«Un periodo indeterminato. Questa creatura ha manifestato la sua volontà di lavare piatti “per sempre”, pur di stare con lei. Non so se si renda conto di quanto sia lungo “per sempre”… ma nel suo memoriale mostra una certa fedeltà ai suoi propositi.»
«Signor presidente, i miei guarrieri, maschi e femmine, morti in onorevole combattimento, sono miei pari, e non miei schiavi… e io mi vanto di essere il primo tra questi uguali. Non ho nulla in contrario… se la donna è d’accordo.»
Sentii il mio cuore farsi leggero. Poi Jerry, dall’altra parte della stanza, mi bisbigliò: «Aspetta, prima di farti troppe speranze. Per lei possono essere passati mille anni. Le donne dimenticano».
Il presidente diceva: «Gli schemi sono ancora intatti, è vero?»
Yahweh rispose: «E chi ha mai distrutto le copie d’archivio?»
«Rigenerare secondo necessità.»
«Sì, ma chi paga?»
«Tu. Una multa per insegnarti a prestare più attenzione alla coerenza.»
«Oy! Con tutte le profezie che ho mantenuto! E adesso mi viene a dire che non sono coerente! È giustizia, questa?»
«No. È arte. Alexander, guardami.»
Guardai l’enorme volto del signor Koshchei; i suoi occhi non mi permisero di distogliere lo sguardo. Divennero sempre più grandi, finché non precipitai in essi.
Questa settimana, io e Margrethe, con l’aiuto di nostra figlia Gerda, facciamo in casa e in negozio una vera pulizia di primavera, perché i Farnsworth — i nostri amici del Texas e i migliori amici che abbiamo — vengono a trovarci. Per me e Marga, una visita di Jerry e Kate è come Natale e Festa dell’Indipendenza messi insieme. E lo stesso vale per i ragazzi: Sybil Farnsworth ha l’età di Inga; le due ragazze sono grandi amiche.
Questa volta sarà un’occasione extra-special, perché viene anche Patricia Marymount. Anche Pat è una vecchia amica, quasi come i Farnsworth, ed è la più dolce persona del mondo: un’insegnante che non si è mai sposata, ma tutt’altro che il tipo della zitella.
I Farnsworth hanno cambiato la nostra vita. Io e Marga eravamo in Messico per la luna di miele quando il terremoto ha distrutto Mazatlán. Non siamo rimasti feriti, ma abbiamo incontrato un mucchio di difficoltà per rientrare: avevamo perso passaporti, denaro e travellers check. A metà strada del nostro viaggio di ritorno abbiamo conosciuto i Farnsworth, e, da quel momento in poi, tutto è cambiato; non abbiamo più incontrato difficoltà, anche se al mio ritorno nel Kansas l’unico bagaglio che avevo era il rasoio (un oggetto di alto valore affettivo: me l’ha regalato Marga durante la luna di miele; da quel giorno non ne ho usato altri).
Quando siamo arrivati in Kansas abbiamo trovato esattamente il negozio cercato: una tavola calda in questa piccola cittadina universitaria, Eden, a sudest di Wichita. I vecchi proprietari erano il signor A.S. Modeus e signora; intendevano cederlo. Siamo entrati come dipendenti e in meno di un mese l’abbiamo preso in gerenza. Poi mi sono indebitato con la banca fino alle orecchie, ma siamo diventati i proprietari del Marga’s Hot Fudge Sundae: bibite, hot dog, hamburger e la specialità della padrona, i sandwich danesi in bella vista.
Margrethe voleva chiamarlo “Marga e Alex”, ma io l’ho proibito: si legge male. Inoltre è lei che è a contatto con il pubblico: io sono dietro, in cucina. Margrethe sta al banco, aiutata da Astrid e da me; tutti siamo in grado di preparare qualsiasi piatto del menù, anche i sandwich danesi. Per preparare questi, però, ci atteniamo tassativamente agli ingredienti e alle fotografie di quelli di Marga: per onestà verso il nome del locale, solo lei ha il permesso di fare innovazioni.
