La seconda tappa fu da Woolsworth , dove comprò molte buste da poco prezzo, del tipo comune in uso in tutto il paese. Acquistò anche la carta per via aerea e francobolli per l’interno. Poi mise il tutto nella borsa. Guardò l’ora: vedendo che era quasi mezzogiorno andò in uno dei suoi locali preferiti, a Crymchurch. Joe’s era un locale piccolo e un po’ triste, ma serviva un whisky caldo come piaceva a lui. Seduto in un angolo in penombra, con davanti la bevanda aromatica e dolce, Lucas tirò fuori dalla borsa un foglio di carta e si mise a scrivere la lettera.
Cominciò con le parole: A tutti quelli a cui può interessare. Le parole erano molto banali, ma Hutchman le trovava adattissime allo scopo. Prima di finire la lettera prese altri due whisky, poi la rilesse.
Questa è la lettera più importante che abbiate mai letto.
Il suo contenuto è importantissimo per la sicurezza del vostro paese e per l’avvenire dell’intera razza umana.
Quando l’avrete letta, sarete personalmente responsabile delle misure che si dovranno prendere.
I documenti che accompagnano questa lettera sono:
a) La dimostrazione matematica che è possibile costruire un risonatore a neutroni basato su un laser cestron. La radiazione sarà ad autodiffusione e avrà come effetto la stimolazione artificiale del flusso di neutroni in tutte le concentrazioni di materiale fissile prossimo alla massa critica. In altre parole, l’attivazione dell’apparecchio causerà praticamente la detonazione istantanea di tutte le bombe atomiche esistenti!
b) Lo schema di fabbricazione del risonatore a neutroni, costruibile in pochi giorni.
Vi prego di leggere con attenzione il seguente paragrafo:
QUESTA MACCHINA ESISTE GIÀ. SARÀ ATTIVATA A MEZZOGIORNO, ORA DI GREENWICH, DEL 10 NOVEMBRE 1978. QUINDI PRENDETE, SENZA TARDARE, LE MISURE INDISPENSABILI!
Vista con l’occhio critico di Hutchman, la lettera gli faceva venire in mente una delle tante ingiunzioni che riceveva frequentemente dal club del libro, però era convinto che sarebbe servita allo scopo. Le pagine, fitte di simboli matematici, avrebbero parlato in suo favore a ogni membro della famiglia mondiale dei matematici in grado di lavorare a quel progetto, che, a sua volta, avrebbe influenzato altri, che da parte loro… Quella lettera, lo capì subito, era già una forma di risonatore a neutroni, destinato a produrre una reazione a catena a livello umano.
Trovare il nascondiglio per la macchina era stata un’impresa più semplice e più rapida del previsto, e gli aveva dato l’impressione che tutto si mettesse in moto con facilità soprannaturale. Hutchman, d’impulso, andò al telefono sul retro del locale, chiamò la Westfield e Muriel. La segretaria parlava con voce soffocata, evidentemente perché aveva la bocca piena di wafer al cioccolato che mangiava invariabilmente a mezzogiorno, in compagnia delle altre segretarie che si riunivano nel suo ufficio per discutere di cantanti pop.
«Mi spiace interrompere le vostre riunioni culturali» disse Lucas. «Ma desidero avvertire che non tornerò in ufficio, oggi pomeriggio. Sbrigate pure tutto voi, se non vi spiace.»
«E dove devo dire che vi trovate?» La voce, adesso, era più chiara, ma irritata.
«Dite che sono andato al mare.» Gli venne in mente la spiaggia rossiccia di Hastings, e rimpianse di avere accennato a quello. «No, è meglio che diciate come stanno le cose. Devo fare alcune ricerche alla biblioteca Morrison.»
«Ricerche alla biblioteca Morrison» ripeté meccanicamente Muriel, mostrando apertamente la sua incredulità. A quell’ora, s’era già sparsa la notizia, opportunamente riveduta e corretta, della lite fra Hutchman e Spain. Muriel, sebbene non potesse soffrire Spain, l’avrebbe considerato un altro esempio di quanto era peggiorato il signor Hutchman. Forse era meglio, pensò Lucas, essere più attenti con lei.
«Va bene» disse. «Ci vediamo domattina.»
