Lionel C - Vivere La Vita
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Indice dei contenuti
Dove è cominciato il tutto
I primi ricordi
L'immenso mondo fuori casa
Crescere senza volerlo
L'inizio degli esami
Gli anni più belli della vita
Profondi cambiamenti
Il grande viaggio
Dove è cominciato il tutto
La vita e la cosa più meravigliosa che ci sia mai capitata.
L'unica che non ha prezzo, perché impossibile quantificarla.
Un tesoro inestimabile.
Avendo ricevuto senza fare fatica oppure sacrifici, un tesoro così bello e delicato, cioè la vita, il minimo che possiamo fare è proteggerla, non disperderla, non sprecarla, non infangarla, non rovinarla.
Questo sarebbe il minimo, ma se la natura, sulla scala dell'evoluzione, avesse fatto il minimo, chissà se noi esseri umani saremo mai esistiti come specie.
Forse no.
Perciò, se la natura è stata cosi clemente nei nostri confronti facendoci nascere perché ha sempre dato il massimo di sé stessa, forse noi dovremo fare altrettanto nei confronti di noi stessi, per non sprecare il suo meraviglioso risultato raggiunto.
Dare sempre il massimo di sé stesso è impossibile per qualsiasi essere umano al mondo, ma essere attenti con le proprie vite, volersi bene, non sprecarsi, non abbandonarsi al nulla, non consegnarsi al miglior offerente per qualsiasi prezzo, non seguire ad occhi chiusi chi e cosa presenta bene, non andare subito sulla strada bella, tutta in discesa, non correre soltanto dietro alle comodità rifiutando tutto il resto, è un dovere fondamentale che abbiamo tutti noi, nei nostri confronti.
Dobbiamo essere giusti con noi stessi e grazie alla società dove abbiamo il privilegio di vivere, lo possiamo fare.
Fare molto bene.
Con uno sforzo, con un impegno neanche troppo grande, possiamo essere e possiamo avere tutto per le nostre vite.
Per fare tutto questo, ma soprattutto, per farlo nel modo giusto, bisogna mettere ogni cosa al suo posto, al posto che la spetta di diritto, in modo naturale.
Per poterlo fare e farlo bene, bisogna avere unâidea, unâimmagine giusta e chiara di tutto ciò, così come ha sempre fatto e lo fa, la natura.
La natura che ha fatto tutto in modo perfetto, senza sbagliare mai nulla.
Così facendo e non fermandosi mai, ci ha lasciato in eredità , in modo naturale oltre i meravigliosi risultati che siamo e che abbiamo intorno a noi, anche "la mappa" del percorso che ha fatto nel suo grande viaggio di lavoro.
Ci ha lasciato la scala dellâevoluzione.
Nel grande viaggio che è la vita per ognuno di noi, sulla mappa da seguire, cioè la scala della propria evoluzione, sopra il primo gradino troviamo il verbo essere.
La scala continua e senza che noi ce ne accorgiamo, non fermandosi mai nella sua salita, oltre il verbo essere, compare dopo un po' di gradini, anche il verbo avere.
La salita sulla scala della propria evoluzione continua senza soste, ma da quel punto in poi, i due verbi fondamentali ed al centro di tutto nella vita "lâEssere" e "lâAvere", rimangono sempre a "braccetto", in un equilibrio perfetto.
Questi sono gli appunti presi dalla natura, mentre faceva con il suo massimo impegno il grande lavoro della nostra costruzione.
La costruzione dellâessere umano.
A lavoro finito, ci ha consegnato il risultato grandioso ed unico che ha raggiunto.
Noi!
Ci ha consegnato anche il percorso che ha fatto per arrivarci ad un risultato così importante, così complesso, così bello, cosi meravigliosamente perfetto.
Ci ha consegnato i suoi appunti, la mappa del suo viaggio, la scala della propria evoluzione ad ognuno di noi.
Tutto, in modo molto chiaro, semplice, ordinato e preciso, come soltanto la natura lo sa fare.