Quanto all’ hot fudge sundae — la coppa vaniglia alla cioccolata calda che dà il nome al locale — è sempre pronta da servire; e a scopi pubblicitari ho fissato il prezzo a dieci cent tondi tondi, anche se il guadagno è solo di un cent e mezzo. I clienti che festeggiano il compleanno hanno diritto ad averne una in omaggio, con il canto di Happy Birthday! e il bacio rituale. I ragazzi del college apprezzano più il bacio di Margrethe che il gelato, e la cosa è comprensibile. Ma anche il vecchio Alec gode di una certa popolarità tra le studentesse: sono sempre loro a chiedere il bacio del compleanno.
Fin dal primo giorno, il nostro locale è andato a gonfie vele. Il posto è buono, sulla strada maestra, e la gente viene soprattutto per il tocco magico di Margrethe nel preparare i piatti… e per la sua simpatia e la sua bellezza. Noi non vendiamo calorie: vendiamo allegria.
Con me a fare i conti, il successo era assicurato, e per fortuna i prezzi degli ingredienti non sono aumentati da allora. Il signor Belial, presidente della nostra banca, dice che il paese attraverserà ancora a lungo un tranquillo periodo di prosperità. Spero che abbia ragione; intanto tengo d’occhio le spese.
Nella nostra cittadina c’è un vero rilancio edilizio, grazie ai Farnsworth e al cambio del clima. Una volta, i ricchi texani avevano una seconda casa a Colorado Springs, ma adesso che il clima da noi è diventato più mite, il Texas comincia ad apprezzare anche il Kansas. Dicono che c’è stato un cambiamento delle correnti a getto (o della corrente del Golfo? non ho mai avuto testa per la fisica e la geografia). Comunque, adesso abbiamo estati fresche e inverni miti; molti conoscenti di Jerry comprano terreni attorno a Eden e si costruiscono la casa. Il signor Ashmedai, che cura una parte degli interessi di Jerry, adesso abita qui tutto l’anno, e il dottor Adramelech, rettore dell’Eden College, lo ha fatto eleggere tra i consiglieri e gli ha dato una laurea ad honorem… come ex procacciatore di finanziamenti, ne so benissimo il motivo.
A noi i texani sono tutti simpatici, e non solo per il denaro che portano… ma non vorrei che Eden diventasse affollata come Dallas.
Del resto, il rischio non c’è. Questo è un ambiente bucolico; la nostra “industria” è il college. La chiesa della nostra comunità officia per tutte le sette: Chiesa del Divino Orgasmo, scuola di Sabba alle 9,30, funzione alle 11, poi picnic e orgia rituale.
Siamo dell’idea che i ragazzi debbano arrivare alla religione per conto loro, senza imposizioni, ma vediamo che i giovani apprezzano la nostra chiesa, grazie soprattutto al nostro pastore, il reverendo dottor M.O. Loch. Malcolm è un presbiteriano, credo; parla ancora con un certo accento scozzese. Ma non ha nulla della severità che in genere si attribuisce agli highlander. Guida le orge e dirige i rituali… nostra figlia Elise è Estasiasta novizia sotto di lui, e dice di avere la vocazione. (Sciocchezze. Ho l’impressione che si sposerà non appena licenziata dalla scuola superiore; potrei perfino dirvi chi è il giovanotto… anche se non capisco cosa ci trovi.)
Margrethe fa servizio all’altare delle orge con le altre della sua corporazione; io faccio la questua durante il Sabba e sono membro della commissione finanziaria. Non ho mai rinunciato alla mia appartenenza ai Fratelli dell’Apocalisse, ma devo ammettere che noi Fratelli ci sbagliavamo: la fine del millennio è arrivata e la Voce e la Tromba non si sono fatte sentire.
Chi è felice a casa propria non rimane sveglio la notte a pensare cosa ci sarà dopo questo mondo.
Sono un uomo di successo? I miei compagni del politecnico di Rolla direbbero che mi sono accontentato di poco: padrone — con il mutuo — di un ristorante in una città che nessuno conosce. Ma io ho tutto quel che desidero: non vorrei essere un santo in Cielo se non ci fosse con me Margrethe; non avrei paura di scendere all’inferno se pensassi di trovarla laggiù… anche se non credo all’inferno e se non ho mai avuto la possibilità di diventare un santo!
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