"Cosa? Chicco ci ha provato e tu non mi hai detto nulla?"
"C'è poco da raccontare."
"Non credo, a giudicare dalla mia gonna."
"È solo apparenza. Che ne dici di questa giacca blu con sot-
to la camicia rosa pesca?"
"Non cambiare discorso. Dimmi com'è andata."
"Oh, lo sai come vanno queste cose."
"No."
Babi guarda la sorella più piccola. È vero, non lo sa. An-
cora non può saperlo. È troppo rotonda e non c'è niente di ab-
bastanza bello in lei per convincere qualcuno a slargarle una
gonna.
"Niente. Ti ricordi che l'altro pomeriggio avevo detto a mam-
ma che andavo a studiare da Pallina?"
"Sì, e allora?"
"E allora sono andata al cinema con Chicco Brandelli."
"Be'?"
"Il film non era niente di che, e guardandolo meglio, nean-
che lui."
"Sì, ma arriviamo al punto. Com'è che s'è slargata la gon-
na?"
"Be', il film era iniziato da dieci minuti e lui si agitava con-
tinuamente sulla sedia. Ho pensato: è vero che questo cinema
è proprio scomodo, ma secondo me Chicco ci vuole provare.
E infatti dopo poco, ecco che si sposta un po' laterale e passa
il braccio dietro la mia spalliera. Senti, che ne dici se mi met-
to il completo, quello verde con i bottoncini davanti?"
"Continua!"
"Insomma, dalla spalliera è sceso, piano piano, sulla spal-
la."
"E tu?"
"Io... niente. Fingevo quasi di non essermi accorta di lui.
Guardavo il film, come presissima. E poi mi ha tirata a sé e mi
ha baciata."
"Ti ha baciata Chicco Brandelli? Uau!"
"Perché ti scaldi tanto?"
"Be', è un bel ragazzo."
"Sì, ma ci crede troppo... Sta sempre a controllarsi, a spec-
chiarsi.. . Be', insomma, al secondo tempo ha riconquistato qua-
si subito la sua posizione. Mi ha comprato un cornetto Algida.
Il film era nettamente migliorato, forse anche un po' per me-
rito della parte sopra del cornetto, quella con le noccioline. Era
favolosa. Così mi sono distratta e l'ho ritrovato con le mani un
po' troppo in basso per i miei gusti. Ho tentato di allontanar-
lo e lui niente, si è aggrappato alla tua gonna blu. È lì che si è
slargata."
"Che porco!"
"Già, pensa che non voleva saperne di mollare. E poi sai
che ha fatto?"
"No, che ha fatto?"
"Si è slacciato i pantaloni, mi ha preso la mano e me la
spingeva in basso. Sì, insomma, verso il suo coso..."
"No! Allora è veramente un porco! E poi?"
"Allora io per calmarlo ho dovuto sacrificare il mio cor-
netto. L'ho preso e gliel'ho infilato nei pantaloni aperti. Vedes-
si che salto ha fatto!"
"Brava sorella! Altro che cuore di panna..."
Scoppiano a ridere. Poi Daniela, approfittando dell'allegria
che si è creata, si allontana con il completo verde della sorella.
Poco più in là, nello studio, su un morbido divano a dise-
gni cachemire, Claudio si prepara la pipa. Lo diverte quel gran
da fare con il tabacco, ma in realtà è solo un compromesso.
A casa non gli permettono più di fumare le sue Marlboro. La
moglie, accanita giocatrice di tennis, e le figlie, fin troppo sa-
lutiste, lo riprendono a ogni sigaretta accesa, così è passato
alla pipa. "Ti da più classe, ti fa sembrare più riflessivo!" ave-
va detto Raffaella. E infatti lui c'ha riflettuto bene. Meglio te-
nersi quel pezzo di legno fra le labbra e un pacchetto di Marl-
boro nascosto nella tasca della giacca piuttosto che discutere
con lei.
Da un tiro alla pipa mentre fa una panoramica dei canali
televisivi. Sa già dove fermarsi. Alcune ragazze scendono da
una scala laterale canticchiando una stupida canzoncina e mo-
strando i loro sodissimi seni.
"Claudio, sei pronto?"
Cambia subito canale. "Certo tesoro."
