Larry Niven - I burattinai

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Sulla scia di Robert Heinlein e di Isaac Asimov, Larry Niven ha costruito una serie di racconti e romanzi che costituiscono un coerente e dettagliato affresco dell’avvenire dell’uomo nello spazio.
I Burattinai Qui Niven ci narra la storia del viaggio esplorativo organizzato dalla buffissima e misteriosa razza dei “burattinai” (specie di centauri paranoici con tre gambe, senza testa, e con due braccia su cui si ergono due busti separati) con la complicità di alcuni terrestri verso il Mondo ad Anello, un gigantesco anello che orbita intorno a una stella lontana, con un’area pari a tre milioni di volte quella della Terra e pieno di fantastiche meraviglie come antiche rovine, castelli fluttuanti nell’aria e strane razze barbare. Un romanzo bizzarro e affascinante: una creazione indimenticabile e una pietra miliare della fantascienza moderna.

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— E lei chi è, che cosa faceva sulla Pioneer ?

— Non so. Ma non credo che avesse un lavoro complicato. L’equipaggio era di trentasei persone. Trentaquattro uomini e due donne.

— Va bene — disse Louis agitando una mano. — Ho capito qual era la sua professione. Che altro ti ha detto?

— La Pioneer veniva da uno dei cinque mondi regrediti. L’equipaggio voleva scendere sull’Anello. Ma non videro segni di vita… Scesero con i loro mezzi, in uno spazioporto deserto.

— Dove sono gli altri uomini dell’equipaggio?

— Non so. Morti, forse. È rimasta lei, Halrloprillalar.

— Per favore, chiamala Prill. Impiegheremo meno tempo.

— La Pioneer possiede un impianto che la ragazza chiama cziltang brone. Ho intuito che si tratta di un sistema generatore di osmosi.

— Interessante — commentò ironicamente Speaker. — Che cosa si può fare con un generatore di osmosi?

— Se non ho capito male, consente di attraversare una struttura solida.

— Accidenti! — gridò Louis. — Vuoi dire che potremo far passare la Liar attraverso la base dell’Anello, e di ritrovarci all’esterno?

— Forse — rispose il burattinaio. — Soltanto forse.

— E forse, soltanto forse, noi non riusciremo mai a cavarci da questo impiccio.

Nessus non rilevò il tono amaro di Speaker. — Alla Pioneer - continuò il burattinaio, — era accaduto un incidente. Un raggio di osmosi, alterato da una calibratura sbagliata… o qualcosa del genere, ha trapassato la nave. Due dell’equipaggio sono morti, conficcati nel pavimento di metallo fino alla cintura.

— E gli altri? — chiese Louis.

— Hanno subito lesioni permanenti al cervello. Sono impazziti.

— Tutti?

— Molti. Sono rimasti in una quindicina. Il comandante ha tentato di ripartire per mezzo dello cziltang brone - Nessus pronunciava quel nome come uno sternuto, — ma non ha funzionato. Il Mondo ad Anello è apparso davanti a loro come un’unica rovina. Niente altro che primitivi. E non era possibile trovare pezzi di ricambio per il sistema di osmosi.

Louis si grattò la nuca, pensieroso: — E come riusciremo a farlo funzionare, noi che non sappiamo nemmeno di che si tratta?

— Lei, la ragazza, dove è nata? — chiese Louis.

— Qui, sul Mondo ad Anello. I suoi antenati erano emigrati su altre stelle. Ora, la Pioneer tornava in esplorazione alle origini, sperando di ritrovare un ambiente adatto per la sopravvivenza.

Prill gli aveva raccontato che diverse colonie di Anellari si erano stabilite in cinque mondi lontani da Ringworld. Nel giro di centomila anni, li avevano contaminati al punto da renderli inabitabili. Li avevano avvelenati, e ricoperti di immondizie e macerie. I mari erano serviti come fogna di scarico per le industrie.

— Una volta è successo anche su Terra — disse Louis Wu.

— Speravano di trovare l’Anello così come l’avevano lasciato i loro avi — rispose Nessus.

— E invece — sospirò Louis, — questa meravigliosa, immensa e stupefacente costruzione cosmica sta ruotando attorno alla sua stella come un ferrovecchio. Forse, i costruttori dell’Anello avevano previsto i cicli storici della civiltà.

— Non sappiamo — fece Nessus. — Prill mi ha detto che la decadenza dell’Anello è causata da una forma di vita batterica. L’hanno portata altre spedizioni, dallo spazio. Era una forma di vita che distruggeva le strutture di superconduzione dell’ambiente.

— Esattamente come su Terra — commentò Louis.

