Aran disse: — Conosco il nobile Damon. Non è un giovane, ma un uomo responsabile che si avvicina alla quarantina. Ha sostenuto onorevolmente molti compiti spettanti ai figli dei Comyn. Ma non siamo stati informati in Consiglio di questo matrimonio. Possiamo chiedere perché le nozze tra un figlio dei Comyn e una comynara sono state concluse con fretta indecorosa, e col semplice vincolo del libero matrimonio?
— Non era periodo di sessione del Consiglio, e i due giovani non volevano attendere mezzo anno.
— Damon — disse Lorill Hastur, — se devi essere nominato reggente di un dominio sarebbe giusto che il tuo matrimonio venisse legittimato di catenas , secondo la legge del Consiglio. Sei disposto a sposare Ellemir Lanart con regolare cerimonia?
Damon rispose in tono gioviale, stringendo la mano di Ellemir: — La sposerò anche dieci volte, se vuoi, con tutti i riti che vorrai indicare, se lei mi accetta.
Ellemir rise, gaiamente. — Puoi dubitarne, marito mio?
— Allora vieni, Damon Ridenow di Serrais. — Damon avanzò nello spazio centrale della sala, e Lorill chiese in tono solenne: — Damon, sei libero di accettare quest’obbligo? Sei erede del tuo dominio?
— No, sono soltanto al dodicesimo posto in ordine di successione. Ho quattro fratelli più anziani di me, e tra tutti, credo, hanno undici figli maschi, o almeno erano tanti quando li ho contati l’ultima volta: forse ora sono più numerosi. E Lorenz è già nonno due volte. Giurerò volentieri fedeltà a Alton, se mio fratello, il signore di Serrais, me ne darà licenza.
— Lorenz? — chiese Lorill, lanciando un’occhiata verso il lato della sala dove sedevano i Ridenow. Lorenz scrollò le spalle. — Damon può fare quello che vuole. È adulto, e non è probabile che diventi erede di Serrais. È sposato con una dama del dominio di Alton. Acconsento.
Damon guardò Andrew, inarcando ironicamente un sopracciglio, e il terrestre captò il suo pensiero: È la prima volta, senza dubbio, che Lorenz approva completamente quello che faccio. Ma aveva un’aria solenne, come si conveniva alla circostanza.
— Allora inginocchiati, Damon Ridenow — disse Lorill. — Sei stato nominato reggente e tutore del dominio di Alton, come parente maschio più prossimo di Valdir-Lewis Lanart-Alton, erede di Alton, e del figlio nascituro di Ellemir, tua legittima consorte. Sei pronto a giurare fedeltà al signore del dominio, Tutore di Alton, e a rinunciare a tutti gli altri vincoli di fedeltà eccettuato quello che ti lega al re e agli dèi?
Damon disse, con voce ferma: — Lo giuro.
— Sei pronto ad assumerti la tutela del dominio qualora il suo legittimo capo risultasse incapace di agire come tale a causa dell’età, di malattia o d’invalidità, e a giurare che proteggerai e difenderai gli eredi prossimi di Alton con la tua vita, se così volessero gli dèi?
— Lo giuro.
Ellemir vide le gocciole di sudore che imperlavano la fronte di Damon: sapeva che lui non lo desiderava. Lo faceva soltanto per Valdir e per il nascituro, ma non lo desiderava. E tra sé, ardentemente, si augurò che suo padre comprendesse ciò che stava facendo a Damon.
Lorill Hastur disse: — Dichiari solennemente che, a quanto ti risulta, sei idoneo ad assumerti la responsabilità? C’è qualcuno che contesta il tuo diritto a questa tutela solenne sul popolo del tuo dominio, il popolo di tutti i dominii, il popolo di tutto Darkover?
Damon pensò: Chi potrebbe essere veramente idoneo per una simile responsabilità? Io no, Aldones, Signore della Luce, io no! Eppure farò del mio meglio, lo giuro davanti a tutti gli dèi. Per Valdir, per Ellemir e per suo figlio.
Disse, a voce alta e chiara: — Accetterò la sfida.
Danvan Hastur, comandante della Guardia d’Onore del Consiglio, avanzò a grandi passi al centro della sala, dove Damon stava inginocchiato nella luce d’arcobaleno. Con la spada in pugno, gridò a gran voce: — C’è qualcuno che contesta la tutela di Damon Ridenow-Alton, reggende di Alton?