Raffaella lo guarda. Claudio rimane seduto sul divano, per-
dendo un po' della sua sicurezza.
"Tieni, cambiati cravatta, mettiti questa bordeaux."
Raffaella lascia la stanza senza possibilità di discussione.
Claudio si scioglie il nodo della sua cravatta preferita. Poi pre-
me sul telecomando il tasto numero cinque. Ma al posto di
quelle belle ragazze si deve accontentare di una povera casa-
linga che, incorniciata dentro un alfabeto, tenta di diventare
ricca. Claudio si mette al collo la cravatta bordeaux e dedica
al nuovo nodo tutta la sua attenzione.
Nel piccolo bagno che separa le camere delle due sorelle,
Daniela sta esagerando con l'eye liner.
Babi compare vicino a lei.
"Che te ne sembra?"
Indossa un vestito a fiori, rosato e leggero. La stringe deli-
catamente in vita, lasciando il resto libero di scendere, come
meglio crede, sui suoi fianchi morbidi.
"Allora, come sto?"
"Bene."
"Ma non benissimo?"
"Molto bene."
"Sì, ma perché non dici benissimo?"
Daniela continua a cercare di fare dritta la linea che do-
vrebbe allungarle un po' gli occhi.
"Be', a me non piace il colore."
"Sì, ma a parte il colore..."
"Non mi piacciono molto le spalline così grosse."
"Sì, ma a parte le spalline..."
"Be', tu lo sai, a me non piacciono i fiori."
"No, ma tu non li considerare."
"Allora sì, stai benissimo."
Babi, per niente soddisfatta e senza sapere neanche lei co-
sa avrebbe voluto sentirsi dire, prende la boccetta di Caronne
comprata con i suoi a un duty-free di ritorno dalle Maldive.
Uscendo urta Daniela.
"Ehi, stai attenta!"
"Stai attenta tu! Ci metto molto meno io a farti un occhio
nero. Guarda come ti stai truccando!"
"Lo faccio per Andrea."
"Andrea chi?"
"Palombi. L'ho conosciuto fuori dalla Falconieri. Stava par-
lando con Mara e Francesca, quelle del quarto. Quando se ne
sono andate, gli ho detto che anch'io stavo in classe loro. Truc-
cata così, quanti anni mi daresti?"
"Be', sì, sembri più grande. Almeno quindici."
"Ma io ho quindici anni!"
"Sfuma un po' qui..." Babi si mette l'indice in bocca ba-
gnandoselo, e poi lo porta sulle palpebre della sorella massag-
giandole.
"Ecco fatto!"
"E ora?"
Babi guarda la sorella alzando il sopracciglio.
"Stai per farne sedici."
"Ancora troppo poco."
"Ragazze, siete pronte?"
Raffaella, sulla porta di casa, inserisce l'allarme. Claudio
e Daniela passano veloci davanti a lei, per ultima arriva Babi.
Entrano tutti nell'ascensore. La serata sta per iniziare. Clau-
dio si sistema meglio il nodo della cravatta. Raffaella si pas-
sa veloce più volte la mano destra sotto i capelli. Babi si si-
stema la giacca scura dalle ampie spalle. Daniela si guarda
semplicemente allo specchio, già sapendo di incontrare lo
sguardo della madre.
"Non sarai troppo truccata, tu?"
Daniela prova a rispondere.
"Lascia perdere, siamo in ritardo come al solito." E questa
volta Raffaella incrocia allo specchio lo sguardo di Claudio.
"Ma io stavo aspettando voi, ero pronto dalle otto!"
Passano in silenzio attraverso gli ultimi piani. Nell'ascen-
sore entra l'odore dello stufato della moglie del portiere. Quel
sapore di Sicilia si mischia per un attimo con quella strana
compagnia francese di Caronne, Drakkar e Opium. Claudio
sorride. "È la signora Terranova. Fa uno spezzatino favoloso."
"Ci mette troppa cipolla" è il giudizio sicuro di Raffaella,
che da un po' di tempo ha optato per la cucina francese, con
la sincera preoccupazione di tutti e la disperazione della ca-
meriera sarda.
La Mercedes si ferma davanti al portone.
Raffaella, con un rumore dorato di gioie, segno di ricor-
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