— Sì, signore.
— E raddoppiate la guardia lungo la linea di trasporto. Se è lì e ne viene fuori, uscirà sparando.
— Signore.
— Chiudo. — Jase sentì finalmente allentarsi la tensione in tutto il corpo, e tirò il fiato, muovendosi sul sediolo per evitare i crampi. Tentò di mettersi in contatto con il Pianto volante su diversi canali, ma nessuno rispose. Si sedette di nuovo, con le labbra serrate, soffocando imprecazioni. Si rivolse bruscamente ad Aaron. — Perché dovrebbe essere interessato a Terra? A causa di Michelle? È stata lei a convincerlo? Erano amanti?
— No.
— Mai?
— No.
Jase gli lanciò un’occhiata. Aaron teneva lo sguardo fisso davanti a sé, senza nemmeno battere le palpebre. — Gliel’avevate chiesto — disse Jase. Dopo un momento Aaron emise un borbottio.
— L’avevo chiesto.
— Signor Fisher — ruggì Jase. — Abbiamo per le mani un’emergenza di primo grado! Mi serve tutto l’aiuto possibile! Volete darmi risposte che non siano monosillabi…
— Non sono abituato a… — Si fermò, con la schiena irrigidita, la bocca dura; Jase vide che le mani gli tremavano sopra le luci del pannello. — Non sono abituato a… — Fu costretto a fermarsi di nuovo; Jase attese. — Non sono abituato a parlare di argomenti personali. Tutto qui. Ci proverò. Solo non pigliatevela troppo con me. Non vi nasconderò niente. Ma è… è difficile parlarne. — Prese fiato, continuò in fretta, senza inflessione: — Amavo mia moglie. Per sette anni, dopo la sua morte non ho più provato sentimenti. Per nessuno. Ho solo continuato a cercare la sorella di Terra Viridian. Pensavo che se l’avessi trovata, in qualche modo avrei capito perché mia moglie era stata uccisa. M’importava solo quello. Poi, due settimane fa, incontrai la nuova cubista del Mago. Lei… io… siamo stati amanti. Sì. Riuscì a farmi provare di nuovo qualcosa. Per la prima volta in sette anni. — Riprese fiato, a bocca aperta. Jase non si mosse. La linea diritta delle spalle di Aaron si afflosciò un pochino. L’agente continuò in tono stanco. — Ti basta abbassare anche una sola difesa, e scopri che la vita non aspettava altro: farti uscire dal guscio e colpirti di nuovo, nello stesso punto di prima, dove faceva così male… Lei si serviva di me solo per procurarsi informazioni, immagino. Per arrivare a Terra. È tutto. Non so perché mai sia capitata proprio da me.
— La cercavate.
Aaron rimase in silenzio. Fece compiere alla lancia una piccola virata per mantenere la direzione del Pianto volante e inviò le nuove coordinate a Scalo Uno. — Lo so — disse in tono spento. — Ma perché doveva essere lei?
Jase sospirò in silenzio. “La Regina di Cuori preparò le crostate…” Per un istante un groviglio di coincidenze si introdusse nei suoi pensieri, e un filo dorato galleggiò liberamente, sfidandolo ad afferrarlo… Ma nel centro del groviglio c’era il cervello arruffato di Terra, e a lui si chiedeva solo di riportare la donna m cella; non c’era scritto da nessuna parte che doveva anche capirla.
Brontolò, con una punta di involontaria meraviglia: — È il pasticcio più ingarbugliato che abbia mai visto. Avrei dovuto lasciarvi dov’eravate, e dare al vostro comandante l’incarico di interrogarvi sulla faccenda del computer. Almeno adesso non sareste qui a inseguire Michelle Viridian.
— Perché non l’avete fatto?
— Avevo un presentimento che riguardava voi… — rispose con amarezza. Il Pianto volante cambiò ancora rotta. Jase si accigliò. — Cosa diavolo hanno, da ballare il valzer nello spazio?
Aaron corresse la rotta della lancia, e comunicò le nuove coordinate. Si interruppe bruscamente; spostò lo sguardo dall’analizzatore alla spaziomobile in fuga, che adesso puntava fuori del sistema solare. — Ora capta le coordinate che sto trasmettendo per la squadra d’inseguimento.
— Su cosa?
