— Sì, Maestà. — Lord Glo lanciò un’occhiata a Leddravohr e Chakkel, entrambi scuri in volto, come sfidandoli a obiettare. — È possibile volare verso Sopramondo.
— Come?
— Per mezzo di palloni aerostatici ad aria calda.
— Andate avanti.
— La loro capacità ascensionale dovrebbe essere sorretta da reattori a gas, che tra l’altro sarebbero indispensabili nelle regioni dove i palloni cesserebbero praticamente di funzionare.
Glo stava parlando con convinzione, senza esitazione, come sapeva fare qualche volta quand’era ispirato. — Inoltre i reattori servirebbero anche a governare i palloni nel punto medio del volo, mettendoli così in grado di scendere in maniera normale.
“Lo ripeto, Maestà, è possibile volare verso Sopramondo”.
Le parole di Glo furono seguite da un silenzio bisbigliante e Toller, stupefatto come tutti, guardò suo fratello per vedere se quel discorso sul volare a Sopramondo lo avesse colto di sorpresa. Lain sembrava nervoso, decisamente a disagio, ma per niente meravigliato. Lui e Glo dovevano essere d’accordo, e se Lain credeva che il volo fosse possibile, allora lo era! Toller sentì un freddo insinuante diffonderai lungo la sua spina dorsale: quella, per lui, era un’esperienza intellettuale ed emotiva totalmente nuova. “Ho un futuro”, pensò. “Ho scoperto perché sono qui…”
— Diteci di più, Lord Glo — disse il Re. — Questi palloni ad aria calda di cui parlate sono già stati progettati?
— Non solo sono stati progettati, Maestà, ma i documenti d’archivio mostrano che ne fu fabbricato un prototipo nell’anno 2187. Fu fatto volare con successo diverse volte, quell’anno, da un filosofo di nome Usader, e si crede, sebbene le testimonianze siano… hmm… vaghe a questo proposito, che nel 2188 egli abbia effettivamente tentato il volo per Sopramondo.
— Cosa ne è stato di lui?
— Non se n’è più parlato.
— Questo non ispira molta fiducia — dichiarò Chakkel, parlando per la prima volta. — Certo non testimonia un successo.
— Dipende dai punti di vista. — Glo rifiutò di farsi scoraggiare. — Se Usader fosse tornato qualche giorno dopo, si potrebbe essere autorizzati a considerare il suo volo un fallimento. Al contrario, il fatto che non sia tornato potrebbe indicare che ha avuto successo.
Chakkel sbuffò. — Più verosimilmente che sia morto!
— Non sto dicendo che una simile impresa sia facile o non presenti un certo grado di… hmm… incertezza. Ma io credo che la nostra accresciuta conoscenza scientifica potrebbe ridurre i rischi a un livello accettabile. Con uno studio serio e le adeguate risorse materiali e finanziarie, possiamo riuscire a costruire navi in grado di arrivare a Sopramondo.
Il principe Leddravohr sospirò rumorosamente e scivolò nella sua sedia, ma non fece commenti. Toller immaginò che il Re l’avesse seriamente ammonito, prima che la riunione cominciasse.
— Ne state parlando come di una gita di piacere — disse Re Prad. — Ma non è un fatto che Mondo e Sopramondo distano quasi cinquemila miglia?
— Le migliori rilevazioni danno una cifra di 4.650 miglia, Maestà. Da superficie a superficie, cioè.
— Quanto ci vorrebbe a coprire in volo questa distanza?
— Sono spiacente di non poter dare una risposta a questa domanda, al punto in cui siamo.
— È una domanda importante, non vi pare?
— Senza dubbio! La velocità di ascensione del pallone è di fondamentale importanza, Maestà, ma ci sono parecchie variabili da… hmm… prendere in considerazione. — Glo fece segno a Lain di aprire il suo rotolo di carta. — Il mio capo scienziato, che è un matematico migliore di me, ha lavorato sui calcoli preliminari. Con il vostro consenso, spiegherà il problema.
