Tese la mano. Sul palmo c’era un minuscolo oggetto di plastica del diametro di due centimetri e mezzo. All’interno si vedeva un complicato intrico di lamine e fili metallici. La sfera aveva l’aspetto misterioso degli apparecchi tecnicamente più complessi.
— Era applicato alla pinna di uno di quei pesci — riprese il giovane. — Ho anche scoperto a cosa serve, almeno in parte. Quando è immerso in acqua, se viene colpito da un’onda sonora emette un sibilo. Come soffiare sulle corde di un piano.
Deirdre lo guardò, sbalordita.
— Sto dicendo che questa sfera capta un suono e ne rinvia un altro — disse Terry. — Ma vorrei sapere che scopo ha di preciso! Per il resto preferisco non domandarmi chi l’ha fabbricato e perché!
— Che cosa… che cosa avete intenzione di fare, adesso? — domandò Deirdre.
— Non lo so — rispose lui. — Ho la sensazione che la cosa migliore da fare sarebbe quella di ributtare in mare questo aggeggio, ritirarsi in qualche posto tranquillo, e dimenticare tutta la faccenda. Forse se smetto di pensare al problema, questo si annulla da sé!
— Vado a cercare mio padre per metterlo al corrente — disse Deirdre.
— Ditegli che ho intenzione di provare il mio amplificatore, e che vorrei avere qualche testimonio — raccomandò Terry. — Se dobbiamo raccontare a qualcuno tutte queste pazzie sarà meglio avere delle prove ben precise. Voglio provare a radunare in un punto tutti i pesci della laguna, per vedere quanti sono gli esemplari di pesci abissali, e quanti di questi hanno addosso simili apparecchi-spia.
Deirdre si allontanò, ma fatti pochi passi si girò di scatto.
— Avete detto apparecchi-spia?
— Mi è sfuggito — brontolò Terry. — Non fateci caso, è stato così per dire.
Informate soltanto vostro padre che sono impaziente di radunare tutti i pesci e che dovrebbe venire ad aiutarmi. Deirdre lo guardò in modo strano, poi scese sul molo e si allontanò in cerca del padre.
Terry incominciò a passeggiare su e giù per la tolda dell’“ Esperance ”. Pochi minuti più tardi comparve Davis, con Deirdre e i quattro studenti. Ma non erano soli. Dietro di loro venivano i tecnici e gli scienziati dell’osservatorio momentaneamente non in servizio. Terry riconobbe il dottor Morton e il giovanotto che gli aveva offerto la birra.
— Mi hanno sentito parlare della storia di radunare il pesce — spiegò Deirdre, — e vogliono assistere allo spettacolo. Hanno persino dimenticato il meteorite di ieri sera per venire ad assicurarsi un posto in platea. Non avete niente in contrario?
Terry si strinse nelle spalle. Registratore ed amplificatore erano pronti. Il, nastro era quello con i suoni captati nel cerchio luminoso. Appena messo in funzione l’apparecchio, dall’amplificatore scaturì una specie di rombo assordante. Terry calò in acqua il trasmettitore che scomparve sotto la superficie.
Immediatamente i pesci della laguna parvero impazzire. L’intero specchio d’acqua ribollì di migliaia e migliaia di pesci frenetici. Terry regolò il suo strumento in modo che il raggio d’azione del suono si restringesse a poco a poco ottenendo così l’effetto di una enorme rete che viene ritirata. Pigiati entro una zona sempre più compressa i pesci continuarono a guizzare e saltare sempre più agitati mentre il resto della laguna ritornava calmo di colpo. Poi anche entro il raggio sonoro le acque si quietarono: i pesci prigionieri erano riusciti a scappare.
— Temo che non sarà molto divertente — disse Terry. — Dovrò muovere il raggio attraverso la laguna fino a costringere tutti i pesci in una zona molto ristretta. Strano, ma si sentiva a disagio mentre procedeva con il suo esperi-mento. Non riusciva a dimenticare la sensazione provocata dal suono e ne conosceva i terribili effetti.
Fece ruotare lentamente il raggio. E ancora ci furono i sobbalzi improvvisi. Il raggio tornò e l’acqua venne percorsa da un fremito rabbioso. I suoni continui costituivano una barriera impenetrabile, un muro davanti al quale tutte le creature della laguna fuggivano in preda al panico. E infine, troppo densi in troppo poco spazio, i pesci presero a balzare fuori dall’acqua.
