— Ma, Maestà…
Il viso del Re si fece severo. — Non interrompete! La gravità della nostra situazione richiede misure altrettanto estreme. Le intere risorse di Kolcorron devono essere riorganizzate e mobilitate, e per questo io sto eliminando tutte le vecchie strutture di famiglia dinastica. Al loro posto, come il momento richiede, ci sarà un’unica piramide di autorità. Il suo capo esecutivo è mio figlio, il principe Leddravohr, che controllerà e coordinerà ogni aspetto, militare e civile dei nostri affari nazionali. Viene assistito dal principe Chakkel, che sarà responsabile davanti a lui della costruzione della flotta di migrazione..
Il Re si fermò, e quando parlò di nuovo la sua voce non aveva più niente di umano. — Sia ben chiaro che l’autorità del principe Leddravohr è assoluta, che il suo potere è illimitato, e che andare contro i suoi desideri sotto ogni aspetto è un crimine equivalente all’alto tradimento.
Toller chiuse gli occhi, sapendo che quando li avrebbe aperti di nuovo il mondo della sua fanciullezza e della sua gioventù sarebbe ormai appartenuto alla storia, e al suo posto ci sarebbe stato un nuovo, pericoloso cosmo nel quale la sua permanenza rischiava di essere molto breve.
Leddravohr era mentalmente stanco dopo la riunione e sperava di rilassarsi durante la cena, ma suo padre, con la vitalità cerebrale che caratterizza certi uomini anziani, chiacchierò tutto il tempo del pasto. Passava rapidamente e senza sforzo dalla strategia militare agli schemi di razionamento del cibo, agli aspetti tecnici del volo interplanetario, dimostrando il suo amore per i dettagli, cercando di conciliare possibilità incompatibili. Leddravohr, che non aveva mai apprezzato i giochini con le astrazioni, fu sollevato quando il pranzo fu finito e suo padre uscì sul balcone per un’ultima coppa di vino prima di ritirarsi nelle sue stanze.
— Maledizione a questo vetro — disse Prad picchiettando sulla cupola trasparente che lo chiudeva. — Una volta mi piaceva prendere aria qui di notte. Adesso posso appena respirare.
— Senza il vetro non respireresti affatto. — Leddravohr batté leggermente con il pollice, indicando un gruppo di tre ptertha che passavano sulla loro testa sullo sfondo della faccia brillante di Sopramondo. Il sole era tramontato e ora il pianeta gemello stava entrando nella sua fase d’illuminazione biconvessa, allungando i suoi raggi fino alla parte meridionale della città, la Baia di Arle e la distesa indaco scuro del Golfo di Tronom. La luce era sufficiente per leggere e sarebbe aumentata gradatamente fino a restare stabile quando il pianeta, mettendosi al passo con la rotazione di Mondo, avesse raggiunto il suo punto di opposizione con il sole. Sebbene il cielo si fosse oscurato solo fino a raggiungere un intenso blu medio, le stelle, alcune delle quali erano abbastanza luminose da essere visibili anche alla luce del giorno, formavano vivide decorazioni dal margine di Sopramondo giù fino all’orizzonte.
Maledizione anche ai ptertha — disse Prad. — Sai, figliolo, una delle più grandi tragedie del nostro passato è che non abbiamo mai scoperto da dove provengano. Anche se fossero generati da qualche parte nell’atmosfera superiore, avremmo potuto allo stesso tempo dirigerli giù e distruggerli alla fonte. Adesso, comunque, è troppo tardi.
— E come farai il tuo trionfante ritorno da Sopramondo? Attaccando i ptertha dall’alto?
— Troppo tardi per me, volevo dire. La storia si ricorderà di me solo per il volo di andata.
— Ah, sì, la storia — disse Leddravohr, ancora una volta meravigliandosi della preoccupazione di suo padre per la pallida e fasulla immortalità offerta dai libri e dai monumenti funebri. La vita era una cosa transitoria, impossibile da prolungare oltre il suo limite naturale, e il tempo speso a cercare di farlo era uno spreco proprio della cosa che si stava cercando di preservare. L’opinione di Leddravohr era che il solo modo di farla in barba alla morte, o perlomeno di venire a patti con essa, era di soddisfare ogni ambizione e saziare ogni appetito, in modo che quando il tempo fosse venuto, lasciare la vita sarebbe stato poco più che scartare una zucca vuota.
