«E poi te ne sei andato.»
«Infatti, collega Elijah.»
Peccato, pensò Baley, che Gladia non avesse considerato quell'episodio abbastanza importante da riferirglielo, quando lui l'aveva visionata. «Ci hai messo molto a trovarmi, Daneel.»
«I robot di Solaria hanno una rete di comunicazione subeterica. Un solariano esperto può ottenere informazioni con prontezza, ma uno come me, senza alcuna esperienza in proposito, passando per milioni di macchine individuali, ci mette molto tempo a isolare un solo dato. È stato solo poco più di un'ora fa che mi è giunta l'informazione di dove ti trovavi. Ha perso ulteriore tempo a visitare il posto di lavoro del dottor Delmarre dopo che tu te n'eri andato.»
«E che cosa facevi, là?»
«Ricerche per conto mio. Mi rammarico che questo abbia dovuto essere fatto in tua assenza, ma le esigenze dell'investigazione non mi hanno lasciato scelta.»
«Hai visionato o visto Klorissa Cantoro?» chiese Baley.
«L'ho visionata, ma da un'altra parte del suo palazzo, non dalla nostra tenuta. Alla fattoria c'erano registrazioni che dovevo vedere. Di solito visionare sarebbe sufficiente, ma sarebbe stato sconsigliabile rimanere nella tenuta con quei tre robot che conoscevano la mia vera natura e che avrebbero potuto ancora imprigionarmi con facilità.»
Ormai Baley stava quasi bene. Tirò giù le gambe dal letto e si trovò dentro una specie di camicia da notte. La fissò disgustato. «Dammi i miei abiti.»
Daneel lo fece.
Mentre si vestiva, Baley chiese: «Dov'è la signora Delmarre?».
«Agli arresti domiciliari, collega Elijah.»
«Cosa? Per ordine di chi?»
«Per ordine mio. È confinata nella sua camera da letto sotto guardia robotica ed è stato neutralizzato il suo diritto di dare ordini che esulino dalle sue necessità personali.»
«Neutralizzato da te ?»
«I robot di questa tenuta ignorano la mia identità.»
Baley finì di vestirsi. «Conosco gli indizi contro Gladia» disse. «Aveva l'opportunità: molto di più, in effetti, di quanto pensassimo all'inizio. Non è corsa sulla scena del delitto per un grido del marito, come aveva detto. Era sempre stata là.»
«Dichiara di aver assistito all'omicidio e di aver visto l'assassino?»
«No. Non ricorda nulla dei momenti cruciali. A volte accade. E poi è saltato fuori che aveva un movente.»
«E qual era, collega Elijah?»
«Uno di cui ho sospettato la possibilità fin dall'inizio. Avevo detto a me stesso che se questa fosse stata la Terra e il dottor Delmarre fosse stato come l'avevano descritto e Gladia Delmarre come sembrava che fosse, avrei detto che lei era innamorata di lui, o che lo era stata, e che lui era innamorato solo di se stesso. La difficoltà era dire se i solariani provavano amore e reagivano all'amore nel senso terrestre. Il mio giudizio sulle loro emozioni e reazioni non era attendibile. Ecco perché dovevo vederne qualcuno. Non visionarli, vederli.»
«Non ti seguo, collega Elijah.»
«Non so se riuscirò a spiegartelo. Questa gente ha tutte le possibilità genetiche programmate con cura prima della nascita e l'effettiva distribuzione genetica controllata dopo.»
«Lo so.»
«Ma i geni non sono tutto. Anche l'ambiente conta, e l'ambiente può orientare verso un'effettiva psicosi dove il gene indica soltanto una potenzialità per una particolare psicosi. Hai notato l'interesse di Gladia per la Terra?»
«L'ho fatto notare, collega Elijah, considerandolo un interesse voluto, designato a influenzare le tue opinioni.,»
«Supponi che provi un vero interesse, perfino un certo fascino. Supponi che nelle folle terrestri ci sia qualcosa che la ecciti. Supponi che venga attratta, contro la sua volontà, da qualcosa che le hanno insegnato a considerare sporco. Era un'anormalità possibile. Dovevo controllare vedendo solariani e notando come lei reagiva a questo. Ecco perché dovevo allontanarmi da te ad ogni costo, Daneel. Ecco perché dovevo abbandonare il visionare come metodo d'investigazione.»
