Nel pomeriggio arrivarono notizie che distrassero l’attenzione degli uomini dell’osservatorio dal pesce lagunare. Il radiotelegrafista arrivò di corsa sul molo con un messaggio. In quel momento il ponte dell’“ Esperance ” non presentava un bello spettacolo, insozzato com’era dai resti dei pesci che Jug stava coscienziosamente buttando fuori bordo.
Il radiotelegrafista salì a bordo e consegnò il messaggio al dottor Morton che lo lesse subito.
— C’è un’altra novità — annunciò poi a voce alta. — Il radar a lungo raggio ha localizzato un nuovo corpo celeste il quale probabilmente farà un giro attorno alla Terra prima di penetrare nell’atmosfera e incendiarsi. Secondo i dati dovrebbe passare proprio qui sopra. Ci chiedono di tenerlo sotto controllo! — Agitò in aria il foglio di carta. — Forza, mettiamoci al lavoro. Mi sbaglierò, ma torna a galla la storia del bolide della notte scorsa e del perché è caduto dove è caduto. Vediamo un po’ se questa volta riusciamo a fare i calcoli esatti!
Sbarcò e si diresse all’osservatorio seguito dagli altri già tutti presi dal fatto nuovo. Bisognava fare dei calcoli e verificarli tenendo conto di tutti i possibili effetti del magnetismo terrestre.
— Bisogna portare questi oggetti a Manila e confrontarli con gli altri — disse Davis. — Ma credo che sia meglio fermarci ancora un po’ e vedere questo nuovo bolide.
Alla stazione dell’isola erano ricominciate le discussioni. Dal dottor Morton al cuoco, tutti facevano supposizioni e predizioni. Secondo i calcoli ufficiali di Washington, basati sull’altezza e la velocità del corpo celeste, il bolide sarebbe caduto in un punto dell’oceano Pacifico meridionale. Secondo il dottor Morton sarebbe finito nel Mar della Cina, esattamente al numero “X” di miglia dall’isola di Thrawn.
Alle otto e quattordici della sera, con un lieve anticipo sui calcoli ufficiali, ma in perfetta coincidenza con quelli del dottor Morton, il bolide passò sopra le loro teste. Fu uno spettacolo straordinario. Il meteorite si lasciava dietro una lunga scia fiammeggiante. Dieci minuti più tardi la radio informò che il bolide era finito in mare. La caduta era stata osservata da un aereo che sorvolava la zona dove l’“ Esperance ” aveva incontrato lo strano cerchio scintillante. L’aereo si trovava sul posto per controllare se il fenomeno si ripeteva, ma non aveva osservato nulla di strano tranne la caduta del meteorite, sprofondato nel mare fra nuvole di vapore e ondate altissime. Era anche stato notato che il bolide non era più di un bianco incandescente come quando aveva sorvolato l’isola, ma di un rosso cupo.
L’oceano, in quel punto, aveva una profondità di ottomila metri.
Quattordici ore dopo, l’“ Esperance ” era pronta a salpare da Thrawn. Doveva portare a Manila gli strani congegni di plastica perché venissero esaminati nei laboratori scientifici. Non erano i primi oggetti del genere che finivano in mano agli specialisti, perché se n’erano già trovati cinque. Ma questi otto, di quattro tipi diversi, avrebbero dato nuovo interesse agli studi. Interesse acuito dal mistero che circondava ancora lo scopo di quei minuscoli apparecchi.
Prima della partenza salì a bordo il dottor Morton. L’astronomo aveva un suo particolare problema. Per il bolide della notte prima lui aveva previsto al minuto, e quasi al metro, l’ora e il luogo di caduta del corpo celeste, ed era stata la prima previsione del genere assolutamente esatta in tutta la storia dell’astronomia. Lui era stato l’unico a fare i calcoli esatti. Nessun altro astronomo della Terra c’era riuscito, e adesso il dottor Morton era tempestato di chiamate perché tutti volevano sapere come diavolo avesse fatto. In particolare chiedevano come aveva potuto calcolare che il bolide avrebbe perso trenta metri al secondo di velocità, non uno di più e non uno di meno, durante il suo giro attorno alla Terra. Era il dato che mancava agli altri astronomi, ed era esattamente quello che aveva permesso a Morton di fare una previsione esatta.
