23 Cfr. su ciò G. Pinto, Città e spazi economici nell’Italia comunale , Bologna, 1996, pp. 39-63, a p. 63 la citazione (tratta da una fonte genovese).
24 Passo citato in Collodo, «Signore e mercanti: storia di un’alleanza» cit., pp. 332-333.
25 Giovanni Villani, Nuova cronica , a cura di G. Porta, volume terzo, Parma, 1991, libro XII, cap. 94, p. 199.
26 Cfr. le considerazioni in proposito di Hoshino, L’arte della lana in Firenze cit., pp. 194-206 e successivamente quelle, equilibrate, di Franco Franceschi, Oltre il «Tumulto» cit., p. 6, dove scrive che le cifre del cronista «allo stato attuale degli studi non sono state pienamente verificate né definitivamente smentite».
27 Sulla manifattura laniera senese cfr. S. Tortoli, «Per la storia della produzione laniera a Siena nel Trecento e nei primi anni del Quattrocento», Bullettino senese di storia patria , LXXXII-LXXXIII, 1975-1976, pp. 220-238.
28 Poloni, «Nec compelli possit effici civis pisanus» cit., pp. 255-256.
29 Vedi sopra alle note 7 e 8; e inoltre Collodo, Società e istituzioni in area veneta cit., pp. 77-81.
30 G. Fabiani, Ascoli nel Quattrocento , vol. I, Ascoli Piceno, 1958, p. 306; id., Ascoli nel Cinquecento , vol. I, Ascoli Piceno, 1957, pp. 42-47.
31 A. Sapori, «I beni del commercio internazionale», in id., Studi di storia economica (secoli XIII-XIV-XV ) , Terza ed. accresciuta, Firenze, 1955, vol. I, pp. 535-575; Munro, «I panni di lana» cit.
32 Cfr. d esempio A. Sapori, Una compagnia di Calimala ai primi del Trecento , Firenze, 1932.
33 Si vedano i saggi dedicati all’Italia in La lana come materia prima cit. e, in particolare sulle importazioni dalle varie parti del Mediterraneo e dall’Inghilterra F. Melis, «La lana della Spagna mediterranea e della Barberia occidentale nei secoli XIV-XV» (pp. 241-251) con una carta degli itinerari delle lane destinate alle manifatture italiane.
34 Sulla preparazione e la circolazione dei prodotti utilizzati nel processo manifatturiero la bibliografia è vastissima. Ci limitiamo a ricordare F. Borlandi, «Note per la storia della produzione e del commercio di una materia prima. Il guado nel Medio Evo», in Studi in onore di Gino Luzzatto , Milano, 1950, I, pp. 297-324; F. Melis, Aspetti della vita economica medievale. (Studi nell’Archivio Datini di Prato) , 1962, pp. 545-548; G. Pinto, Firenze medievale e dintorni , Roma, 2016, pp. 84-85 (guado); M. Moroni, «Produzione e commercio del sapone nel Mediterraneo tra basso medioevo ed età moderna», in Produzioni e commerci nelle province dello Stato pontificio. Imprenditori, mercanti reti (secoli XIV-XVI ) , a cura di E. Di Stefano, Narni, 2013 (Quaderni di «Proposte e ricerche», 38), pp. 140-156; Ch. M. de La Roncière, Prix et salaires à Florence au XIV e siècle, 1280-1380 , Roma, 1982, p. 544 (nel 1347 l’Arte della lana importa a Firenze oltre 200 tonnellate d’olio); infine i saggi di D. Boisseuil, I. Ait, F. Franceschi, E. Basso, D. Igual nel fascicolo tematico «Le monopole de l’alun pontifical à la fin du Moyen Âge», «Mélanges de l’École française de Rome–Moyen Âge», 126, 1, 2014.
35 Cfr. F. Franceschi, «Mobilità sociale e manifatture urbane nell’Italia centro-settentrionale dei secoli XIII-XV», in La mobilità sociale nel Medioevo italiano cit., pp. 77-101, in particolare a p. 100; Pinto, «Manifatture rurali, attività mercantili e mobilità sociale» cit.; S. Tognetti, «La mobilità sociale in Italia (secoli XIV-XVI)», Archivio storico italiano , CLXXV, 2017, pp. 119-150.
