— Secondo voi da cosa è prodotto quel suono? — domandò Deirdre.
— Non ho dati sufficienti per rispondervi — disse Terry. — Prima voglio scoprire quali altri strani fenomeni si verificano nella zona. Banchi di schiuma sulla superficie del mare, forse. Ma non riesco a capire il rapporto fra le due cose.
Il fuoribordo accostò all’“ Esperance ” e il giovane tese la mano a Deirdre per aiutarla. Non tremava più. La ragazza accettò l’appoggio per salire sul molo.
— Andiamo alla stazione di controllo? — chiese.
— Sì… Visto che sono tutti là. Dall’edificio che ospitava l’osservatorio veniva un rumore confuso di voci. Mentre si avvicinavano alla costruzione, Terry si guardò attorno. Su un lato, all’esterno, c’era il complesso delle antenne che permetteva di individuare le piccole lune artificiali in orbita attorno alla Terra mediante la ricezione dei segnali trasmessi automaticamente dai satelliti. I corpi artificiali, sferici, cilindrici, conici, seguivano ognuno la propria orbita e inviavano regolarmente segnali della potenza di una frazione di watt. Le antenne a terra captavano quelle emissioni e ne ricavavano un’infinità di dati. In tal modo era possibile determinare con precisione il percorso dei satelliti che volavano a centinaia di chilometri di altezza. Volando dove le stelle erano semplici punti luminosi e il sole sembrava un disco avvolto in una cornice di fuoco, le piccole lune inviavano sulla Terra informazioni nuovissime per gli uomini. Nel cielo vagavano, ormai muti perché i loro strumenti non funzionavano più, o non avevano mai funzionato, alcuni satelliti ormai inutili. Di quando in quando le antenne registravano il passaggio di alcuni corpi celesti… sconosciuti e misteriosi.
Il bolide della notte prima, ad esempio, era sconosciuto e misterioso.
Appena entrati sull’ampia veranda della sala di ricreazione per il personale dell’osservatorio, Deirdre e Terry sentirono la voce del dottor Morton.
— È fuori discussione — stava dicendo l’astronomo. — D’accordo che sui lanci russi sappiamo solo quello che abbiamo scoperto con i nostri mezzi, ma qui non si tratta di un oggetto terrestre. Se fosse stato un satellite sovietico, i russi l’avrebbero lanciato dal loro territorio. E invece non è così. Questo è tassativo. Se infine volessimo supporre che si trattava di un satellite “vecchio” uscito di orbita, ebbene anche in questo caso noi sappiamo che mai e poi mai avrebbe potuto uscire dal suo apogeo in modo da seguire un simile angolo di caduta!
Deirdre e Terry sedettero mentre qualcuno dichiarava con forza: — Le nostre osservazioni erano sbagliate. Non c’è altra spiegazione! Il campo magnetico terrestre non avrebbe potuto influenzare la velocità di un corpo al di fuori dell’atmosfera. Ora i dati ricavati dalle osservazioni dicono che quel corpo ha rallentato la sua velocità. Questo è impossibile!
In quel momento Davis salutò la figlia e l’elettrotecnico con un gesto della mano, e la discussione venne momentaneamente sospesa per le presentazioni. Tutti conoscevano la ragazza, ma solo Morton aveva avuto l’occasione di conoscere Terry. Quando la discussione riprese, un giovane calvo seduto accanto a Terry gli mormorò: — Si stanno divertendo. Una volta il radar ha segnalato la presenza in orbita del secondo stadio di un missile, e qui ne hanno parlato per giornate intere. Volete birra?
— No, grazie — rispose Terry.
— Mi sentirei molto più tranquillo se l’oggetto della notte scorsa non fosse caduto in quel punto — disse Davis con calore. — Un bolide celeste è un animale che gode di assoluta libertà d’azione — commentò una voce divertita.
La discussione continuò. Deirdre prese a parlare con una donna abbronzatissima, di mezza età e dall’espressione placida. Doug mangiava con impegno un panino che gli era appena stato offerto, Tony ascoltava attento.
