Joanne Rowling - Harry Potter e la camera dei segreti

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Harry Potter e la camera dei segreti: краткое содержание, описание и аннотация

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Continuano le avventure dell’apprendista stregone più famoso del mondo. Lo avevamo lasciato alla bizzarra Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dove aveva sconfitto il terribile Lord Voldemort. Lo ritroviamo ora alle prese con alcuni insegnanti come il severissimo professor Piton o come il vanesio professor Allock. Ma, soprattutto, alle prese con una serie di strani episodi che cominciano a capitare nella scuola. Molti studenti cadono vittime di un incantesimo che li trasforma in pietra: la causa sembra essere una terrificante creatura che si nasconde nella misteriosa Camera dei Segreti…

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In calce c’era scritta una sola parola, con una calligrafia che Harry riconobbe per quella di Hermione: Tubazioni.

Fu come se gli si fosse accesa una lampadina nel cervello.

«Ron» ansimò, «ecco quello che cercavamo. Questa è la risposta. Il mostro nella Camera è un Basilisco… un serpente gigante. Ecco perché sentivo quella voce dappertutto e nessun altro poteva udirla. È perché io capisco il Serpentese».

Poi alzò lo sguardo verso gli altri letti.

«Il Basilisco uccide le persone con lo sguardo. Ma nessuno era morto… perché nessuno l’ha guardato dritto negli occhi. Colin lo ha visto attraverso l’obbiettivo della macchina fotografica. Lo sguardo del Basilisco gli ha bruciato la pellicola, ma Colin è rimasto soltanto pietrificato. Justin… Justin deve aver visto il Basilisco attraverso Nick-Quasi-Senza-Testa! Nick ne è stato investito in pieno, ma non poteva mica morire di nuovo… e accanto a Hermione e all’altra ragazza, il Prefetto dei Corvonero, è stato trovato uno specchio. Hermione aveva capito che il mostro era un Basilisco. Sono pronto a scommettere che ha avvertito la prima persona che ha incontrato di non girare un angolo senza prima averci guardato dietro con uno specchio! Così quella ragazza ha tirato fuori lo specchietto… e…»

Ron se ne stava lì a bocca aperta.

«E Mrs Purr?» sussurrò eccitato.

Harry rimase a lungo soprappensiero, cercando di figurarsi la scena della notte di Halloween.

«L’acqua…» disse lentamente. «L’acqua che veniva giù dal gabinetto di Mirtilla Malcontenta. Scommetto che Mrs Purr ha visto soltanto il riflesso…»

Rilesse con foga la pagina che aveva in mano. Più la guardava, più capiva.

« Il canto del gallo gli è fatale » lesse ad alta voce. «I galli di Hagrid sono stati uccisi! Una volta aperta la Camera, l’Erede di Serpeverde non ne voleva vedere neanche uno intorno al castello! I ragni fuggono davanti a lui! Torna tutto!»

«Ma come ha fatto il Basilisco ad arrivare fin qui?» chiese Ron. «Un orrendo serpente gigante… Qualcuno avrebbe potuto vederlo…»

Ma Harry indicò la parola che Hermione aveva scarabocchiato in fondo alla pagina.

«Tubazioni» disse. «Tubazioni… Ron, ha usato l’impianto idraulico. La sua voce io l’ho sentita dentro i muri…»

Tutt’a un tratto, Ron afferrò Harry per un braccio.

«L’ingresso alla Camera dei Segreti!» disse con voce roca. «E se fosse in un gabinetto? Se fosse nel…»

« …nel gabinetto di Mirtilla Malcontenta » completò Harry.

Rimasero lì seduti, percorsi da un fremito di emozione, quasi increduli.

«Ciò significa» disse Harry, «che qui a scuola io non sono l’unico Rettilofono. Anche l’Erede di Serpeverde lo è. Ecco come ha tenuto sotto controllo il Basilisco».

«E adesso cosa facciamo?» chiese Ron con gli occhi lucenti di eccitazione. «Andiamo difilato a dirlo alla McGranitt?»

«Andiamo nella sala dei professori» propose Harry balzando in piedi. «Lei ci sarà fra una diecina di minuti. È quasi l’ora della ricreazione».

Fecero le scale di corsa. Poiché non volevano essere scoperti a bighellonare in un altro corridoio, s’infilarono direttamente nella sala dei professori, che era deserta. Era una stanza grande, rivestita di legno, piena di sedie, anch’esse di legno scuro. Harry e Ron passeggiarono avanti e indietro, troppo eccitati per sedersi.

Ma la campanella della ricreazione non suonò mai.

