Lane piegò verso est, evitando le grandi arterie. Appena ne avvistava una, svoltava ostinatamente o l’attraversava in fretta per ricacciarsi nelle strade di campagna, meno frequentate. Per tre volte attraversò zone dove non c’erano canti d’uccelli né ronzii d’insetti, e passò accanto ai resti ancora fumanti di una cascina, divorata dal fuoco senza che nessuno tentasse di salvare qualcosa. A sinistra, su un prato, vide un cavallo morto.
Nel tardo pomeriggio apparvero in cielo squadre di aerei. Un lontano ronzio, e Lane avvistò un elicottero librato in aria. Poco dopo la macchina superò un dosso e Lane vide una nuvola di fumo sul nastro stradale tutto nero di auto.
— Stanno bloccando il traffico — osservò Lane — probabilmente da Harrisburg. Le macchine andavano verso la grande strada a quattro corsie, li hanno fermati perché non morissero per strada. Però se un’orda di Gizmo gli cala sopra, così ammassati…
Cercò un’altra strada, vi entrò e poco dopo attraversò la rotabile bloccata e deserta e proseguì in una traversa polverosa dall’altra parte. Filava tra Harrisburg e York, in Pennsylvania. Intorno a Lancaster le strade erano praticamente deserte: forse la polizia aveva agito prontamente, forse c’erano meno sbocchi da controllare.
Puntò a nord della “quattro corsie”, prendendo una traversa meno frequentata, poi piegò a est. Non era consigliabile passare per Filadelfia o arrivare nel New Jersey da sud. Nei pressi di Reading s’imbatterono in colonne compatte di macchine che si allontanavano da Filadelfia.
— Credo — disse Lane — tenendo conto di quel che han detto i giornali e di quello che non hanno detto, che le mie profezie a Jim Holden l’abbiano convinto che non parlavo a vanvera.
— Holden? — disse Burke.
— Quel mio amico del laboratorio — spiegò Lane. — Siamo andati spesso a caccia insieme. È il direttore dei Laboratori Diebert, dove siamo diretti.
— Jim Holden? — domandò ansiosa la Warren. — Il dottor Jim Holden? Quello che si è occupato di trapianto di tessuti viventi? Santo cielo, Dick, ma voi lo conoscete?
— Credo che sia lui. Perché?
— Ma perché non me l’avete detto? — domandò la Warren. — Abbiamo perso tempo. Se riesco a parlargli per mezz’ora… Holden conosce i miei lavori, metterà di sicuro laboratori e uomini a mia disposizione. E finalmente in pochi giorni avremo una relazione completa e documentata sui Gizmo, e tutto sarà finito.
Lane si voltò a guardarla. Era sinceramente stupito. La Warren era stata attaccata dai Gizmo, quanto lui. Aveva visto tutte quelle cose orribili come lui. Adesso Lane si accorgeva di colpo che l’idea che lei aveva dei Gizmo come biologa era del tutto diversa dalla sua. Probabilmente ne sapeva molto più di lui sul loro metabolismo e certo aveva idee più chiare delle sue sulle forme di movimento che reggevano quei sistemi dinamici gassosi. Un sistema senza dubbio complesso molto più di un anello di fumo, che variava di forma in risposta agli stimoli esterni. Quando la Warren pensava ai Gizmo, li pensava così. Lane invece era un cacciatore e un pescatore e pensava soprattutto a quel che facevano quegli esseri. E mentre la studiosa non vedeva l’ora di completare l’esame dei Gizmo, Lane si domandava quale sarebbe stata la loro prossima mossa.
E gli sembrava una cosa ovvia.
Dal fatto che all’inizio i decessi tra gli animali erano stati pochi ed erano diventati sempre più numerosi in seguito, Lane s’era fatta una sua opinione. I fenomeni realmente preoccupanti imputabili ai Gizmo s’erano verificati la settimana precedente. Ancora tre giorni prima, soltanto chi aveva a che fare con la selvaggina o l’allevamento del bestiame, si era trovato alle prese con i Gizmo; adesso invece c’erano la censura sui giornali, le restrizioni nella circolazione, le fughe frenetiche dalle città, insomma tutti i sintomi di una guerra.
Forse tra poche ore i Gizmo avrebbero attaccato città e uomini.
