Robert Heinlein - La Luna è una severa maestra
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- Название:La Luna è una severa maestra
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- Издательство:Mondadori
- Жанр:
- Год:1966
- Город:Milano
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— Come? Saranno costretti a negoziare un prezzo giusto, ecco che cosa succede!
— Mia cara, tu e i tuoi compagni vi ascoltate troppo fra voi. L’Ente considererebbe questo modo d’agire una ribellione, e le astronavi da guerra si metterebbero in orbita intorno alla Luna, cariche di bombe destinate a Luna City, Hong Kong, Tycho Under, Churchill e Novylen; scenderebbero le truppe, e i carichi di grano partirebbero di nuovo dalla catapulta sotto controllo armato… i contadini si romperebbero la schiena per collaborare. La Terra ha armi, potenza, bombe e navi, e non starà ferma ad aspettare guai da ex galeotti. E i ribelli come te (e come me: mi unisco spiritualmente), noi infami ribelli verremmo attaccati ed eliminati. Ci darebbero una bella lezione. Poi i Terrestri riferirebbero la loro versione… perché la nostra non sarebbe mai udita. Non sulla Terra.
Wyoh non era convinta. — Le rivoluzioni sono già riuscite, in passato. Lenin aveva solo un pugno di uomini con lui.
— Lenin ha agito in una situazione di carenza di potere. Wyoh, correggimi se sbaglio. Le rivoluzioni hanno avuto successo quando, e solo quando, i governi si erano corrotti o erano scomparsi.
— Non è vero! Prendi la Rivoluzione americana.
— Il Sud fu sconfitto, vero?
— Non mi riferisco a quella, parlo del secolo prima. Avevano gli stessi problemi che abbiamo ora noi, nei confronti dell’Inghilterra… e hanno vinto!
— Ah, quella. Ma l’Inghilterra non si trovava nei guai? Per via della Francia, la Spagna, la Svezia… o era l’Olanda? E l’Irlanda? L’Irlanda si stava ribellando; c’erano anche gli O’Kelly. Wyoh, se riesci a creare confusione sulla Terra… diciamo una guerra fra la Grande Cina e la Confederazione Nord-Americana, oppure la Pan-Africa che scarica bombe sull’Europa… allora ammetterei che è venuto il tempo di uccidere il Governatore e dire all’Ente che i suoi compiti sono finiti. Ma non ora.
— Sei un pessimista — mi disse.
— No, un realista. Mai pessimista. Sono troppo un Lunare per non voler rischiare una buona occasione. Dimostrami che c’è una probabilità su dieci di successo, e io punto tutto quello che ho. Ma voglio che ci sia quella probabilità su dieci. — Spinsi indietro la sedia. — Hai finito di mangiare?
— Sì. È stato splendido!
— Il piacere è mio. Vattene a letto e io sbarazzerò piatti e tavolo. No, non voglio aiuto. Sono io l’ospite. — Ripulii la tavola, rispedii indietro i piatti sporchi trattenendo solo il caffè e la vodka avanzata. Poi ripiegai il tavolo, riposi le sedie e mi volsi per parlare con lei.
Era distesa sul letto, addormentata, con la bocca aperta e il volto addolcito in un sorriso di bambina.
Andai silenziosamente in bagno e chiusi la porta. Puliti ci si sente meglio; prima di infilarmi nella vasca lavai i miei abiti, che si asciugarono prima che finissi di oziare nell’acqua calda. Non mi interessa che venga la fine del mondo, purché sia lavato e abbia addosso abiti puliti.
Wyoh dormiva ancora, e questo era un problema. In fatti avevo preso una camera a due letti in modo da non darle la sensazione che volevo costringerla a dormire con me… non che fossi contrario all’idea, ma lei aveva messo bene in chiaro che non ne voleva sapere. Però io dovevo dormire sul divano-letto, mentre il letto vero e proprio era per Wyoh. Dovevo preparare l’altro letto, con il rischio di svegliare Wyoh? Tornai in bagno e mi misi il braccio.
Decisi di aspettare. Il telefono era dietro un paravento e Wyoh molto probabilmente non si sarebbe comunque svegliata. E poi, ero tormentato dagli ultimi avvenimenti.
— Mi sedetti al telefono tirando bene il paravento, e composi il numero di Mycroft-xxx.
— Ciao, Mike.
— Ciao, Man. Hai dato un’occhiata a quelle barzellette?
