— Sporca faccenda — disse Drew, non appena ebbe finito, con metodi più convenzionali, un altro Due. — Mi devo ricordare il vostro sistema.
Prima che McCullough avesse avuto il tempo di ritirare le gambe, un altro Due gli afferrò un piede. Questa volta avrebbe potuto farlo fuori con un colpo di lancia, ma prima di riuscire ad ucciderlo si colpì a una gamba. Stranamente, si preoccupò soltanto per la perdita della tuta. Ora ne rimaneva soltanto una in buone condizioni. Ma il dottore non ebbe molto tempo di pensare al problema. Il corridoio era diventato una massa solida di corpi stranieri e umani che vorticavano in un incubo di tentacoli, di gambe, braccia, tappeti pelosi, corni e lance appuntite. E, sopra il grugnire acuto e le furiose grida dei combattenti, si sentiva sempre la voce calma di McCullough che esponeva le sue teorie sulla psicologia straniera.
“… Per quello che possiamo dire, i Due sono una forma di vita nemica di tutto ciò che vive e si muove, ma, in particolar modo, degli extra-T intelligenti che formano l’equipaggio dello scafo. Non c’è quindi da meravigliarsi che l’unico straniero superstite rifiuti di uscire dal suo nascondiglio. Oltre a un altissimo livello di paura, bisogna aggiungere la solitudine e la mancanza di un aiuto da parte di compagni. Si tratta di una sensazione che noi stessi siamo perfettamente in grado di comprendere. Se supponiamo che la razza degli extra-T sia composta di individui di due sessi, cosa che fino a questo momento non abbiamo potuto smentire né appurare, possiamo presumere che l’equipaggio fosse formato da una coppia…”
McCullough allontanò un animale con un Tre sulle spalle e vide che Drew era in serio pericolo.
Aveva perso la lancia, e un Due gli si era avvinghiato ai fianchi. Drew teneva le braccia distese contro il ventre dell’animale e cercava disperatamente di allontanarlo. Morrison era morto in quel modo, pensò McCullough, preparandosi a colpire l’animale con la lancia senza ferire Drew.
Ma, prima che potesse fare qualcosa, un secondo Due piombò sulle spalle di Drew e gli conficcò il corno nella schiena. Drew lasciò ricadere le braccia inerti, e venne a trovarsi schiacciato tra due animali. Per un attimo, lanciò un’occhiata verso McCullough, mentre diveniva sempre più pallido, e cercò di dire qualcosa. Dalla bocca gli uscì soltanto del sangue, e McCullough uccise entrambi i Due, senza più preoccuparsi del pericolo di colpire anche Drew.
Poi, all’improvviso, il corridoio rimase vuoto. I Due erano passati tutti dall’altra parte, La mezza dozzina di superstiti si erano attaccati alle reti, alle spalle dei terrestri, e si preparavano nuovamente ad attaccare.
“… Se il membro dell’equipaggio ha perso il suo compagno, specialmente se il superstite è il più debole, o il meno tecnicamente qualificato dei due, questo può spiegare le alterate condizioni emotive, quanto la mancanza di intervento da parte sua durante la nostra esplorazione.
“C’è anche la possibilità che il superstite sia anche fisicamente menomato, oltre che malato di mente. Comunque, in questo momento è l’aspetto mentale che ci preoccupa…”
— Ecco che arrivano — gridò Berryman, con una voce troppo stanca per rivelare qualsiasi emozione.
McCullough distolse gli occhi dal groviglio di corpi in cui si trovava Drew e cercò disperatamente di pensare che non era successo niente e che presto si sarebbe svegliato in un posto molto lontano.
Ma non si svegliò. I Due gli balzarono addosso, come frammenti di un incubo. I loro tentacoli si agitavano come le gambe di un enorme ragno, e i corni si muovevano vibrando per aumentare l’orrore di ogni assalto.
“… la psicologia è molto lontana dall’essere una scienza esatta, ed è abbastanza difficile curare le aberrazioni di una mente umana…!”
