John Christopher - Morte dell'erba

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Morte dell'erba: краткое содержание, описание и аннотация

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Il romanzo tratta dell’imbarbarimento della società in seguito al diffondersi del virus Chung-Li, il quale colpisce e distrugge irrimediabilmente tutti i tipi di quella che sinteticamente e definita “erba”, in dettaglio tutte le piante erbacee appartenenti alla famiglia delle
, tra cui il comune foraggio erbaceo da graminacee, il mais, il miglio, il sorgo, la segale, l’orzo, il riso ed il grano, causando così la lotta globale per l’accaparramento delle scorte alimentari. Il protagonista del romanzo combatte per raggiungere la valle del fratello che rappresenta la salvezza, dove contro l’ottimismo delle autorità mondiali e la distruzione folle delle risorse, si sono isolate e difese le rimanenti piante alimentari, non appartenenti alla famiglia in argomento.
Il romanzo esce per la prima volta in Italia nel 1958 nella collana
(n° 43) con il titolo
(traduttore Sergio Uglioni). Il presente traduzione di Mario Galli era pubblicato nel 1967 nel collana
(n° 476).

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— Non vedo che impedimento ci sia — disse Pirrie. — Lei non è sposata, e io sono vedovo.

John si accorse che la ragazza stava fissando Pirrie a occhi spalancati. Ma era impossibile capire cosa stesse pensando.

— Signor Pirrie — disse Ann — questa notte ha ucciso sua moglie. Non le sembra un impedimento sufficiente?

I ragazzi guardavano la scena stupefatti. Mary girò la testa. Era stupido, pensò John, immaginare che quello fosse un mondo in cui si potesse conservare una qualsiasi forma di innocenza.

— No — disse Pirrie — non mi sembra che sia un impedimento.

— Ha anche ucciso il padre di Jane — intervenne Roger.

— Una triste necessità. Sono sicuro che Jane si è ormai rassegnata.

— Consiglio di lasciare le cose come stanno, Pirrie — disse John. — Jane adesso conosce le sue intenzioni. Ci rifletterà un giorno o due.

— No! — Pirrie stese una mano. — Vieni, Jane.

Jane rimase ferma, sempre con gli occhi fissi su di lui.

— La lasci in pace — disse Olivia. — Non la tocchi. Ha già combinato abbastanza, senza aggiungere anche questo.

Pirrie non le fece caso. — Vieni, Jane — ripeté. — Io non sono giovane né bello. Ma posso badare a te. È più di quello che molti giovani potrebbero fare in queste circostanze.

— Badare a lei o ucciderla? — chiese Ann.

— Millicent mi è stata infedele troppe volte, e stava tentando di farlo di nuovo. È la sola ragione per cui è morta.

Ann lo guardò incredula. — Parla come se le donne fossero delle bestie al guinzaglio!

— Mi spiace che la pensi così — disse Pirrie. — Jane! Vieni con me.

Rimasero in silenzio a guardare Jane che lentamente andava verso Pirrie. L’uomo le strinse le mani nelle sue. — Penso che noi due andremo d’accordo — disse.

— No, Jane… non farlo! — esclamò Olivia.

— Ora — disse Pirrie — è meglio muoverci.

— Roger, John — disse ancora Olivia — non potete permetterlo!

Roger e John si guardarono.

— Credo che la cosa non ci riguardi — disse John alla fine.

— E se si fosse trattato di Mary? — domandò Olivia. — Jane ha gli stessi nostri diritti.

— Stiamo perdendo tempo, Olivia. Oggi viviamo in un mondo diverso. La ragazza è andata da Pirrie di sua spontanea volontà. Non c’è nient’altro da dire. Andiamo.

Ann si mise a fianco del marito che camminava lungo i binari. Di fronte a loro la valle si restringeva rapidamente; a nord, la strada faceva una svolta nella loro direzione.

— C’è qualcosa di mostruoso in Pirrie — disse Ann. — È cinico e brutale. Mi sembra uno sbaglio lasciare una ragazza così giovane nelle sue mani.

— È andata da lui spontaneamente.

— Perché aveva paura. Quell’uomo è un assassino.

— Lo siamo tutti.

— Non nello stesso modo. Tu non hai fatto nessun tentativo per impedire una cosa del genere. Tu e Roger avreste potuto fermarlo. Non si trattava più di una sua questione privata con Millicent. Ed eravate entrambi a pochi passi da lui.

— E lui aveva il fucile in sicura. Avremmo potuto sparargli tranquillamente.

— Allora, perché… ?

— Se ci fossero state dieci Jane, e lui le avesse volute tutte, gliele avrei lasciate prendere. Pirrie ci è più utile di quanto non lo sarebbero dieci ragazze.

— E se si fosse trattato di Mary… come ha detto Olivia?

