Calma, calma; devi solo riuscire a pensare. Pensare… Strinse i denti contro il vento freddo, ordinando al suo cervello di concentrarsi. Immagina…
Un brivido scosse la Norton e gli fece tremare le mani. Le corde d’aggancio fuoriuscirono confusamente dal mozzo della ruota anteriore, si fissarono al cavo di transito, poi si sganciarono. Axxter si girò verso la Watson. Il sidecar si era sollevato dal muro, svolazzando a qualche centimetro dalla superficie. Di tanto in tanto, la sua unica ruota colpiva la superficie metallica, producendo un’esplosione di scintille.
Axxter sbatté gli occhi e guardò il contachilometri. I numeri nel quadrante in alto a sinistra stavano ancora aumentando, mentre l’ultima cifra scorreva così velocemente che non era neanche leggibile. Davanti ai suoi occhi comparve una scritta. CI STIAMO AVVICINANDO AL LIMITE DI ADESIONE.
Era l’ultima delle sue preoccupazioni: i dispositivi della moto erano programmati per impedire alla macchina di staccarsi dal muro per l’alta velocità. Finché fosse riuscito ad andare così velocemente e a distanziare i veicoli che lo inseguivano…
Che tipo di veicoli erano? Chiuse gli occhi, lasciando che la Norton accelerasse da sola lungo il cavo, mentre cercava di ricordare quelli che aveva visto all’accampamento. Soprattutto tricicli d’attacco, grandi veicoli armati; poteva distanziarli facilmente: erano costruiti per combattere non per gareggiare. Grandi mezzi da trasporto, con portabagagli capienti… non costituivano un problema.
E ricognitori. Merda… si era quasi dimenticato quei piccoli levrieri, delle Guzzi spartane, ma con i motori truccati. Quelli avrebbero guidato il gruppo, divorando la distanza tra loro e la Norton, più accessoriata.
Se le avessero avute pronte… se ne avessero dotata una di qualche arma… Il loro valore militare stava proprio nella velocità: penetravano nel territorio nemico per una veloce ricognizione e poi ne uscivano altrettanto rapidamente; di solito non avevano armi, erano leggere e veloci.
Doveva riuscire a scoprire che tipo di veicolo lo stesse inseguendo. Se l’avesse saputo, avrebbe potuto escogitare una strategia e una rotta di fuga. E il territorio… devo sapere, devo sapere. I pensieri gli turbinavano nella mente.
E doveva capire cosa ci fosse davanti a lui… sì, anche quello. Non poteva continuare a scendere lungo il muro per sempre, anche se quelli non fossero mai riusciti a raggiungerlo. Le nuvole: quando le avrebbe raggiunte avrebbero significato il nulla; il grande Nulla, il luogo che ingoia quelli che hanno fatto il grande passo, li ingoia e poi li lascia cadere. Ci sarebbe arrivato piuttosto in fretta in quel modo; nessuno era così stupido da dare gas per arrivarci ancora più velocemente.
Il vento gli era penetrato nella giacca, raffreddandolo. Socchiuse gli occhi, e cercò di ricordare, di ricostruire a memoria una mappa. Lungo il muro verso sud, partendo dall’accampamento della Folla… qualcuno… qualche tribù che non fosse alleata con la Folla, con sufficienti coglioni o legata da trattato all’Atroce Amalgama… qualunque cosa che lo aiutasse a liberarsi di quella massa armata alle sue spalle… se solo fosse riuscito ad arrivare in un posto simile…
Sarebbe stato perfetto, se il cavo a cui era fissata la Norton l’avesse condotto lì. Qualche gruppo che davvero odiasse la Folla Devastante, che si facesse una bella risata pensando a quello che era successo al banchetto, che gli offrisse riparo fino a quando lui non fosse riuscito a pensare bene a cosa fare, a dove andare. Il vento gli faceva lacrimare gli occhi, segnandogli il viso fino alla mascella, mentre Axxter stringeva i denti e sperava.
Non riesco a ricordare un cazzo… Sapeva che non gli sarebbe servito a molto nemmeno se ci fosse riuscito: era rimasto all’accampamento della Folla abbastanza a lungo perché le cose fossero cambiate in quel settore del muro: le tribù potevano aver trasferito le postazioni. Continuò a tenere la testa bassa, riflettendo, senza prestare attenzione ai ricordi di chiacchiere e pettegolezzi sugli itinerari dei liberi professionisti. Qualsiasi cosa fosse riuscito a ricordare sarebbe stata ormai vecchia, inutile.
