Lionel C - Vivere La Vita

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Quasi accarezzata.

Sembrava che si stava appoggiando dopo tante fatiche su un morbido cuscino.

Finalmente, il mio cuore era tranquillo e stava riposando.

Sembrava quasi un sogno molto bello, tranquillo e nella luce, che però è stato quasi subito interrotto da una cosa molto ruvida che ho sentito sulla mia guancia. Era la mano del mio nonno, che con un movimento molto delicato, mi aveva preso vicino a lui. Con tanta tranquillità , a piccoli passi, i miei passi, abbiamo cominciato a camminare.

Lui trascinava un carretto, dove stavano in quel momento le due valige. Dietro al carretto c'erano mio papà , mia mamma e mio fratello.

Mentre andavamo avanti ho cominciato a sentire di nuovo quel silenzio molto forte, ma molto bello che era interrotto soltanto dal rumore dei nostri passi che rimbombavano come un eco. Ogni tanto quando si sentiva qualche parola, sembrava così forte che veniva quasi la voglia di chiedere subito scusa al silenzio per averlo disturbato.

Dopo non tanto tempo, abbiamo lasciato la strada su quale eravamo venuti con l'autobus ed abbiamo iniziato a camminare su un'altra che cominciava li.

Era diversa da tutte le altre strade che avevo visto fino in quel momento.

Aveva un colore marrone molto, molto chiaro, quasi giallo e cominciando a camminare sopra l’ho sentita sotto i piedi più morbida di come erano tutte le altre strade che conoscevo. Più morbida, ma abbastanza durra per non sprofondare. Vedendo la polvere alzata dall’immenso carretto con quattro ruote e trascinato da due grossi cavalli, appena passato, ho capito che era una strada fatta di terra. Guardando poi con attenzione mio fratello ed i miei genitori che camminavano uno dietro l'altro, su un lato, dove finiva la strada, ho visto sotto i loro piedi, una fila di grossi sassi molto piatti, messi così ordinati, da sembrare quasi un marciapiede.

Non ho fatto in tempo a capire di più, perché ho sentito la voce della mia mamma dicendo:

< Siamo arrivati.>

Eravamo d'avanti ad un cancello in legno.

Molto bello e molto grosso. Tutto colorato di un verde molto fresco. Bucherellato ogni tanto in un modo così bello che sembravano dei grandi fiori. Non riuscivo a vedere nulla di quello che era dietro al cancello, ma di sopra vedevo una casa come quelle già viste dall'autobus. Di un colore cosi chiaro e caldo che sembrava un pezzo del cielo di quel giorno sceso sulle sue pareti. Mentre provavo a guardare con più attenzione, da dietro ho sentito dei rumori.

Subito dopo, si è aperta una piccola parte di quel grosso cancello.

Una parte dove potevano passare al massimo due persone e da dietro, dopo aver aperto, ci è venuta incontro una donna.

Anche lei era vestita come quelle donne che avevo già visto prima. Con una gonna quasi fino a terra, con le braccia tutte coperte e sul capo, un fazzoletto che lasciava vedere soltanto la faccia.

Era la mia nonna.

Appena passati oltre il cancello, si apriva un mondo tutto nuovo e completamente diverso di quello che avevo mai visto prima.

Il cortile era molto bello, molto ordinato.

Una parte era coperta di erba molto bassa, morbida e di un verde molto forte. La parte che rimaneva era tutta terra di marrone abbastanza scuro, ma bello.

Su tutta la parte destra, dall'inizio e quasi fino in fondo al cortile, c'era la casa che avevo già visto prima dalla strada. Di fronte alla casa, sul' altro lato del cortile, un muro tutto verde che usciva dalla terra ed era alto quasi come le pareti della casa.

Vicino a quel muro verde, l'aria sembrava più fresca, faceva meno caldo e c'era un buon profumo.

Quel muro verde, era tutto pieno di grossi grappoli d'uva con i chicchi un po' verdi ed un po’ appena colorati.

Più verdi che colorati.

In fondo al cortile, messa di fronte al cancello di dove eravamo entrati, c'era un’altra casa.