— Pirrie mi avrebbe sparato prima di entrare in argomento. Anche questa notte avrebbe potuto farlo, con estrema facilità. Può darsi che io sia il capo, ma restiamo uniti per mutuo consenso. Non ha importanza che questo consenso sia ispirato dalla paura o meno: finché resiste, è valido. Pirrie e io non abbiamo intenzione di spaventarci l’un l’altro. Ognuno di noi sa quanto l’altro gli sia necessario. Togliere di mezzo uno di noi, potrebbe significare non raggiungere la valle.

— E quando saremo arrivati, avrai la forza di importi su Pirrie? — domandò Ann.

— Aspettiamo di essere arrivati. Nel frattempo… — sorrise, e Ann se ne accorse.

— Cosa?

— Non penso che Jane sia il tipo di ragazza che rimane impaurita a lungo. Si scuoterà alla svelta. Dopodiché, non mi fiderei a farle fare dei turni di guardia notturni. Pirrie ha detto di volerla “sposare”. È un uomo molto sicuro di sé, ma si è già sbagliato con una moglie.

— Anche se lei non avesse voluto, cos’altro avrebbe potuto fare? Non sarà bello, ma è forte.

— Ci penserete tu e Olivia, vero? Siete voi che tenete i coltelli.

Lei lo fissò cercando di capire se avesse parlato seriamente.

— Ma non prima di arrivare alla valle — soggiunse John. — In ogni caso, fino a quel momento lei dovrà andarci d’accordo.

Mentre si arrampicavano verso Mossdale Head, il cielo si oscurò completamente e cominciò a piovere. Più in alto la pioggia aumentò, e quando raggiunsero la vetta videro che dall’altra parte il cielo era nero di nuvole temporalesche. Negli zaini avevano quattro impermeabili di plastica, e John li fece indossare alle donne. I ragazzi avrebbero dovuto abituarsi ad avere gli abiti bagnati. Per quanto la temperatura fosse inferiore a quella dei giorni precedenti, la giornata era però abbastanza calda.

La pioggia continuò ad aumentare di intensità, e in capo a mezz’ora uomini e ragazzi erano completamente inzuppati. John aveva attraversato altre volte i Pennines, ma sempre in macchina. Il passo gli aveva sempre dato un senso di isolamento, l’impressione di trovarsi in una zona abbandonata, nonostante la strada e la linea ferroviaria che correvano una accanto all’altra.

Ora quella sensazione era ingigantita. C’erano poche cose, tristi quanto i binari su cui non sarebbero più passati i treni. Il paesaggio, che visto da una macchina in corsa sembrava monotono, per gente a piedi, che arrancava sotto gli scrosci della pioggia, diventava di una tristezza esasperante. I pendii erano più spogli che mai. L’erica cresceva ancora, ma tutta l’altra erba era scomparsa. Gli speroni di roccia spuntavano dal terreno nudi come i denti di un teschio.

Durante la mattinata incontrarono piccoli gruppi che andavano nella direzione opposta. Ancora una volta si guardarono con sospetto e cercarono di evitarsi. Videro tre persone che avevano legato tutto ciò che possedevano sul dorso di un somarello. John e gli altri guardarono stupiti la bestia. Probabilmente l’avevano tenuta in vita con foraggio secco, dopo che tutto l’altro bestiame era stato ucciso. Una volta lontano dalla stalla avrebbe finito col morire.

— Una variante alla vecchia tecnica dei cani da slitta — disse Roger. — Li si sfrutta il più possibile, e poi li si mangia.

— Una grossa tentazione per qualsiasi altro gruppo che incontreranno, non credi? Sono sicuro che non andranno molto lontano — disse John.

— Potremmo prenderlo noi — suggerì Pirrie.

— No. Non ne varrebbe la pena, in ogni caso. Abbiamo cibo a sufficienza, e dovremmo arrivare a Blind Gill domani. Sarebbe un peso inutile.

Poco dopo Steve cominciò a zoppicare. Un rapido esame rivelò che aveva una ferita al calcagno.

— Steve! — disse Olivia — perché non hai detto che ti eri fatto male?

Il ragazzo guardò le facce degli adulti che lo stavano osservando, e cominciò a piangere.

— Non c’è niente da piangere, ometto — disse Roger. — Una ferita al calcagno è una seccatura, ma non è la fine del mondo.

Non erano i normali singhiozzi di un ragazzo. Ci si sentiva un’esperienza più sviluppata di quella di un bambino. Balbettò qualcosa, e Roger si piegò verso Steve per afferrare le parole. — Che hai, Steve?

— Se non posso camminare, voi mi abbandonerete.

Roger e Olivia si guardarono.

— Nessuno pensa di abbandonarti — disse Roger. — Come diavolo ti è venuta in mente un’idea del genere?

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