Per quasi un mese e mezzo dopo quel terribile viaggio nell’entroterra fino alla Fontana della Giovinezza, Bonnett non aveva avuto alcun controllo sulle sue azioni. La Vendetta aveva accompagnato la Vendetta della Regina Anna a nord, in Virginia, e sebbene fosse la bocca di Bonnet a gridare ordini di manovra ai suoi marinai, era Barbanera che parlava attraverso di essa. Come un sonnambulo Bonnett si trovò ad accettare il Perdono del Re dal Governatore Eden della North Carolina, e a fare preparativi per salpare verso sud, per tornare alle Barbados, dove riassumere, nei limiti del possibile, il suo ruolo di membro dell’alta società dei proprietari di piantagioni dell’isola. Barbanera stava naturalmente progettando di essere ucciso in modo da poter ritornare in un nuovo corpo, e ovviamente sentiva che sarebbe stato utile avere un ricco gentiluomo — o anche un ex-gentiluomo — che agisse come suo burattino su quella ricca isola.
Dopo aver ricevuto il perdono, Bonnett cominciò a riprendere il controllo delle sue azioni; apparentemente Barbanera avvertiva che un ritorno alla sua vita precedente era la cosa che Bonnett desiderava di più al mondo, e così non si preoccupava in particolar modo di costringerlo a cooperare.
In effetti, tuttavia, Bonnett temeva il ritorno alle Barbados più di quanto temesse la morte. Era stato un cittadino rispettato durante gli anni vissuti là — un maggiore dell’esercito a riposo e un ricco coltivatore — e non riusciva a sopportare di ritornare da ex-pirata, uno che era ancora in libertà solo perché aveva scelto di nasconderei sotto la gonna dell’amnistia reale. E ogni sua speranza che i cittadini di quella remota isola potessero ignorare la sua carriera piratesca si era infranta pochi giorni dopo il suo imbarco, poiché la seconda nave che aveva catturato era stata la Turbet… una nave delle Barbados. Anche allora, aveva capito che avrebbe dovuto uccidere tutti quelli che erano a bordo in modo da non lasciare testimoni, ma non aveva avuto il fegato di dare l’ordine… e inoltre, David Herriot non sarebbe mai rimasto a osservare che fossero state uccise delle persone con le quali aveva navigato per tutta la vita.
E l’idea di rivedere sua moglie, ora, lo faceva quasi svenire. La donna era stata una strega vituperatrice anche prima che lui partisse — sia pur nolente! — per la sua crociera criminosa, e lui si svegliava ancora di frequente coperto di sudore, con le di lei grida sprezzanti che gli rimbombavano nelle orecchie, perfettamente chiare nella mente: «Vattene via da me, essere viscido e brutale! Porco schifoso!» Se n’era sempre scappato di casa, dalla sua casa, tremante e col desiderio di commettere uxoricidio o suicidio… o entrambi.
Ma un ritorno alle Barbados e da lei era quello che gli riservava il futuro… a meno che non riuscisse a sconvolgere i piani che Barbanera aveva per lui. E così il quattordici settembre mandò Herriot nella città per radunare quanti più membri riusciva a trovare della sua ciurma originaria — non voleva nessuno che avesse navigato con Barbanera o Davies — e poi condurli a bordo della Vendetta. La nave non era un bottino ricavato dalla pirateria — Bonnett aveva pagato per ogni tavola e ogni iarda di sartiame — e così le autorità del porto non ebbero obiezioni alla sua partenza. Non appena furono fuori dal porto fece grattare via il nome Vendetta dall’arcaccia della nave e dipingere Royal James al suo posto.
Dopodiché Bonnett fece in modo da violare il suo perdono nella maniera più completa e rapida che poteva. Prima che il sole tramontasse su quel mercoledì aveva catturato una nave, e durante i successivi dieci giorni ne catturò altre undici. Il bottino fu di scarso valore — tabacco, carne di maiale, spilloni e aghi — ma lui era ormai chiaramente impegnato nella pirateria. Disse alle ciurme delle navi saccheggiate che il suo nome era Capitan Thomas, perché non voleva che la notizia della sua ricaduta raggiungesse Barbanera finché non fosse riuscito a portarsi sano e salvo lontano dalle sue grinfie.