«Questo non me lo avevi spiegato, collega Elijah.»
«Sarebbe servita la spiegazione contro quello che consideravi tuo dovere sulla base della Prima Legge?»
Daneel rimase in silenzio.
«L'esperimento ha funzionato» proseguì Baley. «Ho visto o cercato di vedere parecchia gente. Un vecchio sociologo ha provato a vedermi e si è arreso a metà strada. Un robotista si è rifiutato di vedermi, perfino sottoposto a pressioni tremende. La semplice possibilità l'ha ricacciato allo stato infantile. Si succhiava il pollice e piangeva. L'assistente del dottor Delmarre era abituata professionalmente alla presenza personale e così mi ha tollerato, ma solo a sei o sette metri di distanza. D'altra parte, Gladia…»
«Sì, collega Elijah?»
«Gladia ha acconsentito a vedermi senza la più leggera esitazione. Tollerava la mia presenza con disinvoltura e ha mostrato segni di diminuzione della tensione, man mano che il tempo passava. Non le dispiaceva di vedermi; era interessata alla Terra; può darsi che abbia avuto un anormale interesse per suo marito. Tutto ciò si può spiegare con un forte e, per questo mondo, psicotico interesse per la presenza personale di rappresentanti del sesso opposto. Mentre il dottor Delmarre non era certo tipo da incoraggiare questa tendenza o da cooperarvici. Dev'essere stato molto frustrante per lei.»
Daneel assentì. «In un momento di passione la frustrazione è una spinta sufficiente per un omicidio.»
«Malgrado tutto, io non la penso così, Daneel.»
«Sei forse influenzato da motivi estranei, collega Elijah? La signora Delmarre è una donna attraente e tu sei un terrestre per il quale una preferenza per la presenza personale di una donna attraente non è un fatto psicotico.»
«Ho motivi migliori» rispose Baley a disagio. (La fredda occhiata di Daneel era troppo penetrante e spaccava un'anima in quattro. Giosafatte! Quella cosa era soltanto una macchina.) Disse: «Se fosse stata l'assassina di suo marito, avrebbe anche dovuto compiere il tentato omicidio di Gruer». Ebbe quasi l'impulso di spiegare il modo con cui quel delitto poteva essere stato manipolato mediante robot, ma si trattenne. Non era sicuro di come Daneel avrebbe reagito alla teoria che faceva dei robot degli assassini inconsapevoli.
«È anche il tuo tentato omicidio» precisò Daneel.
Baley fremette. Non aveva voluto dire a Daneel della freccia avvelenata per non rafforzare nell'altro il fin troppo forte sentimento protettivo verso di lui.
«Te l'ha detto Klorissa?» chiese con rabbia. Avrebbe dovuto dirle di tenersi la cosa per sé, ma come faceva a sapere che poi sarebbe pipmbato là Daneel a fare domande?
«La signora Cantoro non ha nulla a che fare con la faccenda» precisò Daneel. «Ho assistito al tentato omicidio.»
Baley era profondamente confuso. «Ma non c'eri da nessuna parte.»
«Ti ho raccolto io stesso e ti ho portato qui non più di un'ora fa» rispose Daneel.
«Ma di che cosa stai parlando?»
«Non ti ricordi, collega Elijah? È stato quasi un delitto perfetto. Non è stata la signora Delmarre a suggerirti di andare all'aperto? A questo non ho assistito, ma sono sicuro che è stata lei.»
«L'ha suggerito lei, sì.»
«Può anche averti indotto a lasciare la casa.»
Baley pensò al suo “ritratto” rinchiuso tra mura grigie. Che fosse stata abile psicologia? Poteva un solariano avere tanta comprensione intuitiva della psicologia di un terrestre?
«No» disse.
«Non è stata lei» proseguì il robot «a suggerire di scendere fino al laghetto ornamentale e di accomodarsi sul sedile?»
«Be', sì.»
«Non ti è passato per la mente che ti tenesse d'occhio e avesse notato la tua nausea?»
«Mi ha chiesto una volta o due se volevo tornare indietro.»
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