Non appena la porta si fu richiusa alle spalle del giovane, Jill si girò verso Nevyn.
— Senti — esplose, — non mi avevi detto che sottoporre qualcuno a incantesimo è una cosa sbagliata?
— Sì, ma non quando costituisce il solo modo per salvare la vita a quella persona. Quanto credi che sarebbe vissuto il tuo uomo, quando si fosse diffusa la notizia che aveva consegnato alla giustizia del gwerbret il re e il principe dei ladri di Cwm Pecl?
— Non molto, e questa è proprio l’argomentazione a cui stavo per ricorrere. I ladri non penserebbero a lui come ad un uomo vincolato dall’onore.
— Esatto. Ai loro occhi Rhodry sarebbe stato soltanto una daga d’argento traditrice. Sai, bambina, sono dannatamente contento di non aver giurato di non mentire mai. Molti uomini del dweomer lo fanno, perché è una cosa che garantisce il favore dei Signori del Wyrd, ma in questioni del genere io preferisco poter essere un po’ più flessibile.
La sua espressione era così astuta e maliziosa che Jill fu costretta a ridere.
— Così va meglio — approvò Nevyn. — Ora vuoi metterti di guardia alla porta? Devo evocare una visione.
Quando il Popolo Fatato ebbe acceso la legna disposta nel camino, Nevyn s’inginocchiò accanto ad esso e fissò le lingue di fiamma. Dal momento che conosceva piuttosto bene le zone colonizzate di Cwm Pecl, aveva riconosciuto la fattoria descritta dall’Airone, dove si era in effetti recato molti anni prima per curare un bambino malato. Allorché evocò il ricordo del sentiero che aveva seguito in un soleggiato pomeriggio, subito l’immagine fornita dalle fiamme divenne quella dello stesso sentiero così come appariva adesso, con il cielo che iniziava a scurirsi. Nella visione, Nevyn seguì il sentiero fino al punto in cui ci sarebbe dovuta essere la casa ma non trovò nulla tranne un prato incolto… né una casa, né un muro e neppure una mucca al pascolo nelle vicinanze. Quindi Alastyr aveva apposto sulla casa un sigillo astrale. Con uno schiocco delle dita, Nevyn ordinò al fuoco di spegnersi.
— Li hai visti? — domandò Jill.
— No… il che significa che sono là. Oh, Alastyr si può anche nascondere da me, ma di certo ha dimenticato cosa significa avere per nemici uomini che si fidano dei loro occhi e non del dweomer. Ora però — aggiunse il vecchio, con un sorriso gentile, — sta per ricordarlo.
Adesso che aveva preso la sua decisione, Alastyr si sentiva molto più calmo. A grandi passi entrò nella cucina, dove trovò Sarcyn e Camdel seduti al tavolo; l’apprendista sollevò lo sguardo su di lui con un atteggiamento servile e spaventato che migliorò ulteriormente il suo stato d’animo.
— Partiremo all’alba — annunciò. — Preferisco correre il rischio di affrontare la Confraternita che il Maestro dell’Aethyr.
— Benissimo, maestro. Stanotte stessa preparerò parte dei nostri bagagli.
— Ottimo — approvò Alastyr, poi si girò verso Camdel. — Quanto a te, se collaborerai potrai restare in vita. Dovremo viaggiare in fretta e tu morirai al minimo problema che ci causerai. Hai capito?
Camdel annuì con aria spaventata ed Alastyr girò sui tacchi, tornando nella camera dei riti. Doveva stare in guardia.
Nevyn sapeva che il piano era rischioso, ma doveva agire in fretta, perché presto o tardi Alastyr si sarebbe reso conto che era pericoloso restare così vicino a Dun Hiraedd e si sarebbe allontanato. Mentre sedeva in sella accanto a Jill e a Rhodry nel cortile rischiarato dalle torce, Nevyn rabbrividì, pensando che la battaglia che lo aspettava sarebbe stata dura se l’apprendista avesse avuto l’abilità necessaria per combattere accanto al suo maestro; intorno a lui, venticinque uomini della banda di guerra di Blaen stavano sellando i cavalli e il gwerbret si aggirava in mezzo a loro, parlando ora con uno ora con l’altro di loro. Pur essendo consapevole che stava correndo un grosso rischio a prendere con sé Sua Grazia, Nevyn non poteva farne a meno, perché aveva bisogno di qualcosa da usare come diversivo.
