Harry Harrison - Largo! Largo!

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1999: automazione, società del benessere totale, gite sulla Luna per i “weekend”… o un mondo sovraffollato che, all’alba del nuovo millennio, è sull’orlo della catastrofe? Un mondo in cui miliardi di esseri umani sono ogni giorno di fronte al problema di estinguere la propria sete e di saziare la propria fame, vivendo di lenticchie, di farina di soja e (se hanno un colpo di fortuna, ogni tanto) di un topo morto. In una città con 35 milioni di abitanti, Andy Rush è impegnato nella caccia, solitaria e quasi impossibile, a un assassino di cui non importa niente a nessuno, nel mezzo del caotico travaglio quotidiano per la sopravvivenza. E quando infine nasce l’anno 2000, che suono ha l’augurio: “Buon secolo nuovo?”

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Non ci mise molto a tornare e non si udì alcun rumore, ma egli aveva ripreso la posizione eretta e il suo viso era vuoto d'ogni espressione. «Signorina Shirl,» disse, «non vorrei lasciarvi entrare ma è meglio che diate un'occhiata nella stanza da letto.»

Lei ora aveva paura, capiva che qualcosa di terribile era successo, ma lo segui, ubbidiente, attraverso il soggiorno, fin dentro la stanza da letto.

Era strano, pensò lei, di trovarsi lì, in piedi, e non far nulla pur udendo quell'urlo. Poi si rese conto che era la sua voce, che era lei a urlare.

CAPITOLO QUARTO

Fino a quando era durata l'oscurità, Billy Chung aveva trovato l'attesa sopportabile. Si era rannicchiato in un angolo, contro il muro fresco dello scantinato, e aveva perfino dormito di tanto in tanto. Ma quando notò sulla finestra i primi grigiori dell'alba, provò un improvviso, acuto spasimo di paura, che aumentava costantemente. Non l'avrebbe trovato qualcuno, li nascosto? Gli era sembrato così facile, la sera prima; era andato tutto così liscio. Esattamente come i Tigers, quando facevano quei colpi. Aveva saputo da chi andare per comperare il cacciacopertoni, senza che gli facessero domande, e con dieci cents in più lo aveva fatto affilare ad una estremità. Entrare nel fossato che circondava l'edificio era stata l'unica mossa difficile; ma nessuno lo aveva visto mentre si calava giù dalla sponda, ed era sicuro di non essere stato notato da nessuno quando aveva forzato la finestra dello scantinato con il piè di porco ricavato dalla leva per copertoni. Se lo avessero visto, a quest'ora lo avrebbero già preso. Ma forse con la luce del giorno avrebbero potuto notare i solchi freschi lasciati dalla leva sulla finestra? Rabbrividì a quel pensiero, e fu a un tratto conscio del violento battito del suo cuore. Si dovette far forza per abbandonare il suo cantuccio in ombra e procedere lentamente lungo il muro finché fu vicino alla finestra, cercando di vedere qualcosa attraverso lo strato di polvere che ricopriva il vetro. Prima di richiudere la finestra aveva fregato con sputo, polvere e caligine del davanzale le righe lasciate dal ferro; ma chissà se era venuto bene? L'unico posto trasparente sulla finestra era il cuore che aveva tracciato sulla polvere, e seguendone il contorno con la testa guardò attraverso il vetro e vide che i solchi nel legno erano diventati scuri. Sollevato, tornò nel suo cantuccio, ma dopo pochi minuti i timori ricomparvero, sempre più forti.

La piena luce del giorno entrava ora dalle finestre. Quanto tempo sarebbe passato prima che lo scoprissero? Chiunque fosse entrato dalla porta avrebbe guardato da quella parte, e lo avrebbe visto subito. La piccola pila di assi vecchie, piene di ragnatele, non lo nascondeva del tutto. Tremante di paura si spinse con la schiena contro il muro di cemento, con tale forza che ne sentì la superficie rugosa attraverso la stoffa sottile della camicia.

Impossibile misurare un tempo di quella specie. Per Billy, ogni minuto era interminabile. Al tempo stesso, gli pareva di avere trascorso una vita intera in quella stanza. Una volta udì dei passi che si avvicinavano, poi oltrepassarono la porta, e in quel momento capì che le paure precedenti erano state ben poca cosa. Fermo in quell'angolo, tremante e coperto di sudore, odiava se stesso a causa della sua debolezza, ma non poteva farci niente. Le sue dita grattavano nervosamente una vecchia pustolina sul mento, poi questa si ruppe e cominciò a sanguinare. Premette quel suo straccio di fazzoletto sul mento e i secondi continuarono a passare con lentezza.

