I due tenenti rimasero in silenzio durante l’intera sparata. Verso la fine, Ramirez cominciò a mostrare un certo imbarazzato disagio, mentre Todd, persa ormai la puerile sicurezza “di sé, stringeva inconsapevolmente le mani facendo crocchiare le giunture delle dita. Dopo una lunga pausa, Winters riprese, in tono fermo ma ormai parzialmente privo dell’esasperazione iniziale:
«Ieri abbiamo assegnato dei compiti specifici, tenente, che andavano presentati oggi. Riguardi il programma 4,2, e accerti, in particolare, se vi siano stati errori nell’interfaccia col controllo-test e se questi errori siano emersi nel corso della prova modulare o integrativa. Forse nella procedura parziale del contaricezioni di controllo c’era qualche intoppo, che il nuovo dispositivo di sgancio non ha saputo eliminare. In quanto al rapporto di questo pomeriggio, veda di portarmi un elenco di possibili cause di mancato funzionamento che possano spiegare i dati telemetrici — cause che non siano ordini inviati da una potenza straniera. E veda anche di elencarmi ciò che intende fare per analizzare le dette cause in vista di ridurne il numero».
Ramirez si alzò per congedarsi. «Date le circostanze, comandante, ritengo che la mia presenza qui sia un tantino… hem… fuori luogo. Ora, visto che ho già dato istruzioni a un paio dei miei uomini e avviato indagini — urgentissime, naturalmente — per accertare se vi sia, o vi sia stata di recente in zona, qualche attività militare o civile russa, direi che, dopo questo colloquio, sarà il caso che sospenda ogni…»
«Non necessariamente,» lo interruppe il capitano Winters «perché, a questo punto, la cosa più difficile, per lei, sarebbe appunto il dare spiegazioni.» Poi, guardando ambedue i giovani ufficiali ridotti alla tremarella, continuò: «E, per quanto giudichi che abbiate agito entrambi con troppa fretta e al di fuori del regolamento, non intendo mostrarmi vendicativo col farvi rapporto. Lei, tenente Ramirez, continuerà pertanto a raccogliere informazioni, che possono sempre dare il loro frutto. Solamente, veda di non eccedere. In quanto alla responsabilità, me l’assumo io».
Ramirez si avviò alla porta. Manifestamente grato di essersela cavata così, disse con sincerità: «Grazie, comandante. Per un minuto ho pensato di esser lì per farmela addosso. Lei mi ha dato una lezione preziosa».
Winters ricambiò il saluto militare e fece segno a Todd, che apparentemente si accingeva a congedarsi a sua volta, di tornare a sedere. Poi andò a piantarsi davanti al Renoir e, mentre sembrava studiarlo, disse, senza voltarsi: «Tenente Todd, ha detto forse qualcosa di un missile a quella giornalista, la signorina Dawson, o è stata lei a tirare in ballo un missile durante la conversazione?».
«Signornò, non si è parlato di niente del genere» rispose deciso Todd. «Anzi, è stata lei a tenersi sul vago quando io le ho chiesto di che cosa, precisamente, avesse sentito parlare.»
«Allora, o dispone di informazioni interne, o ha una gran fortuna» rispose in tono assente il capitano, quasi parlando a se stesso. Si avvicinò ancor più al quadro e immaginò di udire il piano suonato dalla minore delle due ragazze. Una sonata di Mozart, quel giorno… Ma non era il momento giusto per restare in ascolto. Questo giovanotto ha bisogno di una bella lezione , pensò nel voltarsi.
«Lei fuma, tenente?» chiese, offrendo una sigaretta a Todd e infilandosene una in bocca. Il giovane ufficiale fece di no con la testa. «Io, invece, sì,» continuò, accendendosi la Pall Mall «anche se ci sono mille ragioni per cui non dovrei. Ma non lo faccio quasi mai in vicinanza di persone che non fumano. Per delicatezza.»
Andò a guardare dalla finestra esalando lentamente il fumo dalla bocca. Todd sembrava sconcertato. «Però, in questo momento, non è strano?, lo sto facendo, e proprio per delicatezza» continuò. «Per delicatezza nei suoi confronti, tenente Todd. Perché, vede,» e qui si girò con fare teatrale «dopo una fumata sono più calmo. E posso perciò dominare meglio la mia collera.»
