«Be’, mi venga un colpo se non è una sirena quella che vedo,» commentò una voce proveniente dall’alto.
Delanna aprì gli occhi e tentò di mettersi a sedere. Perse l’equilibrio e andò sotto, batté selvaggiamente le mani e inghiottì metà sorgente. Poi soffocò e iniziò a tossire.
«E allora, sirena, a cosa stavi pensando per sorridere in quel modo? A me, forse?»
Delanna lottò per mettersi in piedi nell’acqua che le arrivava al petto. «Jay!» esclamò, ancora tossendo. «Ma cosa ci fai tu qui?»
«Mi avevi chiesto tu di venire, ricordi?» replicò Jay, chinandosi per provare la temperatura dell’acqua con la mano. Indossava dei pantaloncini corti, non aveva né camicia, né scarpe e le stava sorridendo. «Anzi, mi hai implorato di venire.»
«Io ti avevo chiesto di portare il mio baule,» ribatté Delanna quando i suoi piedi riuscirono finalmente a trovare il fondo. Mise le mani sui fianchi e lo fissò perplessa, perché sapeva che Jay non aveva avuto il tempo sufficiente per compiere il viaggio di andata e ritorno da Grassedge.
«E io te l’ho portato,» replicò Jay in tono tranquillo, «insieme a qualche comodità della civiltà.»
Unì le mani a coppa per spruzzarla ma Delanna tese la mano per deflettere lo spruzzo. Sentì qualcosa urtarle la spalla e udì un plop che non sembrava acqua. Abbassando lo sguardo, vide una saponetta color rubino che galleggiava accanto al suo fianco.
«È stato un viaggio lungo e afoso,» commentò Jay. «Non mi dispiacerebbe concedermi un bel bagno.»
Ed era venuto preparato, indossando solo un paio di pantaloncini e portandosi dietro una saponetta. Doveva essere arrivato poco tempo dopo che Delanna era uscita di casa, l’aveva scoperta da sola nella polla ed era tornato indietro per togliersi la camicia e le scarpe e per prendere il sapone. E non si trattava neppure di sapone ordinario: gli oli aromatici stavano già formando una pellicola colorata mentre si scioglievano nell’acqua calda. Delanna si chiese per quanto tempo Jay fosse rimasto a osservarla prima di manifestare la sua presenza. Probabilmente abbastanza a lungo per essere sicuro che Sonny o i ragazzi non sarebbero tornati dai campi da un momento all’altro per unirsi a lei. Jay Madog le stava sfuggendo di mano e lei doveva fare qualcosa per impedirlo.
«Jay,» esordì. «Apprezzo davvero il fatto che tu mi abbia portato il baule tanto in fretta…»
«Non avrei mai potuto riuscirci senza avere i dati dei sondaggi correttamente integrati in quel programma. Penso di avere stabilito un record per i viaggi di andata e ritorno,» replicò Jay mentre si sedeva sulla cengia rocciosa che sporgeva sulla sorgente. «Sei davvero unica, Delanna: metà genio della cibernetica, metà sirena. Quali altri sorprese hai in serbo per me?»
«La prossima non ti piacerà,» replicò Delanna mentre Jay metteva i piedi in acqua e scopriva di trovarsi su un’altra cengia di roccia. Sembrava che fosse pronto a tuffarsi verso di lei, ma Delanna non era disposta a mettersi a fare giochi acquatici con Jay Madog da sola e in una polla isolata. Lanciò la saponetta nella sua direzione. Jay allungò un braccio e la prese al volo con abilità, sogghignando mentre apriva l’altra mano, rivelando che stringeva una seconda saponetta.
«Allora, qual è la mia sorpresa?» le chiese, lanciandole di nuovo, con estrema disinvoltura, una delle saponette, mentre gettava l’altra verso la cengia sul bordo della pozza.
Jay non poteva vedere la scimmia incendiaria che attraversò gli arbusti appena in tempo per prendere al volo la saponetta illuminata dalla luce del sole, che l’aveva fatta splendere come una gemma, ma vide il volto di Delanna assumere un’espressione di sorpresa mista a orrore quando si rese conto che la scimmia stringeva la saponetta con entrambe le mani e che Cleo stava superando in volo il cespuglio, cinguettando lietamente mentre ritraeva le zampe e allargava il carapace come se fosse un timone, assolutamente sicura che una delle scimmia l’avrebbe presa al volo.
