Kallen arrossi ancora di più. — Io non ho mai detto questo — bisbigliò.
— Lo so. Ma è la verità. Comunque è stato allora che gli è capitato il suo incidente. La ruota di un trasporto si è spezzata, passando davanti a lui, e la scheggia d’un raggio gli ha trafitto la gola. Questo gli è costato le corde vocali e l’ha tolto dalla circolazione per quasi un anno. E, naturalmente, sono andate in fumo tutte le sue speranze di partecipare alle prove. Pareva proprio la fine, soltanto che Kallen è nato in un paese di confine tra due fusi orari diversi. Ha scoperto che la sua nascita era stata registrata due volte, nei due diversi fusi. Stando a uno dei due fusi, era di un’ora più giovane. Ancora abbastanza giovane per tentare di nuovo, in questa prova. Così, ha fatto di nuovo domanda, ed eccolo qua.
«Ma questa volta prima dell’inizio delle prove era molto curioso di conoscere i risultati della gara precedente. Ricordava le persone che vi avevano partecipato, ed era certo, sulla base delle proprie esperienze, di chi dovevano essere stati i vincitori. Ha controllato e, infatti, aveva ragione. Fra i primi venticinque c’erano sette persone che ricordava. E nei test fuori del pianeta tre di queste erano finite tra i primi dieci. Avevano fatto i turni preliminari insieme a Kallen ed erano diventati molto amici.
Peron ed Elissa ascoltavano ma cominciavano ad essere un po’ perplessi. Non pareva proprio che la storia di Kallen potesse riservare qualche sorpresa.
Ma Lum colse l’occhiata che si erano scambiati. — Aspettate ancora un po’ prima di cominciare a sbadigliare — disse. — Fra meno di un minuto troverete qualcosa che vi terrà svegli. È successo a me.
«Kallen ha cercato di mettersi in contatto con loro, ma nessuno di questi aveva fatto ritorno alle sue regioni d’origine. Stando alle loro famiglie, avevano tutti incarichi importanti per conto del governo, e tutti mandavano messaggi e fotografie a casa. Kallen ha visto i video, ed erano proprio le stesse tre persone che ricordava. E i messaggi rispondevano ai messaggi delle loro famiglie, perciò non poteva trattarsi di vecchi video immagazzinati e utilizzati più tardi. Ma in quattro anni non erano mai tornati a casa di persona. Erano rimasti fuori del pianeta. Erano là fuori, da qualche parte sui Cinquanta Mondi.
Kallen sollevò la mano. — Non supporlo — bisbigliò. — Io non lo suppongo.
— Proprio così. Limitiamoci a dire che potrebbero essere da qualche parte nel sistema di Cass. Oppure potrebbero essere anche più lontani. Comunque, a questo punto Kallen è diventato un autentico ficcanaso. È andato a controllare il Planetfest precedente, quello svoltosi prima che lui stesso fosse coinvolto. Con più d’un miliardo d’individui su Pentecoste le probabilità di conoscere un finalista di persona sono piuttosto scarse. Ma conoscete il vecchio detto, noi siamo soltanto a tre persone di distanza da chiunque. Voi conoscete sempre qualcuno che conosce qualcun altro che conosce la persona alla quale volete arrivare. Kallen ha cominciato a cercare, è ostinato, l’ho scoperto alla maniera dura nella settima prova quando eravamo entrambi smarriti nel labirinto. E alla fine ha trovato qualcuno che era stato eliminato durante le prove preliminari del Planetfest precedente, ma che era amico del vincitore. E quel vincitore non era mai tornato a casa dall’epoca delle prove fuori del pianeta.
Lum fece una pausa e fissò Peron, il quale stava annuendo con vigore. — Non mi sembri molto sorpreso. Mi stai forse dicendo che sapevi tutto questo?
— No. Ma ho avuto un’esperienza simile. Ho cercato di raggiungere un vincitore di un Test precedente appartenente alla nostra regione, e ho soltanto fatto inutili anticamere. Mi hanno detto che doveva trovarsi fuori del pianeta, e che non era possibile incontrarla, ma che sarebbe stata felice di rispondere alle domande scritte. E alla fine l’ha fatto, e insieme mi ha mandato anche un video. Kallen, stai forse suggerendo che nessuno dei vincitori delle prove fuori del pianeta torna a Pentecoste? Non mi sembra molto sensato. Perché dovrebbero voler restare lontani?
