— Non lo so. — Distolse lo sguardo da lui e riprese a guardare dalla finestra. — Sai dov’è Roger?
— Roger? Non saprei.
— Lui e Olivia hanno dovuto portare in spalla Steve, dal momento che tu eri occupato a comandare. Sono rimasti indietro. E quando sono arrivati per dormire, hanno trovato libero soltanto lo sgabuzzino.
— Perché non sono venuti a dirmelo?
— Non volevano disturbarti. Quando hai chiamato Davey, Spooks è rimasto ai piedi della scala. Non ha osato salire, e Davey non ha osato fartelo notare. Ecco cosa intendevo quando ho detto che i ragazzi ti temono.
John non rispose. Uscì dalla stanza. — Rodge! — chiamò. — Vieni su, vecchio mio. E anche Olivia e i ragazzi, naturalmente.
— Sei magnanimo, adesso — disse la voce di Ann alle sue spalle. — Ma non credo che servirà a qualcosa.
Lui rientrò nella stanza e prese Ann per le braccia. — Domani sera sarà tutto finito. Metterò ogni cosa nelle mani di David, e mi dedicherò soltanto a coltivare patate e barbabietole. Mi vedrai trasformarmi in uno stupido vecchio sbadigliante e sporco di terra… Va bene così?
— Se potessi crederti…
— Te lo giuro — disse, e la baciò.
Roger entrò con Steve e Spooks alle calcagna. — Olivia arriva subito, Johnny.
— Che diavolo ti è venuto in mente di ficcarti nello sgabuzzino? C’è un sacco di spazio in questa casa. Possiamo riunire i due letti e far dormire i ragazzi. A noi rimane un morbido pavimento. Ci sono parecchi tappeti nuovi nelle stanze… I nostri ospiti dovevano essere benestanti. Nell’armadio, poi, ho visto che ci sono delle coperte.
Mentre parlava, John si accorse che il suo tono era eccessivamente accalorato, innaturale, con la cordialità del superiore che vuole mettere a loro agio i dipendenti. Ma da tempo i rapporti tra lui e Roger erano cambiati, e nessuno di loro due poteva far niente per riportare la loro relazione sul vecchio piano di amicizia.
— Sei stato gentile, Johnny — disse Roger. — Lo sgabuzzino era bello, ma puzzava di scarafaggi. Ragazzi, preparatevi per andare a lavarvi.
Dal vano della finestra Ann disse: — Ecco che se ne vanno.
— Chi? — domandò John.
— Pirrie e Jane. Vanno a fare una passeggiata prima di cena, immagino.
Olivia era entrata nella stanza mentre Ann stava parlando. Aprì bocca per dire qualcosa, poi vide John e rimase zitta.
— Pirrie il dongiovanni — disse Roger. — Mica malaccio, per la sua età.
Ann si girò verso Olivia. — Sei tu che hai in custodia i coltelli — disse. — Vedi di darne a Jane uno molto affilato, quando rientra per cena. E dille di non avere fretta di restituirlo.
— No! — Il grido gli era sfuggito involontariamente, e subito John moderò la voce. — Abbiamo ancora bisogno di Pirrie. E la ragazza è contenta così. Ed è contenta di essere ancora al mondo.
— Adesso possiamo farcela da soli — disse Ann. — Domani sera tutto tornerà alla normalità. Vuoi Pirrie perché lo consideri indispensabile alla nostra salvezza, o perché hai cominciato ad apprezzarlo per quello che è?
— Te l’ho già detto — disse John in tono stanco — non voglio correre rischi. Forse domani sera non avremo più bisogno di Pirrie, ma non posso dire che mi sorrida l’idea di istigare la ragazza a tagliargli la gola.
— Potrebbe farlo di sua spontanea volontà — disse Roger.
— In questo caso — domandò Ann — cosa faresti, John? La condanneresti per alto tradimento?
— No. L’abbandonerei.
— Penso che avresti davvero il coraggio di farlo.
Olivia fece sentire la sua voce, per la prima volta da quando era entrata: — Pirrie ha ucciso Millicent.
— E non l’abbiamo abbandonato, vuoi dire? — John riprese a parlare in tono esasperato. — Non capite che le buone maniere e la giustizia non funzionano finché non ci sono mura per respingere la barbarie? Pirrie ci è più utile di quanto non lo siano tutti gli altri. Jane è un peso inutile, come i Blennitt. Potrà restare con noi finché riuscirà a badare a dove mette i piedi, non oltre.
