Scorse la parte bassa della mappa, mentre il cerchio pulsante e i puntini neri scomparivano verso l’alto. Continiuò a scorrerla, senza vedere niente se non la linea verticale del cavo nel mezzo, fino a quando comparve una scritta: DATI INSUFFICIENTI PER MANTENERE IL GRADO DI AFFIDABILITÀ. Digrignò i denti; aveva scorso la mappa, tanto da trovarsi davanti dei settori sconosciuti del muro. — Andate al cinquanta per cento. — La mappa continuò a svolgersi davanti ai suoi occhi, fino a quando divenne tutto bianco, anche il cavo di transito.
— Risparmia i tuoi soldi. Hai già oltrepassato la barriera delle nuvole, amico.
Niente. Solo un muro bianco tra il punto in cui si trovava e le nuvole. E al di là non c’era nulla; lo sapevano tutti. Non c’era il fondo del Cilindro. Solo il nulla, il Nulla verso cui lui si stava dirigendo a folle velocità.
E non c’erano cavi perpendicolari su cui deviare, nessun modo per spostarsi anche di pochi gradi intorno alla circonferenza dell’edificio. Verso un posto in cui poter trovare un nascondiglio, una tribù che lo ospitasse. Se avesse provato ad abbandonare il cavo, costringendo la Norton a muoversi usando molti più appigli e meccanismi, avrebbe rallentato la sua andatura e i guerrieri della Folla l’avrebbero subito raggiunto. Non si sarebbe allontanato più di due metri dal cavo prima che potessero piombare su di lui: e sarebbe stato un bersaglio facilissimo.
Dannazione… Tutto il mondo si era trasformato in una linea, una stringa: a un capo c’era lui e all’altro quelli che volevano ucciderlo. È per questo che sono passato al livello verticale? Gli veniva contemporaneamente da ridere e da piangere.
Avrebbe anche potuto fermare la Norton, girarsi e restare in piedi, offrendo il suo petto ai coltelli che stavano per arrivare. Così l’avrebbe fatta finita in fretta…
Il viso della Chiedi Ricevi stava aspettando un’ulteriore richiesta. — Datemi le Strategie. — Non si preoccupò di salvare la mappa nei suoi archivi. A che cosa gli sarebbe servita una pagina bianca?
Non vide più nulla, se non la cifra che aveva sul conto, riportata nell’angolo in basso a destra dello schermo. I numeri erano tremolanti, il che significava che lo stavano controllando.
Mi spiace. Ancora quel viso. Non hai il denaro per pagare questo servizio. E noi non facciamo credito.
— Oh… aspetta un attimo.
— Niente affatto — Il viso stava già svanendo. — Tu non ti puoi permettere i nostri servizi, amico. Hasta la vista — Ed era già scomparsa.
’Fanculo, ce n’erano altri. Non voleva guardare quanto gli era rimasto sul conto — quanto gli avevano succhiato per quella informazione — ma provò a cercare un’agenzia più economica, che gli fornisse quello di cui aveva bisogno per quella cifra.
La ricerca stava diventando lunga, i secondi volavano via. Evidentemente era già arrivato quasi in fondo alla lista di agenzie d’informazioni, a quelle molto piccole, che fanno pagare quasi nulla. E c’era un motivo.
Alla fine un’indicazione: CHIEDI A BENNY PERÙ: È VELOCE, ECONOMICO E QUALCHE VOLTA CI AZZECCA. Fu seguita dall’immagine ferma di un uomo grasso, seduto dietro a un’antica scrivania di legno. Quello che restava del cuore di Axxter, mantenuto al suo posto dall’adrenalina, cadde, con tutto il resto.
— Hai un problema? — Non c’era alcuna animazione, solo l’audio sovrapposto a quell’immagine immobile.
Non aveva niente da perdere… si stava già dirigendo verso il basso, aveva il Nulla davanti a sé e decisamente qualcosa da evitare alle sue spalle. Raccontò all’uomo grasso il proprio problema.
Qualche secondo… sia le nuvole che i guerrieri erano più vicini, troppo vicini, accorciando tutte le distanze. Si rese conto che la persona con cui stava comunicando — lo stesso Benny, suppose — ci stava davvero pensando su.
