Bob Shaw - Uomo al piano zero

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Uomo al piano zero: краткое содержание, описание и аннотация

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Immaginate di aver costruito un apparecchio (sul tipo di una radio-trasmittente) capace di emettere impulsi capaci a loro volta di innescare la ben nota reazione a catena in tutte le ogive nucleari attualmente esistenti in tutte le basi atomiche del mondo. Per costruire un apparecchio del genere dovreste indubbiamente aver risolto dei problemi scientifici d’una certa difficoltà... Ma se ci pensate un momento vi renderete conto che quelle difficoltà erano niente di fronte al problema che vi aspetta adesso (e che aspetta il protagonista di questo romanzo): quando e in che modo vi proponete di utilizzarlo, il vostro benefico apparecchio?

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Si piantò davanti a Vicky. «Senti, non penserai davvero che sia stato con un’altra donna.»

Lei alzò la testa, con gli occhi stupiti nel viso disperato. «Non sono stata io a parlare di un’altra donna, Lucas. Perché l’hai fatto?»

«Perché stavi per farlo tu.»

«Non farmi dire quello che vuoi.» Vicky era arrivata alla fine della rivista, ma ritornò da capo e ricominciò a sfogliarla, esattamente come prima.

«Non ne avevo l’intenzione.»

«Lo sapevo. Come si chiama, Lucas? Maudie Werner?»

«Ma per l’amor di Dio, chi è questa Maudie Werner?»

«La nuova sgualdrina dell’ufficio calcoli.»

Hutchman ammiccò, incredulo. «Sentimi bene! Io, alla Westfield , lavoro, e non conosco questa tizia. Come fai a conoscerla tu?»

«Sei davvero indietro, Lucas. O fingi di esserlo. Ho parlato con la signora Dunwoody, la settimana scorsa, e mi ha detto che tutti ne parlavano, quando è arrivata Maudie Werner.»

Hutchman si voltò senza dire una parola e andò in cucina. Nello sforzo di dominarsi, non riusciva quasi a camminare. Prese dal frigo un pezzo di pollo freddo, dell’insalata russa e li mise in un piatto.

Ci siamo , pensò. È quasi una telepatia. La mente di Spain e quella di Vicky funzionano allo stesso livello subterreno. Salò il pollo, prese una forchetta da un cassetto e tornò in soggiorno.

«Senti Vicky, ma credi proprio che io sia una specie di maniaco sessuale? Uomini e donne, quando escono da una stanza, si buttano uno addosso all’altro come tanti conigli?»

«Ma di cosa parli?»

«Dell’impressione che a volte provo quando sento parlare te, e un altro paio di persone.»

«E tu» disse Vicky, sarcastica «mi accusi di essere pazza!»

Quando sua moglie finalmente andò a letto; Hutchman rimase a lungo nel buio, ascoltando gli aliti invisibili della notte che giravano per la casa. Frammenti della giornata si affacciavano alla sua mente, si riunivano, si dissolvevano, si ricomponevano in immagini nuove cariche di minaccia. Poi il sonno lo colse all’improvviso, portando con sé nuovi incubi.

4

Il mese di ottobre, dedicato interamente alla costruzione della macchina, fu, per Hutchman, un periodo difficile. Una via segnata da pietre miliari bifronti che gli indicavano, con una faccia, la distanza sempre minore verso la realizzazione del progetto e, con l’altra, l’abisso sempre più profondo che lo divideva da Vicky.

Una delle prime pietre miliari fu rappresentata dal giorno in cui acquistò il cristallo praseodimio e una quantità sufficiente di isotopo verde che gli consentivano di produrre, entro un periodo di tempo ragionevole, i cinquanta milligrammi di cestron. Quel giorno, era passato direttamente dal lavoro alla mensa del Jeavons per mangiare due panini alla svelta, evitando di attaccare discorso con gli altri, anche se aveva l’impressione di conoscere la donna bruna seduta a qualche tavolo dal suo. Quella sera lavorò più del solito, per mettere a punto il sistema di raccolta del gas, e, tornato a casa, si trovò chiuso fuori.

Ma è impossibile! Hutchman scosse la testa, incredulo, ma la chiave girava a vuoto nella serratura della porta d’ingresso, e anche l’entrata secondaria era bloccata. Smise di provare, e intanto guardava la sua ombra, sul viottolo illuminato dalla luna, mentre una parte della sua mente si abbandonava a pensieri futili, chiedendosi perché l’ombra della sua testa proiettata dalla luna sembrava più piccola della stessa ombra prodotta da un fanale. La casa era buia, silenziosa, estranea. A un tratto gli venne in mente che colpo sarebbe stato se lui, Lucas Hutchman, fosse stato costretto rimanere fuori per tutta la notte. Ed era forse ancora più impressionante scoprire che l’infantilismo di un adulto può avere la meglio sulla ragionevolezza di un altro. Provò, senza risultato, a tutte le finestre e alla fine tornò a quella della camera da letto dove cominciò a picchiare ai vetri. Via via che i minuti passavano senza che ottenesse risposta, cominciò a perdere il controllo e a battere coi pugni, sempre più forte, sperando di rompere il vetro.

