Ann Maxwell - I danzatori del fuoco

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I danzatori del fuoco: краткое содержание, описание и аннотация

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Questo libro della Maxwell ha immediatamente riscosso un enorme successo di pubblico presso gli appassionati di fantascienza.
La giovane autrice americana ha avuto la felice ispirazione di creare due razze assai singolari le cui caratteristiche psico-fisiologiche sono quanto di più originale sia stato dato di leggere sulle pagine di un libro di fantascienza.
Infatti, i componenti la razza dei Senyasi hanno un dominio totale sugli elementi (terra, acqua, fuoco, aria) che deriva loro dalle Linee di Potenza, un intricato arabesco che costella la loro epidermide e che si illumina quando l’individuo che le possiede pone in atto i suoi poteri.
Rheba e Kirtn, i due protagonisti del Ciclo del quale I DANZATORI DEL FUOCO costituisce il primo volume, sono gli unici superstiti di uno spaventoso, rogo che ha completamente distrutto il pianeta loro sede d’origine.
Alla ricerca di altri eventuali superstiti, percorrono la galassia in lungo e in largo e, specificatamente in questo primo episodio delle loro avventure, si trovano a dover evadere dal pianeta Loo dove sono stati ridotti in schiavitù, una schiavitù dalla quale sembra impossibile fuggire…

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Rheba s’irrigidì un istante, temendo che Fssa gli risultasse visibile, ma il serpente s’era ben mimetizzato nella sua chioma. Una volta che si fu tranquillizzata, gettò uno sguardo critico a Kirtn e disse ad alta voce: «Imitare anche le bruciature di quel grosso bestione peloso è un buon tocco, f’lTiri. Ma lo hai fatto un po’ troppo bello, secondo me».

«Che vuoi dire?», berciò Dapsl. «Io non tollero errori!»

«La mia imitazione della Senyasi è perfetta, piccolo sgorbio purpureo. So perfino insultarti come faceva lei, non senti? È quello sciocco di f’lTiri che ha fatto il Peloso troppo attraente e virile».

Kirtn dovette fare uno sforzo per non ridacchiare.

Dapsl aveva stretto gli occhi come fessure. «Adesso non è il momento di perfezionare le vostre illusioni. Dovrete andare in scena. E se al Polo Femminile il Peloso apparirà più bello, tanto meglio. Muovetevi voialtri», continuò in J/taal sgrammaticato. «Fra poco ci sarà il segnale e voglio che siate pronti. M/Dere, dov’è quella maledetta corona?»

Rheba s’era del tutto dimenticata di Arcobaleno. Vide la mercenaria infilarsi una mano in tasca ed estrarne quella che aveva l’apparenza di una spessa collana. Ma in un istante l’oggetto mutò forma nelle sue mani, ingrossandosi e tornando ad essere una massiccia corona cristallina.

Dapsl brontolò: «Perché quella kaza-flatch abbia voluto un disgustoso affare come questo, io non lo capisco. Alla rampa, adesso». Agitò la frusta baluginante. «In fila, svelti».

Rheba precedette gli altri nel salone freddo e gremito di schiavi, e poi su per la rampa, sperando che nessuno inciampasse nei due Yhelle invisibili. Era così preoccupata di far presto, memore della loro difficoltà nel mantenere quell’illusione, che passò accanto a un Signore senza neppure guardarlo. Solo più in alto, con un brivido, si rese conto che si trattava di Jal.

Gettò un’occhiata dietro di sé. L’uomo la fissava ad occhi spalancati, come se avesse intuito solo allora e con qualche secondo di ritardo che l’illusione-Rheba aveva qualcosa di troppo perfetto. Ma prima che potesse aprir bocca tutti loro erano già usciti sul palcoscenico, nel silenzio dell’anfiteatro.

Il gong suonò due volte, e l’Azione ebbe inizio.

Capitolo 26

L’ORA DELLA VIOLENZA

Sul palcoscenico l’aria della notte era fredda, e in essa un vago odore di ozono si mescolava a quello di mille costosi profumi. Il cielo era chiuso dalla cupola d’energia, oltre la quale si scorgeva una pesante coltre di nuvole nere come la pece. Ma la pioggia che cadeva fitta non attraversava quell’invisibile ombrello, a tratti pervaso da lievi bagliori azzurrini.

Per raggiungere la cupola a Rheba bastò protendere le mani incorporee della sua mente, e in risposta a quel contatto un fremito elettrostatico le vibrò nei capelli. Subito se ne ritrasse, lasciando appena un sottile canale di collegamento fra sé e la sorgente energetica. Ma appena avvertì il flusso nelle sue Linee di Potenza ne usò una parte per illuminare la scena secondo il copione.

Mentre gli J/taals si portavano ai loro posti lo scudo anti-pioggia reagì a un brusco intensificarsi del temporale, e s’ispessì. Una corrente d’energia molto più intensa s’incanalò attraverso Rheba fino al fac-simile di alba da lei creato, e quella che doveva essere un’aurora arancione sul Loo divampò con una violenza che fece trasalire tutti gli spettatori. La ragazza scaricò al suolo quel sovrappiù di energia, e in pochi secondi riportò la scena ai suoi colori tenui.