E, venendo a piantarsi in faccia a Todd: «Perché, mio caro giovanotto, a me, questa faccenda, mi ha proprio mandato fuori dai gangheri! Una parte di me vorrebbe darle una lezione esemplare, come sarebbe quella di mandarla sotto processo per infrazione al regolamento. Lei è troppo temerario, troppo sicuro delle sue deduzioni, e quindi troppo pericoloso. Se alcune delle cose da lei dette qui se le fosse lasciate sfuggire con quella giornalista, adesso saremmo all’apriti cielo. Ma…» continuò tornando dietro la scrivania e spegnendo la sigaretta nel posacenere «ma e stata sempre mia convinzione che una persona non vada crocifissa per un singolo sbaglio.»
Poi, sedutosi, concluse, allungandosi contro lo schienale: «Così, detto fra noi, tenente, lei ora con me è come se fosse in libertà vigilata. Dunque, non voglio più sentir parlare di incidenti internazionali, perché questo è solo un semplice caso di mancato funzionamento durante una prova. Faccia il suo lavoro sino in fondo e meticolosamente, e stia certo che, se lo farà bene, la sua parte sarà tenuta nel debito conto. Il sistema non è cieco né alla sua ambizione né al suo talento. Ma se ripartirà in quarta senza motivo su questa faccenda, mi farò personalmente un dovere di stroncarle la carriera».
Todd capì che quello era il congedo. Era ancora infuriato, soprattutto con se stesso, ma si guardò bene dal lasciarlo trasparire. Il capitano di fregata Winters, per lui, era un vecchio stronzo di scarsa competenza, e il doverne subire il sermoncino era quanto mai detestabile. Ma, per il momento, non c’è che da inghiottire il rospo , si disse, lasciando l’ufficio.
La spia della segreteria telefonica stava lampeggiando, quando Nick rincasò dopo l’incontro con Amanda e lo scontro con Greta. Riposta la sacca col tridente nello sgabuzzino, accese la macchina. Sullo schermo da tre pollici apparve Julianne. Nick ebbe un sorriso: qualunque fosse il messaggio, e per minimo che fosse, lei lo lasciava sempre in video!
«Spiacente, Nick, ma i tuoi clienti di Tampa per domani e domenica hanno appena telefonato per annullare. Dicono che hanno sentito un bollettino meteorologico che prevede tempeste. Male del tutto non ti va, comunque, perché la caparra resta a te di diritto.» Un silenzio di un paio di secondi, poi: «Ah, fra parentesi: Linda, Corinne e io andiamo da Sloppy Joe, stasera, a sentire Angie Leatherwood. Perché non ci fai un salto anche tu a darci un salutino? Magari ti offro da bere…».
Oh, cazzo! , imprecò Nick dentro di sé. I soldi mi servivano. E anche a Troy. Batté automaticamente il nome di Troy sulla piccola tastiera accanto al telefono e attese che lui alzasse il ricevitore e accendesse il video.
«Oh, ciao, professore! Che ci fai ai tropici in una così bella giornata?» Di buonumore, al solito: Nick non riusciva a capire come si potesse esserlo tanto e costantemente.
«Ho un sacco di brutte notizie, amico mio» rispose Nick. «Prima, Amanda Winchester dice che il nostro tridente è moderno e quasi certamente non fa parte di un antico tesoro. Io non ne sono tanto convinto, ma certo la cosa non sembra promettente. Seconda, e probabilmente più importante nell’immediato, il nostro nolo è stato annullato, per cui niente lavoro per il fine settimana.»
«Orc… Questo sì che è un bel problema» disse Troy, accigliandosi. Per un momento, sembrò non saper che dire, ma poi tornò il Troy consueto, tutto sorriso e gaiezza: «Be’, professore, avrei un’idea. Visto che siamo tutt’e due senza niente da fare per il pomeriggio, perché non vieni qui, al sanatorio Jefferson, che ci facciamo un po’ di patatine e birra? Anche perché avrei da farti vedere una cosa» concluse, con un brillìo ironico negli occhi.
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