Jack Vance - I racconti inediti
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- Название:I racconti inediti
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- Год:1995
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«Arman è cresciuto con cattivi risultati. È diventato un acrobata, un ginnasta vanesio. Stanco di questo mezzo di sussistenza, dette vita a un culto religioso tra donne anziane. Ebbe un brillante successo, finché alla fine venne sospettato di avere strangolato alcune sue benefattrici per i loro gioielli.»
Si udì un suono sommesso provenire da Mardien. L’Alto Ricognitore le rivolse un’occhiata incuriosita, poi continuò. «Vedi dunque che ha svariati interessi. Prima un buono a nulla, poi un acrobata in calzamaglia color porpora, e per tutto il tempo un assassino di vecchiette.
«Maxus divenne un luogo troppo pericoloso per lui. Si rese necessario fuggire per non venire condannato alla schiavitù. Riuscì a compiere l’impossibile: fuggì. Cosa ne pensi di tutto ciò?»
«Sono interessato.»
«Si è servito dello yacht privato del Patriarca.» L’Alto Ricognitore sorrise debolmente, come per una battuta. «La Prima Consorte del Patriarca l’aveva fatto costruire apposta per lui. Era uno yacht bellissimo: sale da bagno con tubature ricavate nell’avorio massiccio, tappeti in lanugine di anglesite, camere tappezzate di seta viola increspata.
«Il Patriarca naturalmente era — ed è — adirato. E lo sarà ancora di più quando scoprirà che Annan, sotto l’inattaccabile immunità del permesso di visitatore, ci ha venduto un grosso carico di schiavi. Sarà curioso di sapere perché non ho provveduto affinché Arman fosse adeguatamente punito per i suoi crimini. Il Patriarca ha una memoria per gli insulti uguale a quella del mitico leviatano terrestre.»
Gardius sorrise amaramente. «Perché non mandate uno dei vostri infuocati Lord a ucciderlo? Lord Spangle, per esempio, che sembra essere uno spirito di valore.»
L’Alto Ricognitore scosse la testa. «I Sommi non lasciano mai Maxus se non su una nave da guerra. Un uomo solo potrebbe venire catturato, e tutti i nostri segreti potrebbero venirgli estorti con la tortura. Come minimo sarebbe ucciso, poiché i popoli esterni non hanno certo pretese di amicizia nei nostri confronti. Tutti i nostri agenti esterni sono Orth… chiedo scusa, dovrei dire forestieri.»
«E allora?»
«E allora,» disse l’Alto Ricognitore, «la notizia della morte di Arman sarebbe di grande conforto per me e per il Patriarca. Arman consegnato vivo sarebbe motivo di giubilo. Scelgo te per queste confidenze, tu capisci, perché presumibilmente hai una disposizione personale a causare ad Arman dell’imbarazzo.»
Gardius si mosse al suo posto. «Cosa offri?»
«Hai parlato di un fratello e di una sorella?»
Gardius fissò indeciso il pavimento. Uccidere Arman era il suo più caro desiderio. Diventare un assassino prezzolato, un tagliagole… E tuttavia, Lenni e Gray. Una subitanea vampata di vergogna gli salì al volto. Aveva osato esitare, anche solo un istante? «Sì. Un fratello e una sorella.»
«Quando verrà accertata la morte di Arman per mano tua, saranno a tua disposizione.»
«Illesi? Mia sorella…»
«Illesi. Tua sorella verrà messa al servizio di una vecchia signora.»
«Accetto la tua parola.»
«E adesso,» disse l’Alto Ricognitore, «passiamo al denaro. Necessiti di ulteriori fondi, o il portafogli di Lord Erulite basta alle tue necessità?»
Gardius socchiuse gli occhi. Si irrigidì e lo fissò, senza parole.
«Un lazzarone buono a nulla, quell’Erulite,» osservò l’Alto Ricognitore. «Ma mio caro amico, non hai ancora risposto alla mia offerta.»
«I soldi servono sempre,» disse Gardius reprimendo il disgusto.
«Eccellente. La tua risposta mi rassicura. Ecco.» L’Alto Ricognitore gli gettò un pacchetto. «Trentamila milreis. La tua navicella è stata revisionata e ha il pieno di carburante. Partirai immediatamente.»
«Per dove?»