Al suo posto si udì la voce della professoressa McGranitt rimbombare per tutti i corridoi, amplificata per magia.

« Tutti gli studenti tornino immediatamente nei loro dormitori. Tutti gli insegnanti tornino nella sala professori. Immediatamente, per favore ».

Harry si girò a guardare Ron.

«Non mi dire che c’è stato un altro attentato. Non ora!»

«Che cosa facciamo?» chiese Ron atterrito. «Torniamo al dormitorio?»

«No» rispose Harry guardandosi intorno. Alla sua sinistra c’era un brutto armadio, dove erano appesi i mantelli degli insegnanti. «Entriamo là dentro. Sentiamo di che cosa si tratta. Poi diremo quello che abbiamo scoperto».

Si nascosero; sopra la loro testa sentirono il trambusto di centinaia di piedi; poi la porta della sala venne spalancata. Spiando attraverso le pieghe ammuffite dei mantelli, i due ragazzi videro entrare gli insegnanti. Alcuni avevano l’aria perplessa, altri apparivano decisamente spaventati. Infine arrivò la professoressa McGranitt.

«È accaduto l’inevitabile» disse agli insegnanti ammutoliti. «Una studentessa è stata rapita. Il mostro l’ha portata direttamente nella Camera».

Il professor Vitious si lasciò sfuggire un grido soffocato. La professoressa Sprite si serrò le mani contro la bocca. Piton afferrò lo schienale di una sedia e chiese: «Come fai a esserne tanto sicura?»

«L’Erede dei Serpeverde ha lasciato un altro messaggio» disse la professoressa McGranitt pallidissima. «Proprio sotto al primo. Il suo scheletro giacerà nella Camera, per sempre » .

Il professor Vitious scoppiò in lacrime.

«Di chi si tratta?» chiese Madama Bumb, cui si erano piegate le ginocchia e che si era accasciata su una sedia. «Chi è la ragazza?»

«Ginny Weasley» disse la professoressa McGranitt.

Al suo fianco, Harry sentì Ron afflosciarsi lungo la parete dell’armadio.

«Domani dovremo rimandare a casa tutti gli studenti» disse la McGranitt. «Questo segna la fine di Hogwarts. Silente ha sempre detto…»

La porta della sala professori si spalancò un’altra volta. Per un folle momento, Harry fu certo che fosse Silente. E invece era Allock, raggiante.

«Scusate tanto… mi ero addormentato… che cosa mi sono perso?»

Non si accorse nemmeno che gli altri lo squadravano quasi con odio. Piton si fece avanti.

« Lupus in fabula! » esclamò. «Ecco la persona giusta. Una ragazza è stata rapita dal mostro, Allock, ed è stata portata proprio nella Camera dei Segreti. Finalmente è venuto il tuo momento».

Allock impallidì.

«È giusto, Gilderoy» intervenne la professoressa Sprite. «Non sei tu che ieri sera dicevi di avere sempre saputo quale fosse l’ingresso alla Camera dei Segreti?»

«Io… be’… io…» farfugliò Allock.

«Sì, proprio tu. Non eri tu che dicevi di sapere cosa c’è dentro?» saltò su Vitious con tono cantilenante.

«Ah, sì? Non ricordo…»

«Io ricordo con certezza che hai detto che ti dispiaceva di non aver potuto dare una lezione al mostro prima che Hagrid venisse arrestato» disse Piton. «Non sei stato tu a dire che si era fatta molta confusione e che avrebbero dovuto darti carta bianca fin dall’inizio?»

Allock guardò a uno a uno i volti inespressivi dei suoi colleghi.

«Ma io… io non ho mai… veramente… Forse avete capito male…»

«Lasciamo la cosa nelle tue mani, Gilderoy» disse la professoressa McGranitt. «Stanotte sarà il momento ideale per intervenire. Provvederemo a che nessuno ti intralci. Potrai affrontare il mostro tutto da solo. Carta bianca, finalmente!»

Allock volse attorno a sé uno sguardo disperato, ma nessuno gli venne in aiuto. Delle sue belle sembianze non restava che un’ombra stravolta. Gli tremavano le labbra, e senza il suo solito sorriso tutto denti sembrava smunto e sparuto.

«Mo-molto bene» disse. «Va-vado nel mio studio a… a pre-e-pararmi».

E uscì dalla stanza.

«Bene» disse la McGranitt con le narici frementi. «E con questo ce lo siamo levato dai piedi. I Responsabili devono informare gli studenti dell’accaduto. Dite loro che l’Espresso di Hogwarts li riporterà a casa domani al più presto. Gli altri, sono pregati di accertarsi che nessuno studente sia rimasto fuori del proprio dormitorio».

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