Soffocando le risate, Lessa prese la tenuta di volo foderata di pelliccia e lo seguì. Se non altro, quell’avventura sembrava incominciare bene.
Portando con sé la caraffa di klah e il boccale, F’lar entrò nella Sala del Consiglio, cercando di decidere se doveva parlare o no di quella spedizione al Sud con i Signori e i Maestri delle Arti. La capacità di volare in mezzo nel tempo, oltre che nello spazio, non era ancora ben conosciuta. Forse i Signori non avrebbero capito che era stata sfruttata íl giorno precedente per liquidare il primo assalto dei Fili. Se avesse potuto avere la certezza che il progetto sarebbe riuscito… certo, avrebbe aggiunto una nota ottimistica alla riunione.
Avrebbe lasciato che a rassicurare i Signori provvedessero le carte su cui apparivano chiaramente le ondate ed i tempi degli attacchi dei Fili.
I visitatori non impiegarono molto tempo a radunarsi; e non tutti riuscirono a nascondere l’apprensione e il turbamento causati dalla ricomparsa dei Fili, discesi dalla Stella Rossa per minacciare tutte le forme di vita su Pern. Sarebbe stata una riunione molto difficile, si disse F’lar, cupamente. Represse il rimpianto di non essersi recato con F’nor e Lessa nel Continente Meridionale, e ricominciò a studiare con impegno le carte che aveva davanti.
Poco tempo dopo gli ospiti erano tutti arrivati, tranne due, Meron di Nabol, di cui avrebbe preferito fare a meno perché era un piantagrane, e Lytol di Ruatha. F’lar lo aveva mandato a prendere per ultimo perché non voleva che s’incontrasse con Lessa. Lei era ancora chiaramente irritata, a torto, secondo l’opinione di F’lar, per aver dovuto rinunciare alla signoria di Ruatha in favore del figlio postumo di Dama Gemma. Lytol, come Connestabile di Ruatha, aveva diritto a presenziare alla conferenza; era un ex dragoniere, e il suo ritorno al Weyr era già abbastanza doloroso, senza bisogno che Lessa facesse pesare il proprio risentimento. E Lytol, insieme al giovane Larad di Telgar, era l’alleato più prezioso del Weyr.
S’lel entrò seguito da Meron. Il Signore era furioso per quella convocazione: lo dimostrava nel modo di camminare, nello sguardo, nel portamento altezzoso. Ma era incuriosito. Salutò soltanto Larad, tra tutti i Signori, e andò a sederglisi a fianco. I modi di Meron fecero capire a F’lar che considerava insufficiente la distanza tra loro due.
Il Comandante del Weyr ricambiò il saluto di S’lel e gli accennò di accomodarsi. Era stato lui stesso a decidere l’assegnazione dei posti nella Sala del Consiglio, e aveva sistemato con cura i dragonieri bronzei e marroni in mezzo ai Signori e ai Maestri delle Arti. Adesso, benché l’ambiente fosse molto ampio, c’era a malapena lo spazio per muoversi; ma non ce n’era abbastanza per sguainare le daghe, se l’atmosfera si fosse riscaldata troppo.
Nella sala scese il silenzio, e F’lar alzò gli occhi. Vide che il robusto ex dragoniere, divenuto Connestabile di Ruatha, si era fermato sulla soglia. Alzò lentamente la mano, salutando con rispetto il Comandante del Weyr. Mentre ricambiava il saluto, F’lar osservò il tic che faceva contrarre in continuazione la guancia dell’altro.
Con occhi rabbuiati dall’angoscia e dall’inquietudine, Lytol scrutò i presenti. Salutò con cenni del capo i suoi ex compagni di squadrone, poi Larad e Zurg, capo della sua Corporazione dei Tessitori. Si avviò a passo rigido verso l’unico posto rimasto libero, mormorando un saluto a T’sum, seduto alla sua sinistra.
F’lar si alzò.
«Vi ringrazio di essere venuti, buoni Signori e Maestri delle Arti. I Fili hanno incominciato a cadere. Il primo attacco è stato liquidato. Nobile Vincet…» Preoccupato, il Signore di Nerat alzò gli occhi. «Abbiamo inviato una pattuglia nella foresta pluviale per un sorvolo a bassa quota, a controllare che non vi siano Fili interrati.»
Vincet deglutì innervosito e impallidì al pensiero di ciò che potevano fare i Fili alla sua terra fertile e verdeggiante.
