— Davvero? Avanti, dimmi tutto.
— Vedi, dopo che tu ci hai avvertiti, abbiamo riflettuto seriamente sulla cosa. Doveva per forza essere stato uno straniero a mettere quell’oleofur… quello che era… nel boccale di Ogwern, perché lui è di un’onestà scrupolosa quando si tratta di riscuotere percentuali e tasse e nessuno dei ragazzi vorrebbe vederlo eliminare. Così, abbiamo pensato che un’altra corporazione stesse cercando di prendere il nostro posto e ci siamo messi in movimento, badando a tutti gli stranieri che vedevamo e seguendoli con cura. Inoltre abbiamo sparso in giro un bel po’ di monete in cambio di informazioni. Oggi, poco prima di mezzogiorno, ho avuto la fortuna di essere presente quando quel tizio è venuto a fare acquisti al mercato; qualcuno mi ha detto che si trattava del bracciante di una fattoria, ma stava comprando una gabbia piena di conigli… ora io vi chiedo, perché un contadino dovrebbe spendere soldi in conigli quando ne può catturare gratuitamente quanti ne vuole sui suoi campi?
— Una domanda più valida di quanto tu possa immaginare, amico mio.
— Così, ho preso uno dei cavalli della corporazione e ho seguito quell’uomo quando ha lasciato la città. All’inizio sono stato molto guardingo, ma lui non si è mai guardato indietro neppure una volta e dal modo in cui sedeva accasciato sulla sella sembrava che stesse male o qualcosa del genere. Ho potuto quindi seguirlo da vicino e quando ho visto che stava effettivamente andando verso una fattoria ho creduto di essere su una falsa pista. Ormai però ero là, così ho sparso qualche moneta di rame nel villaggio vicino ed ho scoperto una storia davvero strana. Quella fattoria pare appartenga ad un vecchio vedovo che con gli anni è diventato un po’ strano… al villaggio tutti pensavano che lui non avesse un parente o un amico al mondo, ma d’un tratto sono arrivati da lui degli ospiti. Uno dei ragazzi del villaggio, che aveva inseguito una vacca fino nelle vicinanze, mi ha detto di aver visto un tizio nel cortile della fattoria intento a sellare un cavallo costoso. Per fortuna il ragazzo aveva dovuto continuare a correre dietro alla sua mucca, così non era potuto andare a fare domande.
— Fortunato e due volte fortunato — mormorò Nevyn.
— Proprio quello che stavo pensando anch’io — annuì l’Airone, — perché scommetto che quegli ospiti appartengono ad un’altra corporazione e che quel povero contadino è andato a raggiungere la moglie nell’Aldilà.
— Ho la sgradevole sensazione che tu abbia ragione — convenne Nevyn, alzandosi e unendosi all’Airone nel suo inquieto passeggiare. — Dimmi esattamente dove si trova questa fattoria e descrivimi tutto quello che riesci a rammentare della zona.
Quel «tutto» risultò essere parecchio. A quanto pareva, l’Airone era in grado di guardare un posto e di memorizzarne l’immagine nella mente, perché mentre parlava il suo sguardo era perso nel vuoto e i suoi occhi si muovevano come se stessero esaminando un’immagine invisibile a tutti gli altri. La fattoria si trovava sulle colline ed era del tutto isolata; una volta al mese circa un vicino andava a vedere se il vecchio stava bene ma a parte questo la gente del villaggio lo vedeva di rado.
— Un nascondiglio perfetto per uomini che hanno intenzione di uccidere — commentò Nevyn, quando l’Airone ebbe finito. — Ora ascolta, riferisci alla tua corporazione di lasciare questa faccenda nelle mie mani. Non ti posso spiegare il perché, ma quelle persone sono molto più pericolose di quanto credi.
— Lo farò. A proposito, buon signore, Ogwern giura che tu possiedi il dweomer.
— Davvero? Il dweomer non è soltanto un ricamo aggiunto alle storie dei bardi?
— Oh, quando si lavora in una corporazione si vedono tante cose strane. So che nobili e mercanti sono increduli, ma loro non vivono nelle strade, alla base di tutto.
— Infatti. Ogwern è un uomo intelligente nonostante il suo grasso, e intendo dimostrarti che ha visto giusto. Tu vuoi uscire di qui senza che nessuno ti scorga, vero?