Una parte della sua attenzione era tesa a controllare che Jal o Dapsl non meditassero di annullare la loro recita, o di denunciarli, ma tutto le parve tranquillo. Il piccolo caposchiavo s’era piazzato presso l’ingresso del palcoscenico e li fissava tenendo la frusta appoggiata al suolo. Jal doveva essere andato a sedersi nella terza fila di posti, insieme agli altri padroni di schiavi che avevano messo in scena un’Azione. Le gradinate erano gremite da oltre diecimila spettatori, che facevano elegantemente ala al palco del Loo-chim.

Un tuono brontolò nel cielo al seguito di un lampo, e ancora la ragazza dovette scaricare a terra il forte sovrappiù di energia. La figura di Kirtn si stagliava in primo piano, avvolta da una luce dorata che lo faceva risaltare come un dio all’alba del tempo. Rheba scacciò dalla mente ogni pensiero su Dapsl o Jal, concentrandosi sulla difficoltà di mantenere stabile il livello d’energia, ma era seccata nell’accorgersi che il flusso dalla cupola a lei variava in continuazione. Risolse allora di assorbirne quanto bastava per portare a termine l’Azione, e di chiudere il canale di collegamento. Al momento opportuno lo avrebbe riaperto. Fssa diede il via alla colonna sonora, e al ritmo di una musica lontana ella cominciò a danzare il preludio.

Leggera e agile piroettò fino al centro del palcoscenico, miniando il primo incontro d’amore fra Saffar e Hmel in una luce incantata. Un fulmine che cadde fuori dell’anfiteatro fece crepitare lo scudo d’energia, ma i Loos non parvero notarlo: La saga di Saffar e Hmel era più interessante di qualsiasi altra cosa, e il breve riassunto del loro innamoramento risultò romantico e ben eseguito. Si passò alla scena successiva.

Quando gli effetti di luce costruirono l’antro infernale e i demoni si agitarono orribilmente nel rosso dei fuochi, i Loos mandarono cori di esclamazioni. Se a questo punto Dapsl vide che c’erano due J/taals in più, non mostrò la minima reazione. Kirtn/Hmel danzò la sua lotta contro le creature infernali, Rheba/Saffar scese alla sua ricerca nel sottosuolo, i diavoli vennero sconfitti e la corona riconquistata. Raggiante per la vittoria sulla diavolessa, Hmel pose infine il monile sulla testa della sua amata. Gli spettatori mormorarono per il compiacimento.

Rheba fischiò le ultime note della canzone Bre’n, e stringendosi al compagno levò la bocca verso la sua. I fuochi infernali si spegnevano pian piano, lasciando un’aura rosata intorno ai due amanti. In quell’istante una luce dai riflessi d’oro pervase lo scudo anti-pioggia, e dall’anfiteatro si levarono forti mormorii. Rheba fu stupita di quell’effetto, e vagamente si accorse d’averlo provocato lei stessa per l’emozione del contatto con Kirtn.

Ma il Bre’n era rigido, e non la stava guardando. Seguendo la direzione del suo sguardo ella vide che sulle gradinate stava accadendo qualcosa di strano. Sedute in lunghe file le coppie di Chim s’erano tolte le tuniche, unendosi per le mani a formare una catena che collegava tutti gli spettatori. I loro corpi nudi, azzurrini, vibravano e si torcevano come se dall’uno all’altro scorresse un fluido mentale fatto di erotismo puro, e la vista di migliaia di facce stravolte da espressioni bestiali fece ansimare la ragazza. Solo allora capì quale senso avesse la Concatenazione per i Signori di Loo: era un’orgia più psichica che carnale, innescata da quanto vedevano sul palcoscenico e portata al parossismo dalla loro unione. E al termine della lunghissima catena umana stava la coppia Imperiale sul suo palco, punto culminante dove quei fremiti sembravano giungere potenziati al massimo.

Le guardie armate erano i soli a non partecipare alla Concatenazione. D’un tratto due di loro trascinarono una giovane schiava davanti al palco del Loo-chim, ci fu il lampeggiare d’una lama, e viscere e sangue caddero al suolo in un orrendo sviluppo dal suo ventre dilaniato. Il Polo Maschile e il Polo Femminile parvero uggiolare di perversa voluttà a quella vista, e il loro piacere giunse al parossismo. Kirtn distolse gli occhi con un gemito di pena e di disgusto.

Danza!

Il silenzioso ordine del Bre’n balenò nella mente di Rheba, mentre sull’anfiteatro rombava un tuono più possente degli altri. Sul palco una guardia colpì il gong per quattro volte, segnando la fine dell’Azione e l’inizio dell’Ora del Non-Tempo. Sferzata dalla volontà di Kirtn, Rheba fremette, la sua mente raggiunse l’energia dello scudo anti-pioggia, ed ella cessò d’essere Saffar per tornare una Danzatrice del Fuoco.

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