«Avremo bisogno dell’aiuto dei tuoi migliori uomini della giungla…»
«Aiuto? Ma hai detto… che avete liquidato il primo attacco…»
«È inutile correre rischi,» rispose F’lar, facendo capire che il volo di pattuglia era soltanto una precauzione, anziché una necessità.
Vincet deglutì ancora, si guardò ansiosamente intorno alla ricerca di un appoggio, e non ne trovò. Tra breve, anche tutti gli altri si sarebbero trovali nella sua stessa situazione.
«Tra poco arriveranno due pattuglie anche a Keroon e ad Igen.» F’lar guardò prima il Nobile Corman, poi il Nobile Banger, che annuirono gravemente. «Mi sia permesso dire, per tranquillizzarvi, che non vi saranno altri attacchi, per tre giorni e quattro ore.» E batté la mano su una delle carte. «I Fili cominceranno a cadere approssimativamente qui, su Telgar, poi andranno alla deriva verso Ovest, attraverso la parte meridionale di Croni, che è montagnosa, e poi passeranno sopra Ruatha e sull’estremità Sud di Nabol.»
«Come puoi esserne così certo?»
F’lar riconobbe immediatamente la voce sprezzante di Meron di Nabol.
«I Fili non cadono a caso, Nobile Meron,» rispose. «Scendono secondo uno schema perfettamente prevedibile; gli attacchi durano esattamente sei ore. Gli intervalli tra gli attacchi si ridurranno, poco a poco, durante i prossimi Giri, via via che la Stella Rossa si farà più vicina. Poi, per circa quaranta Giri completi, quando la Stella Rossa ci passerà accanto e si allontanerà da noi, gli attacchi si ripeteranno ogni quattordici ore, investendo il nostro mondo secondo una precisa tabella oraria.»
«Questo lo dici tu ,» ringhiò Meron. Si levò un mormorio sommesso di approvazione.
«Questo lo dicono le Ballate dell’Insegnamento ,» intervenne Larad, in tono fermo.
Meron lanciò un’occhiata aspra al Signore di Telgar e riprese a parlare.
«Ricordo un’altra delle tue predizioni. Avevi detto che i Fili avrebbero cominciato a cadere subito dopo il Solstizio.»
«E così è stato,» l’interruppe F’lar. «Sono caduti sotto forma di polvere nera, al Nord. E se abbiamo potuto godere di questo rinvio, dobbiamo ringraziare la fortuna, che ci ha mandato un inverno eccezionalmente lungo e freddo.»
«La polvere?» chiese Nessel di Crom. «Quella polvere era… i Fili?» Quell’uomo era un consanguineo di Fax e subiva l’influenza di Meron; era anziano, e aveva imparato la lezione dal comportamento sanguinario del bellicoso parente, ma non aveva mai avuto il coraggio di imitarlo. «La mia Fortezza e le mie terre ne sono ancora piene. È molto pericoloso?»
F’lar scosse il capo con forza.
«Da quanto tempo la polvere nera ha invaso le tue terre? Da settimane, mi pare. Ha ancora causato qualche danno?»
Nessel aggrottò la fronte.
«Le tue carte m’interessano molto, Comandante del Weyr,» disse con calma Larad di Telgar. «Possono darci un’idea esatta delle zone in cui cadranno i Fili, nelle nostre terre?»
«Sì. E puoi anche calcolare che i dragonieri arriveranno poco prima dell’inizio dell’invasione,» proseguì F’lar. «Tuttavia, è necessario che anche voi prendiate certi provvedimenti, ed è per questo che ho convocato il Consiglio.»
«Un momento!» brontolò Corman di Keroon. «Vorrei una copia di quelle carte. Voglio sapere che cosa significano, in realtà, quelle fasce e quelle linee ondulate. Voglio…»
«Naturalmente, avrai una tabella oraria. Ho intenzione di chiedere al Maestro Arpista Robinton,» e F’lar accennò rispettosamente con il capo verso l’uomo che aveva nominato, «di sovraintendere al lavoro di copiatura e di assicurarsi che tutti capiscano bene il significato dei dati.»
Robinton, un uomo alto e magro dalla faccia segnata e malinconica, rispose con un profondo inchino. Un lieve sorriso gli inarcò le labbra, quando vide che i Signori delle Fortezze gli lanciavano occhiate speranzose. La sua categoria, come quella dei dragonieri, era stata a lungo derisa, e quel nuovo rispetto lo divertiva. Aveva un acuto senso del ridicolo, e un’immaginazione molto fertile. La situazione in cui lo scettico Pern era venuto a trovarsi era troppo ironica per non solleticare il suo innato senso di giustizia. Per il momento si accontentò di rispondere con un inchino ed una frase blanda.
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