Avrebbe dovuto chiamare la Chiama Ricevi, pagare l’agenzia per avere una mappa aggiornata e poi pagare anche un extra perché quelle informazioni fossero ad alta affidabilità. Anche con una banda di assassini alle calcagna il pensiero di una tale parcella lo fece esitare. Se ci fosse stato qualunque altro modo…
Merda… Sarebbe stato un salasso per il suo conto corrente. Era diventato così carino e pasciuto da quando il Generale Cripplemaker gli aveva dato il suo anticipo… Si torna alla realtà.
Guardò in basso a destra e vide la Piccola Luna orbitare in cielo, lucente e in attesa. Quegli stronzi. Grazie tante. Ma almeno era lì per inviare la sua chiamata alla Chiedi Ricevi. Se non si fosse trovata in quel punto, se fosse stata nascosta sull’altro lato del Cilindro, lui sarebbe stato proprio fottuto. Non avrebbe assolutamente potuto fermare la Norton, scendere e cercare una presa per inviare la chiamata attraverso il Sindacato delle Comunicazioni; non certo con quei pazzi furiosi che lo inseguivano.
Ma mentre sbatteva le ciglia, formando il numero della Chiedi Ricevi che aveva trovato in elenco, si chiese se fosse prudente chiamarli tramite la Piccola Luna. L’avevano già fregato una volta, in combutta con la DeathPix. Però probabilmente pensano che io sia già morto. Quella riflessione lo confortò. Crederanno che mi abbiano fatto fuori al banchetto. Il Consorzio della Piccola Luna non poteva aspettarsi una sua chiamata a una simile distanza dall’accampamento. Aveva il tempo di chiamare, ottenere l’informazione di cui aveva bisogno e chiudere, prima che quelli potessero capire. Compose anche l’ultima cifra del numero e l’ascoltò rimbalzare sul satellite riflettente.
TU LO VUOI, NOI TE LO PROCURIAMO. La scritta comparve sotto al viso che rappresentava l’agenzia di informazioni.
— Passatemelo con l’audio — Anche per quello c’era un sovrapprezzo, ma non aveva tempo di leggere.
Tu lo vuoi, noi…
— D’accordo, d’accordo, piantala — Axxter si avvicinò ancor di più al contachilometri della Norton, coprendosi le orecchie con le spalle nel tentativo di ripararsi dal vento. — Ho bisogno di una mappa, un… come cavolo si chiama? Un tracciato al cui centro vi sia il richiedente. Capito bene?
CARATTERISTICHE? Scusa. Caratteristiche?
— Cancella qualsiasi cosa, tranne i cavi di transito operativi e le tribù militari che ci sono nei dintorni. E un’ultima cosa: ditemi anche le loro dimensioni numeriche, la forza stimata in campo e i legami politici. Avrò bisogno dell’ottanta per cento di affidabilità, quindi calcolate tutto al novanta.
Ti costerà parecchio.
Autorizzò il prelievo dal suo conto. — Fatelo e basta. E velocemente, d’accordo? — Il viso della Chiedi Ricevi svanì; egli lanciò un’occhiata al saldo del proprio conto al margine del suo schermo. Era già diminuito per la chiamata; improvvisamente diminuì ancor di più, fino a che la prima cifra sparì del tutto. Quella vista fu come una pugnalata al cuore.
Forza, forza… oh Cristo! Un’altra occhiata alle sue spalle. In lontananza, il viso dell’uomo che guidava il gruppo era appena visibile, almeno nell’alta definizione della sua immaginazione. E immaginò anche il ghigno compiaciuto del guerriero.
Poi, finalmente, arrivò la mappa per cui aveva pagato così salato. Axxter si girò e la studiò attentamente.
Peggio di quanto pensasse. Il suo cuore già sanguinante, parve fermarsi. I simboli dei cavi di transito erano davvero pochi su quella mappa, a malapena formavano un quadrato, senza nemmeno considerare schemi di altro tipo. Il cerchietto pulsante che rappresentava lui stesso, la Norton e la Watson, era immobile al centro di quel tracciato, una bisettrice che si dirigeva verso l’alto; al limitare della mappa si vedeva il gruppo armato della Folla Devastante — puntini neri lungo un unico cavo — che si avvicinò a lui di un centimetro proprio mentre li stava osservando. Le chiazze che rappresentavano le tribù non erano più di un paio ed erano di diversi colori: quelle dell’Amalgama e dei suoi alieti davano sul rosso, mentre quelle della Folla erano blu e verdi. E comunque si trovavano troppo lontane; Axxter si stava infatti allontanando da quella blu più vicina, dirigendosi a sinistra verso l’alto, scomparendo nell’angolo destro della mappa.
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