— Un notevole passo avanti da parte dell’uomo civile — commentò il dottor Morton. — Con l’invenzione dei fucili gli uomini hanno già distrutto bufali e piccioni. Adesso voi state facendo del vostro meglio per spopolare i mari.
Terry non rispose. Dal molo e dal ponte dell’“ Esperance ” una ventina di persone osservavano interessate la scena mentre il registratore continuava a trasmettere il ronzìo ossessionante che dilagava nell’acqua senza che nessuno dei presenti lo potesse sentire.
I pesci adesso si erano ammassati in un’insenatura della riva, e se ne vedevano parecchi saltare nell’aria e poi ricadere addosso agli altri.
— Così dovrebbe bastare — disse Terry. Provava un certo disgusto per ciò che aveva fatto. — Non posso certo buttarli sulla riva.
Il fuoribordo si staccò dal fianco dello yacht e raggiunse la zona dove l’acqua pareva ribollire sotto l’agitarsi dei pesci. Dall’imbarcazione Terry e gli altri scrutavano attentamente le onde. Poi lo scafo tornò indietro.
— Sono laggiù, e talmente fitti che ci si potrebbe camminare sopra — esclamò Davis. — Ho visto parecchi esemplari di acque fonde. Bisognerebbe prenderli.
— Poco fa ne ho presi cinque — disse Terry. — Addosso a uno ho trovato questo. — E gli tese l’oggetto di plastica. Per qualche secondo nessuno parlò. Poi il dottor Morton disse bruscamente:
— Prendiamo le fiocine e cerchiamo di catturarne il maggior numero possibile. Chi sa maneggiare bene un arpione? Si offrì Davis. Avrebbe usato le due fiocine che facevano parte dell’attrezzatura del fuoribordo. Dal molo altri addetti all’osservatorio partirono alla ricerca di imbarcazioni. A bordo dell’“ Esperance ” rimasero soltanto Deirdre e Terry. Era indispensabile che qualcuno restasse a manovrare il registratore.
Poco dopo la laguna si animò di barche. Un robusto giovanotto che faceva parte del personale dell’osservatorio si affrettò lungo la riva.
— Avevate ragione — disse Deirdre. — Siete riuscito a convogliarli in un sol punto.
— Avrei preferito aver torto — ribatté Terry.
— Perché?
— Non mi piace pensare a ciò che stanno provando quelle povere bestie. Vi ho detto prima per quale motivo i pesci delle profondità non muoiono in acque basse come queste. Resta da domandarsi per quale scopo quei pesci sono stati mandati qui. Possiamo anche dare un tono più scientifico alla domanda. Quale sarà la conseguenza dì questi fatti che qualche eminente biologo può anche considerare favorevoli?
— Non lo so — rispose Deirdre.
— Spero di non saperlo mai nemmeno io — commentò Terry.
Non era di buon umore. In quei giorni aveva fatto troppe congetture del genere a cui Davis aveva alluso, e la speranza che fossero sbagliate continuava a diminuire.
Un’ora più tardi tre barche fecero ritorno dall’insenatura dove si era ammassato tutto il pesce della laguna. Terry fermò il registratore e ritirò l’altoparlante. Il giovanotto grande e grosso avanzava lentamente lungo la spiaggia, sotto il peso di una grande quantità di pesce commestibile. Era il cuoco dell’osservatorio e aveva effettuato la sua pesca da riva. Gli uomini delle barche avevano catturato una sessantina di esemplari abissali. Sottoposti a controlli si scoprì che avevano tutti la vescica natatoria forata. La ferita, appena percettibile, si era perfettamente cicatrizzata attorno al minuscolo foro che si dilatava solo per lasciar uscire l’aria in eccedenza.
Prima di mezzogiorno furono trovati altri sette congegni di plastica inseriti nelle pinne degli esemplari pescati. Tre erano identici a quello trovato da Terry, due, di diverso tipo, erano però uguali tra loro, i rimanenti due appartenevano a due modelli differenti ancora. Solo i tre piccoli apparecchi identici a quello trovato da Terry risultarono sensibili ai suoni e in grado di trasformarli in suoni diversi con una frequenza superiore ai ventimila chilocicli. Degli altri nessuno ci capì niente.
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