Una specie di libretto delle istruzioni.
Le istruzioni per "il buon uso dellâessere umano".
Su questa scala, in questo libretto delle istruzioni, prima di tutto siamo, e soltanto dopo che siamo, possiamo avere.
Posso avere, se sono.
Se il tutto capita al contrario, la buona funzione del 'essere umano è compromessa.
La vita stessa dell'essere umano è compromessa.
Oggi viviamo delle cose molto buffe che in alcune situazioni vanno a sfiorare il paradosso, tante volte finiscono nel dolore, e purtroppo, troppe volte nel dolore assoluto.
Presi dalla frenesia, dal andare sempre di corsa, dal vivere ormai sommersi in un mare di rumori di ogni tipo e dal non stare quasi mai in silenzio nei nostri confronti, in silenzio con noi stessi, purtroppo, riflettiamo sempre meno sul nostro essere, su di noi.
Non parliamo più con noi stessi.
Forse conosciamo sempre meno noi stessi.
Ci capita nel arco della vita di leggere tantissimi libretti delle istruzioni per le nostre proprietà materiali. Dal telefono cellulare, al' automobile, con in mezzo qualsiasi altra cosa tra elettro domestici e altri beni.
Ed è giusto che sia così.
Impegniamo tempo delle nostre vite per produrre tutte queste cose materiali, perciò è giusto che le rispettiamo, le curiamo, le trattiamo bene e facciamo in modo di ottenere per noi, sempre il massimo dal loro buon funzionamento.
Per vivere ed avere tutto ciò, rispettiamo le loro regole di funzionamento a noi dettate e spiegate da chi le ha prodotte, da chi le ha costruite e sa tutto sul loro conto.
Leggiamo il loro libretto delle istruzioni.
La cosa incomprensibile, il paradosso è che non trattiamo mai nello stesso modo e con la stessa cura noi stessi, non leggendo quasi mai il nostro "libretto delle istruzioni".
Quello per il nostro buon funzionamento che la natura ci ha consegnato e potrebbe generare il nostro vero stare bene ad ognuno il proprio benessere.
Sembra quasi che non ci interessa più, conoscere le regole del nostro buon funzionamento ed ancora meno metterle in pratica nel modo giusto, per poter ottenere sempre il massimo da noi stessi.
Per vivere bene.
Forse si arriva al dolore, quando senza aver letto il libretto delle istruzioni, senza conoscere e poter' mettere in pratica le regole giuste del nostro buon funzionamento, pretendiamo di funzionare bene lo stesso.
Si arriva al dolore assoluto, quando dopo qualche sconfitta nella vita, sconfitta che ci ferma dalla nostra corsa frenetica, ancora a terra dopo essere caduti, mettendoci a riflettere su come mai è stato possibile che fosse capitata proprio a noi quella cosa, in quei momenti, se abbiamo il coraggio di riflettere fino in fondo, la maturità e la lucidità di farlo e farlo nel modo giusto, con sangue freddo, forse ci rendiamo conto che vogliamo più bene alle nostre proprietà materiali, che a noi stessi.
Ci rendiamo conto che forse sappiamo molto di più sul conto dei nostri beni materiali, conoscendo forse ogni pezzo che li compone, la sua funzione e funzionalità finale ed ogni bisogno che hanno per farli rendere al massimo.
Purtroppo, la stessa cosa, forse non la possiamo dire sul nostro conto.
Su noi stessi.
Perché?
in momenti così, senza chiedersi niente altro, ma soltanto guardando i risultati di quello che abbiamo vissuto, viene fuori che forse in quasi tutte le situazioni il risultato è quello che è, forse perché nella nostra vita abbiamo dato la precedenza a quello che abbiamo e non a quello che siamo.
Al verbo avere.
Poi e soltanto poi...al verbo essere.
Esattamente il contrario di come la natura nel suo modo perfetto di lavorare, ci ha insegnato e continua ad insegnarci in ogni momento.
â¦.....
Tutto è cominciato in un posto molto lontano.
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