Convincersi a lasciare la cantina fu ancora più difficile che rimanervi. Doveva aspettare che la gente, nell'appartamento lassù, fosse uscita per la giornata. Ma era poi certo che uscissero? Altra fitta di paura. Doveva aspettare, ma poteva intuire l'ora solamente stimando l'angolo del sole attraverso la finestra annebbiata, e regolarsi sull'intensità del traffico all'esterno. Aspettò più che poté e poi rinviò l'uscita di qualche minuto ancora, pensando a quei lunghi corridoi che l'aspettavano. E arrivò al momento in cui gli parve di poter uscire senza pericolo. Infilò la leva nei calzoni sotto la cintola, dove non si poteva vedere, e si tolse di dosso quanta polvere poteva prima di girare la maniglia della porta.

Delle voci, il battere di un martello gli pervennero da una parte distante della cantina, ma avviandosi verso le scale non vide nessuno. Mentre saliva al terzo piano udì dei passi rapidi, che scendevano verso di lui. Ridiscese al secondo piano e lì si nascose nel corridoio finché i passi non si allontanarono. Fu questo l'ultimo allarme. Un minuto dopo Billy era al quinto piano e contemplava per la seconda volta le lettere dorate che formavano il nome di O'Brien.

“Chissà se lei è ancora a casa,” sussurrò a mezza voce e sorrise fra sé. “ Lei significa guai, tu vuoi soldi”, aggiunse, ma la sua voce era strozzata. Billy ricordava insistentemente quei seni tondi che si erano alzati verso di lui.

Quando si apriva la porta esterna, si faceva risuonare un segnale all'interno. Così era stato la notte prima. Ed era bene fosse così, perché Billy doveva accertarsi che non vi fosse nessuno, per potersi introdurre nell'appartamento. Prima che i suoi nervi gli giocassero un brutto tiro spinse la porta ed entrò nello stanzino, richiudendola dietro di sé e appoggiandovi le spalle.

Qualcuno poteva ancora essere in casa. Sentì il suo viso coprirsi di sudore a quella idea, e guardò verso l'obiettivo del circuito interno, poi distolse lo sguardo. Se lei mi chiede che cosa voglio, le dirò qualcosa che riguarda un telegramma, per la Western Union. Le pareti vuote della piccola camera lo soffocavano. Si appoggiò un po' su una gamba, un po' sull'altra, in attesa di udire lo sfrigolio dell'altoparlante.

Ma questo rimase silenzioso. Cercò di indovinare quanto era lungo un minuto e contò fino a sessanta, poi capì di avere contato troppo svelto e ricominciò. «Hello!» disse, e, nel caso la TV interna non funzionasse, batté sulla porta, prima timidamente, poi più forte mentre la sua fiducia cresceva.

«Non c'è nessuno in casa?» chiese mentre tirava fuori il cacciacopertoni e introduceva la punta affilata nella porta chiusa, sotto la maniglia. Dopo averla inserita il più possibile, fece forza, con entrambe le mani. Vi fu uno scricchiolio leggero e la porta si aprì. Billy entrò quasi in punta di piedi, pronto a fare dietro-front e a scappare.

L'aria era fresca, l'appartamento scuro e silenzioso. Davanti a sé, all'estremità dell'anticamera, vedeva un'altra stanza e parte di un televisore spento. Alla sua sinistra, vicino a lui, c'era la porta chiusa della camera da letto e oltre quella porta c'era il letto dove aveva visto la ragazza sdraiata. Forse era lì, addormentata. Egli sarebbe entrato, e non l'avrebbe svegliata subito ma… ebbe un fremito di piacere. Passando la leva nella mano sinistra, apri la porta, lentamente.

Le lenzuola erano gualcite, attorcigliate… e vuote. Billy passò vicino al letto e non lo guardò più. Che altro si aspettava? Una ragazza come quella non avrebbe mai accettato uno come lui. Imprecò e forzò il cassetto superiore dell'ampio canterano. Era pieno di biancheria soffice, rosa e bianca. L'accarezzò. Era più soffice di qualsiasi cosa avesse mai toccato. La gettò in terra.

Allo stesso modo setacciò gli altri cassetti, uno per uno, gettando in terra il loro contenuto, ma mettendo da parte quei pezzi di vestiario che sapeva di poter vendere a buon prezzo al mercato delle pulci. Un tonfo improvviso riportò in lui la paura che per un po' era stata sostituita dalla delusione. Rimase fermo, irrigidito. Gli ci volle un po' prima di rendersi conto che era stato il rumore dell'acqua nei tubi. Si riprese un poco, ora si controllava meglio e per la prima volta notò il cofanetto dei gioielli sul tavolino da notte.

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