Isaac Asimov - L'orlo della fondazione

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L'orlo della fondazione: краткое содержание, описание и аннотация

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3

Stor Gendibal lanciò un’occhiata acuta e penetrante a Novi. Era così sorpreso che per un pelo non perse il controllo della mente di Harla Branno, e forse non lo perse solo perché d’un tratto gli giunse un aiuto esterno, un aiuto di cui al momento non si rese conto.

— Che cosa sapete del consigliere Trevize, Novi? — disse. Poi, profondamente seccato di dover constatare che la mente di lei si fosse fatta di colpo assai più complessa, gridò: — Chi siete?

Cercò di assumere il controllo di quella mente e la scoprì impenetrabile. In quell’attimo si accorse che la sua presa sulla Branno fosse sorretta da una presa ancora più forte, ed allora ripeté: — Chi siete?

Con una punta di drammaticità nell’espressione, Nevi disse: — Maestro, Oratore Gendibal. Il mio vero nome è Suranoviremblastiran, e sono Gaia.

Queste furono le uniche parole che disse, ma Gendibal nel frattempo, preso da furia improvvisa, aveva intensificato la propria aura mentale e con grande abilità, aiutato dalla rabbia, aveva, evitando l’apporto esterno, mantenuto da solo il controllo sulla mente della Branno e ingaggiato nel contempo una lotta silenziosa e serrata con la mente di Novi.

Novi lo rintuzzò con abilità pari alla sua, ma non poté, o forse non volle, tenergli nascosto chi fosse.

Gendibal parlò alla hamiana come avrebbe parlato a un Oratore. — La vostra era tutta una recita — disse. — Mi avete ingannato ed attirato apposta fin qui: siete della stessa razza del Mulo.

— Il Mulo fu un caso anomalo, Oratore. Io-noi non siamo Muli: io-noi siamo Gaia.

Novi descrisse mentalmente quale fosse la reale essenza di Gaia e lo fece con ben maggiore complessità di quella che avrebbe potuto ottenere col più lungo dei discorsi.

— Un intero pianeta vivo — disse Gendibal.

— E con un campo mentalico che nel suo complesso è più grande di quello che sviluppate voi come individuo. Vi prego di non opporre resistenza a esso. Ho paura di potervi fare del male e non vorrei proprio che questo succedesse.

— Anche se siete un pianeta vivo, non siete più forti di tutti i miei colleghi di Trantor messi assieme. Anche noi in un certo senso siamo un intero mondo vivente.

— Si tratta solo di poche migliaia di persone unite da collaborazione mentalica, Oratore, ed in ogni caso non potete contare sul loro aiuto perché li ho neutralizzati.

Verificate e capirete che non mento.

— Che cos’è che intendete fare, Gaia?

— Potete chiamarmi Novi, Oratore. In questo momento agisco come Gaia, ma sono anche Novi, e per voi, soprattutto, vorrei essere soltanto Novi.

— Che cosa intendete fare, Gaia?

Dopo l’equivalente mentalico di un tremulo sospiro, Novi disse: — Rimarremo in triplo stallo: voi manterrete il controllo sul sindaco Branno come avete fatto finora ed io vi aiuterò, sicché non ci stancheremo; voi, immagino, manterrete la vostra presa mentalica su di me ed io manterrò la mia su di voi, e nessuno dei due si stancherà in questa lotta reciproca. Le cose, come ho detto, resteranno in posizione di stallo.

— A che scopo?

— Allo scopo, come vi ho spiegato, di aspettare il consigliere Trevize di Terminus: sarà lui a porre fine allo stallo... nel modo che sceglierà.

4

Il computer della “Far Star” localizzò le due navi, e Golan Trevize le studiò tutt’e due sullo schermo di osservazione.

Erano entrambe della Fondazione. In particolare, una era molto simile alla “Far Star”; si trattava indubbiamente della nave di Compor. L’altra era più grande ed assai meglio equipaggiata.

Golan si rivolse a Bliss e disse: — Voi lo sapete che cosa stia succedendo? Mi potete dire qualcosa, adesso?

— Sì. Non allarmatevi: non vi faranno alcun male.

— Perché tutti pensano che sia tutto tremante di paura? — disse Trevize, irritato.

— Lasciatela parlare, Golan — si affrettò a dire Pelorat. — Non siate così brusco con lei.

