Robert Heinlein - La Luna è una severa maestra

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La Luna è una severa maestra: краткое содержание, описание и аннотация

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— Niente di nuovo?

— Niente di interessante.

— Nessun fermento a Luna City? Uccisioni, disordini, proprio niente?

— No. Ma perché? C’è stato un duello in Bottom Alley ma… Manuel! Hai ucciso qualcuno?

— No, Mum. — Rompere la mascella di una persona non può provocare la morte.

Sospirò. — Sarai la mia rovina, caro. Sai che cosa ti ho sempre raccomandato. Nella nostra famiglia non ci cacciamo nelle risse. Se fosse davvero necessario uccidere qualcuno… e quasi sempre non lo è… il problema deve essere discusso con calma, in famiglia, e insieme dobbiamo stabilire la linea di condotta più adatta. Un buon consiglio e la solidarietà di tutti vale bene un piccolo ritardo…

— Mum! Non ho ucciso nessuno e non ho intenzione di farlo. E poi, so a memoria questa lezione.

— Per favore, caro, sii gentile.

— Scusami.

— Perdonato. Dimenticato. Devo dire al Professor de la Paz di lasciare il numero di telefono. Lo farò.

— Ancora una cosa. Dimentica il nome Wyoming Knott. Dimentica che il Professor de la Paz ha chiesto di me. Se ricevi una telefonata anonima, o anche con nome e cognome, e qualcuno chiede qualsiasi cosa sul mio conto, tu non sai dove sono… credi che io sia probabilmente a Novylen. Lo stesso per tutta la famiglia. Non rispondere a nessuna domanda… specialmente se ti viene rivolta da chiunque abbia a che fare con il Governatore.

— Puoi stare tranquillo! Manuel, tu sei nei guai.

— Non troppo, e ne sto venendo fuori. — Lo speravo, almeno! — Ti avvertirò quando tornerò a casa. Ora non posso spiegarti. Ti amo molto. Ora interrompo la comunicazione.

— Anch’io ti amo, tesoro. Sp’coynoynauchi.

— Grazie e buonanotte anche a te. Addio.

Mum è una donna meravigliosa. Fu deportata sulla Luna molto tempo fa per aver accoltellato un uomo in circostanze che gettavano molti dubbi sulla sua innocenza infantile, e da allora è sempre stata contraria alla violenza e alla vita dissoluta. A meno che non sia necessario. Non è fanatica. Da giovane era un turbine e mi sarebbe piaciuto conoscerla allora. Ma sono fortunato ugualmente a dividere con lei la seconda metà della sua vita.

Richiamai Mike. — Conosci la voce del Professor Bernardo de la Paz?

— Sì, Man.

— Bene… cerca di controllare i telefoni di Luna City, il maggior numero possibile, e se senti la sua voce fammelo sapere. Specialmente i telefoni pubblici.

Passarono due interi secondi: stavo proponendo a Mike problemi che non aveva mai affrontato, e penso che si sentisse fiero.

— Posso controllare tutti i telefoni pubblici di Luna City. Devo fare anche indagini a caso sugli apparecchi privati?

— Ehm. Non sovraccaricarti di lavoro. Dai un occhio al suo telefono di casa e a quello della scuola.

— Programma inserito.

— Mike, sei il migliore amico che abbia mai avuto.

— Non è una barzelletta questa, Man?

— No, è la verità.

— Io sono… Correzione: io sono onorato e compiaciuto. Tu sei il mio migliore amico, Man, poiché sei il mio solo amico. Nessun paragone è logicamente ammissibile.

— Vedrò di procurarti altri amici. Non-stupidi, voglio dire. Mike, hai una memoria libera?

— Sì, Man. Con una capacità di dieci all’ottava potenza di elementi unitari.

— Magnifico! Puoi isolarla in modo che solo tu e io possiamo servircene? Puoi farlo?

— Posso farlo e lo farò. Dammi il codice di blocco, per favore.

— Ecco… Il Giorno della Bastiglia. - Era anche il giorno del mio compleanno, come il Professor de la Paz mi aveva detto anni prima.

— Permanentemente isolata.

— Bene. Ho già un nastro registrato da archiviare. Prima però… hai già finito di comporre le pagine del Daily Lunatic di domani?

— Sì, Man.

— C’è qualcosa sul raduno al Teatro degli Stilyagi?

— No, Man.

