Zach Hughes - Segnali da Giove

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Segnali da Giove: краткое содержание, описание и аннотация

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Da osservazioni raccolte sulla Terra risulta che nella bassa atmosfera di Giove è entrato qualcosa da cui cominciano a pervenire dei segnali. Un Ufo? La deduzione sembrerebbe inevitabile dal momento che nessuna astronave terrestre è ancora mai penetrata laggiù. Ma Zach Hughes — autore dell’indimenticabile Il campo degli Ufo e specialista di fantascienza spaziale non può certamente accontentarsi di una spiegazione così semplice…

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— Abbiamo portato a casa la pagnotta, come le altre volte — disse Dom.

— Un’espressione appropriata, ammiraglio, perché in un certo senso è esattamente quello che avete fatto, vero?

— L’ho appena detto.

— Perché la stiva della New Republic contiene abbastanza materia prima da fornire cibo a milioni di persone.

— Per essere esatti — disse Dom — la stiva contiene molte centinaia di migliaia di tonnellate di nube carbonigena, presa da quello strato gassoso del pianeta Giove che si trova a tremila atmosfere di pressione.

— Ammiraglio Gordon, torniamo adesso all’inizio, a quando voi e J.J. Barnes progettaste la prima Kennedy.

— J.J. non progettò affatto la nave — disse Dom. — Era l’organizzatore, ma il progetto di costruzione fu fatto da me e dalla mia squadra, che comprendeva Larry e Doris Gomulka…

— Tagliate — disse Marrow. — Torniamo a dove dico «torniamo all’inizio». Bene. Torniamo all’inizio, ammiraglio, a quando voi e la vostra squadra stavate progettando la costruzione della prima Kennedy. Ho sentito dire che ignoravate la vera funzione della nave. È così?

— Ci fu detto che c’era una nave aliena nell’atmosfera di Giove — disse Dom.

— È vero che solo uno o due uomini conoscevano il vero scopo della prima spedizione?

— Non so quanti ne fossero a conoscenza — disse Dom. — Certo J.J. Barnes era fra questi.

— Ma voi, ammiraglio, appena vi trovaste dentro l’atmosfera di Giove capiste subito che J.J. Barnes era un uomo lungimirante, dotato di grande acume e discernimento?

— Pensai che fosse pazzo — disse Dom.

— Certo non la penserete più così adesso, immagino — rise Marrow.

— Penso ancora che sia matto, ma un matto ispirato e molto fortunato. Ha giocato d’azzardo, e gli è andata bene. È stata una giocata molto fortunata, e dobbiamo molto a J.J.

— Dareste il vostro voto perché J.J. Barnes diventasse Presidente degli Stati Uniti?

— No — disse Dom.

— Tagliate — disse Marlow.

— Che cavolo di domanda è questa? — disse Dom.

— Non sapete che J.J. si presenta candidato per la Presidenza, alle prossime elezioni? — disse Marrow.

— No, non lo sapevo.

— Votereste per lui?

— No.

— Lasciate stare — disse Marrow. — Taglieremo in un secondo tempo. — Rifletté un attimo. — Siete un elettore qualificato, ammiraglio Gordon?

— Non ancora. Probabilmente dovrò farmi dare lezioni da mia moglie per superare la prova scritta.

Marrow stava per formulare un’altra domanda, quando Dom lo interruppe. — Ma cos’è, J.J. ha organizzato questa intervista perché esprimessi la mia stima per lui e il mio appoggio alla sua candidatura?

— Lasciate — disse Marrow. — Taglieremo in seguito. — Cambiò tattica. — In quanto progettista delle Kennedy e suo Comandante nel primo viaggio potreste, ammiraglio Gordon, spiegarci quello che alcuni definiscono un miracolo?

— Be’, in realtà non si è trattato di un miracolo — disse Dom. — È capitato al momento giusto, e questo l’ha fatto apparire un miracolo. La materia prima era là. Noi siamo riusciti semplicemente a costruire un’ astrocisterna capace di andare a raccoglierla. Ciò che la maggior parte della gente trova sconcertante è in realtà semplicissimo. Questo «miracolo» si ripete ogni giorno, sulla Terra. Quando l’aria è sovraccarica di vapore si condensa e cade in forma di precipitazione. Se si sovraccarica un’atmosfera con i dovuti quantitativi e i dovuti composti di carbonio e idrogeno, la precipitazione sarà costituita da carboidrati.