Muriel riappese senza parlare. Lui ritornò alla macchina e, nel grigiore pomeridiano, si diresse verso l’ Istituto Jeavons. L’edificio di pietra fumigava sotto la pioggia, e nessuno si accorse che Lucas aveva parcheggiato nel recinto interno. Impiegò venti minuti a smontare la macchina nelle parti principali e a trasferire i singoli pezzi, con le relative protezioni, a bordo dell’auto. Alla fine le braccia e le spalle, sebbene irrobustite dall’esercizio continuo del tiro all’arco, gli facevano male. Passò dall’ingresso, senza incontrare anima viva, e si diresse a sud, verso Hastings,
Per arrivare ci vollero più di novanta minuti, e ce ne mise altri dieci per individuare la casa che aveva affittato, al 31 di Channing Way. Era una villetta abbastanza ben tenuta due stanze sopra e due sotto , in una fila di casette tutte uguali. Il mare era visibile in fondo alla via in salita. Hutchman si sentì stranamente importante infilando la chiave nella serratura e aprendo la porta della villetta sconosciuta, che da poco era diventata sua. Entrò nel piccolo ingresso e diede un’occhiata alle stanze del piano terreno. C’erano pochi mobili, appena sufficienti per essere in regola con le norme d’affitto delle case. La villetta era fredda, senza vita. Preso da una strana eccitazione sessuale, Lucas salì le scale e scoprì che la camera da letto sul retro era completamente vuota, salvo un’unica seggiola incurvata color verde mela. La finestra dava su un muro nudo, che sembrava far rimbalzare i suoi pensieri come se fossero delle pallottole.
Forse morirò proprio in questa stanza! Quell’idea lo fece sentire depresso, dopo l’euforia che gli aveva ispirato l’atmosfera di mistero e di segreto di poco prima. Scese le scale di corsa e cominciò a trasportare all’interno i pezzi della macchina. Le casse gli sembravano ancora più pesanti di prima, ma la distanza era breve e, in dieci minuti, tutte le parti della macchina erano riunite sul pavimento della camera da letto. Subito gli venne l’idea di montarla, ma poi decise di tornare a Crymchurch. A questo punto bisognava far conoscere in tutto il mondo, e con assoluta priorità su ogni altra cosa, l’esistenza della macchina.
«David sta dormendo, e io esco per un paio d’ore» disse Vicky dalla porta dello studio. Indossava un abito di tweed color ruggine che Lucas non le aveva mai visto: la faccia, sotto il trucco ben fatto, era dura. Hutchman fu preso da una tristezza profonda nel capire che, nonostante tutto, sperava ancora che lei si fosse placata, dopo il colpo che gli aveva già inferto.
«Dove vai?»
«Andrei a trovare mia madre.»
«Andresti a trovare tua madre» rise, sarcastico. «Va bene, Vicky, ho capito.»
«A meno che tu non voglia uscire» continuò lei, ignorando le sue parole. «Allora resto a casa io, a badare a David.»
Hutchman diede un’occhiata ai fogli di carta bianca già sistemati nella copiatrice. «No, non esco.»
«Benissimo.» Gli lanciò uno sguardo inquisitore, e lui capì che si domandava come aveva fatto a sopportare così bene il colpo. Secondo le buone consuetudini, avrebbe dovuto inginocchiarsi davanti a lei, piangere e supplicarla. E l’avrebbe anche fatto, se lei non avesse commesso l’errore di voler strafare. Un adulterio o una dozzina, un megaton o un centinaio… Hutchman non difendeva più la sua vita, perché era già morto.
«Ci vediamo più tardi» disse Vicky.
Lui annuì. «Salutami tua madre.»
Lucas si sentì sollevato al risveglio, trovandosi immerso in quella luce particolare, color miele, che, secondo lui, il sole diffondeva soltanto nelle mattine dei week-end. Di quell’effetto speciale, Hutchman dava una spiegazione oggettiva: erano i cinquanta milioni di inglesi, consapevoli che era sabato, a influenzare il tempo con la forza del pensiero. E gli stessi cinquanta milioni creavano un mantello telepatico di piacere visto che la settimana lavorativa era finita. Hutchman, comunque, era contento di non dover andare in ufficio perché doveva spedire le lettere destinate ai paesi più remoti del mondo. Aveva deciso di suddividerle in gruppi e di imbucarle in cassette diverse, sparse in una zona percorribile nel giro di una giornata. L’area era limitata alla parte sud orientale del paese. Indubbiamente avrebbe fatto meglio a recarsi direttamente in Scozia, ma la zona scelta comprendeva quasi metà della popolazione. D’altra parte, una persona residente nel nord avrebbe scelto di proposito la zona di sud est, per sviare le indagini.
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