«Incarica i Signori delle Fortezze di provvedere a questo. Non possono murarsi nella sicurezza delle Fortezze Interne e lasciare che facciamo tutto noi. Se non fossero stati così egoisti e così stupidi in passato…»
F’lar l’interruppe con un gesto brusco.
«Faranno la loro parte,» le assicurò. «Ho convocato un Consiglio al gran completo per danni; tutti i Signori delle Fortezze e tutti i Maestri delle Arti. Ma non basta controllare dove cadono i Fili. Come si può distruggere quelli che sono penetrati in profondità? Le fiammate dei draghi vanno benissimo nell’aria e in superficie, ma non servono a nulla, un metro sottoterra.»
«Oh, a questo non avevo pensato. Ma le fosse…»
«… esistono soltanto sulle alture e attorno agli insediamenti umani, non nei pascoli di Keroon o nelle foreste pluviali di Nerat.»
Era un pensiero avvilente. Lessa ebbe una breve risata priva di gaiezza.
«Sono stata molto miope a pensare che i nostri draghi bastassero a liquidare i Fili. Eppure…» E alzò le spalle, in un gesto significativo.
«Ci sono altri metodi,» continuò F’lar. «O meglio, c’erano. Dovevano esserci. Mi è capitato spesso di leggere che le Fortezze organizzavano unità a terra, armate con il fuoco. Ma non viene mai spiegato di cosa si trattasse, forse perché allora lo sapevano tutti.» Alzò le mani in un gesto di disgusto e si lasciò ricadere sulla panca. «Neppure cinquecento draghi sarebbero bastati a bruciare tutti i Fili che sono caduti oggi. Eppure loro erano riusciti a mantenere Pern libero dai Fili.»
«Pern, certamente. Ma il Continente Meridionale non è andato perduto? Oppure erano troppo occupati a difendere Pern?»
«Nessuno si è occupato del Continente Meridionale almeno da centomila Giri,» ribatté F’lar.
«Sulle carte c’è,» gli ricordò Lessa.
Lui guardò con una smorfia di disgusto le Cronache ammucchiate sulla lunga tavola.
«La risposta deve essere lì. Da qualche parte.»
C’era una punta di disperazione nella sua voce; una specie di autoaccusa per non essere riuscito a scoprire quei dati sfuggenti.
«Almeno metà di quelle Cronache sarebbero ormai illeggibili anche per chi le ha scritte,» osservò Lessa in tono acido. «E poi, è stato grazie alle tue idee che abbiamo potuto cavarcela fino ad ora. Sei stato tu a compilare le tabelle dei tempi, e guarda quanto ci sono già state utili.»
«Mi sto mostrando di nuovo troppo incartapecorito, eh?» chiese F’lar, mentre un mezzo sorriso gli incurvava l’angolo della bocca.
«Sicuro,» gli garantì Lessa, ostentando una sicurezza che non provava. «Sappiamo bene tutti e due che le Cronache sono colpevoli di molte e ridicole omissioni.»
«Ben detto, Lessa. Perciò dimentichiamo questi precetti antiquati e fuorvianti e pensiamo con la nostra testa. Innanzi tutto, abbiamo bisogno di altri draghi. In secondo luogo, ne abbiamo bisogno adesso. Terzo, abbiamo bisogno di qualcosa di efficiente quanto un drago fiammeggiante per distruggere i Fili penetrati nel terreno.»
F’lar rise francamente, abbracciandola.
«Tu pensi a una cosa sola, no?» chiese, ironico, mentre l’accarezzava con mani impazienti.
Lessa cercò di respingerlo senza riuscirvi. Per quanto fosse stanco e ferito, era sorprendentemente pronto a far l’amore. Come quella Kylara. Immaginarsi la presunzione di quella donna, perché gli aveva curato le ferite!
«Tra le mie responsabilità come Dama del Weyr c’è anche quella di occuparmi di te, Comandante del Weyr.»
«Ma tu hai trascorso ore ed ore con i cavalieri azzurri e mi hai lasciato alle tenere premure di Kylara.»
«Non mi pareva che la cosa ti dispiacesse.»
F’lar rovesciò il capo all’indietro e rise.
«Cosa dovrei fare? Aprire il Weyr di Fort e mandarvi Kylara?» chiese, sarcastico.
«Preferirei che Kylara fosse lontana di qui parecchi Giri, oltre che parecchi chilometri,» scattò Lessa, irritatissima.
