Robert Heinlein - La Luna è una severa maestra
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- Название:La Luna è una severa maestra
- Автор:
- Издательство:Mondadori
- Жанр:
- Год:1966
- Город:Milano
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Erano rimasti solo dodici proiettili, ma decisi che era più sicuro rimanere senza munizioni che dare l’impressione di esserne a corto. Così ne indirizzai altri sette sulle città della costa indiana, scegliendo nuovi bersagli, e Stu si affrettò a chiedere con la massima dolcezza se Agra era stata evacuata. Se non avevano ancora provveduto, lo facessero immediatamente. (In realtà non avevamo in programma di bombardarla.)
All’Egitto fu consigliato di tenere sgombro il canale di Suez, ma era un altro bluff: volevo tenere di riserva gli ultimi cinque massi.
Poi aspettammo.
Colpimmo in pieno il bersaglio delle isole Hawaii. Un centro magnifico, visto sullo schermo, Mike poteva essere orgoglioso del suo discepolo.
Aspettammo ancora.
Trentasette minuti prima dell’inizio del bombardamento sulla costa cinese, la Grande Cina denunciò l’azione delle Nazioni Federate, riconobbe ufficialmente il nostro governo e si dichiarò pronta a trattare con noi. Mi slogai un dito schiacciando i pulsanti per deviare i tiri.
Con il dito che mi doleva, dovetti continuare a premere pulsanti: l’India cedette dopo pochi minuti.
Poi ci riconobbe l’Egitto e seguì una valanga di riconoscimenti e di offerte di trattative.
Stu informò la Terra che avevamo sospeso… solo sospeso, non cessato… i bombardamenti. Ora dovevano ritirare dal nostro cielo tutte le astronavi, immediatamente , poi avremmo accettato i negoziati. Se le navi non potevano fare ritorno alla Terra senza prima rifornirsi di carburante, potevano atterrare a non meno di cinquanta chilometri dalla più vicina grotta, poi aspettare fino a quando avessimo accettato la loro resa. Ma il cielo della Luna doveva essere sgombrato subito !
Fummo costretti a ritardare la trasmissione di questo ultimatum di qualche minuto, per lasciare scomparire dietro l’orizzonte una delle astronavi: non volevamo correre rischi… sarebbe bastato un missile e la Luna era finita.
Aspettammo.
La squadra inviata a riparare le linee tornò indietro. Erano quasi arrivati fino a Luna City e avevano trovato il guasto. Ma i lavori di riparazione erano impediti da migliaia di tonnellate di rocce e allora avevano fatto l’unica cosa possibile: erano tornati indietro fino al primo punto di uscita sulla superficie e avevano eretto una torre con antenna radio orientata verso Luna City, contemporaneamente sparando una dozzina di razzi a intervalli di dieci minuti. Speravano di essere visti e capiti e che qualcuno, a Luna City, rizzasse un’altra antenna per stabilire un ponte radio… Eravamo in comunicazione, ora?
No.
Aspettammo.
Gli osservatori in superficie comunicarono che una nave, passata regolarmente per diciannove volte consecutive, non era apparsa al ventesimo giro. Dieci minuti dopo ci informarono che anche la seconda nave non era riapparsa.
Continuammo ad aspettare rimanendo in ascolto accanto alla radio.
La Grande Cina, parlando a nome di tutte le potenze con diritto di voto, accettò l’armistizio e dichiarò che non c’era più nessuna nave in orbita intorno alla Luna. Lenore scoppiò in lacrime e baciò tutti quanti si trovavano intorno a lei.
Dopo essersi ripresi dall’emozione (un uomo non può pensare se una donna gli butta le braccia al collo, figuratevi quando ce ne sono cinque o sei), dissi: — Stu, voglio che tu vada immediatamente a Luna City. Scegliti gli uomini che vuoi. Niente donne… dovrete camminare in superficie per gli ultimi chilometri. Scopri quello che è successo, ma per prima cosa ripristina il ponte radio.
— Molto bene, signore.
Lo stavamo preparando per il duro viaggio (bombole d’ossigeno supplementari, tende d’emergenza, eccetera) quando la Terra chiamò per radio. Volevano me personalmente, sulla frequenza sulla quale eravamo sintonizzati. Il messaggio (lo seppi dopo) era stato trasmesso su tutte le frequenze captabili sulla Luna.
