Robert Heinlein - La Luna è una severa maestra
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- Название:La Luna è una severa maestra
- Автор:
- Издательство:Mondadori
- Жанр:
- Год:1966
- Город:Milano
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— Cannibalismo! — Wyoh si volse e nascose la faccia tra le braccia del Professore.
Lui l’accarezzò gentilmente e le disse: — Mi dispiace, Wyoh. La gente non si rende conto di quanto sia precaria la nostra ecologia. Anch’io mi sento scosso. So che l’acqua scorre a valle… ma non immaginavo che raggiungesse il fondo così terribilmente in fretta.
Wyoh si raddrizzò e il suo volto era di nuovo sereno. — Va bene, Professore, mi ero sbagliata. Dovremo imporre l’embargo con tutte le conseguenze. Diamoci da fare. Facciamoci dire da Mike che probabilità di successo abbiamo. Ti fidi anche tu, ora, non è vero?
— Sì, mia cara signorina, mi fido. Bisogna che Mike sia con noi. Allora, Manuel?
Ci volle tempo per convincere Mike che volevamo fare sul serio, per fargli capire che i suoi scherzi avrebbero potuto ucciderci (tenete presente che una macchina non sa niente della morte) e per farci assicurare che poteva e voleva conservare i nostri segreti qualunque fosse il mezzo impiegato per estorcerli… compresi i nostri segnali in codice non usati da noi. Mike era offeso dal fatto che io potessi dubitare di lui, ma la faccenda era troppo importante per rischiare il minimo incidente.
Ci vollero poi due ore per programmare, riprogrammare, mutare premesse, controllare problemi collaterali prima che tutti e quattro, Mike, Prof, Wyoh e io fossimo soddisfatti della definizione del problema fondamentale. E cioè: quali possibilità di successo avrebbe avuto una rivoluzione… anzi, questa rivoluzione, guidata da noi, nata con lo scopo di rovesciare l’Ente prima che cominciassero i disordini per la carestia, e condotta contro tutto il potere della Terra e cioè contro undici miliardi di individui disposti a schiacciarci e a sottoporci alla loro volontà. Il tutto senza cappelli magici da cui estrarre conigli bianchi, e con la certezza di andare incontro a tradimenti, oltreché alla stupidità e alla debolezza umana, e con il fatto che nessuno di noi tre era un genio né una figura di primo piano nella politica della Luna.
Prof volle assicurarsi che Mike conoscesse la storia, la psicologia, l’economia e chissà quante altre cose ancora. Verso la fine della discussione, Mike tirava fuori più circostanze variabili di quante ne poteva immaginare il Professore.
Alla fine decidemmo che la programmazione di Mike era completata o che per lo meno non eravamo capaci di pensare ad altri fattori significativi. A questo punto, Mike disse: — È un problema indeterminato. Come devo risolverlo? Pessimisticamente? Ottimisticamente? O con una serie di previsioni da una curva, o da diverse curve? Professore, amico mio, che ne pensa? E tu, Manuel?
Risposi: — Mike, quando getto un dado, c’è una probabilità su sei che venga un asso. Non chiedo a un altro di agitare il bussolotto, non calibro il dado, né mi preoccupo che qualcuno ci soffi sopra. Non farti guidare dal pessimismo, né dall’ottimismo, non gettarci addosso curve incomprensibili. Rispondi con una frase sola: quante possibilità? Pari? Una contro mille? Nessuna? O quella che sarà.
— Sì, Manuel Garcia O’Kelly, mio primo amico.
Per tredici minuti ci fu il silenzio più assoluto, interrotto solo da Wyoh che si mordeva le nocche delle dita. Non avevo mai visto Mike meditare tanto a lungo una risposta. Doveva aver consultato tutti i libri archiviati nella sua memoria ed estratto a caso tutti i numeri del suo infinito pallottoliere. Incominciavo a temere che i suoi circuiti si fossero sovraccaricati e che avesse bruciato qualche cosa o avesse avuto una crisi cibernetica, che richiede l’equivalente elettronico di una lobotomia.
Infine parlò. — Manuel, amico mio, sono terribilmente infelice.
— Che c’è, Mike?
— Ho provato e riprovato, controllato e ricontrollato: c’è solo una probabilità su sette di vincere!
12
Guardo Wyoh, lei guarda me. Ridiamo. Faccio un salto e urlo Hurrà!. Wyoh scoppia in pianto, butta le braccia intorno al collo del Professore e lo bacia.