Di colpo Terry si sentì fuori dalla realtà. Appena mezz’ora prima era in mezzo alle torture e si era salvato solo per merito di Deirdre. A bordo dell’“ Esperance ” il comportamento dei pesci l’aveva talmente assorbito da fargli dimenticare tutto il resto del mondo. E lì, adesso, una dozzina di persone si stavano accapigliando per i movimenti di un meteorite. Difficile trovare argomento meno interessante per i non iniziati. Fuori di lì, nel resto del mondo, la gente discuteva di calcio, di macchine, di politica.
Doug chiese scusa e si allontanò. Poco dopo Terry lo raggiunse. Il giovane fumava una sigaretta guardando le palme e il cielo. — Discussione impegnativa — disse Terry.
— Ne ho fin sopra i capelli — commentò Doug. — Là dentro mi sono sentito terribilmente solo, e mi è venuta in mente la mia ragazza. A lei piacciono le discussioni del genere, ed è proprio per questo che… — s’interruppe.
— Sull’“ Esperance ” c’è un respiratore, vero? — domandò Terry.
— Certo. Ne abbiamo due o tre. Il signor Davis pensa che ci serviranno. Perché me l’avete chiesto?
— Vorrei esplorare il fondo della laguna — rispose Terry. — Volete essere della partita?
— Volentieri — disse Doug. Salirono a bordo e Doug andò a prendere due respiratori. Controllarono valvole, serbatoi, pressione e tubi. Lo studente prese anche due fucili ad aria compressa. Mezz’ora più tardi i due giovani erano sul fuoribordo, diretti verso il punto in cui secondo Doug la laguna era più profonda. Arrivato sul posto, prima di immergersi Terry saggiò l’acqua con la punta delle dita. Poi scartò il fucile e prese una delle fiocine che a quanto pareva facevano parte della normale attrezzatura di un pescatore, su quell’isola. Doug rimase a bordo, a osservare.
L’idea di Terry di cercare nel punto più profondo della laguna si rivelò esatta. Nel giro di un’ora arpionò cinque pesci, cinque pesci di quelli che solitamente vivono oltre i duemila metri. Trascurati i normali abitanti delle acque basse, prese per primo un esemplare rosso scuro, colore predominante tra gli abitanti degli abissi e inesistente altrove. E quando non aveva il riferimento del colore, si accaniva sui pesci con occhi eccezionalmente piccoli, o estremamente grandi, caratteristica questa propria agli animali che vivono in acque molto profonde. Ne catturò cinque in tutto.
Doug esaminò il bottino mentre il fuoribordo tornava a riva.
— Che strani pesci — commentò lo studente. — Non mi piacerebbe trovarmeli nel piatto.
— Neanche a me — disse Terry. — Ma in un certo senso mi sono simpatici. Questi pesci e io abbiamo vissuto la stessa esperienza.
Ed era così. Non poteva essere altrimenti. Quei pesci non si sarebbero mai trovati in un ambiente così diverso dal loro se qualcosa non li avesse costretti a emigrare dalle tenebre profonde nelle quali avevano sempre vissuto. E Terry aveva il ricordo recentissimo di ciò che doveva aver spinto fin lì quelle creature degli abissi.
Portò i pesci sulla tolda dell’“ Esperance ” e mentre Doug riponeva i respiratori cercò in cambusa un coltello affilato. Quando tornò sul ponte lo studente guardò con disgusto il lavoro che Terry stava facendo.
— Vi piace? — domandò.
— Nemmeno per sogno, ma è una necessità — rispose Terry.
Doug se ne andò poco dopo, e lui finì il suo spiacevole lavoro.
Aveva appena smesso di lavare il ponte, che arrivò Deirdre. Quando la ragazza salì sul ponte lui era intento al registratore.
— Speravo di poter parlare a mio padre del ronzìo all’imbocco della laguna — disse la ragazza, — ma era talmente preso dalla discussione sul meteorite che non sono nemmeno riuscita ad avvicinarlo.
— Ci sono altre novità — annunciò Terry. — Mi sono immerso con un respiratore. Ero con Doug — aggiunse interrompendo la protesta di Deirdre. — Ho preso alcuni pesci che non avrebbero dovuto trovarsi lì e li ho sezionati. Hanno la vescica natatoria perforata in modo da poter sopravvivere anche in acque molto meno profonde di quelle a cui sono abituati. Ed ecco qui la cosa più importante.
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