— I primi tipi di batteri potevano venire distrutti con facilità. Poi, altre navi portarono sull’Anello batteri più resistenti, e il tipo più forte ha prolificato attaccanto la vegetazione, gli impianti elettromagnetici… tutto. Anche i ricevitori di energia dell’Anello.

— Quali ricevitori di energia? — chiese Speaker.

— Quelli sistemati sulle zone d’ombra. Irradiavano termoelettricità sull’Anello.

— Ancora oggi la irradiano.

— Si consuma gradualmente, zona per zona.

La distruzione dei ricevitori di energia aveva causato il crollo delle case, dei palazzi, delle città. In qualche punto dell’Anello le costruzioni resistevano ancora, come nel caso del Castello Paradiso. Ma per quanto tempo?

— E così sta morendo il Mondo ad Anello — concluse Speaker.

— E noi con lui — disse Louis Wu.

— È stata una fortuna incontrare Halrloprillalar — fece Nessus. — Ci ha risparmiato un viaggio inutile. Non c’è più bisogno di proseguire fino alla parete del bordo.

Louis si sentiva battere la testa. L’emicrania ingigantiva.

— Fortunati, sicuro — disse Speaker con tono amaro. — Come no? Se questa è fortuna, perché non scoppio di allegria? Abbiamo perso anche l’ultima magra speranza di cavarcela. I nostri veicoli sono a pezzi, e uno di noi si è smarrito nei labirinti di questa città.

— È morta — disse Louis. Gli altri si volsero a guardarlo. Indicò un oggetto nell’oscurità. Il volociclo di Teela era abbastanza evidente, illuminato com’era da uno dei quattro fanali.

— D’ora in poi la fortuna ce la dobbiamo procurare da soli — disse.

— La fortuna di Teela era saltuaria, ricordatelo. Deve essere così, altrimenti non sarebbe salita a bordo della Liar e non sarebbe precipitata. — Il burattinaio fece una pausa, poi aggiunse: — Hai tutta la mia comprensione, Louis.

— Teela ci mancherà — borbottò Speaker.

Louis avrebbe dovuto sentirsi più triste, ma l’incidente accaduto nell’Occhio dell’uragano aveva alterato i suoi sentimenti per Teela. Gli era sembrata meno umana di Speaker e di Nessus. Era una creatura mitica, mentre gli alien erano reali.

— Creiamoci un altro obbiettivo — fece Nessus, — e cerchiamo il modo di riportare la Liar nello spazio. Vi confesso, però, che non ho la minima idea di come fare.

— Io invece sì — disse Louis.

Speaker sembrò sorpreso. — Di già?

— Ho bisogno di pensarci ancora un po’. Non sono sicuro che sia una buona idea. Comunque ci serve un volociclo. Fatemi pensare un momento.

— Si potrebbe costruire una specie di slitta, facendola poi trainare dal volociclo che ci è rimasto. Una slitta enorme…

— Si può fare qualcosa di meglio.

Il centro dell’edificio era occupato dai macchinari. Ascensori, condizionatori d’aria e condensatori d’acqua. Un’unica sezione, isolata dalle altre, era occupata dai generatori della trappola elettromagnetica. Nessus si dava da fare. Louis e Prill lo assistevano, ignorandosi a vicenda, imbarazzati.

Speaker era rimasto nella prigione perché Prill si era rifiutata di lasciarlo salire.

Prill cominciava a interessare a Louis. La studiava di sottecchi. La ragazza aveva una bocca sottile, quasi senza labbra. Il naso era piccolo, corto e diritto. Non aveva sopracciglia. Per questo il suo viso era sempre privo di espressione. I suoi tratti erano appena più marcati di quelli di un manichino per parrucche.

Dopo due ore di lavoro, le teste di Nessus fecero capolino dietro a un pannello di accesso. — Non riesco a ottenere la forza motrice che ci serve. I campi di sospensione ci solleveranno e basta. Ma ho sistemato un meccanismo regolatore che ci terrà fermi in un punto. Adesso l’edificio è in balia dei venti.

Louis sogghignò. — O di un rimorchio. Attacca una corda al tuo volociclo, e tirati dietro l’edificio.

— Non c’è bisogno. Il volociclo ha un propulsore a nonreazione. Si può lasciare all’interno dell’edificio.

— Ci avevi già pensato, eh? Quel propulsore è troppo forte. Se il volociclo si sfascia lì dentro…

— Sss…ì. — Il burattinaio si rivolse a Prill parlandole lentamente e a lungo nel linguaggio degli Dèi dell’Anello. — C’è una scorta di plastica elettroselettiva — disse subito dopo a Louis. — Possiamo infilare il volociclo nella plastica lasciando fuori le leve di controllo.

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