Trevize alzò le braccia in un gesto di resa spazientita e disse: — E va bene, non sarò brusco. Parlate pure, signorina.

Bliss disse: — Sulla nave grande c’è il capo della vostra Fondazione. Con lei...

— Il capo? — fece Trevize, sbalordito. — Intendete dire la Branno, la vecchiarda?

— Vecchiarda non è certo il suo titolo — disse Bliss con un accenno di sorriso. — Ma effettivamente è una donna. — Fece una breve pausa, come ascoltando attentamente quanto le dicesse il resto dell’organismo di cui era parte integrante, poi soggiunse: — Si chiama Harlabranno. Pare strano che una persona così importante debba avere un nome di sole quattro sillabe, ma evidentemente i non gaiani hanno usi diversi dai nostri.

— Già — disse Trevize, secco. — Voi la chiamereste Bran, credo. Ma che cosa ci fa qui? Perché non è su... Oh, capisco. Con una manovra siete riusciti a portare anche lei qua. Perché l’avete fatto?

Bliss non rispose a quella domanda. Disse invece: — Con lei c’è Lionokodell. Ha un nome di cinque sillabe, nonostante sia gerarchicamente inferiore al sindaco. Mi pare una mancanza di rispetto. In ogni modo, sul vostro mondo ricopre una carica importante. Con loro due ci sono altre quattro persone, che hanno il controllo delle armi della nave. Volete che vi dica come si chiamano?

— No. Immagino che sull’altra nave ci sia un uomo di nome Munn Li Compor, un uomo che rappresenta la Seconda Fondazione. Perché avete portato la Prima e la Seconda Fondazione una di fronte all’altra?

— Le cose non stanno esattamente così, Trev. Voglio dire, Trevize.

— Oh, dite pure, Trev, se volete: non me ne importa un fico cosmico.

— Dunque le cose non stanno esattamente come credete voi, Trev. Compor ha abbandonato quella nave ed è stato rimpiazzato da due persone, una delle quali è Storgendibal, un membro della Seconda Fondazione che ricopre una carica importante: ha il titolo di Oratore.

— Una carica importante, dite? Avrà poteri mentalici, immagino.

— Oh, sì, poteri molto forti.

— Riuscite a tenergli lesta?

— Certamente. L’altra persona che si trova con lui sulla nave è Gaia.

— Cioè una di voi?

— Sì. Si chiama Suranoviremblastiran. Il nome dovrebbe essere assai più lungo, ma è da tanto che è lontana da me-noi-tutti.

— E questa persona è capace di affrontare un membro così importante della Seconda Fondazione?

— Non è lei, ma Gaia ad affrontarlo. Lei-io-noi-tutti potremmo annientarlo se volessimo.

— Ed è questo che farete? Avete intenzione di eliminare quel tizio e la Branno?

Gaia si accinge forse a distruggere le Fondazioni per creare un suo Impero Galattico?

Che cos’è, il ritorno del Mulo in grande stile?

— No, no, Trev. Non innervositevi, vi prego. Harlabranno, Storgendibal e Suranoviremblastiran sono in situazione di stallo: stanno aspettando.

— Che cosa?

— La vostra decisione.

— Ecco che ci risiamo. Quale decisione? Che cosa c’entro io?

— Vi prego, Trev — disse Bliss. — Avrete presto le dovute spiegazioni. Io-noi-lei abbiamo detto tutto quanto si poteva dire per il momento.

5

La Branno disse, stancamente: — È chiaro che ho commesso un errore, Liono.

Forse un errore fatale.

— È prudente ammettere una cosa del genere? — mormorò Kodell, tra i denti.

— Tanto sanno quello che penso. Non può danneggiarmi di più esprimere a voce alta quello che ci sia nella mia mente. E non è che non intuiscano i vostri pensieri se sussurrate fra i denti. Avrei dovuto aspettare che lo schermo fosse ulteriormente rinforzato.

— Come potevate prevedere i fatti, sindaco? — disse Kodell. — Se avessimo aspettato di essere sicuri al cento per cento dello schermo, avremmo forse aspettato in eterno. Certo, avrei preferito che non fossimo venuti qui di persona. Sarebbe stato meglio fare la prova con qualcun altro, magari con Trevize, il vostro parafulmine.

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