Matrigna. Sorellastra. Ex-moglie. Ex-marito. Nuova moglie. Permutazioni: la panoplia delle interazioni umane, dei diversi modi di formare una famiglia. Ormai quasi nessuno si sposava con grandi cerimonie, ma Lloyd aveva insistito. La legge di quasi tutti gli stati e provincie del Nord America sosteneva che se due adulti vivevano insieme per un tempo sufficiente, erano sposati, e se smettevano di vivere insieme, non lo erano più. Chiaro e semplice, senza tante storie… e senza nessuno dei dispiaceri che i genitori di Lloyd avevano patito, senza le scenate e le sofferenze a cui lui e Dolly avevano assistito, a occhi sgranati, impietriti da quello spettacolo, mentre il mondo crollava loro addosso.
Invece Lloyd aveva voluto la cerimonia; ne aveva fatto a meno fin troppo, per la sua paura di creare un’altra famiglia destinata a spezzarsi… tra l’altro, Lloyd aveva notato che l’ultima edizione del Merriam-Webster bollava il termine famiglia come ‘arcaico’. Lloyd era assolutamente determinato a non farsi più condizionare dal passato. E così lui e Doreen avevano fatto le cose in grande: una festa magnifica, a detta di tutti, una notte da ricordare, piena di danze, e di canti, e di risate e d’amore.
Doreen era già in menopausa quando loro due si erano messi insieme. Naturalmente adesso esistevano procedimenti e tecniche particolari, e se lei avesse voluto un figlio avrebbe ancora potuto averne uno. Lloyd ne sarebbe stato ben felice; era già padre, ma non le avrebbe certo negato la possibilità di diventare madre. Ma Doreen aveva rifiutato. Era già soddisfatta della sua vita prima di incontrare Lloyd, e da quando stavano insieme la sua soddisfazione era aumentata… ma non smaniava per avere un figlio, non cercava l’immortalità.
Adesso che Lloyd era andato in pensione, i due trascorrevano un bel po’ di tempo insieme nel loro cottage nel Vermont. Naturalmente entrambe le loro visioni li avevano mostrati lì, in quel giorno. Avevano sistemato ridendo la stanza da letto, facendola sembrare il più possibile uguale a come l’avevano vista la prima volta, collocando con precisione il piccolo comodino in pannello truciolare e lo specchio da parete in pino nodoso.
E adesso Lloyd e Doreen erano sdraiati sul loro letto, uno accanto all’altra; lei indossava addirittura una camicia Tilley color blu marina. Attraverso la finestra si vedevano gli alberi adorni di colori sgargianti. I due avevano le dita intrecciate. La radio era accesa, e trasmetteva il conto alla rovescia per l’arrivo dei neutrini.
Lloyd sorrise a Doreen. Erano sposati da cinque anni. Lloyd immaginava, essendo figlio di genitori divorziati, e adesso divorziato lui stesso, che non fosse il caso di concepire pensieri ingenui, quanto alla possibilità di restare per sempre con Doreen, ma continuava a provare quella sensazione. Lloyd e Michiko erano stati una bella coppia, ma Lloyd e Doreen erano una coppia perfetta. Doreen era già stata sposata una volta, ma il suo matrimonio era finito vent’anni prima. Era convinta che non si sarebbe mai più risposata e aveva continuato a vivere da sola.
Poi aveva incontrato Lloyd, lui un premio Nobel per la fisica, lei una pittrice, due mondi completamente diversi… più diversi, sotto molti aspetti, del Giappone di Michiko rispetto al Nord America di Lloyd, eppure i due avevano legato alla perfezione, e l’amore era sbocciato, e adesso lui divideva la sua vita in due fasi, prima e dopo Doreen.
La voce alla radio continuò a snocciolare il conto alla rovescia. «Dieci secondi. Nove. Otto.»
Lui la guardò e sorrise, e lei gli restituì il sorriso.
«Sei. Cinque. Quattro.»
Lloyd si domandò che cosa avrebbe visto nel futuro, ma su una cosa non aveva nessun dubbio, neppure il più piccolo dubbio.
«Due! Uno!»
Qualsiasi cosa riservasse il futuro, lui e Doreen sarebbero stati sempre insieme.
Zero !
Lloyd vide un breve, immobile fotogramma di lui e Doreen, molto vecchi, più vecchi di quanto lui avesse mai immaginato di diventare, e…
Di certo non erano morti. Di certo lui non avrebbe visto niente, se la sua consapevolezza fosse venuta meno.
