Gin. Nap. cap. 1. , che fu suo grande amico, non cedeva a uomo nelle più laboriose ricerche delle nostre antichità, tanto che s'acquistò il titolo di Can bracco . Egli per lo spazio di quaranta e più anni consumò sua vita in ricercare tutti i regj Archivj di questa città: quello della Regia Zecca, l'altro grande della Regia Camera e quello de' Quinternioni; ed anche l'altro della Regia Cancelleria: vide quasi tutti li protocolli, ed atti de' Notari antichi di Napoli: le scritture de' Monasteri più antichi, e tutti gli Archivj de Monasteri famosi, e delle Città più celebri del Regno: donde per commessione datagli nel 1626 dal Duca d'Alba Vicerè, raccolse que' 18 volumi di scritture attenenti alla regal giurisdizione. Raccolta quanto laboriosa, altrettanto gloriosa e degna d'eterna ed immortal memoria, per la quale i sostenitori della regal giurisdizione si fanno scudo e difesa contra le tante intraprese degli Ecclesiastici, che non hanno altro scopo, che d'abbatterla.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Istoria civile del Regno di Napoli, v. 9»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Istoria civile del Regno di Napoli, v. 9» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Istoria civile del Regno di Napoli, v. 9»

Обсуждение, отзывы о книге «Istoria civile del Regno di Napoli, v. 9» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x