Il ragionamento era semplicissimo. Degli esseri viventi con cibo in abbondanza e nessun nemico, si moltiplicavano con progressione geometrica. Sei mesi fa, nelle foreste americane c’era forse appena un centinaio di Gizmo; ma cinque mesi fa diecimila; poi un milione; e tre mesi prima forse un centinaio di milioni. E a due mesi di distanza, forse diecimila milioni. Le regioni non abitate non potevano più contenerli. Non c’era abbastanza da vivere per tutti. Dovevano uscire. Gli animali domestici avrebbero soddisfatto la loro fame solo fino a un certo punto, perché era molto probabile che appena si fossero nutriti, subito si sarebbero moltiplicati… E tutti gli animali dei pascoli, li avrebbero saziati per breve tempo. Non mesi, né settimane: giorni. E due… tre giorni, erano già passati.
— Sto pensando — disse Lane, prudente — che forse è meglio cercare di arrivare prima che ci sia impossibile muoverci. Non si potrà telefonare dalla campagna in città per non diffondere il panico, ma da una città all’altra si potrà bene! Voglio tentare.
Fermò davanti a un negozio, tutto chiuso, con finestre e porte sbarrate. All’ingresso un cane ringhiò; e al primo piano si socchiuse una finestra. Fece capolino la canna di un fucile, mentre il cane urlava rabbiosamente.
— Il negozio è chiuso — disse una voce con l’accento della Pennsylvania. — Non c’è più niente. Andatevene o sparo!
— Dieci dollari per telefonare — disse Lane. — Tenetemi pure il fucile puntato addosso mentre parlo. Non voglio comperare, voglio soltanto usare il telefono.
Una breve discussione, e infine l’uomo si lasciò persuadere. L’aspetto dei tre lo convinse: la Warren non sembrava davvero tipo da andare in giro con individui pericolosi.
Lane fece la sua chiamata. Il negoziante lo lasciò solo, tenendo il fucile pronto, ma non puntato. Finalmente Lane ottenne la comunicazione attraverso tre città e poté parlare con il suo amico Jim Holden, tra continui disturbi, è vero, che tuttavia non gli impedirono di avvertire un vivo senso di sollievo nella voce dell’amico, non appena questi riconobbe Lane.
Le profezie di Lane s’erano verificate. Tutti i fabbricanti di prodotti farmaceutici erano stati tenuti informati degli avvenimenti e potevano anche fare domande, e Holden ne aveva risolte, in base a quanto Lane gli aveva detto.
La predizione di Lane che alcuni degli uomini addetti ai bulldozer nel Minnesota sarebbero morti, s’era verificata in pieno. E anche quella che chi fumava sigari o sigarette sarebbe stato immune, purché fumasse. Tutto era andato esattamente come aveva previsto Lane. La cosa era talmente assurda che il direttore dei laboratori aspettava ansiosamente altre notizie da Lane.
Lane parlò, con fermezza. Holden ascoltava impaziente, disposto a fare qualsiasi cosa l’amico gli avesse suggerito. Il collegamento era sempre più difettoso, si sentivano sibili continui, come se i Gizmo fossero in linea, ma Lane riuscì lo stesso a parlare, ad assicurare che era in viaggio verso di loro. Quando tornò alla macchina, una donna parlava con la Warren dalla finestra al primo piano, e mentre si metteva di nuovo al volante, la donna disse, soddisfatta:
— Sì, aglio. Mia nonna diceva sempre che l’aglio protegge dagli spiriti. Proverò. Grazie!
Lane mise in moto, e intanto la Warren si scusava: — Non so se sia molto scientifico, ma funziona. E se quella lo dice ai suoi conoscenti, saranno tante vite salvate.
— Holden mi ha detto che ci sono stati casi di bestie morte vicino al suo stabilimento — riferì Lane. — Cercherà di catturare un Gizmo, e intanto fa fumare tutti. Se ci riesce, siamo a posto. Ma dobbiamo arrivare fin là. L’ho avvertito che se ne prende uno gli arriverà addosso uno stormo di Gizmo… E anche a noi — gridò, guardando in su.
Si lanciò a tutta velocità lungo la strada, inseguito da una nuvola di polvere. Era prossimo il tramonto, il momento cioè in cui i Gizmo si provvedono di cibo. Oggi la loro orrenda fame era più forte di ieri, e lo sarebbe stata di più stanotte, e domani…
Читать дальше