Morton pregò Davis e Terry di scendere un momento con lui nella piccola sala dell’“ Esperance ”. Terry esitò, e l’astronomo proruppe: — Non potete rifiutarvi di ascoltare i miei guai! Dopo tutto ne siete ampiamente responsabile.
Terry lo seguì a disagio. Non si spiegava le parole del dottor Morton sulla sua responsabilità. Lui non aveva mai parlato delle sue ipotesi sulle scoperte della spedizione. Del resto non ci voleva credere lui stesso, per quanto si fosse reso conto benissimo che qualunque altra spiegazione non si adattava agli ultimi avvenimenti.
— In sedici mesi — cominciò il dottor Morton con aria seccata, non appena furono nel saloncino, — abbiamo rilevato la caduta di sei bolidi nella Fossa di Luzon. È un fatto incredibile! Naturalmente non si può escludere una serie matematica di coincidenze anche se incredibili, ed è proprio per spiegarle che esiste la legge delle probabilità. Fino alla notte scorsa questa sembrava l’unica spiegazione possibile.
Davis annuì, con espressione strana.
— Ma adesso non ci possiamo più attaccare a questa spiegazione! — riprese il dottor Morton. — Il bolide della notte scorsa, l’esperimento di pesca fatto ieri, il cerchio di oceano luminoso, quei dannati aggeggi di plastica e i pesci abissali che vivono tranquillamente in acque basse! Per questi fatti non esistono spiegazioni ragionevoli, e non si può parlare di coincidenze!
— Temo infatti che non lo siano — ammise Davis.
— Non voglio nemmeno prendere in considerazione la spiegazione più ovvia — commentò Morton. — Eppure non si tratta più, a questo punto, di stabilire se una teoria è o non è assurda. Il problema è di stabilire se è vera.
Davis annuì, e Terry non trovò niente da obiettare. Al giorno d’oggi però si ha la tendenza a dare più importanza alla ragione che ai fatti, e Terry si sentiva riluttante ad accettare un’idea statisticamente improbabile.
— Sono in un mare di guai! — si lamentò Morton. — Ho calcolato che quel maledetto bolide avrebbe rallentato una volta entrato in orbita attorno alla Terra, e i miei calcoli si sono rivelati perfetti. Volete sapere come mi sono regolato? Ve lo dico subito! Ho calcolato di quanto avrebbe dovuto rallentare per cadere esattamente nella Fossa di Luzon. Di trenta metri al secondo. Manco a farlo apposta il bolide ha rallentato di trenta metri al secondo ed è finito nel bel mezzo della Fossa. Ora ditemi voi: come faccio a spiegare un ragionamento del genere a quei signori di Washington?
Terry sentì improvvisamente una grande simpatia per Morton. È già brutto dover discutere con se stessi su qualcosa di incredibile, ma il dottor Morton era in una situazione assai più delicata: per aver ingenuamente dichiarato i risaltati di un suo ragionamento non del tutto ortodosso, risultati rivelatisi poi giusti, doveva adesso spiegare come c’era arrivato. E non poteva farlo.
— Questa storia dovrà pur finire! — brontolò Morton, rabbioso. — Prima o poi scopriranno che non ho calcolato il punto di atterraggio in base ai dati relativi al volo, ma ho fatto esattamente l’inverso. Davis, per l’amor di Dio, fai qualcosa per salvare la mia reputazione! E voi…
— Cercherò di fare il possibile — promise Davis.
— Ho bisogno di avere le prove che i miei sospetti sono giusti o sbagliati, o correrò il rischio di rovinarmi! — esclamò Morton. — So che cos’hai in mente di fare, Davis. Ebbene, sbrigati a farlo! Qui alla stazione possiamo esserti di qualche aiuto?
Davis allargò le braccia in un gesto che rivelava quanto poco ci sperasse.
— Qualcosa potete fare — disse invece Terry. — Mandate qualcuno con una barca all’imbocco della laguna e ditegli che immerga un remo in acqua tenendo appoggiato l’orecchio all’impugnatura. Dovrebbe sentire il ronzìo, se c’è ancora. Stamattina c’era.
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