Il conto non era calato di molto. — Bene, giovane amico, c’è una semplice soluzione a ogni cosa. Non è vero?
Aveva il sapore sospetto del preludio a un consiglio di tipo religioso. Non certo quello di cui aveva bisogno al momento. — Per esempio?
— Semplice — Il tono sembrava quasi dar vita all’immagine. — Semplice… taglia il cavo.
— Cosa? — Non poteva crederci; il segnale inviato dalla Piccola Luna doveva essere distorto. — Ripetimelo!
— Ho detto, taglia il cavo. Capisci, il cavo di transito su cui ti trovi. Tutto qui.
L’uomo grasso, o qualunque cosa vi fosse dietro l’immagine, l’aveva detto davvero. — Ma sei matto…
— Se vuoi una spiegazione completa, ti costerà di più. — Cortese, imperturbabile, come fosse abituato a epiteti ben peggiori. — Ma risparmia il tuo denaro — quello che ti è rimasto — e accontentati.
Quel tipo aveva ragione: al cento per cento.
— Hai capito? Ci sono altri problemi? Io mi occupo di ogni cosa. Come va la tua vita sentimentale…
Axxter troncò la comunicazione. Aveva avuto tutto quello che gli serviva.
Tagliare il cavo… naturalmente! Se il mondo si era trasformato in una sola linea, bastava solo liberarsi di un capo di quella linea, del capo che gli procurava problemi. Le multe per il sabotaggio di una qualunque parte della rete di transito dell’edificio erano enormi… il Dipartimento dei Lavori Pubblici che si trovava ai piani alti del Cilindro era l’incarnazione della legge, molto più stabile di tribù come l’Atroce Amalgama, che andavano e venivano; si raccontava che i Lavori Pubblici risalivano addirittura all’epoca precedente la Guerra, un’entità che aveva radici in nuvole ben più oscure di quelle che vedeva davanti a sé. Comunque… tagliare un cavo, soprattutto in un settore che ne aveva pochi come quello, gli avrebbe fatto prendere una multa che gli avrebbe prosciugato quel poco denaro rimasto sul conto e l’avrebbe mandato in rosso per un lunghissimo periodo. Avrebbe dovuto lavorare per il Dipartimento dei Lavori Pubblici almeno fino a che non avesse estinto il suo debito. Sempre meglio del resto… non c’era altra alternativa che gli permettesse di continuare a muoversi e a respirare.
Forza, muoviti! Aveva già perso un mare di tempo. Non aveva più bisogno di una mappa dettagliata per capire quanto fossero vicini i guerrieri della Folla Devastante… poteva guardare alle sue spalle e rendersi conto che avevano divorato molti dei chilometri che li dividevano, ghignando e spingendo al massimo i loro motori con l’acquolina in bocca per il divertimento che li attendeva.
Nella cassetta degli attrezzi della Watson c’era un cannello per le saldature. Ogni libero professionista ne aveva uno: serviva a riparare sezioni del muro. Avrebbe tagliato il cavo piuttosto facilmente in un paio di minuti.
Allentò le cinture che lo tenevano legato al sedile della Norton e si sporse verso il sidecar. Si allungò per tenere il manubrio girato, mentre prendeva la cassetta. Avendo una sola mano libera, rischiò di perdere il saldatore: lo strinse al petto per impedire che il vento glielo strappasse dalle mani. Tolse la sicura dall’attrezzo e lo accese. Ne uscì una fiamma blu e scoppiettante, che si rimpicciolì e si trasformò in una fiera incandescenza.
Lasciò il manubrio della Norton che incominciò a procedere a motore spento. Mentre rallentava, Axxter si girò e si accoccolò sul sedile per poi appiattirsi contro il paraurti posteriore. Subito le fasce si sicurezza della sua cintura si agganciarono, rendendo sicura la sua posizione. Alzò la testa e vide i guerrieri della Folla che rombavano dietro a lui; il cavo vibrava quando Axxter vi avvicinò il saldatore.
Il punto del cavo dietro alla ruota posteriore della Norton divenne rosso, poi arancione, infine bianco. Rivoletti di metallo fuso scivolarono lungo la parete del muro. Axxter socchiuse gli occhi per guardare la fiamma del saldatore, il cui calore gli scaldava le guance.
Читать дальше