Due volte la lancia di McCullough colpì il bersaglio, e un altro paio di Due scomparvero. Il dottore cominciò a pensare che forse sarebbero riusciti a sterminare gli animali. Era evidente che erano tutti in quel corridoio, attratti dall’odore che gli umani avevano raccolto nel quartiere dell’equipaggio. Senza Due, avrebbero potuto ispezionare lo scafo con tutta comodità, farsi un’immagine della cultura che esisteva sul pianeta di origine, e cercare di comprendere il membro dell’equipaggio prima di tentare il contatto.
Poi, tutto si rovesciò all’improvviso.
Berryman colpì un Due proprio nell’attimo in cui un altro animale si avvicinava lungo la rete dalla parte di McCullough. Il dottore mancò il colpo e fu costretto a liberarsi dell’avversario con un calcio. I due animali urtarono uno contro l’altro proprio nell’attimo in cui ne arrivava un terzo; e dopo un attimo, tutti gli altri Due si trovarono in mezzo al groviglio. McCullough perse la lancia, del resto ormai inservibile, poi qualcuno gridò e si lasciò sfuggire una bestemmia. A McCullough venne voglia di ridere: quel grido dimostrava che la ferita non era stata mortale.
Afferrò con un braccio un Due che stava passando e lo strinse con la corazza contro il petto, in modo da formarsi, con il corno e la corazza, uno scudo difensivo. Poi gridò: — Andatevene! Strisciate lungo la rete. Uscite di qui.
Gli uomini si liberarono dal groviglio di corpi, prima Berryman, poi Hollis, e alla fine McCullough, seguiti dai loro frenetici Tre. I primi Due stavano intanto tornando all’attacco.
— Dobbiamo trovare un riparo — disse Berryman, mentre avanzavano lungo il corridoio. — Una buona porta solida…
Hollis si guardò alle spalle.
— Sono… sono… solo cinque.
— Qua dentro!
Berryman si era fermato, afferrandosi alla rete, e aveva disteso un braccio per fermare Hollis. Insieme spinsero una porta e si fermarono puntando le lance, per difendere l’ingresso fino a quando non fossero entrati gli altri.
Alle loro spalle, i Due divennero improvvisamente furiosi.
— No! — gridò McCullough. — Berryman, uscite di lì!
Ma era troppo tardi.
Un Due passò come una furia accanto a lui e a Hollis, senza preoccuparsi di colpirli. Si infilò sulla lancia di Berryman spingendo l’impugnatura indietro, fino a incastrarla tra la parete e il pannello scorrevole. Berryman gridò di non poter liberare la lancia… e la porta rimase aperta.
Hollis si era afferrato alla rete accanto alla porta e stava per entrare. McCullough fece in tempo ad arrivargli alle spalle e a tirarlo indietro. Berryman lo guardò come se gli avesse visto commettere un omicidio.
— Mettetevi in contatto con Walters — gridò McCullough, mentre Hollis rotolava lungo il corridoio. — Riparate il generatore! E non preoccupatevi dei Due… Adesso non pensano più a voi!
Non avrebbero più seguito Hollis… perché Berryman aveva aperto un’altra via per gli alloggi dell’equipaggio.
Era un ingresso diverso e si apriva in un compartimento che non avevano ancora visto. Una delle pareti era ricoperta con quelle pitture murali che McCullough conosceva ormai molto bene; il resto della piccola stanza era adibito a magazzino. Non si sentiva soffiare il vento attraverso le piante sconosciute. La stanza era vuota.
McCullough indicò la porta interna e disse: — Non devono uccidere l’ultimo superstite. Abbiamo già fatto abbastanza danni allo scafo. Dobbiamo ucciderli tutti, qui e subito.
“… dobbiamo quindi concludere che l’extra-T superstite, date le sue condizioni fisiche e mentali, e la completa mancanza di aiuto…”
La porta era molto grande. La lancia incastrata tra gli stipiti non formava un’efficace barriera.
Il primo attaccante andò a finire contro la lancia di Berryman, il secondo l’allontanò con un tentacolo e cercò di afferrare il pilota con gli altri tre. Senza rete cui potersi afferrare, e dondolante senza peso al centro della stanza, Berryman si trovò esposto al corno dell’avversario; ma un Tre gli si mise davanti e parò il colpo. Poi si agitò come una bandiera al vento e morì, mentre Berryman riusciva ad allontanarsi. Gli altri Due stavano entrando nella stanza.
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