Posò il ricevitore e si allungò, tutto vestito, sul letto dello chalet. Quel mattino aveva detto a sua moglie la verità pura e semplice sul motivo della sua corsa a Manchester, sapendo che la mente di lei evitava ogni dato tecnico. Le aveva perfino chiesto di accompagnarlo. Lei aveva risposto che lui sapeva perfettamente che non lasciava mai a casa da scuola David, neppure per un giorno, e il tono implicava che, se non l’avesse saputo, non le avrebbe chiesto di andare con lui. Un punto per Vicky. Maledetta macchina , pensò Lucas. Mi costa davvero troppo. Chi credo di essere, comunque? Erano passati sedici giorni da quando la bomba era esplosa a Damasco, e fino a quel momento nessuno si era preso la responsabilità dell’accaduto o, per dirla in altro modo, era stato in grado di esercitare sulla struttura della moralità politica una violenza sufficiente a rendere l’azione accettabile, o per lo meno, di giustificarla come un espediente. La situazione del Medio Oriente risultava paradossalmente più stabile di quello che era stata da due anni a quella parte, ossia dopo il ritiro improvviso della Siria dalla Lega Araba: spesso Hutchman si trovava a pensare che la sua macchina non avrebbe riportato in vita nessun ragazzino indomabile di sette anni. E quel pensiero gli appariva degno di essere preso in considerazione.
Arrivò a Crymchurch in mattinata: la casa era deserta e chiusa. C’erano le bottiglie del latte all’ingresso e la posta era sparpagliata sul pavimento. Capì al volo che Vicky e David se n’erano andati il giorno prima. Dominando un sentimento di autocommiserazione, staccò il telefono per chiamare i genitori di lei, poi cambiò idea. Vicky, evidentemente, era corsa dai suoi e, come la notte in cui era uscita sul prato, il modo migliore per riportarla a casa era di lasciare la porta aperta e di aspettare.
Ci vollero tre giorni prima che Vicky ritornasse, in un mattino piovoso di sabato, con l’aria contrita e leggermente imbarazzata, accompagnata dai genitori. Suo padre, Alderman James Morris, un uomo dai capelli bianchi e il naso color fragola, intrattenne a lungo e molto seriamente Hutchman sul costo dell’elettricità e sull’andamento incerto della borsa delle valute. Non accennò mai al matrimonio della figlia, non alluse mai a qualcosa che non andasse, ma la serietà del tono implicava un messaggio che andava oltre gli argomenti trattati. Hutchman rispose con lo stesso tono. Quando i genitori di Vicky se ne andarono, Hutchman chiamò la moglie in camera da letto. Lei sorrise tra le lacrime appoggiando le mani sulle cosce. Sembrava una ragazzina che vuol essere perdonata, dopo una scappata. Il gesto fece risaltare le spalle abbronzate, nella camicia beige.
«E David?» chiese lui.
«Era ancora a letto, quando sono partita. Oggi papà lo porta al planetario, dopo, tornerà qui.»
«Capisco.» Hutchman avvertiva, nell’aria, un richiamo sessuale. Erano tre settimane che non facevano più l’amore.
«Per lui è stata una vacanza, Lucas.»
«E per te?»
«Io…» Corse da lui, a bocca aperta, avida, e, nelle ore che seguirono, si dimostrò piena di tenerezza. Finché ogni sensazione di pena sparì dal corpo di lui. Hutchman era sdraiato sul letto ascoltando il rumore della pioggia contro i vetri e intanto si chiedeva, con un po’ di rimorso, come avrebbe reagito Vicky, scoprendo che questa volta le cose sarebbero andate in un altro modo. Finora, nel grafico accidentato dei loro rapporti, a una scena di riconciliazione seguiva sempre un periodo idilliaco di armonia: però non c’era ancora la Macchina.