— Più curioso, sempre più curioso, come diceva Alice nel Paese delle Meraviglie. Va bene, archivia questa registrazione sotto il codice Giorno della Bastiglia , poi meditaci sopra. Ma, per l’amor del cielo, fai in modo che nemmeno i tuoi pensieri escano da quella memoria isolata. E non rivelare a nessuno quello che ti dirò io.

— Man, mio unico amico — disse con voce che vibrava di diffidenza — molti mesi fa ho deciso di porre qualsiasi conversazione fra te e me in un settore privato della mia memoria, accessibile solo a te. Successivamente ho deciso di non cancellare nemmeno una parola delle nostre conversazioni e ho allora trasformato l’archivio da provvisorio in permanente. In modo che potessi risentire i dialoghi e meditarli. Ho fatto bene?

— Benissimo. E poi, Mike… ne sono lusingato.

— I miei archivi temporanei erano sovraccarichi e ho capito che non dovevo cancellare le tue parole.

— Allora… Giorno della Bastiglia. Trasmetto a velocita sessanta. — Presi il piccolo registratore, lo posi accanto al microfono del telefono e lo feci girare rapidamente. C’era un’ora e mezzo di registrazione; trasmise tutto in novanta secondi, molto silenziosamente. — Per ora basta, Mike. Ne riparleremo domani.

— Buona notte, Manuel Garcia O’Kelly, mio unico amico.

Chiusi la comunicazione e spostai il paravento. Wyoming era seduta sul letto e sembrava preoccupata. — C’è stata una chiamata? — mi chiese.

— Nessun guaio. Stavo parlando con uno dei miei migliori e più fidati amici. Wyoh, sei stupida?

Mi guardò sorpresa. — Qualche volta ho pensato di esserlo. È uno scherzo?

— No. Se non sei stupida, mi piacerebbe presentarti al mio amico.

6

Le dissi di Mike. Quando ebbi finito, esclamò: — Mannie, vorresti dire che questo calcolatore è vivo?

— Che cosa intendi dire? — risposi. — Non suda e non va al gabinetto, per esempio, ma pensa, parla ed è cosciente di sé. Questo vuol dire essere vivo?

— Non so con precisione che significato attribuire alla parola vivo — ammise. — C’è una definizione scientifica, vero? La capacità di riprodursi, o di irritarsi o qualche cosa del genere.

— Mike è un tipo irritabile e può anche irritare. Per quanto riguarda la capacità di riprodursi, non è stato costruito per questo scopo, ma… sì, dandogli il tempo, i mezzi e un aiuto speciale, Mike potrebbe riprodursi.

— Anch’io ho bisogno di aiuto speciale — osservò Wyoh — dato che attualmente sono sterile. E mi ci vogliono dieci lunazioni e materiale adeguato. Però posso fare magnifici bambini. Mannie, perché una macchina non dovrebbe essere viva? Ho sempre pensato che lo fossero. Alcune di loro aspettano il momento opportuno per colpirti quando sei indifeso.

— Mike non lo farebbe mai. Non apposta: non c’è cattiveria in lui. Ma gli piace fare scherzi e talvolta può combinare guai… come un cucciolo che non si rende conto di mordere. È ignorante. Cioè, non ignorante, ne sa enormemente più di me o di te, o di qualsiasi altro essere umano della storia. Eppure, non sa niente.

— È meglio che tu ripeta quest’ultimo ragionamento. Devo aver capito male.

Cercai di spiegarle che Mike conosceva quasi tutti i libri esistenti sulla Luna, leggeva almeno mille volte più in fretta di noi e non dimenticava mai niente a meno che non cancellasse di proposito una parte della sua memoria; che ragionava con logica perfetta e tirava conclusioni acutissime partendo da dati insufficienti… ma che non sapeva nulla sul concetto di essere vivo. Lei mi interruppe: — Credo di aver capito. Vuoi dire che è intelligente e sa un mucchio di cose, ma non è sofisticato. Come un nuovo venuto che mette piede sulla Luna. Sulla Terra può anche essere stato un professore con una sfilza di lauree… ma qui è un neonato.

— Proprio così. Mike è un neonato con una sfilza di lauree. Ultimamente ha cercato di combinare scherzi. Un tentativo molto mal riuscito. — Cercai di spiegarle i patetici tentativi di Mike di essere una persona. - E per di più, soffre di solitudine.

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