Aprì la porta del dormitorio, e vi aveva appena messo piede quando provò un dolore intenso come se qualcuno gli avesse infilato un coltello nel cranio. Non sapeva dove si trovava, se era in piedi o disteso, non sapeva nemmeno il suo nome.
Una risata folle rimbombava nelle sue orecchie… era più felice di quanto fosse stato da molto tempo… esultante, estatico, trionfante… era successa una cosa stupenda, meravigliosa…
«Harry? HARRY!»
Qualcuno l’aveva colpito in pieno viso. La risata folle fu interrotta da un grido di dolore. La felicità stava sfumando, ma la risata continuava…
Aprì gli occhi e si rese conto che la risata usciva dalla sua bocca. In quel momento cessò; giaceva ansante sul pavimento, gli occhi al soffitto, la cicatrice che pulsava terribilmente. Ron era chino su di lui, molto preoccupato.
«Cos’è successo?» chiese.
«Io… non lo so…» ansimò Harry, alzandosi a sedere. «È felice… molto felice…»
«Tu-Sai-Chi?»
«È successo qualcosa di buono» mormorò Harry. Stava tremando come quando aveva visto il serpente attaccare il signor Weasley, e si sentiva malissimo. «Qualcosa in cui sperava».
Le parole, proprio com’era successo nello spogliatoio della squadra di Grifondoro, suonarono come se un estraneo le avesse pronunciate con le sue labbra, ma Harry sapeva che era la verità. Respirò a fondo; non voleva vomitare addosso a Ron. Fu molto felice che Dean e Seamus non fossero lì a guardare, stavolta.
«Hermione mi ha detto di seguirti» mormorò Ron, aiutandolo a rialzarsi. «Dice che le tue difese sono deboli in questo momento, dopo che Piton ha giocato con la tua mente… però credo che alla lunga sia utile, vero?»
Guardò dubbioso Harry mentre lo aiutava ad andare a letto. Harry annuì senza la minima convinzione e si lasciò cadere sui cuscini, dolorante per essere caduto a terra tante volte quella sera, e per la cicatrice che ancora bruciava. Non poteva fare a meno di pensare che la sua prima esperienza di Occlumanzia gli aveva indebolito la mente invece di rafforzarla, e si chiese con grande trepidazione che cosa rendesse Lord Voldemort felice come mai era stato negli ultimi quattordici anni.
CAPITOLO 25
LO SCARABEO IN TRAPPOLA
Harry ebbe la risposta il mattino dopo. Quando Hermione ricevette La Gazzetta del Profeta, fissò per un momento la prima pagina e poi emise un’esclamazione che fece voltare tutti i vicini.
«Che cosa c’è?» chiesero all’unisono Harry e Ron.
Hermione distese il giornale sul tavolo davanti a loro e indicò le dieci fotografie in bianco e nero che occupavano tutta la prima pagina: erano nove maghi e una strega. Alcuni si limitavano a esibire un’espressione beffarda; altri tamburellavano con le dita sulle cornici delle loro foto, con aria insolente. Sotto ciascuna immagine erano scritti il nome della persona e il crimine per cui era stata rinchiusa ad Azkaban.
Antonin Dolohov, diceva la didascalia sotto un mago dal viso pallido, lungo e contorto, che sorrideva sprezzante all’indirizzo di Harry, condannato per il brutale omicidio di Gideon e Fabian Prewett.
Augustus Rookwood, recitava quella di un uomo butterato dai capelli unti, appoggiato al margine della propria foto con aria annoiata, condannato per aver rivelato segreti del Ministero della Magia a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
Lo sguardo di Harry fu però attratto dalla strega; quel viso gli era balzato agli occhi immediatamente. Aveva lunghi capelli scuri arruffati e incolti, ma Harry li aveva visti quando erano lisci, folti e lucenti. Lo guardava con scarsa simpatia da sotto le palpebre pesanti, e un sorriso di arrogante disprezzo le aleggiava sulle labbra sottili. Come Sirius, recava le tracce di una grande bellezza, ma qualcosa, forse Azkaban, doveva avergliela sottratta quasi tutta.
Bellatrix Lestrange, condannata per aver provocato con la tortura l’invalidità permanente di Frank e Alice Patiock.