La sua sola, vera ambizione era stata quella di estendere la sua futura sovranità in ogni punto di Mondo, inclusa Chamteth, ma questo gli era adesso negato da una connivenza del fato. Al suo posto c’era la prospettiva di un azzardato e innaturale volo attraverso il cielo, seguito da un’esistenza poco più che tribale su un pianeta sconosciuto. Questo, lo rendeva furibondo; si sentiva rodere da una rabbia divorante che non aveva mai conosciuto, e qualcuno avrebbe pagato.
Prad sorseggiò meditabondo il suo vino. — Hai preparato tutti i tuoi dispacci?
— Sì. I messaggeri partiranno alla prima luce. — Leddravohr aveva passato tutto il suo tempo libero dopo, la riunione scrivendo personalmente gli ordini ai cinque generali che aveva chiamato a far parte del suo stato maggiore. — Ho dato loro istruzioni di usare tutta la loro influenza, così avremo una compagnia distinta abba stanza presto.
— Devo desumere che hai scelto Dalacott.
— È ancora il miglior esperto di tattica che abbiamo.
— Non hai paura che possa aver perso smalto? — disse Prad. — Deve avere settant’anni adesso, e essere giù a Kail quando è scoppiata l’epidemia non può avergli fatto molto bene. Non ha perduto una figlia e un nipote proprio il primo giorno?
— Qualcosa del genere — rispose Leddravohr noncurante. — Lui è ancora in salute, comunque. Ancora di valore.
— Deve essere un immune. — Il viso di Prad si fece più animato mentre si lanciava in un altro discorso a ruota libera. — Sai, Glo mi ha mandato alcune statistiche molto interessanti all’inizio dell’anno. Sono state raccolte da Maraquine. Mostrano che tra il personale militare l’incidenza dei morti nell’epidemia, che tu ti aspetteresti alto a causa della loro esposizione, è in realtà in qualche modo più basso che tra la popolazione in generale. E, significativamente, i soldati e gli avieri in servizio da lungo tempo sono quelli che muoiono meno. Maraquine ha suggerito che l’aver passato tanti anni vicino agli scoppi dei ptertha e l’aver forse assorbito minute tracce della polvere potrebbe aver allenato il loro organismo a resistere alla pterthacosi. È un’idea interessante.
— Padre, è un’idea totalmente inutile.
— Non direi. Se i discendenti degli uomini e delle donne immuni fossero anch’essi immuni, dalla nascita, allora si potrebbe allevare una nuova razza per cui i globi non sarebbero affatto una minaccia.
— E quale bene farebbe questo a te e me? — disse Leddravohr, buttandosi sull’argomento per il solo gusto di sfogarsi. — No, finché ci sarò io, Glo e Maraquine e la loro razza saranno ammennicoli di cui possiamo bene fare a meno. Non vedo l’ora che venga il giorno in cui…
— Bastai — suo padre divenne improvvisamente Re Prad Neldeever, sovrano dell’impero di Kolcorron, alto e rigido, con un terribile occhio cieco e un ugualmente spaventoso occhio che vedeva tutto, che conosceva tutto, anche quello che Leddravohr avrebbe voluto mantenere segreto. — La nostra casa non sarà ricordata per aver voltato la schiena al sapere. Mi darai la tua parola che non farai del male a Glo e Maraquine.
Leddravohr si strinse nelle spalle. — Hai la mia parola.
— Ti è venuto troppo facile. — Suo padre lo fissò per un momento, dubbioso, poi disse: — E non toccherai nemmeno il fratello di Maraquine, quello che adesso si occupa di Glo.
— Quel balordo! Ho cose più importanti da pensare.
— Lo so. Ti ho dato poteri senza precedenti perché hai le qualità necessarie per portare al successo un’impresa così grande, ma di questo potere non devi abusare.
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