Cyrus Smith aveva esposto nettamente la situazione, pur parlando con voce calmissima, come se si fosse trattato di dirigere i consueti lavori e non di una battaglia da predisporre. I suoi compagni approvarono quelle disposizioni senza pronunciare una parola. A ciascuno non rimaneva che prendere il posto assegnatogli, prima che la nebbia si fosse completamente dissipata.
Nab e Pencroff risalirono subito a GraniteHouse, ritornandone con munizioni sufficienti. Gedeon Spilett e Ayrton, tutt’e due buonissimi tiratori, vennero armati con le due carabine di precisione, che tiravano a quasi un miglio di distanza. Gli altri quattro fucili furono ripartiti tra Cyrus Smith, Nab, Pencroff e Harbert.
I corpi di guardia furono composti così.
Cyrus Smith e Harbert rimasero nascosti nei Camini, avendo così per campo d’azione la spiaggia, ai piedi di GraniteHouse, per un tratto abbastanza largo.
Gedeon Spilett e Nab andarono ad appiattarsi in mezzo alle rocce, alla foce del Mercy, di cui erano stati alzati il ponte e i ponticelli, in modo da impedire ogni passaggio in barca e anche ogni sbarco sulla riva opposta.
Ayrton e Pencroff spinsero in acqua la piroga e s’accinsero a traversare il canale, per occupare separatamente due punti dell’isolotto. In questa guisa, partendo il fuoco da quattro punti diversi, i corsari avrebbero avuto l’illusione che l’isola fosse a un tempo sufficientemente popolata ed energicamente difesa.
Nel caso in cui uno sbarco si fosse effettuato, senza che potessero impedirlo, e anche se si fossero veduti sul punto di essere aggirati da qualche imbarcazione del brigantino, Pencroff e Ayrton dovevano ritornare con la piroga, rimetter piede sulla spiaggia e portarsi verso il punto più minacciato.
Prima di recarsi a occupare i rispettivi posti, i coloni si strinsero un’ultima volta la mano. Pencroff riuscì a rendersi abbastanza padrone di sé per reprimere l’emozione, quando abbracciò Harbert, il suo figliolo!… E si separarono.
Pochi istanti dopo, Cyrus Smith e Harbert da una parte, il giornalista e Nab dall’altra erano scomparsi dietro le rocce, e cinque minuti più tardi Ayrton e Pencroff, attraversato felicemente il canale, sbarcavano sull’isolotto e si nascondevano nelle anfrattuosita della riva orientale.
Nessuno poteva essere stato veduto, giacché si distingueva a malapena il brigantino nella nebbia.
Erano le sei e mezzo del mattino. In breve la nebbia si squarciò a poco a poco negli strati superiori dell’aria e la cima degli alberi del brigantino uscì dai vapori. Per alcuni istanti ancora grosse volute, dall’apparenza fumosa, rotolarono alla superficie del mare; poi si levò una brezza, che dissipò rapidamente quelle masse di brume.
Lo Speedy apparve tutto intero, ormeggiato su due ancore, la prora a nord e presentando all’isola l’anca di sinistra. Come Cyrus Smith aveva calcolato, non era che a un miglio e un quarto dalla riva.
L’infausta bandiera nera sventolava sul picco.
Con il suo cannocchiale, l’ingegnere poté vedere, che i quattro cannoni di bordo erano stati puntati sull’isola, evidentemente pronti a far fuoco al primo segnale.
Tuttavia, lo Speedy restava muto. Si vedevano una trentina di pirati andare e venire sul ponte. Alcuni erano montati sul casseretto; altri due, appostati sulla crocetta dell’albero di maestra e muniti di cannocchiali, osservavano l’isola con estrema attenzione.