L’Alto Ricognitore centellinò del liquido in un calice, lo offrì a Gardius che rifiutò; allora lo assaggiò di persona, arricciò le labbra e schioccò la lingua con un rumore aspirante.
«Ah, non posso dirlo con certezza. Ma abbiamo una tecnica per scoprire queste cose quando i nostri agenti si rivelano degli inetti. Te la confiderò. Compiliamo un accurato elenco degli acquisti effettuati dai membri dell’equipaggio della nave. Per esempio, sappiamo che il cameriere di bordo di Arman ha riempito la dispensa di frutta fresca per due settimane. Altamente significativo: troppo poco, capisci, per un viaggio prolungato.
«Arman, comunque, ha caricato al massimo i depositi di combustibile. Inoltre, il cameriere ha portato a bordo una grossa scorta — sufficiente per diversi mesi — di glidio, che come ben sai è una polpa fermentata consumata quasi esclusivamente da razze di estrazione Iarnimmica, come noi Sommi, i Clas di Jena, i Luchistain.»
Si accomodò in una poltrona, si massaggiò una guancia. «Tutto molto significativo. E ancora, il medico ha fatto rifornimento di parabamina sessantasette da usarsi in atmosfere ricche di ossigeno, e di parecchi milioni di unità di siero stomatico, oltre ai soliti antivirali, antiallergici e tonificanti cellulari.
«E poi il carico di Arman, molto interessante. Non piccoli rotatori automatici, ma casse di micrometri, campionatori di luce, e i nostri nuovi energometri multiuso. Niente torce, pistole, macchine per cucire, gruppi di gravitone, ma duplicatori tridimensionali e lingotti del nostro piombo cristallizzato superconduttivo.» Osservò Gardius con educata curiosità. «Ora cosa deduci da tutto questo?»
Gardius disse: «Immagino che prima abbiate stabilito una sfera a due settimane di raggio da Maxus, e abbiate fatto una lista dei pianeti abitati compresi in quella sfera.»
«Corretto. Ce n’erano quarantasei.»
«Un’atmosfera ricca di ossigeno implica un mondo ricco di vegetazione. La stomatite suggerisce umidità. Un pianeta con paludi estese e giungle.»
«Continua.»
«Un pianeta con frutta fresca ma senza glidio. Di conseguenza un pianeta abitato non da Iarnimmici ma da Savari, Gallicretini, Congoin o Pardus. Un popolo senza grandi centri di ricerche, con piccole fabbriche che producono solo per il consumo locale, invece di progettare o creare.»
L’Alto Ricognitore fece un gesto vago. «Soltanto un mondo di quei quarantasei assolve tutte queste condizioni. E si tratta di Fell, il terzo pianeta di Ramus.»
«Fell,» disse Gardius pensieroso.
L’Alto Ricognitore disse: «Su Fell vive un popolo insolito, separato dal resto della popolazione da una superstizione locale: gli Otro. La madre di Arman era una Otro. Si dice che siano tutti quanti folli.»
Lo svincolo li guidò attraverso l’oscurità. Era da tempo passata mezzanotte. Le vie erano deserte. Un vento gelido, che odorava di scorie industriali e fognatura, sferzava loro la schiena. Gli edifici si levavano enormi, opachi e senza vita su ogni lato. Nessuna luce si mostrava sulla via, e la brina baluginava sui mattoni neri dove batteva la luce dei rari lampioni. Era difficile immaginare dell’umanità, dentro quelle masse complesse e pesanti.
Sullo svincolo erano da soli. Per quanto potessero vedere davanti a loro le vie erano deserte. I vicoli scuri che si dipartivano a intervalli erano abbandonati, umidi e freddi, senza vita. Una pioggia sottile cominciò a cadere, e il vento soffiava veli spettrali contro i lampioni.
Finalmente il portico che conduceva al campo centrale apparve nella pioggia. Due lanterne a gabbie metalliche, a ricordo di un evento passato, fiammeggiavano impetuose su ogni lato dell’arco, sibilando allo sgocciolio dell’acqua. Lasciarono lo svincolo, passarono sotto l’arco e uscirono nel campo. La pioggia cessò all’improvviso. Le tre lune si aprirono un varco tra le frastagliate nubi argentee, ma la luce si arrestò tra gli intricati profili dei tetti, e non poterono vedere la terra umida che scricchiolava e crepitava sotto i loro piedi.
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