Hermione indicò a Harry il titolo sopra le foto, che lui, concentrato su Bellatrix, non aveva ancora letto.
EVASIONE DI MASSA DA AZKABAN
IL MINISTERO TEME CHE BLACK SIA IL “PUNTO DI RIFERIMENTO” PER GLI EX MANGIAMORTE
«Black?» disse Harry a voce alta. «Non…?»
«Ssst!» bisbigliò disperata Hermione. «Non così forte… leggilo e basta!»
Il Ministero della Magia ha annunciato nella tarda serata di ieri un’evasione di massa da Azkaban.
Parlando con i giornalisti nel suo studio privato, il Ministro della Magia Cornelius Caramell ha confermato che dieci prigionieri dell’ala di massima sicurezza sono evasi nelle prime ore della serata di ieri e che il Primo Ministro Babbano è già stato informato della natura pericolosa di questi individui.
«Ci ritroviamo purtroppo nella stessa condizione di due anni e mezzo fa, quando fuggì il pluriomicida Sirius Black» ha dichiarato Caramell. «E riteniamo che le due evasioni siano collegate. Una fuga di questa entità presuppone un aiuto dall’esterno, e occorre ricordare che Black, il primo che sia riuscito a evadere da Azkaban, sarebbe nella posizione ideale per aiutare altri a seguire le sue orme. Riteniamo probabile che questi individui, tra i quali c’è anche la cugina di Black, Bellatrix Lestrange, si siano raccolti attorno a lui facendone il loro leader. Stiamo comunque tentando il possibile per ritrovare i criminali e raccomandiamo a tutta la comunità dei maghi la massima cautela. Per nessun motivo questi individui devono essere avvicinati».
«Eccoti servito, Harry» disse Ron sgomento. «Ecco perché era felice ieri notte».
«Non ci posso credere» sbottò Harry. «Caramell dà la colpa dell’evasione a Sirius ?»
«Che altre possibilità ha?» ribatté Hermione amareggiata. «Dubito che potesse dire “Ehi, scusate tutti quanti, Silente mi aveva avvertito che poteva succedere, le guardie di Azkaban si sono unite a Lord Voldemort”… smettila di piagnucolare, Ron… “e ora i peggiori complici di Voldemort sono evasi”. Insomma, ha passato gli ultimi sei mesi a dire a tutti che tu e Silente siete due bugiardi, no?»
Hermione aprì il giornale con un gesto secco e prese a leggere l’articolo all’interno mentre Harry si guardava intorno nella Sala Grande. Non riusciva a capire come mai i suoi compagni di scuola non fossero spaventati, o perlomeno non stessero discutendo della terribile notizia in prima pagina, ma erano pochi quelli che leggevano il giornale tutte le mattine come Hermione. Eccoli là, tutti a parlare di Quidditch e chissà quali altre sciocchezze, quando fuori da quelle mura altri dieci Mangiamorte avevano ingrossato le file di Voldemort.
Lanciò un’occhiata al tavolo dei professori. Lì l’atmosfera era diversa: Silente e la McGranitt erano immersi in fitta conversazione, e avevano l’aria molto seria. La professoressa Sprite aveva appoggiato La Gazzetta del Profeta contro una bottiglia di ketchup e leggeva la prima pagina con tanta concentrazione che non aveva notato il tuorlo d’uovo che le stava sgocciolando addosso dal cucchiaino. Nel frattempo, all’altro capo del tavolo, la professoressa Umbridge stava attaccando una scodella di porridge. Per una volta i suoi occhi da rospo non ispezionavano la Sala Grande in cerca di studenti indisciplinati. Mandava giù i bocconi con aria contrariata e di tanto in tanto lanciava uno sguardo malevolo a Silente e alla McGranitt intenti ai loro discorsi.
«Oh, cielo…» esclamò Hermione sbalordita, sempre guardando il giornale.
«Che altro c’è?» chiese Harry, nervoso.
«È… orribile » Hermione rabbrividì. Ripiegò il giornale a pagina dieci e lo porse a Harry e Ron.
TRAGICA MORTE DI UN DIPENDENTE DEL MINISTERO
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