Nel ricordare dove si trovava, l’Airone gemette.
— Benissimo, allora — proseguì Nevyn. — Se mi giuri di non rubare nulla mentre perdura l’incantesimo, ti renderò virtualmente invisibile per i prossimi minuti.
L’Airone giurò in assoluta sincerità, ma Jill rimase sconvolta, perché non aveva mai visto il vecchio sfoggiare così apertamente i suoi poteri quando non ce n’era un’effettiva necessità. Allorché il vecchio lo accompagnò nel corridoio in ombra, il ladro si trasformò improvvisamente in una figura indistinta che parve scomparire non appena ebbe percorso pochi passi. Rhodry imprecò sonoramente per la sorpresa mentre Nevyn richiudeva la porta con un sorriso compiaciuto.
— La caccia è aperta — annunciò quindi il vecchio. — I maestri del dweomer oscuro sono noti per la loro abitudine di mangiare carne cruda, ma non per la loro abilità nell’intrappolare conigli, e sono pronto a scommettere che quel bracciante era sottoposto a incantesimo.
— Sono proprio qui vicino! — scattò Jill. — Che arroganti bastardi!
Rhodry stava invece fissando la porta chiusa con la bocca serrata e contratta, quasi avesse appena mangiato qualcosa di amaro.
— Cosa c’è che non va, amore mio? — volle sapere Jill.
— C’è che quell’uomo è un ladro, e così anche Ogwern.
— Oh, suvvia, mio innocente amore, te ne sei reso conto soltanto adesso?
— Non mi prendere in giro, dannazione! L’Airone ci ha fornito l’aiuto di cui avevamo bisogno e dovrei ricompensarlo per questo, ma… per tutti gli inferni, l’onore mi impone di consegnarlo a Blaen!
— Cosa? Non puoi.
— Avanti, ragazzo — intervenne Nevyn. — Anch’io disprezzo i ladri, ma so di Ogwern da anni e non l’ho mai denunciato. Vuoi sapere perché? Perché per gli standard dei ladri è un uomo davvero moderato: tiene in riga i suoi ragazzi, non uccide mai e fa del suo meglio per evitare che ci siano assassinii sul suo territorio. Eliminato lui, chi può sapere quale uomo veramente malvagio potrebbe prendere il suo posto?
— Bellissime parole — ribatté Rhodry, — ma io sono ospite di mio cugino, quando lui avrebbe avuto tutti i diritti di buttarmi fuori, e non posso tacere e farmi beffe della sua giustizia.
— Razza di idiota! — esclamò Jill, afferrandolo e scrollandolo. — Perché fai tanto chiasso per una sciocchezza del genere? Abbiamo il dweomer oscuro tutt’intorno a noi.
— Il dweomer non c’entra niente con questo. È una faccenda d’onore.
— Via, via — mormorò Nevyn, appoggiando una mano sulla spalla di Rhodry con fare paterno. — So che ti trovi in una posizione difficile, costretto a scegliere fra due forme di disonore, ma adesso guardami in faccia per un momento, d’accordo? Ti ringrazio. Dunque, tu non dirai una sola parola a Blaen riguardo ai ladri, e del resto hai già dimenticato, vero? L’Airone non è un ladro, e non lo è neppure Ogwern… quei due ci hanno aiutati soltanto perché mi dovevano qualche favore. Questo è ciò che ricorderai, ragazzo.
Quando Nevyn ritrasse la mano Rhodry sbatté con violenza le palpebre come un uomo che fosse uscito da una stanza buia, venendosi a trovare sotto il sole.
— A proposito, chi era quel tizio? — chiese. — Un garzone della taverna di Ogwern?
— Infatti — rispose Nevyn. — Sai che sono sempre disposto a curare i poveri senza farmi pagare.
— È vero, ma è stato dannatamente altruista da parte sua correre un rischio del genere. Farò in modo che Blaen lo ricompensi.
Jill dovette ricorrere a tutta la sua forza di volontà per mantenere un’espressione naturale.
— Rhodry, vorresti andare a dire a Blaen di salire qui da noi? — proseguì Nevyn. — Credo che dopo tutto dovremo accettare l’offerta della sua banda di guerra.
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