— La Frequenza Averno. Michelle è riuscita a sbloccarla.
Jase premette di nupvo il pulsante dell’intercom. — Parlate voi — disse chiaramente, e il viso di Aaron si girò ancora verso di lui. Era mascherato dal riflesso delle luci del pannello, ma Jase udì chiaramente che deglutiva con uno sforzo.
— Signore…
— Parlategli. Cercate di farlo ragionare. Forse a voi risponderà.
Aaron tirò un respiro profondo. Finalmente la sua yoce venne fuori, stentata, spassionata. — Lancia a Pianto volante. Lancia a Pianto volante. - Il silenzio superò l’abisso infinito che li divideva. — Mago. Qui Aaron Fisher. Siamo noi il puntino che vi insegue. Rispondi, per favore.
Una voce roca e agitata attraversò il vuoto. — Aaron? Sono Michelle Viridian.
Aaron spalancò la bocca, la richiuse. Scosse la testa, rimase di nuovo come impietrito; l’amore, l’angoscia, la furia che aveva dentro pretesero libertà immediata e si bloccarono a vicenda, come giganti incastrati nell’arco di una porta. Jase si rese conto della situazione e intervenne in fretta, mentre il Pianto volante era ancora in ascolto. — Sono il direttore Klyos. Passatemi il Mago.
— Non… non c’è.
— Cosa vuol dire non c’è? — chiese Jase. — L’avete scaricato nello spazio?
— Voglio dire, c’è, ma non è…
— Dio del cielo.
— È in una visione.
Perfino Aaron spostò l’attenzione dal buio dello spazio all’intercom. Jase chiuse gli occhi. — È un maledetto virus… Pianto volante , siete in arresto. Vi ordino di invertire immediatamente la rotta e dirigervi lentamente e senza deviazioni su Averno, dove tutte le persone a bordo saranno formalmente accusate di complotto, sabotaggio, distruzione di proprietà del GLM, tanto per cominciare. Se non eseguirete gli ordini, sarete ridotti in minuti frammenti disseminati da qui a Helios. Questo lo capite?
— Direttore Klyos, sono il Mago.
— È gentile da parte vostra unirvi a noi, signor Restak. Avete terminato la visione? Avete afferrato il senso del mio messaggio?
— La minaccia di farci saltare in aria? Sì.
— Quindi invertirete la rotta del Pianto volante , vi disporrete davanti alla nostra lancia e ritornerete lentamente e senza deviazioni…
Il Mago disse semplicemente: — Non possiamo.
Aaron ritrovò la voce. — Magico Capo.
Il Pianto volante cadde in un silenzio completo. Poi: — Aaron? — Il Mago aveva un tono stupito. — In nome di Dio, cosa ci fai quassù?
— È una lunga storia.
— Sei con il direttore Klyos?
— Siamo al vostro inseguimento, sì. Siamo usciti con la lancia del Mozzo. Magico Capo, cosa diavolo combinate tutti quanti? Ti sei fatto saltare i circuiti sniffando sabbia d’argento , o che cosa?
— Aaron…
— Sai che c’è una flotta che ti dà la caccia. Non voglio vederti morire là fuori. Per favore. Torna indietro.
— Non è così semplice. Sta’ a sentire…
— Lo so. Forse pensi che è meglio morire che passare qualche anno su Averno; però, Magico Capo, dev’esserci un motivo per cui ti sei cacciato in questo pasticcio, tanto per cominciare, e se la flotta ti raggiunge non saprò mai perché hai fatto una sciocchezza così maledettamente idiota, inutile, insensata, come portar via di nascosto Terra Viridian… — Il Mago aveva detto qualcosa. Jase strinse il polso di Aaron.
— Signor Restak, cosa avete detto?
— Non è con noi.
— Oddio — mormorò Aaron. Sorprendentemente, pareva sul punto di mettersi a piangere. — Magico Capo, cos’hai combinato?
— Aaron, stammi a sentire…
— La flotta d’inseguimento arriverà in fretta, ed è armata. Non puoi fuggire; non esiste un posto che puoi raggiungere senza rifornirti di carburante, e tutte le stazioni di rifornimento dello spazio ti stanno aspettando. La flotta ti offrirà un’unica scelta: morire o vivere, tutto qui, Magico Capo, e io non voglio vederti morire…
Читать дальше