Kallen scrollò le spalle.
— Non riusciamo a immaginare nessun motivo — disse Lum. — Ma lasciate che vi racconti il resto. Quando Kallen ha fatto le prove preliminari del suo primo Planetfest, c’era un contendente chiamato Sorrel. Non era mai arrivato primo in nessuna prova, ma era sempre abbastanza alto in classifica da superare la linea di demarcazione per il turno successivo. Era un pacioccone, molto benvoluto, e pareva andare molto d’accordo con le guardie, ma non ha mai ricevuto nessuna pubblicità dai media del governo. Tre altre cose: non sembrava mai aver bisogno di dormire molto; aveva la tendenza a conoscere frammenti d’informazioni che altri non avevano, perché un suo cugino era stato finalista in un precedente ’Fest. Ed era completamente calvo. Questo vi fa pensare a qualcuno che conosciamo?
— Wilmer — esclamarono Elissa e Peron all’unìsono.
— Ma non può essere — proseguì Elissa. — Non avrebbe potuto competere due volte. Non gli sarebbe stato permesso, a meno che non fosse anche lui un capriccio del caso, come Kallen… oh, non guardarmi così , sai cosa intendo dire, dovrebbe essere nato proprio nel momento giusto, esattamente dove i due fusi orari s’incontrano.
— Non ha concorso… due volte — disse Kallen con voce sommessa.
— Sorrel e Wilmer non si assomigliano affatto — aggiunse Lum. — Kallen è assolutamente certo che sono due persone del tutto diverse. Wilmer non ha partecipato due volte.
— O anche a una sola? — fece Peron, soprappensiero. — Abbiamo viaggiato insieme dopo la Prova Polare. E non sono riuscito a tirargli fuori una sola parola sul modo in cui ha affrontato la traversata del ghiacciaio e dei crepacci. Si è limitato a rispondermi con poche sillabe. In quel momento ho pensato che fosse troppo fresco per riuscire a farmi credere che avesse passato quattordici ore in condizioni di massima tensione.
— Sono d’accordo — dichiarò Lum. — Dopo che ho sentito quello che Kallen aveva da dire, ho avuto l’identica sensazione. Wilmer non è un vero contendente, è un infiltrato. Credo che non abbia preso parte a nessuna delle prove, nessuno l’ha visto durante le prove, ma soltanto prima e dopo. La domanda adesso è: perché inserire un osservatore esterno in mezzo ai contendenti? È uno completamente calvo, se è per questo, cosa questa che lo rende facile da ricordare.
— Mio padre me l’aveva detto prima che m’iscrivessi — disse Peron. — C’è di più nel Planetfest di quanto il governo voglia dire. Lui odia il governo di Pentecoste e non voleva che partecipassi a queste prove. Dice che durante gli ultimi centocinquant’anni siamo vissuti nell’immobilità, senza nessun vero progresso, sin da quando è cominciato il Planetfest. Ma io non gli ho dato molto ascolto. Lui vive per la politica clandestina, ed è da quando ho dieci anni che mi aspetto che lo arrestino da un momento all’altro. Adesso tu sembri d’accordo con lui, nel Test ci sono cose di cui non ci hanno mai parlato.
— Ma questo non risponde alla domanda di Lum — intervenne Elissa. Stava tracciando dei disegni con le gocce d’acqua sulla superficie del tavolo, ma di tanto in tanto i suoi occhi eseguivano una rapida ricognizione della stanza per vedere se non c’era qualcuno che li stesse osservando.
— Non ancora — ammise Peron. — Ma dammi un minuto, e lasciate che vi descriva come la vedrebbe mio padre. Wilmer, per cominciare. Supponiamo che sia un infiltrato del governo. Allora ci sta osservando per una ragione ben precisa. Mio padre direbbe che non c’è nessun motivo per la sua presenza se non ha effetto sui risultati delle prove del Planetfest. Perciò questo suggerisce che i risultati vengono manipolati, in modo che siano le persone giuste a vincere. Ma non riesco a crederci. Troppe persone sono coinvolte nelle valutazioni e nei giudizi. Perciò deve trattarsi di qualcosa di più sottile. Qualcuno vuol sapere come si comportano i vincitori quando devono affrontare certe situazioni. E questo è compatibile con l’altra osservazione di Kallen: qualcosa che non c’è stato ancora detto accade ai vincitori del Planetfest. Forse non a tutti, ma almeno a qualcuno.
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