I venti — o giù di lì — pirati vivi sul ponte del Carmichael, molti dei quali feriti e sanguinanti, guardarono Shandy.
Egli annuì. «Tornate sulla Jenny,» disse, cercando di tenere fuori dalla sua voce l’amarezza soffocante che avvertiva. «Sarò con voi fra un attimo.»
Mentre i suoi uomini percorrevano il ponte con passo strascicato e claudicante per raggiungere i grappini della Jenny che ancora pendevano dalle frisate e dal sartiame del Carmichael, Shandy tirò un respiro profondo e, pur sapendo che sarebbe stato inutile e probabilmente fatale, attraversò il ponte con passo deciso in direzione della cabina danneggiata in cui si trovava Beth.
Hurwood si limitò ad osservarlo mentre si avvicinava, con un vago sorriso sulla faccia.
Shandy si fermò davanti alla porta sprangata, e, sentendosi ridicolo quanto spaventato e determinato, bussò alla porta. «Beth,» disse con chiarezza. «Sono Jack Shandy… cioè, John Chandagnac.» Anche il nome gli parve innaturale. «Vieni con me e ti prometto di condurti subito al più vicino porto civilizzato.»
«Come,» giunse la voce di Beth, sorprendentemente calma, attraverso la porta deformata, «come posso fidarmi di un uomo che ha ucciso un ufficiale della Marina al fine di salvare degli assassini dalla giusta conseguenza dei loro atti, e poi ha tenuto un coltello contro la mia gola per sottrarmi a mio padre?»
Shandy si scostò dalla fronte una ciocca smarrita di capelli irrigiditi dal sale e guardò di sbieco Hurwood — che gli sorrise e si strinse nelle spalle con ironica simpatia.
«Il capitano della Navy,» disse Shandy, sforzandosi per mantenere la voce uniforme, «stava per uccidere Davies — ucciderlo senza un processo. Non avevo scelta. E tuo padre…» Si fermò per un attimo, disperato, poi si costrinse a proseguire, liberandosi delle parole come una ciurma che getta cannoni e casse fuori bordo da un vascello che affonda. «Tuo padre ha intenzione di strapparti l’anima dal corpo così potrà sostituirla con quella di tua madre.»
Non ci fu risposta dall’interno della cabina.
«Per favore, vattene dalla mia nave adesso,» disse cortesemente Hurwood.
Invece Shandy allungò le mani verso il chiavistello della porta… e un momento dopo si trovò sospeso a mezz’aria, mentre si sollevava e si allontanava dalla porta della cabina. I suoi occhi si spalancarono e si serrarono, per poi socchiudersi, e il suo intero corpo s’irrigidì per una incontrollabile vertigine.
Quando ebbe superato la frisata del Carmichael e si trovò a trenta piedi dall’acqua di fronte alla prua della Jenny annerita dal fuoco, fu lasciato andare, e precipitò nell’aria per un lungo secondo prima di cadere nell’acqua fredda.
Riemerse dimenandosi, e nuotò pesantemente fino alla Jenny, e braccia muscolose si allungarono e lo tirarono a bordo. «È magia che puzza, capitano,» gli disse Skank quando fu in salvo a bordo, mentre si appoggiava all’albero maestro e respirava profondamente, con una pozza d’acqua di mare che si allargava sul ponte intorno ai suoi stivali. «Siamo stati fortunati a cavarcela.»
Shandy non lasciò trasparire la sua sorpresa per essere stato chiamato capitano. Dopo tutto, Davies era morto e Shandy era stato il suo quartiermastro. «Credo che tu abbia ragione.»
«Sono lieto che tu ce l’abbia fatta, Jack,» lo rassicurò Venner con un largo sorriso che non celò il gelo nei suoi occhi grigi.
Gli ultimi due pirati liberarono i grappini, saltarono in acqua e ben presto furono a bordo della Jenny e chiesero del rum.
«Sì, date loro del rum,» disse Shandy, scostandosi di nuovo dalla fronte la ciocca errante e riflettendo che avrebbe dovuto ben presto tirarsi indietro i capelli e aggiungere un altro pollice o due al suo codino incatramato. «Quanto sono gravi i danni della Jenny?»