"Messaggio privato. Prof a Mannie, identificazione Giorno della Bastiglia e segnale Sherlock. Torna subito a casa. Un mezzo di trasporto ti attende alla nuova antenna radio. Messaggio privato. Prof a…"
E così via, per dieci volte.
— Harry!
— Sì, capo?
— Messaggio per la Terra… registralo e poi gridalo più forte che puoi. "Messaggio privato. Mannie a Prof. Cannone di bronzo. Vengo!" Chiedi conferma… ma digli che basta una volta sola!
26
Stu e Greg guidarono la capsula al ritorno, mentre io, Wyoh e Lenore ci sdraiammo sul rimorchio, legati per non cadere. Era troppo piccolo per tre. Ebbi molto tempo a disposizione per parlare. Le due ragazze non avevano la radio nella tuta e potevano comunicare solo a segni… Molto buffo.
Incominciai a scorgere, ora che avevamo vinto, alcune parti del piano di Prof che non mi erano mai state chiare. Attirare l’attacco terrestre sulla catapulta aveva risparmiato le grotte (o almeno lo speravo), questo era il piano, ma Prof si era sempre mostrato sereno e indifferente all’idea di una possibile distruzione della catapulta. Certo, ne avevamo una seconda, ma troppo lontana e difficile da raggiungere. Ci sarebbero voluti anni per costruire la Metropolitana fino alla nuova catapulta, e c’erano montagne alte di mezzo. Probabilmente sarebbe stato meno costoso riparare la vecchia. Se era ancora possibile.
In entrambi i modi, non ci sarebbero state spedizioni di grano nel frattempo.
Era proprio questo lo scopo a cui mirava Prof! Eppure non aveva mai nemmeno accennato di voler far distruggere la vecchia catapulta… un piano a lunga scadenza, non solo la rivoluzione. Forse non lo avrebbe ammesso nemmeno ora. Ma Mike me lo avrebbe detto se lo avessi messo con le spalle al muro con questa domanda: aveva o non aveva calcolato questo fattore nei suoi calcoli? E le predizioni sulla carestia e tutto il resto, eh, Mike? Mi avrebbe detto la verità.
Quel progetto dello scambio tonnellata per tonnellata… Prof lo aveva sostenuto a spada tratta sulla Terra… serviva per convincerli a costruire una catapulta terrestre. Ma a tu per tu Prof non ne era entusiasta. Un giorno, nel Nord America, mi aveva detto: "Sì, Manuel, sono certo che funzionerebbe. Ma, se sarà costruita, sarà una soluzione temporanea. Molto tempo fa, due secoli circa, spedivano la biancheria sporca dalla California alle Hawaii… a vela, pensa!… e la riportavano indietro lavata. Circostanze particolari. Se riusciremo mai a vedere acqua e fertilizzanti spediti alla Luna e restituiti sotto forma di grano, sarà una cosa altrettanto temporanea. L’avvenire della Luna è nella sua straordinaria posizione, in cima a un pozzo gravitazionale in fondo al quale si trova un pianeta ricco, nella sua energia prodotta a basso costo e nelle sue illimitate estensioni di terra. Se noi Lunari saremo abbastanza sensati, nei prossimi secoli, da rimanere un porto franco e da non aderire a nessuna alleanza, diventeremo il punto di passaggio obbligato del traffico fra due o tre pianeti, diventeremo la base dei viaggi in tutto il sistema solare. Il nostro destino non è quello di essere per sempre degli agricoltori!".
Ci vennero incontro alla stazione Est e quasi non ci lasciarono il tempo di toglierci le tute a pressione… fu come tornare un’altra volta dalla Terra: una sterminata folla urlante; abbracci, il trionfo. Anche le ragazze furono portate a spalla dopo che Slim Lemke aveva detto a Lenore: — Possiamo portare in trionfo anche te? — e Wyoh aveva risposto: — Certamente, perché no?
Gli uomini erano per lo più in tuta e mi sorpresi a vedere quanto erano armati… fino a quando vidi che non erano i nostri fucili a raggi ma armi catturate. Ma la più grande felicità di tutti fu di vedere che Luna City era rimasta intatta!
Avrei fatto volentieri a meno della processione trionfale: non vedevo l’ora di attaccarmi al telefono e chiedere a Mike che cosa era successo… quanti danni, quanti morti, quale era stato insomma il prezzo della vittoria. Non ne ebbi occasione. Fummo trascinati alla Vecchia Cattedrale, volenti o nolenti.
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