— Come? Ah, Mike, non ho avuto un minuto libero… e un minuto può essere molto per te, ma per me è poco. Me ne occuperò al più presto possibile.
— Va bene, Man. Hai trovato un non-stupido a cui possa parlare?
— Non ho avuto tempo nemmeno per questo. Per… aspetta. — Sbirciai Wyoh da dietro il paravento. Nonstupido in questo caso significa simpatia umana… Wyoh ne aveva molta. Abbastanza per fare amicizia con una macchina? Forse sì. E di lei ci si poteva fidare: non solo eravamo negli stessi guai, ma era anche una sovversiva.
— Mike, ti piacerebbe parlare con una ragazza?
— Le ragazze sono non-stupide? — chiese.
— Alcune ragazze sono non-stupide, Mike.
— Allora, mi piacerebbe parlare con una ragazza non-stupida, Man.
— Cercherò di combinare. Ma ora sono nei pasticci e ho bisogno del tuo aiuto.
— Ti aiuterò, Man.
— Grazie, Mike. Voglio telefonare a casa, ma non sulla linea normale. Sai che talvolta le chiamate sono controllate e, se il Governatore lo ordina, la polizia può isolare il circuito e rintracciare l’apparecchio da cui è partita la telefonata.
— Man, vuoi che registri la tua telefonata e isoli la linea? Devo informarti che conosco già il tuo numero di casa e il numero da cui stai telefonando ora.
— No, no! Non voglio che tu registri la telefonata. Puoi chiamare casa mia, agganciarmi direttamente e fare in modo che nessuno possa registrare, isolare o controllare la telefonata, così che nessuno si accorga che la chiamata avviene fuori rete?
Mike esitò. Immagino che nessuno gli avesse mai posto una Simile domanda; doveva passare in rassegna alcune migliaia di combinazioni per vedere se il suo sistema di controllo gli permetteva questa nuova autoprogrammazione. — Man, posso farlo. Lo farò.
— Bene! Eccoti la denominazione del programma. Se rivorrò in futuro questo tipo di comunicazione telefonica, ti dirò semplicemente Sherlock.
— Ricevuto. Sherlock era mio fratello. — L’anno precedente avevo spiegato a Mike come avevo pescato il suo soprannome. Allora lui aveva letto tutti i romanzi di Sherlock Holmes, divorando i microfilm della Biblioteca Carnegie di Luna City. Non so come facesse a razionalizzare i rapporti di parentela; preferii non chiederglielo.
— Giusto! Fammi uno Sherlock per casa mia.
Dopo qualche istante, dissi: — Mum? È il tuo marito preferito che parla.
Rispose: — Manuel. Ti sei cacciato di nuovo nei guai?
Amo Mum più di ogni altra donna, comprese tutte le altre mogli, ma lei non riusciva a convincersi che ormai ero un uomo adulto. Non se ne sarebbe mai convinta. Cercai di mostrarmi offeso. — Io? Ma come, Mum, mi conosci bene ormai!
— Ti conosco, proprio. E allora, se non sei nei guai, mi potresti spiegare perché il Professor de la Paz è così ansioso di mettersi in contatto con te… Ha chiamato tre volte… E perché vuole trovare una certa donna con il nome improbabile di Wyoming Knott, e perché pensa che tu possa trovarti con lei? Ti sei trovato una compagna da letto, Manuel, senza avvertire me? Nella nostra famiglia siamo tutti liberi, caro, ma lo sai, preferisco che le cose mi vengano dette. In modo da non essere presa alla sprovvista.
Mum era gelosa di tutte le donne che non fossero le sue co-mogli, ma non l’avrebbe mai, mai ammesso. Dissi: — Mum, che Dio mi fulmini sull’istante se ho preso una compagna da letto.
— Bene. Sei sempre stato un ragazzo sincero. E ora, che cos’è questo mistero?
— Dovrò chiederlo al Professore. — Non era proprio una bugia, era una risposta evasiva. — Ha lasciato il numero di telefono?
— No, ha detto che telefonava da una cabina pubblica.
— Uhm. Se chiama di nuovo, chiedigli di lasciarti il numero di telefono e di dirti a che ora posso raggiungerlo. Anche questo è un telefono pubblico. — Era una seconda storpiatura della verità. — Nel frattempo… Hai sentito le ultime notizie?
— Sai che le ascolto sempre.
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