«Beh,» disse Skank, meditando, «non era in gran forma neppure prima di quella palla di fuoco. Ma dovremmo essere in grado di riportarla a New Providence abbastanza facilmente… bordeggiando, senza mai manovrare le vele.»
«New Providence,» disse Shandy. Alzò la testa, e vide il cadavere di Mr. Bird che si arrampicava sulle sartie del Carmichael. Il corpo infilò un piede nella corda che pendeva dal pennone a supporto della vela maestra, e con una precisione da meccanismo di orologio cominciò a distendere la vela mentre in basso mani che diventavano sempre più fredde manovravano le drizze. Le vele si gonfiarono, le scotte cigolarono attraverso i bozzelli, e, lentamente all’inizio, la grossa nave si allontanò dalla Jenny.
«New Providence,» ripeté, pensieroso, il nuovo capitano della Jenny.
E nella cabina del Carmichael l’incantesimo fu finalmente sollevato dalla gola di Beth Hurwood, che disse con voce strozzata, «Ti credo, John! Sì… sì. verrò con te! Portami via di qui, per favore!»
Ma ormai la Jenny era un logoro brandello di vele scolorite sulla superficie azzurra del mare scintillante, e, a parte quelle di suo padre, le sole orecchie che le sue parole raggiunsero furono quelle degli uomini morti della ciurma dello Strepitoso Carmichael.
«Che ore sono?»
Manca un quarto alle dodici,
E domani è il Giorno del Giudizio.
T. L. Beddoes
Sei uomini scesero dalla barca quando essa si fermò, oscillando, nell’acqua bassa. Stede Bonnett, scrutando verso di loro dietro a un sanguinello sulla cresta di una collina sabbiosa che riparava il suo bivacco dal gelido vento di mare, sogghignò per il sollievo quando riconobbe colui che li guidava — era William Rhett, lo stesso colonnello dell’Esercito Inglese che aveva catturato Bonnett più di un mese prima, e adesso si trovava là chiaramente per catturarlo di nuovo dopo la sua recente fuga dalla torre di guardia che fungeva da prigione ausiliaria di Charles Town.
Grazie a Dio, pensò Bonnett; sto per essere messo di nuovo sotto chiave — se sono davvero fortunato, potrei anche essere ucciso oggi.
Si voltò in fretta e scese faticosamente per l’altro lato della collina prima che qualcuno dei suoi compagni potesse raggiungerlo e accorgersi del gruppo che stava per assalirli; e cercò di smorzare la sua eccitazione, poiché l’uomo nero poteva avvertire gli stati d’animo alla stessa stregua di Barbanera.
Trovò i tre ancora seduti intorno al fuoco, l’indiano e il nero da una parte, David Herriot dall’altra.
«Beh, David,» disse, sforzandosi di apparire entusiasta, «il tempo si è definitivamente rischiarato. Immagino che non vedi l’ora di andartene da questa dannata isola e di imbarcarti su un’altra nave, eh?»
Herriot, che era stato un docile ufficiale di rotta dal giorno in cui la Vendetta era stata messa in mare fino al giorno in cui il Colonnello Rhett aveva catturato la nave a Cape Fear River, si limitò a stringersi nelle spalle. La sua euforia infantile, quando erano fuggiti da Charles Town, aveva cominciato a trasformarsi in timore superstizioso quando, inspiegabilmente, il maltempo li aveva costretti a trovare rifugio sull’Isola di Sullivan, e fin da quando l’indiano e il negro si erano uniti a loro era sprofondato in una cupa letargia.
L’indiano e il negro si erano semplicemente fatti trovare davanti alla tenda di Bonnett una mattina di una settimana prima, e sebbene non si fossero presentati avevano chiamato Bonnett ed Herriot per nome, e avevano spiegato che erano venuti ad aiutarli a raggiungere un’altra nave. Bonnet pensò di aver visto l’indiano a bordo della Vendetta della Regina Anna a maggio, quando Barbanera aveva terrorizzato Charles Town per procurarsi le erbe medicinali che tenevano lontani gli spettri, e le gengive dell’uomo nero erano bianche come i suoi denti: il marchio dei bocor. Era stato chiaro all’ingenuo Herriot quanto a Bonnett che Barbanera li aveva trovati.
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