— Ricordate quello che vi ho detto — sussurrò alle due daghe d’argento. — Ad un certo punto lasceremo di soppiatto la banda di guerra.
Gli altri due annuirono in segno di assenso. In quel momento la banda di guerra montò in sella fra un tintinnare di finimenti e di spade, e dopo aver segnalato a Jill e a Rhodry di seguirlo Nevyn spinse il cavallo verso il gwerbret.
— Vostra Grazia è sicuro di riuscire a trovare quella fattoria? — chiese.
— Per gli inferni, anche un cieco potrebbe trovarla sulla base delle istruzioni che tu ci hai fornito. Non ti preoccupare, buon mago, staneremo questi topi dalla loro tana.
Quando s’incamminarono, Nevyn tenne Rhodry e Jill vicino a sé in coda alla colonna, poi consegnò al giovane le redini della propria cavalcatura chiedendogli di condurla a mano: dal momento che stava per scivolare in una leggera trance, gli sarebbe infatti risultato già difficile restare in sella senza doversi preoccupare anche di guidare il cavallo. Mentre la banda di guerra procedeva rumorosamente sulla strada immersa nel buio il vecchio rallentò la respirazione e ritrasse la propria consapevolezza dal mondo che lo circondava… adesso all’occhio di un osservatore esterno lui appariva semiaddormentato, con la testa che dondolava all’unisono con i movimenti del cavallo, ma sotto le palpebre appesantite i suoi occhi stavano seguendo i movimenti della colonna e la sua mente stava cominciando a lavorare.
Dapprima invocò i Grandi e vide venire a sé un raggio di luce immaginaria. Meditando su di essa, la rese sempre più nitida nella mente fino a quando acquisì una vita propria indipendente dalla sua volontà, un grande fascio di luce modellato come una spada. Nei suoi pensieri, Nevyn brandì quella spada e ne usò la lama per tracciare una vasta sfera di luce intorno e al di sopra della banda di guerra. A causa del movimento degli uomini e dei cavalli che lo circondavano, concentrarsi gli costò una dura lotta, ma alla fine diede solidità alla sfera e appose i sigilli… le stelle a cinque punte dei Re degli Elementi… ai punti ordinali, allo zenit e al nadir. Allorché la sfera prese a brillare di una luce intensa, il vecchio invocò quindi la grande Luce che risplende dietro a tutti gli dèi e implorò il permesso di manipolare l’oscurità. Lentamente, con cautela, ritrasse la luce dalla sfera senza alterarne la struttura, fino a quando non rimase altro che un solido globo di oscurità, invisibile all’occhio umano ma tale da costituire un efficace schermo contro i tentativi di usare la seconda vista.
Una volta creata la sfera, Nevyn poté riportare la propria mente nel mondo reale e rimase sconvolto nell’accorgersi che nel frattempo la banda di guerra aveva percorso almeno cinque chilometri: operare il dweomer in sella ad un cavallo era ancora più difficile di quanto lui si fosse aspettato. Per l’ora successiva si limitò a riposare, ma quando arrivarono a circa cinque chilometri dalla fattoria tornò ad entrare in trance per un breve momento per evocare la luce e lasciarla fluire di nuovo nella sfera, gettando però al tempo stesso un nuovo manto di oscurità intorno a se stesso, a Rhodry e a Jill. Adesso poteva soltanto sperare che Alastyr avesse il buon senso di montare la guardia con la seconda vista. Se lo stava facendo, avrebbe visto quella sfera dotata dei sigilli della luce che puntava dritta verso il suo nascondiglio. Nevyn voleva che il suo nemico cedesse al panico, in maniera completa e assoluta.
— Jill, Rhodry — sussurrò, — adesso!
I due rallentarono la cavalcatura in modo da adeguarne il passo a quello della sua, rimanendo sempre più indietro rispetto alla banda di guerra fino a porre una buona distanza fra loro e l’ignaro gwerbret. Con un rapido cenno della mano Nevyn condusse quindi le due daghe d’argento lontano dalla strada ad un rapido trotto, svoltando in un viottolo laterale che portava anch’esso alla fattoria mediante un percorso più stretto e più breve. Al galoppo, i tre raggiunsero una macchia di betulle e si addentrarono fra gli alberi: quando infine Blaen si fosse accorto che erano scomparsi loro avrebbero già avuto un notevole vantaggio sulla banda di guerra.
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