Il suo corpo poteva essersi deteriorato, ma… una breve occhiata, il lampo di un’immagine…
Un nuovo corpo, tutto argento e oro, liscio e rilucente…
Un corpo androide? L’aspetto di un robot per la sua consapevolezza di uomo?
O un corpo virtuale, niente di più — o di meno — che una rappresentazione di ciò che lui era all’interno di un computer?
La prospettiva di Lloyd si spostò.
Adesso guardava verso la Terra, da un’altezza di centinaia di chilometri. Nuvole bianche turbinavano sotto di lui, e la luce del sole si rifletteva sugli oceani enormi…
A parte che…
A parte che, in quell’unico breve momento nel quale ebbe quella percezione, lui pensò che forse non si trattava di oceani, ma piuttosto del continente nordamericano, la cui superficie era ricoperta da una ragnatela di metallo e macchinari, mentre l’intero pianeta era letteralmente diventato il World Wide Web.
Poi la sua prospettiva cambiò di nuovo, ma ancora una volta lui vide la Terra, o ciò che lui pensò potesse essere stata la Terra. Sì, sì, lo era certamente, perché c’era la Luna che sorgeva oltre il suo margine. Ma l’oceano Pacifico era più piccolo, ricopriva solo un terzo della faccia che lui vedeva, e la costa occidentale del Nord America era cambiata radicalmente.
Il tempo scorreva via veloce; i continenti avevano avuto millenni per spostarsi e assumere nuove forme.
E lui continuava ad andare avanti.
Vide la Luna allontanarsi muovendosi a spirale, sempre più dalla Terra, e poi…
Gli sembrò istantaneo, ma forse aveva richiesto migliaia di anni…
La Luna che si sbriciolava, riducendosi in pulviscolo.
Un altro balzo…
Poi la Terra stessa che si riduceva, si contraeva, diventava più piccola, un ciottolo, poi…
Di nuovo il sole, ma…
Incredibile…
Il sole era adesso incassato per metà in una sfera metallica, che catturava ogni fotone di energia che vi cadeva addosso. La Luna e la Terra non erano andate in frantumi… erano state smantellate. Erano diventate materia prima.
Lloyd proseguì il suo viaggio in avanti. Vide…
Sì, era inevitabile; sì, aveva letto qualcosa innumerevoli anni prima, ma non pensava che sarebbe vissuto abbastanza per vederlo.
La Via Lattea, quella girandola di stelle che il genere umano chiamava casa, in collisione con Andromeda, il suo vicino più grande, le due girandole che si intersecavano, il gas interstellare che prendeva fuoco.
E il suo viaggio continuò, avanti nel tempo.
Non fu affatto come la prima volta… ma in fondo che cosa lo è mai, nella vita?
La prima volta in cui si erano verificate le visioni, il passaggio dal presente al futuro era sembrato istantaneo. Ma se fosse durato anche un centomillesimo di secondo, chi se ne sarebbe accorto? E se quel centomillesimo di secondo fosse diventato 0,000005 secondi ogni anno di salto in avanti, di nuovo, chi se ne sarebbe accorto? Ma 0,000005 secondi per 8 miliardi di anni sommavano qualcosa più di un’ora… un’ora trascorsa a schizzare via, a scivolare lungo i panorami del tempo, senza mai afferrare, senza mai concretizzare, senza mai padroneggiare del tutto la consapevolezza vera e propria del momento, eppure sentendo, percependo, vedendo ogni cosa che gli si rivelava, osservando l’universo che cresceva e mutava, sperimentando l’evoluzione dell’umanità passo dopo passo, dall’infanzia…
… a ciò che era destinata a diventare, qualsiasi cosa fosse.
Naturalmente Lloyd non viaggiava affatto. Si trovava ancora nel New England, e non aveva più controllo su ciò che vedeva, o su ciò che il suo corpo surrogato faceva, di quanto ne avesse avuto nel corso della sua prima visione. I mutamenti di prospettiva erano certamente dovuti al riposizionamento di ciò che diventava con il trascorrere dei millenni. Doveva esserci stata una sorta di persistenza del ricordo, analoga alla persistenza della visione che rendeva possibile guardare un film. Certamente toccava ognuno di quei momenti per una frazione infinitesimale di secondo, con la sua coscienza che cercava di capire se quello strato del cubo era occupato, e quando scopriva che lo era, qualcosa come il principio di esclusione — Theo lo aveva informato per posta elettronica di Rusch e dei suoi presunti vaneggiamenti — le impediva di insediarsi lì, e subito ripartiva per il futuro, in avanti, sempre più avanti.
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