— È un vero capo — disse Ann. — Notate il senso di dedizione, e soprattutto la certezza irremovibile che ciò che dice è giusto, perché lo dice lui.
— Hai qualche argomento da opporre?
— No. Non un argomento che tu riusciresti ad apprezzare.
— Rodge! — esclamò John appellandosi all’amico. — Tu capisci cosa voglio dire?
— Sì, ti capisco — disse Roger. Poi soggiunse, quasi in tono di scusa: — Ma capisco anche quello che dice Ann. Non ti faccio un rimprovero, Johnny. Ti sei assunto l’incarico di guidarci, e non puoi pensare ad altro. E Pirrie si è rivelato l’unico sul quale puoi contare.
John fu sul punto di replicare, ma vide le loro tre facce, e ricordò come erano sempre stati uniti. In passato… tanto tempo prima, quando si trovavano insieme nelle gite al mare, o attorno a un tavolo di bridge… Improvvisamente ricordò chi era lui, e chi erano loro: Ann, sua moglie, e Roger e Olivia, i suoi migliori amici.
Ebbe un attimo di esitazione. — Sì, credo di capirlo anch’io — disse. — Sentite, di Pirrie non m’importa un accidente.
— Io penso il contrario — fece Roger. — A te interessa superare gli ostacoli, e anche a lui. Non è solo questione di utilità pratica. Ripeto, non intendo criticarti. Io non avrei saputo essere all’altezza della situazione, perché non avrei avuto il fegato. Ma se ne fossi stato capace, avrei provato per Pirrie esattamente quello che provi tu.
Ci fu una breve pausa prima che John rispondesse. — Prima arriveremo alla valle, meglio sarà. Dev’essere bello ritornare normali.
Olivia lo guardò. I suoi occhi timidi lo scrutavano dalla tonda faccia bonaria. — Sei sicuro di volerlo, Johnny?
— Sicurissimo. Ma se avessimo un altro mese di fronte a noi, anziché un solo giorno, non lo sarei più tanto.
— Abbiamo fatto delle cose orribili — disse Ann. — Chi più, chi meno, forse, ma ne abbiamo fatte… se non altro per avere accettato le offerte di Pirrie. Mi domando se riusciremo mai a dimenticare.
— Il peggio è passato — disse John. — Non avremo altre difficoltà da superare.
Mary e Davey entrarono in camera correndo. Ridevano rumorosamente.
— Calma, voi due — disse John.
Non gli sembrava di aver parlato in modo diverso dal suo solito. In passato una simile ammonizione avrebbe avuto pochissimo effetto. Ora i ragazzi ammutolirono di colpo e rimasero a fissarlo. Anche Ann, Roger e Olivia lo guardarono.
John si chinò verso Davey. — Domani sera dovremmo essere dallo zio David. Sei contento?
— Sì, papà.
Il tono era di entusiasmo, ma velato di eccessivo rispetto.
Nelle prime ore del mattino John fu svegliato da uno sparo, e mentre balzava a sedere, ne sentì un secondo, da lontano. Allungò la mano verso la pistola e chiamò Roger.
— Cosa c’è? — domandò Ann.
— Niente, con tutta probabilità. Forse qualche vagabondo che sperava di rubare indisturbato. Tu e Olivia restate in questa stanza e badate ai ragazzi. Io scendo a vedere.
La sentinella avrebbe dovuto essere di pattuglia attorno alla casa, ma John trovò Joe Harris, la sentinella di turno, intenta a guardare da una finestra del pianterreno. Era un uomo magro dalla pelle scura, con una folta barba irsuta. I suoi occhi brillavano al raggio della luna che penetrava dalla finestra.
— Che succede? — domandò John.
— Li ho visti mentre mi trovavo all’esterno — disse Harris. — Venivano dalla strada di Sedbergh. Ho pensato che fosse meglio non disturbarli nel caso volessero proseguire il cammino senza fermarsi, così sono rientrato in casa e li ho tenuti d’occhio dalla finestra.
— Bene, e poi?
— Si sono diretti verso la casa. Quando ne sono stato certo, ho sparato un colpo a quello che stava davanti a tutti.
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