Per portare a compimento ciò, decise di rubare a Barbanera lo scenario stabilito per la sua sconfitta — quando era interamente sotto il controllo di Barbanera, Bonnett era stata l’unica persona con la quale il pirata aveva osato discutere del piano della sua disfatta — anche se Bonnett se ne sarebbe servito per uno scopo più modesto. Poiché mentre Barbanera intendeva utilizzarlo come trampolino per l’immortalità, Bonnett aspirava solo a una rapida morte, o, se avesse fallito, a un processo e a una conclusiva impiccagione lontano dalle Barbados.
Pilotò la Royal James su per Cape Fear River, all’apparenza per carenarla ed effettuare riparazioni — ma si assicurò che il capitano e la ciurma dell’ultima nave da lui catturata vedessero dov’era il suo ancoraggio prima di essere liberati.
I cacciatori di pirati del governatore, con a capo il Colonnello Rhett, si erano cortesemente presentati sulla foce del fiume la sera del ventisei; e Bonnett si assicurò che il suo finto tentativo di fuga avvenisse alla bassa marea della mattina successiva. Sebbene Herriot fosse rimasto stupefatto davanti alla mancanza di senso pratico dei suoi ultimi ordini, Bonnett riuscì a far incagliare la nave in una posizione nella quale sarebbe stata impossibile qualsiasi manovra. All’ultimo momento Bonnett aveva tentato di far detonare i barilotti di polvere, che avrebbero sparso i suoi resti e quelli della maggior parte della ciurma sul paesaggio acquitrinoso, ma fu fermato prima che potesse dare fuoco.
C’era poi stato il viaggio di ritorno a Charles Town… in catene. La sua ciurma era stata sollecitamente rinchiusa nell’edificio delle riunioni degli Anabattisti nell’angolo meridionale della città, sotto la sorveglianza di un’intera compagnia della milizia… ma Bonnett e Herriot erano stati condotti in una torre di guardia a sud della città, su un argine del fiume Ashley, con sole due guardie assegnate loro.
La sera di due settimane dopo il loro arrivo, entrambe le guardie tornarono a piedi in città per cenare… e la serratura della porta si dimostrò così arrugginita che uno spintone fece spezzare il chiavistello. Neppure Bonnett aveva davvero desiderato affrontare l’umiliazione di un processo e di un’esecuzione pubblica, e così, esultanti per quello che sembrava un colpo di fortuna, lui e Herriot erano scivolati fuori, avevano rubato una barca e avevano remato verso est, oltre il Forte di Johnson, e fuori dal porto.
Allora il tempo si era messo al brutto, con vento e pioggia e mare agitato, e loro erano stati costretti a sbarcare sull’Isola di Sullivan, appena fuori e a nord del porto; e, troppo tardi ormai, entrambi avevano cominciato a chiedersi, inquieti, se la loro fuga era stata davvero un colpo di fortuna.
Il tempo non era migliorato. I due fuggitivi erano riusciti a erigere una tenda con le vele della barca, e per due settimane avevano vissuto di passere nere e tartarughe cotte su un fuoco accuratamente nascosto. Bonnett aveva sperato che il poco fuoco disperso dal vento passasse inosservato contro il cielo perpetuamente grigio.
Non era stato così.
* * *
Bonnett staccò una fronda a forma di ventaglio da una delle onnipresenti palme nane, e la gettò sul fuoco; essa cominciò a scoppiettare e ad arricciarsi, e lui sperò che il rumore coprisse il fruscio provocato dal Colonnello Rhett e dai suoi uomini mentre strisciavano su per il fianco della collina rivolto verso il mare. «Sì,» proseguì con voce alta, «farà bene a entrambi, David, andarcene da quest’isola. Sono pronto ad andare a catturare altre navi… e ho imparato dai miei errori! Mai più lascerò vivo qualcuno che potrà testimoniare contro di me!» Sperò che il gruppo di Rhett stesse ascoltando quelle dichiarazioni. «Stuprerò le donne e sparerò agli uomini e li getterò fuori bordo in pasto agli squali!»
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