F’lar la fissò a bocca aperta e ad occhi sbarrati. Poi balzò in piedi con un grido sbalordito.
«L’hai detto!»
«Detto cosa?»
«Lontano parecchi Giri. Ecco la soluzione! Manderemo indietro Kylara, in mezzo nel tempo, la regina e i nuovi draghetti.» F’lar cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza, mentre Lessa cercava di seguire il suo ragionamento. «No, farò meglio a mandare almeno uno dei bronzei più vecchi. E anche F’nor… Preferisco che se ne occupi F’nor… in modo discreto, naturalmente…»
«Vuoi mandare Kylara indietro nel tempo… E dove? E quando?» lo interruppe Lessa.
«Domanda intelligente.» F’lar tirò fuori le solite carte. «Molto intelligente. Dove possiamo mandarli senza causare anomalie con la loro presenza in uno degli altri Weyr? Le Terre Alte sono lontane. No, abbiamo trovato tracce di fuochi ancora caldi, lassù, e non siamo riusciti a trovare tracce di chi li ha accesi. E se li avessimo già mandati indietro nel tempo, oggi sarebbero stati pronti, e invece non lo erano. Quindi non possono essere già stati in due posti contemporaneamente…» Scrollò il capo, abbagliato da quei paradossi.
Lo sguardo di Lessa fu attratto dai contorni vuoti del Continente Meridionale.
«Mandali là,» suggerì dolcemente, indicandolo.
«Ma là non c’è niente.»
«Porteranno con sé tutto il necessario. L’acqua deve esserci: quella i Fili non la divorano. Manderemo in volo tutto ciò di cui avranno bisogno: mangime per le mandrie, cereali…»
F’lar aggrottò la fronte, riflettendo. Gli brillavano gli occhi e aveva dimenticato l’avvilimento di pochi istanti prima.
«I Fili non potevano esserci, laggiù, dieci Giri fa. E non ce ne sono stati per quasi quattrocento Giri. Dieci basterebbero per dare a Pridith il tempo di maturare e di deporre moltissime covate. Magari anche altre regine.»
Poi inarcò le sopracciglia e scosse il capo, con aria improvvisamente dubbiosa.
«No, laggiù non ci sono Weyr, e non ci sono Terreni della Schiusa, e neppure…»
«Come facciamo a saperlo?» lo interruppe bruscamente Lessa, troppo soddisfatta di molti aspetti di quel progetto per essere disposta a rinunciarvi con facilità. «Le Cronache non parlano del Continente Meridionale, è vero; però omettono parecchie altre cose. Come possiamo essere sicuri che non sia tornato verde nei quattrocento Giri trascorsi da quando i Fili sono caduti per l’ultima volta? Sappiamo bene che i Fili non durano a lungo, se non trovano qualcosa di organico di cui nutrirsi. E quando hanno divorato tutto, si seccano e vengono spazzati via dal vento.»
F’lar la guardò con aria d’ammirazione.
«Ma perché nessuno ci ha pensato prima?»
«Troppo incartapecoriti,» fece Lessa, agitando un dito. «E poi, non c’era bisogno di pensarci.»
«La necessità… o dovrei dire la gelosia?… fa schiudere molti gusci duri.» Sul viso di F’lar c’era un sorriso di aperta malizia. Lessa si allontanò, girando su se stessa, quando lui cercò di abbracciarla.
«Per il bene del Weyr,» ribatté lei.
«Giusto. Domani manderò anche te con F’nor a controllare. È doveroso, poiché è stata una tua idea.»
Lessa si fermò.
«Perché non vai tu?»
«Sono certo di poter affidare questo progetto alle tue mani esperte e interessate.» F’lar rise e la strinse contro il fianco illeso, sorridendole. «Io devo recitare la parte dell’implacabile Comandante del Weyr e impedire ai Signori delle Fortezze di rintanarsi nei loro covi. E mi auguro,» continuò alzando la testa, «che uno dei Maestri delle Arti conosca la soluzione del terzo problema… come sbarazzarsi dei Fili penetrati sottoterra.»
«Ma…»
«Questo viaggio servirà a far passare il malumore di Ramoth» Strinse più forte il corpo sottile della ragazza, concentrando finalmente l’attenzione su quel viso strano e delicato. «Lessa, il mio quarto problema sei tu.» Si piegò per baciarla.
Читать дальше