Certamente, Bob Harvey e il suo equipaggio potevano molto difficilmente rendersi conto di quanto era successo durante la notte a bordo del brigantino. Quell’uomo, seminudo, che s’accingeva a forzare la porta della cala delle polveri e contro il quale avevano lottato, che aveva scaricato sei volte la sua rivoltella su di essi, che aveva ucciso uno dei loro e ferito altri due, quell’uomo era sfuggito alle loro palle? Aveva potuto raggiungere la costa a nuoto? Da dove veniva? Che cosa veniva a fare a bordo? Il suo proposito era veramente quello di far saltare il brigantino, come Bob Harvey pensava? Tutto questo doveva essere abbastanza confuso nel cervello dei deportati. Di una sola cosa non potevano più dubitare ormai: che l’isola sconosciuta, davanti alla quale lo Speedy aveva gettato l’ancora, era abitata e che v’era, probabilmente, tutta una colonia pronta a difenderla. Eppure, nessuno si mostrava, né sul lido né sulle alture. Il litorale pareva assolutamente deserto. In ogni caso, non si vedeva alcuna traccia di abitazione. Gli abitanti erano, dunque, fuggiti verso l’interno?
Ecco quello che doveva chiedersi il capo dei pirati e, senza dubbio, da uomo prudente, cercava di esplorare la località, prima d’impegnare la sua banda.
Durante un’ora e mezzo, non fu possibile sorprendere a bordo del brigantino nessun indizio d’attacco né di sbarco. Era evidente che Bob Harvey esitava. I suoi migliori cannocchiali non gli avevano indubbiamente permesso di scorgere nemmeno uno dei coloni rannicchiati fra le rocce. Né era probabile che la sua attenzione fosse stata destata dalla copertura di rami verdi e di liane che mascherava le finestre di GraniteHouse e spiccava sulla muraglia nuda. Infatti, come avrebbe potuto immaginare che un’abitazione fosse scavata, a quell’altezza, entro quel masso granitico? Dal capo Artiglio sino ai promontori Mandibola, su tutto l’arco della baia dell’Unione, nulla aveva dovuto rivelargli che l’isola fosse o potesse essere occupata.
Nondimeno, alle otto, i coloni notarono un certo movimento a bordo dello Speedy. Qualcuno alava sui paranchi delle gru delle imbarcazioni. Una lancia fu messa in mare. Sette uomini vi discesero, armati di fucili. Uno di essi si mise al timone, quattro ai remi e gli altri due, accoccolati a prua, pronti a sparare, esaminavano l’isola. Il loro scopo era, senza dubbio, quello di operare una prima ricognizione, ma non di sbarcare, giacché, in quest’ultimo caso, si sarebbero mossi in maggior numero.
I pirati, appollaiati sull’alberatura fin sulle crocette, evidentemente avevano potuto vedere che un isolotto proteggeva la costa e che era separato da essa per mezzo di un canale lungo circa mezzo miglio. Tuttavia, Cyrus Smith, osservando la direzione seguita dalla lancia, ebbe presto la certezza che non avrebbe cercato a tutta prima di penetrare nel canale, ma si sarebbe accostata all’isolotto; misura di prudenza giustificata, del resto.
Pencroff e Ayrton, nascosti, ognuno per suo conto, in strette anfrattuosita delle rocce, la videro venire direttamente su di loro e attesero che fosse a tiro.
La lancia avanzava con precauzione estrema. I remi si tuffavano nell’acqua solo a lunghi intervalli. Si distingueva pure che uno dei deportati, stando a prua, teneva in mano la sagola di una sonda e cercava di scandagliare il canale scavato dalla corrente del Mercy. Ciò indicava che Bob Harvey aveva intenzione d’avvicinare quanto più possibile il suo brigantino alla costa. Una trentina di pirati, sparsi qua e là sulle sartie, non perdevano di vista uno solo dei movimenti della lancia e rilevarono certi punti, che dovevano loro permettere di atterrare senza pericolo.
La lancia non distava che due gomene dall’isolotto, quando s’arrestò. Il timoniere, in piedi, cercava il miglior punto per poter approdare.
In quell’istante, due colpi di fucile esplosero. Una nuvoletta di fumo turbinò sopra le rocce dell’isolotto. L’uomo al timone e l’uomo dello scandaglio caddero riversi nella lancia. Erano stati colpiti tutt’e due contemporaneamente dalle palle di Ayrton e di Pencroff.
Una detonazione più violenta si fece sentire quasi subito; un fragoroso getto di fumo sfuggì dal fianco del brigantino e una palla di cannone, colpendo la parte alta delle rocce che riparavano Ayrton e Pencroff, le fece volare in schegge; ma i due tiratori non erano stati colpiti.
Orribili imprecazioni partirono dalla lancia, che riprese subito a navigare.
Читать дальше