Molto più piccola e meno bella di quella grande.

Dopo pochi attimi e come se fosse stato dato un segnale da mia nonna, le tre bambine che fino in quel momento stavano tranquille su una bella panchina di legno, vicina, quasi attaccata al muro verde, si sono alzate e dopo che si sono avvicinate, ognuna di loro ha detto il suo nome.

Appena sentiti, non ricordavo più il nome di nessuna.

Tutte più o meno della mia misura.

Erano le mie cugine.

Una di loro, senza dire nulla a nessuno, si è avvicinata, mi ha preso per mano e quasi trascinandomi, ha cominciato a portarmi lontano da tutti gli altri. Tornando verso il cancello e poi girando tra la casa grande ed una recinzione attraverso quale si poteva vedere la strada di dove eravamo venuti, mi ha portato dietro alla casa.

Appena girato l'angolo, d'avanti agli occhi avevo un’altra cosa nuova. Un piccolo cortile, fatto tutto di terra, tra la casa ed un altro muro verde. Questo, era fatto di tantissime piante, tutte una vicina all'altra in un modo molto ordinato.

Piante che vedevo per la prima volta.

Erano molto sottili ed al meno due o tre volte più alte di me. Quando si muoveva l'aria, si muovevano tutte nella stessa direzione, facendo un bel rumore tranquillo, delicato, ma molto strano. Sembrava quasi il rumore del grande fiume che ho visto vicino a casa nostra con il mio papà .

Sopra tutto quel piccolo cortile, come un soffitto c'era un altro muro tutto verde che non faceva passare la luce del sole e da qui scendevano dei grossi grappoli d'uva con i chicchi molto più grossi di quelli appena visti.

Sotto la vite, nel forte caldo della giornata, l'aria era di un fresco profumato così buono, da non sembrare vero. Per terra, c'era un movimento veloce, disordinato e continuo di: galline, galli, tacchini, papere, oche e qualche mamma di queste razze, che in quel continuo movimento cercava dei posti più tranquilli per i suoi pulcini.

Era una cosa bellissima che prima, avevo visto soltanto in televisione.

Sembrava che ognuno sapeva quale era il suo posto ed anche se non si fermavano mai, nessuno dava fastidio o disturbava nessuno.

Non ho fatto in tempo a rispondere alla domanda della mia cugina se mi piaceva, oppure no perché, tenendomi sempre stretto per mano, mi ha riportato nel cortile dove eravamo arrivati. Passando vicino a tutti gli altri molto veloce e senza fermarci, siamo andati verso la piccola casa in fondo al cortile.

Camminando, mi ha fatto vedere alla fine del muro verde sulla sinistra, un grosso cane che vedendoci, o forse soltanto vedendo me che ero nuovo lì, ha cominciato a camminare deciso ed abbaiare molto forte.

Stavo per fuggire via dalla paura, quando ho sentito la mano della mia cugina che mi teneva ancora più forte e stretto.

Mentre lo faceva, mi diceva di non avere paura perché era legato ad una catena.

Il suo comportamento sicuro ha riportato subito la tranquillità anche a me, ma dentro il mio petto, quel qualcosa che ormai conoscevo, cioè, il mio cuore, aveva già cominciato a correre molto forte.

Siamo andati sempre avanti ed alla fine della casa grande, sulla destra del cortile, mia cugina mi ha fermato e siamo entrati dentro una piccola casetta, tutta di legno che prima non avevo neanche visto.

Dentro, l'aria era così forte che mi pungeva il naso e l'odore non era buono, ma la curiosità di vedere cosa c'era dentro, più forte di qualsiasi altra cosa.

Era la casetta dei maiali.

Tutti abbastanza grossi. Si muovevano tranquilli e ci venivano anche vicini facendosi accarezzare senza nessun timore. In quei momenti, anche se la cosa cominciava a piacermi, quello che aveva più paura tra tutti, credo che ero io.

Appena usciti dai maiali, siamo entrati nella piccola casa.

Per terra era tutto legno, ma coperto con un grosso strato di erba seccata. L'odore mi è subito piaciuto molto, anche se non lo conoscevo.

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