«Vicky!» chiamava sottovoce. «Vicky! Vicky!»

La serratura, alla porta d’ingresso, scattò. Corse, pensando quasi con spavento, che cosa poteva fare a Vicky con quei suoi pugni, ma si trovò davanti David che lo guardava con l’aria di un fantasma.

«Mi dispiace, ma sono rimasto chiuso fuori.» Hutchman prese per un braccio il ragazzino in pigiama e lo portò in casa, chiudendo la porta col piede. Lo rimise a letto, poi andò nella camera dove Vicky, assolutamente immobile, fingeva di dormire. All’idea di potere allungare il corpo infreddolito e affaticato accanto al suo, anziché restarsene fuori nella vecchia Inghilterra dei maghi e dei briganti, la rabbia di Lucas finì all’istante. Si svestì in fretta, s’infilò tra le lenzuola e tentò di abbracciare la moglie. Lei, di scatto, saltò giù dal letto e corse a rifugiarsi in fondo alla camera, dove il suo corpo nudo era illuminato dalla luna.

«Non toccarmi.» La voce era spezzata, come di ghiaccio.

Lui si alzò a sedere nel letto. «Vicky, ma che cosa ti prende?»

«Non toccarmi, ti dico. Vado a dormire nell’altra stanza.»

«Ma perché fai così?» Hutchman parlava con tranquillità, sapendo perfettamente cosa c’era in gioco in quel momento. «Tu non andrai a dormire nell’altra stanza» disse, con fermezza.

«Non voglio dormire in quel letto. Per lo meno, non adesso.»

Non adesso, perché forse è contaminato da una brutta malattia , interpretò Hutchman. Riuscì ad evitare il tranello, mantenendo il silenzio. Però scese dal letto e andò verso di lei. Vicky uscì, scomparendo alla vista ma lui capì subito che aveva girato a destra, dirigendosi verso la porta d’ingresso. La seguì nel corridoio e, in quel momento, la porta si aprì e una ventata di aria notturna lo avvolse. Vicky era fuori, ritta in mezzo al prato.

«Non toccarmi» gridò. «Preferisco restare qui tutta la notte.»

«Oh, santo cielo!» disse forte Hutchman, senza rivolgersi a nessuno in particolare. «E adesso cosa faccio?»

Lei correva svelta e non era facile raggiungerla, col rischio di attirare l’attenzione dei vicini. Lucas tornò dentro, lasciando la porta aperta e, a passi lenti, si diresse verso la camera degli ospiti. Qualche minuto dopo, sentì chiudersi la porta d’ingresso e, per un secondo, sperò intensamente che Vicky, tutta gelata, venisse da lui a cercare un po’ di calore. Ma lei andò nell’altra stanza, lasciandolo solo con la sua amarezza.

Tentare un discorso sarebbe stato certamente un disastro, sia che Vicky prestasse fede alle sue parole, o meno. In qualunque altro modo, però, lei avrebbe parlato ai genitori, agli amici, ai vicini, ai colleghi di Lucas, e questo sarebbe stato pericoloso: la gente avrebbe ricordato quello che lei avrebbe detto. La sua mente era tesa alla meta, ormai vicina, di portare a termine la macchina, e già si stavano delineando le prime linee di un piano. Ancora molto vago, un elemento era già chiaro: il pericolo tremendo che la macchina rappresentava per sé, per sua moglie e anche per David. Sarebbe stata costruita di nascosto, ma prima che potesse essere impiegata, era necessario infrangere il segreto, deliberatamente, sistematicamente, in un processo che Hutchman era in grado di avviare ma che, difficilmente, sarebbe riuscito a controllare.

In compenso, Vicky, che lui non sapeva dominare, andava tenuta all’oscuro di tutto, anche quando incrinature via via più profonde s’insinuavano nella struttura del loro matrimonio, concentrandosi nei punti critici. Per esempio intorno alla seconda pietra miliare.

Una centrifuga a gas, in condizioni perfette e a un prezzo raggiungibile, era disponibile a Manchester. Hutchman andò a ritirarla con la macchina, proponendosi di tornare a Crymchurch in serata, ma purtroppo le Midlands erano immerse in una coltre di nebbia. Era appena arrivato a Derby quando, sentito di un grave incidente accaduto nei pressi di Belper, si decise a cercare un motel. Era mezzanotte quando, finalmente, chiamò Vicky per avvertirla che quella sera non sarebbe rientrato. Il telefono suonò piano, come se il nebbione attutisse i congegni elettronici e meccanici, ma dall’altra parte nessuno rispose. Hutchman non rimase molto sorpreso. Vicky, con ogni probabilità, aveva immaginato chi telefonava e perché: e adesso, non rispondendo, lo metteva in posizione di svantaggio.

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