Nel silenzio, una voce giovanile disse: — Io contesto. — Damon, sbalordito, captando la costernazione di Andrew che sedeva negli ultimi posti assegnati agli Alton, alzò la testa e vide Dezi farsi avanti e prendere la spada dalla mano di Danvan.
— Per quale motivo? — chiese Lorill. — E con quale diritto? Io non ti conosco, giovanotto.
Dom Esteban guardò sbigottito Dezi. Parlò con voce tremante: — Non ti fidi di me, Dezi, figlio mio?
Dezi non badò a quelle parole e al tono affettuoso. — Io sono Deziderio Leynier, figlio nedestro di Gwennis Leynier e di Esteban Lanart-Alton; come unico figlio adulto superstite del signore del dominio, rivendico il diritto di fungere da tutore di mio fratello e del figlio nascituro di mia sorella.
Lorill disse, severamente: — Non ci risulta nessun figlio nedestro riconosciuto di Esteban Lanart-Alton, eccettuati i due figli di Larissa d’Asturien, che sono privi del laran e quindi esclusi per legge da questo Consiglio. Posso chiedere perché non sei mai stato riconosciuto?
— Quanto a questo — rispose Dezi, con un sorriso che sfiorava l’insolenza, — devi chiederlo a mio padre. Ma chiamo la Dama di Arilinn a testimoniare che sono un Alton e che possiedo in piena misura il dono del dominio.
All’invito di Lorill, Leonie si alzò, con un’espressione che dimostrava la sua riprovazione per quella procedura. — Non spetta a me designare gli eredi dei Comyn; tuttavia, poiché sono stata chiamata a testimoniare, devo dichiarare che Deziderio dice la verità: è figlio di Esteban Lanart e possiede il dono degli Alton.
Esteban disse, con voce pesante: — Sono disposto a riconoscere Dezi come figlio mio, se questo Consiglio lo vuole: l’ho condotto qui apposta. Ma non lo ritengo il tutore più appropriato per il mio giovane figlio e per il mio nipote nascituro. Damon è un uomo maturo, Dezi è un ragazzo. Chiedo a Dezi di ritirare la sfida.
— Con tutto il rispetto, padre — replicò Dezi, in tono deferente, — non posso.
Damon, ancora inginocchiato, si chiese cosa sarebbe accaduto. Secondo la tradizione, la sfida poteva essere risolta con un formale duello, oppure uno degli sfidanti poteva ritirarsi, oppure entrambi potevano presentare prove (che sarebbero state esaminate dal Consiglio) per dimostrare che l’altro non era idoneo. Lorill lo spiegò.
— Deziderio Leynier, nedestro di Alton, hai motivo di ritenere inadatto Damon?
— Sì. — La voce di Dezi era stridula. — Sostengo che Damon ha tentato di assassinarmi, per usurpare i miei diritti. Sapeva che sono figlio di Esteban, mentre lui è soltanto suo genero, e perciò mi ha privato della matrice. Solo il mio laran gli ha impedito di macchiarsi dell’uccisione di un fratello per matrimonio.
Oh, mio Dio , pensò Andrew, mentre il respiro gli si mozzava in gola. Che bastardo, che stramaledetto bastardo fetente! Chi, se non Dezi, poteva tramare una cosa simile?
Lorill Hastur disse: — È un’accusa estremamente grave, Damon. Tu servi onorevolmente i Comyn da molti anni. Non l’ascolteremo neppure, se tu puoi darci qualche spiegazione.
Damon deglutì e alzò gli occhi: si sentiva addosso gli sguardi di tutti. Disse con fermezza: — Ero legato per giuramento ad Arilinn: avevo fatto voto d’impedire ogni abuso commesso per mezzo delle matrici. L’ho tolta a Dezi, in forza di quel voto, perché lui aveva abusato del laran imponendo la propria volontà al matrimonio di mia sorella, Ann’dra.
— È vero — disse Dezi in tono di sfida. — Mia sorella Callista si è incapricciata di questo terrestre venuto dal nulla. Avevo solo cercato di liberarmi di questo individuo che ha gettato su di lei un malefico incantesimo, affinché lei potesse concludere un matrimonio degno di una dama Comyn invece di disonorarsi nel letto di una spia terrestre.
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