36 A Siena erano concessi all’Arte della lana vari privilegi, tra i quali quello di poter inviare propri ambasciatori in altre città (Tortoli, «Per la storia della produzione laniera» cit., p. 235). A Firenze l’Arte aveva piena facoltà legislativa nell’ambito delle proprie ampie competenze, disponeva di propri tribunali e si serviva di un «ufficiale forestiero» per fare rispettare le norme e applicare le pene (Franceschi, «Istituzioni e attività economica a Firenze» cit., pp. 82-86; N. Rodolico, Il popolo minuto. Note di storia fiorentina, 1343-1378 , nuova ed., Firenze, 1968, p. 17 e sgg.; V. Rutenburg, Popolo e movimenti popolari nell’Italia del ‘300 e ‘400 , trad. it., Bologna, 1971, pp. 60-64, con riferimenti pure ad altre realtà urbane). Anche a Padova, a partire almeno dal 1361, l’Arte della lana disponeva di un proprio foro (Collodo, «Signore e mercanti: storia di un’alleanza» cit., p. 342).
37 Ad esempio a Firenze l’Arte della lana sovrintendeva all’Opera della cattedrale di Santa Maria del Fiore (C. Guasti, Santa Maria del Fiore. La costruzione della chiesa e del campanile , Firenze, 1887 (ed. anast., Bologna, 1974), pp. XLII-XLV.
38 Villani, Nuova cronica cit., XII, 94, p. 199: «del detto ovraggio viveano più di XXX m. persone».
39 La somma di 400 mila fiorini d’oro corrisponde, grosso modo, al salario medio annuo (30 fiorini) di circa 13 mila lavoratori sottoposti, in genere con famiglia a carico, tenendo conto naturalmente che le retribuzioni variavano in rapporto alle diverse qualifiche: cfr. de La Roncière, Prix et salaires à Florence cit., passim.
40 Franceschi, Oltre il «Tumulto» cit., pp. 94-104.
41 Cessi, Le corporazioni dei mercanti di panni , cit., pp. 75-76.
42 L. Zdekauer, Il Constituto del Comune di Siena dell’anno 1262 , Milano, 1897 (ed. anast. Siena, 1974), p. 330.
43 Passo citato in G. Piccinni, «“Nuovamente è inpreso el seminare del guado nel contado di Siena”. Documenti sulla produzione e lavorazione delle materie tintorie nel Quattrocento», in Oeconomica. Studi in onore di Luciano Palermo , a cura di A. Fara, D. Strangio, M. Vaquero Piñeiro, Viterbo, 2016, pp. 187-197, alle pp. 191-192.In questo accenno all’onore e alla reputazione ritorna la concezione, radicata in molte realtà del tempo, secondo cui una città doveva vivere di ciò che produceva, senza dipendere dalle importazioni.
44 Zanazzo, L’arte della lana in Vicenza cit., p. 95.
45 Vedi sopra per Firenze la nota 40, e per Verona Demo, «L ’anima della città» cit., pp. 143-144.
46 Per qualche esempio, legato in genere a vicende belliche, si veda G. Pinto, Il lavoro, la povertà, l’assistenza. Ricerche sulla società medievale , Roma, Viella, 2008, pp. 63-64.
47 Così anche in età moderna. Cfr. ad esempio M. Abrate, «Imprenditori e tecnici stranieri nell’industria laniera piemontese agli inizi del XVIII secolo», in Produzione, commercio e consumo dei panni di lana (nei secoli XII-XVIII ) , a cura di M. Spallanzani, Istituto internazionale di storia economica «F. Datini», Prato, Firenze, 1976, pp. 115-125.
48 Il Costituto del Comune di Siena volgarizzato nel MCCCIX-MCCCX , ed. critica a cura di M. S. Elsheikh, Siena, 2002, tomo primo, p. 393.
49 Vedi sopra la nota 4, e Tortoli, «Per la storia della produzione laniera a Siena» cit., p. 236.
50 Rodolico, Il popolo minuto cit., p. 16; Ch. M. de La Roncière, «Pauvres et pauvretè à Florence au XIV esiècle», in Études sur l’histoire de la pauvreté (Moyen Âge– XVI e siècle) , dir. par M. Mollat, Paris, 1974, pp. 661-745, a p. 687, nota 38.
51 Zanazzo, L’arte della lana in Vicenza cit., pp. 69, 299-300.
52 Ser Lapo Mazzei, Lettere di un notaro a un mercante del secolo XIV , a cura di C. Guasti, Firenze, 1880, vol. II, p. 259.
53 L. B. Alberti, I libri della famiglia , a cura di R. Romano e A. Tenenti, Torino, 1969, p. 249.
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