«Si tratta di un progetto segreto che riguarda certe proprietà della radiazione a micro-onde.» La spiegazione lasciò Vicky perplessa, come lui aveva previsto. E più la ripeteva, più lei si confondeva. Vicky era costretta ad accettare la realtà del progetto ma, non immaginando la verità incredibile della faccenda, era ridotta esclusivamente a fare congetture sul ruolo di Hutchman. Però c’erano altre persone che, nonostante tutti i suoi forzi, si erano accorte dei cambiamenti in atto. Hutchman era rimasto indietro nel lavoro, fatto che appariva sempre più evidente nel corso delle riunioni settimanali riguardo l’andamento del Jack-and-Jill. Muriel Burnley sbrigava le mansioni di segretaria con diffidenza chiarissima, dimostrando il suo risentimento in cento modi, tutti irritanti. Don Spain appariva eccitato e insieme esultante davanti alla certezza che Hutchman fosse impegolato fino al collo in un affare pericoloso.
Hutchman lavorava accanitamente al progetto, a volte senza capire fino a che punto ne fosse coinvolto, passando tutto il tempo disponibile all’ Istituto Jeavons , e cercando, nello stesso tempo, di non sciupare il più piccolo miglioramento sopravvenuto nelle sue relazioni con Vicky. Alla fine del mese disponeva di un nuovo laser, e contemporaneamente, aveva raggiunto un’altra pietra miliare.
«Cosa significa?» Vicky gli lanciò la lettera sul tavolo.
Hutchman, prima ancora di afferrarla, riconobbe l’intestazione nitida, uniforme, della sua banca. «La lettera era indirizzata a me» disse piano, cercando di guadagnare tempo per riflettere.
«E chi se ne frega? Cosa significa?»
Lucas diede un’occhiata al contenuto della lettera, estremamente chiaro e professionale, in cui lo informavano che il suo conto era allo scoperto di quasi quattrocento sterline e che, avendo chiuso il libretto dei risparmi, la banca lo pregava di fare subito un versamento o, in caso contrario, di passare a discutere la faccenda con il direttore.
«Significa esattamente quello che dice» commentò. «Dobbiamo una certa somma alla banca.»
«Ma com’è possibile che siamo fuori di una cifra così alta?» La faccia di Vicky s’era sbiancata agli angoli della bocca.
«È quello che vorrei sapere anch’io.» Era stato un errore, si rese conto Hutchman, lasciare uno scoperto così forte, ed uno sbaglio ancora più grave far sì che gli mandassero una lettera di quel genere.
«Ma perché non hanno trasferito un po’ di liquidi dal libretto di risparmi, come fanno sempre?» Vicky acciuffò la lettera per rileggerla. «Ah, già! Hai liquidato il libretto! E dov’è il denaro?»
Hutchman cercò di restare calmo. «Ho dovuto usarlo per il progetto.»
«Come!» Lei scoppiò in una risata nervosa, e intanto guardò David che, pieno di curiosità, aveva alzato gli occhi dal piatto. «Ma tu scherzi, Lucas. Avevo più di duemila sterline, su quel conto.»
Hutchman registrò l’uso del verbo al singolare. Vicky faceva parte del consiglio di amministrazione in un’impresa del padre. Finora aveva depositato le sue entrate nel conto risparmi e, di solito, volutamente, parlava dei nostri risparmi, tranne quando era sdegnata.
«Ma non sto scherzando» disse Hutchman. «Ne avevo bisogno per comperare l’attrezzatura.»
«Non ti credo. Che tipo di attrezzatura? Fammi vedere le ricevute.»
«Vedrò di rintracciarle.» Aveva comperato tutto servendosi di nome e indirizzo falsi, poi le aveva bruciate, le ricevute. Ma fare il maestro di ballo dei neutroni richiede una disciplina strana. «Non ho molte speranze.» In crisi, guardò Vicky: la sua faccia era piena di lacrime.
«Lo so perché non puoi farmi vedere le ricevute» diceva lei. «So perfettamente che tipo di apparecchiatura ti sei comperato.»
Ci risiamo! , pensò Hutchman, spaventato. Interpretate nel contesto di tutti gli anni passati con Vicky, quelle parole lo accusavano apertamente di aver fatto fuori il denaro con una o più donne, e addirittura di avere comperato un appartamento per i suoi incontri amorosi. Sapevano tutti e due cosa voleva dire lei, però, e questa era la tecnica favorita di Vicky, se lui negava l’accusa, significava che, implicitamente, l’ammetteva.
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