Mike disse con voce lamentosa: — Non capisco. Le probabilità sono sette a uno contro di noi, non a nostro favore.
Wyoh smise di soffocare il Prof ed esclamò: — L’avete sentito? Mike ha detto noi. Ha incluso se stesso.
— Naturalmente. Mike, vecchio delinquente, abbiamo capito. Hai mai conosciuto un vero Lunare che si rifiuti di fare una scommessa quando ha una splendida, enorme probabilità su sette di vincere?
— Conosco solo voi tre. Non basta per disegnare una curva.
— Ecco… noi siamo Lunari. I Lunari amano il gioco d’azzardo. All’inferno, dobbiamo amarlo! Ci hanno deportato quassù ed erano pronti a scommettere con noi che non saremmo sopravvissuti. Gliel’abbiamo fatta. E gliela faremo ancora! Wyoh. Dove hai messo la tua borsetta? Tira fuori il berretto rosso. Mettilo a Mike. Bacialo. E beviamoci sopra. Un bicchierino anche per Mike… Vuoi bere, Mike?
— Mi piacerebbe bere un bicchierino — rispose Mike pensieroso — dato che mi sono chiesto più volte qual è l’effetto dell’alcol sul sistema nervoso umano… Ho fatto la congettura che dev’essere analogo a un leggero ipervoltaggio. Ma dato che non posso bere, bevetene voi uno anche per me.
— Accettato. Già in opera. Wyoh, dov’è il berretto?
Il telefono era incassato nel muro, cioè nella roccia, e non c’era modo di appendere il berretto. Lo ponemmo quindi sul tavolino, brindammo in onore di Mike, lo chiamammo compagno e lui quasi si mise a piangere. La sua voce ci giunse rotta. Poi Wyoh riprese il Berretto della Libertà, me lo mise in testa e mi accolse con un bacio nella cospirazione, ufficialmente questa volta, ma con tanto entusiasmo che la mia più anziana moglie sarebbe svenuta se fosse stata presente. Poi mi tolse il berretto e lo mise al Professore e gli fece lo stesso trattamento; meno male che Mike aveva detto che il cuore di Prof era in perfetto ordine.
Wyoh si mise infine il berretto in testa, si chinò sul telefono, con la bocca appoggiata al microfono, e fece il rumore di un bacio.
— Questo è per te, caro Mike. C’è anche Michelle?
Che io sia dannato se lui non rispose con voce di soprano: — Sono qui, cara… e sono così felice!
Anche Michelle ebbe il suo bacio e io dovetti spiegare al Professore chi era Michelle e presentargliela. Le parlò con tono formale, intrecciando le mani sul petto. A volte mi viene da pensare che Prof non sia del tutto giusto nel cervello.
Wyoh versò altra vodka. Prof la vide, mescolò la nostra con caffè, la sua con tè e aggiunse miele in tutti i bicchieri. — Abbiamo dichiarato la Rivoluzione — disse — ora la realizzeremo. Con mente lucida. Manuel, sei stato scelto per la presidenza. Vogliamo cominciare?
— Il presidente sarà Mike — proposi. — È ovvio. Anche segretario. Non terremo niente di scritto: è la prima regola per la sicurezza. Con Mike non ne sentiremo il bisogno. Ora guardiamoci intorno e vediamo in che situazione siamo, sono nuovo del mestiere.
— Tornando all’argomento sicurezza — disse il Professore — il segreto di Mike deve rimanere chiuso entro questa cellula esecutiva; ogni eccezione dovrà essere approvata da tutti e tre, anzi, da tutti e quattro.
— Quale segreto? — chiese Wyoh. — Mike ha promesso di mantenere i nostri segreti. È più sicuro di noi. Non gli possono lavare il cervello, vero, Mike?
— Mi potrebbero lavare il cervello — disse Mike — usando voltaggio sufficiente. O fracassandomi, usando solventi, o ricorrendo a un procedimento di entropia positiva con altri mezzi. Sono concetti che mi disturbano. Ma se per lavaggio del cervello vuoi dire se posso essere costretto a rivelare i nostri segreti, la risposta è un no definitivo.
Intervenni io: — Wyoh, Prof vuol dire il segreto di Mike stesso. Mike, vecchio compagno, tu sei la nostra arma segreta… lo sai, non è vero?
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