«No!» gridò Delanna, poi eseguì un qualcosa che era a metà tra il salto e il tuffo per eseguire lei stessa quella presa impossibile.
Jay si girò appena in tempo per vedere il resto della banda di scimmie emergere dai cespugli. Barcollò all’indietro nell’acqua mentre Delanna lo superava di slancio. Era sicura che Cleo stesse per fracassarsi sulle rocce davanti ai suoi occhi, rompendosi l’esoscheletro o peggio, quando la scimmia incendiaria con la saponetta tra le mani allungò con calma un piede, afferrò Cleo e, con un movimento circolare aggraziato come quello di una ballerina, la inviò verso un un’altra coppia di mani tese.
«Torna qui!» gridò Jay. «Lascia che se la prendano.»
Le strinse la mano, ma era resa scivolosa dal sapone e Delanna riuscì a sfuggirgli. Salì affannosamente sulla cengia di roccia e poi sulla riva per afferrare la scopa dalla nicchia in cui l’aveva lasciata, appena in tempo per proteggersi dalle dita delle scimmie, tanto affascinate dai suoi capelli e, almeno quel giorno, tanto audaci che solo un uso energico e abbondante della scopa riuscì a farle desistere.
«Cleo, vieni subito qui da me!» gridò Delanna in tono brusco, sovrastando il whump! whump! della scopa. «E tu,» disse alla scimmia colpevole, che stringeva ancora la saponetta, «mettila giù e non prendere mai più nulla mentre stai giocando a palla con Cleo!» Whump! Whump!
La scimmia con la saponetta grugnì e sparì tra i cespugli; le altre la seguirono, non prima, però, di avere fatto un tentativo poco convinto di afferrare Cleo, che, sorprendentemente, era accanto al polpaccio sinistro di Delanna. La ragazza agitò di nuovo la scopa, che si limitò a tagliare l’aria. Le scimmie incendiarie erano sparite. Delanna gettò a terra la scopa e sollevò Cleo, iniziando a coccolarla. Lo scarabeo teneva stretta l’altra saponetta, che era più o meno delle dimensioni e della forma di un uovo d’oca. «Quei cattivoni dei tuoi amici mi hanno spaventata a morte. Guarda qui: ti sei rotta un’altra scaglia,» la rimproverò in tono distratto, mentre nel corpo le scorreva ancora l’adrenalina del pericolo corso da Cleo. Respirò a fondo, si sentì meglio e infine si ricordò di cercare Jay.
Lui la stava raggiungendo dal centro della polla. «Quelle scimmie incendiarie sono troppo audaci,» commentò in tono leggermente nervoso.
Le unghie di Cleo ormai erano coperte di sapone. Lo assaggiò e non trovandolo di proprio gusto se le pulì sui capelli di Delanna. Delanna entrò di nuovo nella pozza, tentando di togliere la saponetta dalle unghie di Cleo mentre raggiungeva la parte in cui l’acqua le arrivava al petto. Riuscendo infine a togliere la saponetta dalle zampe di Cleo, la gettò di nuovo sulla cengia mentre lo scarabeo si puliva di nuovo le unghie sui suoi capelli.
«Dovrei andare a prendere il mio fucile,» commentò Jay. Aveva allungato un braccio verso Delanna, ma si fermò quando si rese conto che aveva Cleo tra le braccia.
«Sono solo i miei capelli,» spiegò lei. «Alle scimmie incendiarie piace il loro colore.» E adesso i suoi capelli erano striati da grumi di sapone sciolto. Lavò le unghie di Cleo e quando ebbe tolto tutta la terra dalla scaglie, fu sicura che lo scarabeo stava bene.
«Una banda di scimmie incendiarie così numerosa e così vicina alla casa potrebbe diventare pericolosa,» commentò Jay in tono irritato.
Delanna appese Cleo al collo, come se fosse un pendente, si tolse in fretta il sapone tra i capelli. «Questa volta è stata la tua saponetta rossa ad attrarre la loro attenzione,» spiegò a Jay.
«Ho dell’altro sapone,» replicò lui in tono ancora irritato. «Sonny sa bene che non dovrebbe farne rimanere in giro così tante.»
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