Lain aprì una tabella con mani tremanti, e Toller vide sollevato che stavolta aveva avuto la previdenza di farla aderire a un pesante foglio telato che si distese in fretta. Parte della tabella era occupata da un diagramma in scala che illustrava i mondi gemelli e le loro relazioni spaziali; il resto era coperto di particolareggiati disegni di palloni a forma di pera e di complicate navicelle. Lain deglutì con difficoltà un paio di volte e Toller si preoccupò subito, temendo che non sarebbe stato in grado di parlare.
— Questo cerchio rappresenta il nostro pianeta con il suo diametro di 4.100 miglia — articolò infine Lain. — L’altro circolo più piccolo rappresenta Sopramondo, il cui diametro, per accettazione generale, è di 3.220 miglia, in un punto fissato sopra il nostro equatore al meridiano zero, che passa attraverso Ro-Atabri.
— Credo che tutti noi abbiamo imparato queste nozioni di astronomia elementare nella nostra infanzia — disse Prad. — Perché non potete dire quanto tempo ci vorrà per il viaggio?
Lain deglutì di nuovo. — Maestà, la misura del pallone e il peso del carico che dovrà portare influenzerà la velocità di ascensione. La differenza di temperatura tra i gas all’interno del pallone e l’atmosfera circostante è un altro fattore importante, ma quello principale è dato dalla quantità di cristalli disponibili per alimentare i reattori.
Si potrebbe realizzare una economia di carburante lasciando salire i palloni all’altezza massima, senza usare i reattori finché la spinta gravitazionale di Mondo non sia diminuita. Questo, naturalmente, allungherebbe i tempi del viaggio e quindi comporterebbe un aumento in quantità e peso dei rifornimenti di bordo, il che a sua volta farebbe…
— Basta, basta! Mi gira la testa! — Il Re tese in avanti entrambe le mani, le dita leggermente piegate come a toccare un pallone invisibile. — Supponiamo che si parli di una nave che porterà, diciamo, venti persone. Immaginate che i cristalli siano ragionevolmente abbondanti. Ora, quanto impiegherebbe questo veicolo a raggiungere Sopramondo? Non mi aspetto che siate preciso, datemi semplicemente una cifra che io possa accogliere nel mio cranio.
Lain, più pallido che mai ma sempre più sicuro, fece scorrere un dito su e giù lungo una colonna di cifre a lato della tabella. — Dodici giorni, Maestà.
— Finalmente! — Prad diede un’occhiata significativa a Leddravohr e Chakkel. — Ora, per la stessa nave, quanti cristalli rossi e verdi sarebbero necessari?
Lain alzò la testa e fissò il Re con occhi preoccupati. Il Re lo guardò di rimando, con calma e attenzione, mentre aspettava la risposta. Toller capì che tra i due si stava svolgendo una conversazione muta, che stava accadendo qualcosa al di là della sua comprensione. Suo fratello sembrava aver superato tutto il suo nervosismo e la sua indecisione, acquisendo una strana autorità che, per il momento almeno, lo metteva sullo stesso piano del sovrano. Toller sentì un’ondata di orgoglio familiare quando vide che il Re sembrava riconoscere la nuova statura di Lain ed era preparato a concedergli tutto il tempo di cui aveva bisogno per formulare la sua risposta.
— Posso presumere, Maestà disse Lain alla fine — che stiamo parlando di un volo di sola andata?
L’occhio bianco del Re si strinse. — Potete.
— In questo caso, Maestà, la nave richiederebbe approssimativamente trenta libbre sia di pikonio che di alvelio.
— Grazie. Non starete a sottilizzare sul fatto che una proporzione più alta di alvelio dà un miglior risultato nella combustione prolungata?
Lain scosse la testa. — Viste le circostanze, no.
— Siete un uomo prezioso, Lain Maraquine.
— Maestà, io non capisco — protestò Glo, facendo eco alla perplessità di Toller. — Non c’è nessuna ragione valida per provvedere una nave di carburante sufficiente per un viaggio di sola andata.
— Una sola nave, no — disse il Re. — Una piccola flotta, neanche. Ma quando stiamo parlando di… — Si rivolse di nuovo a Lain.
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