Ivan Fabio Perna - Le avventure di Orazio Scattini
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- Название:Le avventure di Orazio Scattini
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E ora? Ora la vita è ricominciata monotona come cinque mesi fa! Il lavoro, la casa, il videoregistratore, il gatto. Ma Claudia... che stella avevo perso! L’avrei sicuramente rimpianta in eterno! Quei suoi sorrisi... quegli occhi vivi che ti guardavano come un passerotto indifeso, e quel viso... bellissimo! Era tutto andato, finito. Come nel più triste dei film.
Ehi! Chi è quel manichino alla fermata di fronte alla mia? Ma sì, è quello che stava con Claudia il giorno che l’ho conosciuta... anche lui da solo. Arriva il tram... scende una ragazza... ma è Claudia! Cosa fanno?! Si baciano... s’abbracciano... vanno via...
Eh sì, questa è proprio la fine.
Orazio… stai fresco?
TOC-TOC!
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<<...son qui giunta a mietere la tua anima e darla in pasto al Grande Oblio!>>
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<<...ma non faccia complimenti beva qualcosa, farà un freddo dalle sue parti... mi dia pure la mantella...>>
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<<...sei mica in macchina?>>
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<<...e cosa trovo laggiù?>>
<<...ma trovi tutto quello che vuoi che volevi e che vorrai... CIAO!>>
E questo dottore... è il sogno che mi tormenta!
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“Tutto accadde quando mi decisi ad andare in palestra per aggiungere qualche etto di muscoli alla mia figura un po’ scarna... ed ero fortunato: perché la palestra era proprio sotto casa mia e sembrava un posto tranquillo. Entrai un sabato mattina per chiedere informazioni sull’iscrizione e subito venni presentato all’istruttore; una specie di bue di nome Ugo, alto 2 metri e 10 e largo come l’armadio di casa mia. Seppi poi in seguito che ne era anche il proprietario...
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L’ambiente però non era niente male. Se non fosse per il puzzo di sudore... infatti nella palestra maschile tirava un olezzo micidiale! Con foga pazzesca, si lanciavano tutti sugli attrezzi ginnici, votati a quella missione che il buon Ugo aveva incollato loro nel cervello. Naturalmente il mio primo pensiero fu alla palestra femminile! Lì tirava tutt’altra aria!
Rimasto solo, sgattaiolai furtivo al secondo piano e, molto lentamente, aprii la porta (il giusto necessario per annusare). Era una linfa! Quell’odore eccezionale di corpi femminili sudati... mio Dio! Uno dei profumi più inebrianti del mondo... chiusi quella porta completamente ubriaco!
Le aspettai una per una, fuori. Dovevo vederle! Dovevo vedere quale miscela di Amazzoni aveva scatenato una simile fragranza... e una in particolare; perché in quell’odore, in quelle miliardi di particelle che lo formavano ne avevo isolata una! Quella che m’aveva fatto scattare la libido... un’eccitazione talmente vasta da ricoprire un continente!
Eccolo! Alle mie spalle, dietro al bagnoschiuma e al deodorante, c’era quell’odore! Chi era? Mi voltai per vederla!
Oh Dio, cos’eri riuscito a costruire? Con le lacrime agli occhi rimasi istanti eterni senza respirare... incollato con lo sguardo a quell’immagine di donna che provocò il completo ribaltamento di tutti gli organi nella mia cassa toracica! Era meraviglia! Un collage straordinario di parti del corpo femminili! Quel volto... quel volto che sembrava disegnato su una tela, il lavoro certosino del più grande dei pittori! Mio Dio nonostante che in questa società tutti abbiano fretta, io la vedevo muoversi al rallentatore... quei capelli castani, che lisci come una collana di finissime pietre preziose, le scorrevano sul lato destro... e quegli occhi, che decisi fissavano la strada e le incollavano addosso una maturità che certamente aveva, e poi... il solo immaginarla 5 minuti prima nuda sotto la doccia mi faceva letteralmente schizzare il cervello dalle orecchie! Dovevo conoscerla! Ma per l’eccitazione... svenni!
Riaprii gli occhi, e vidi il mio volto disegnato nelle sue pupille. Tutte attorno, preoccupate, c’erano le giovani fanciulle della palestra. Ero circondato da 62 seni che piegati su di me si assicuravano la mia incolumità; ma ero in pericolo! Se entro sessanta secondi non si fossero allontanate, in me sarebbe scattato un naturale impulso a tornare neonato e ad approfittare del pasto che, goloso, si rivolgeva a me!
<>, mi chiese premurosa.
Che voce idilliaca, e poi... al vederla così vicina, con dietro tutte le ragazze, sembrava come la dea della bellezza insieme con le sue vestali... che sogno meraviglioso!
<>, urlava furente Ugo.
“Le Cose Belle”, perché durano sempre 2 secondi?
<>, disse alla mia salvatrice.
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...Ughino?
<<...sembra si sia sentito improvvisamente male e... ed è svenuto!>>
...Ughino?
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Dei pesanti ceffoni alla Bud Spencer echeggiarono per tutto il quartiere...
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<>, dicevano con imbarazzo le ragazze attorno a me <>
<>, esclamai. <>
<>, disse la mia bella. <>
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<>, disse con la voce che le fluiva dalle labbra come un rigolo di miele che scende da un cucchiaino.
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<>, disse Ugo stizzito. <>
<<���è un piacere; io sono...>>
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Non feci in tempo a finire il suo nome che già “Ugastro” me la portava via!
Li vedevo allontanarsi a braccetto l’uno con l’altra. Orrore! La genesi della bellezza con la genesi della deficienza. Non potevo permetterlo! Sapevo di aver destato il suo interesse, quello sguardo, quel crucciarsi verso di me, quella pena che discretamente mi rivolgeva...
“Sara voglio vivere insieme a te...
Sara voglio danzare stretto stretto al tuo corpo...
sentire su di me il tuo petto rigoglioso
e i contorni della tua figura che, sottile, sfiora il piacere
incastrarci l’un l’altro in uno sfumare di sospiri
aprire gli occhi e vedere i tuoi capelli che scendono su me
in quel profumo intenso di donna e femmina.”
Eh sì, le belle donne e i bei tramonti fanno gli uomini poeti!
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