— Ovvero di manna proveniente dal cielo — disse Marrow.

— Gli antichi ebrei la chiamavano così — disse Dom. — Il Talmud parla di pane che pioveva dal cielo. Nelle leggende islandesi, la gente mangia la rugiada del mattino; i buddisti parlano di olio celeste, di profumo, di unguento. La biblica manna arrivò in un momento di crisi e fu definita un miracolo; del resto, anche i nostri carboidrati di Giove sono arrivati in un momento di crisi. L’unica differenza è che non ce li hanno portati né gli dèi, né le dee, ma ce li siamo andati a prendere da soli.

— Sì, grazie alla preveggenza di quel grand’uomo, J.J. Barnes — disse Marrow, sorridendo alle telecamere.

— Grazie a Immanuel Velikovsky — disse Dom — che è morto da un pezzo.

— Ah, sì — disse Marrow.

— È per questo che la terza nave verrà chiamata Velikovsky — disse Dom.

Molto più tardi, Dom era sdraiato su un’amaca e guardava il sole tramontare sul Golfo del Messico. Era una bella sera. Dom era contento, nel caldo vento d’estate che gli carezzava la pelle. Aveva in mano un bicchiere vuoto e stava cercando di raccogliere le forze per andarselo a riempire di nuovo, quando arrivò Doris.

— Ehi, ammiraglio — gridò.

— Stanno per trasmettere la tua intervista.

Dom si avviò lemme lemme. Si vide in Tv accanto a John Marrow. Brontolò e andò a prepararsi un drink, ma poiché anche lui era un essere umano tornò davanti allo schermo, a guardare la sua immagine così come la vedevano gli altri. Tuttavia non riuscì a guardarsi a lungo, perché Doris, che appariva sullo schermo vicino a lui, era davvero bellissima.

— Sei telegenica, in Tv color — disse lui.

— Tu hai l’aria di avere sonno.

— Lo avevo.

— Ci sono matti e matti — stava dicendo Dom in televisione. — Velikovsky era un matto che visse e scrisse nella seconda metà del ventesimo secolo. In sintesi elaborò una teoria raccogliendo informazioni da centinaia di antichi scritti…

— Scritti ben poco attendibili — disse. Marrow.

— Poco attendibili solo a causa delle limitazioni imposte dalle lingue antiche — disse Dom.

— Prendiamo per esempio la Bibbia. La Bibbia fu scritta in ebraico, lingua in cui, come nella maggior parte delle lingue antiche, una parola può avere molti significati. Perciò, a seconda del traduttore della Bibbia, così come di qualsiasi altro scritto antico, si possono avere innumerevoli versioni. Per esempio, poco tempo dopo che Velikovsky aveva elaborato la sua teoria, un tedesco si servì delle stesse fonti per dimostrare che la Terra era stata visitata da spaziali provenienti da un altro pianeta. Insomma, uno negli antichi scritti può vederci tutto quello che vuole. Però Velikovsky aveva un lieve vantaggio, dal punto di vista della plausibilità. Previde per esempio che la temperatura di Venere fosse molto elevata, più elevata di quanto pensassero gli scienziati.

— Questa temperatura elevata di Venere non gioca un ruolo importante nella teoria di Velikovsky?

— Velikovsky sosteneva che Venere fosse stato scagliato dal pianeta Giove in un’orbita eccentrica che per poco non lo portò alla collisione sia con Marte sia con la Terra — disse Dom.

— E questo sarebbe successo all’epoca dell’Esodo e ancora all’epoca di Giosuè, nella Bibbia — disse Marrow.

— Ma la teoria di Velikovsky non spiegava tutti i fenomeni conosciuti — disse Dom — per cui fu considerata assurda e sconclusionata. E fu del tutto dimenticata.

— Ma non da J.J. Barnes — disse Marrow.

— Già — disse Dom. — Secondo Velikovsky, le nubi carbonigene strappate a Giove dal pianeta Venere avrebbero fatto precipitare carboidrati sulla Terra nel momento della quasi-collisione. Un matto si è ricordato di ciò che aveva detto un altro matto, e noi siamo andati su Giove per scoprire che effettivamente la sua atmosfera era… tutta latte e miele.

— In questo momento — disse Marrow — un carico di nubi carbonigene proveniente da Giove viene pompato in una camera immensa, sulla Luna. Lì, i carboidrati vengono fatti precipitare e trasformati in pani dolci, i pani dolci che voi e io mangeremo nell’immediato futuro.

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