Jack Vance - I racconti inediti

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I racconti inediti: краткое содержание, описание и аннотация

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L’antologia di Jack Vance presenta al lettore i seguenti racconti di fantascienza: «ICABEM», «La selezione», «Il sifone plagiano», «Il fato del Phalid», «Il Tempio di Han», «Il figlio dell’albero» ed «I signori di Maxus».

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Ma si raddrizzò di nuovo. C’erano gli altri problemi. Probabilmente poteva concedersi la notte, prima che venisse dato l’allarme per la morte di Erulite. In effetti, se l’eliminazione dei corpi era compiuta dagli schiavi, la presenza di Erulite in mezzo ai cadaveri poteva non venire denunciata.

Tutto considerato, sembrava ragionevole tornare a far visita all’Alto Ricognitore. E Mardien… cosa fare di lei? Era imbarazzante doversela portare appresso. Tuttavia, a causa del suo espresso desiderio di restare su Maxus, non sarebbe stato consigliabile perderla di vista. Si sarebbe sottratta con facilità al suo controllo. Decise improvvisamente ma definitivamente che non desiderava vederlo succedere.

«Vieni,» le disse bruscamente. «Questo è il Bosfor Strali. Cambiamo qui. Andiamo a far visita all’Alto Ricognitore.»

Sua Eccellenza l’Alto Ricognitore indossava una guaina lucente di gabardine color cinnamomo, con un colletto alquanto frivolo di seta verde slavata. Era in piedi all’estremità opposta di una biblioteca, con il pavimento coperto da un tappeto verde acceso e le pareti da pannelli di marmo bianco tra tozzi pilastri di muratura nera. In mano aveva un grosso libro di pelle chiara dalla legatura flessibile, che posò quando Gardius entrò, con Mardien che lo seguiva a un passo di distanza.

Gardius indicò una sedia a quella che ufficialmente aveva acquistato come schiava. «Siediti lì.»

L’Alto Ricognitore fece un cenno con la mano elegante. «Bene, Gardius, hai avuto fortuna nella tua ricerca?»

«Molto poca,» disse Gardius.

L’Alto Ricognitore si sedette su una panca di metallo, fece segno a Gardius di fare altrettanto. «Senza dubbio provi un certo risentimento contro il popolo di Maxus,» suggerì, fissando attentamente Gardius con gli occhi neri.

«Non posso negarlo,» disse Gardius.

L’Alto Ricognitore rise mestamente. «È il peso dell’incomprensione che subiamo. Sai tu, Gardius, quanti Sommi vivono su Maxus?»

Gardius si strinse nelle spalle. «Non ho mai sentito dire una cifra affidabile.»

«Siamo in poco più di quaranta milioni. Pensaci, Gardius! Soltanto quaranta milioni! Noi progettiamo e produciamo industrialmente per tutta la galassia. Le nostre industrie producono i complicati meccanismi grazie ai quali voi dei pianeti esterni soggiogate l’ambiente. Quaranta milioni di uomini che posseggono e dirigono il più grande complesso industriale di tutti i tempi!»

Gardius, che non desiderava venire coinvolto in una discussione sociologica, non disse nulla.

«Questi quaranta milioni di uomini ci mettono il cervello,» continuò l’Alto Ricognitore. «Noi organizziamo, sovrintendiamo. Capisci? Il nostro talento viene sfruttato dalla galassia a suo vantaggio. Commerciamo ovunque. I tuoi indumenti sono tessuti sui telai di Maxus. La tua navicella spaziale è stata costruita nell’officina spaziale di Giunzione Pardis.

«Ma,» l’Alto Ricognitore si sporse in avanti, «i quaranta milioni di cervelli sono necessari al vertice. Non possiamo sprecare la nostra energia. Perciò ci serviamo di qualunque manodopera troviamo conveniente e — ripeto — l’intera galassia ne trae vantaggio.»

Gardius disse pacatamente: «Stai rivelando un aspetto della vita su Maxus che non avevo considerato.»

L’Alto Ricognitore si alzò, passeggiò avanti e indietro lungo lo sgargiante tappeto verde; l’aderente guaina bronzea di gabardine enfatizzava la sua magrezza. Sottile come una matita, o come un’anguilla , pensò Gardius, un ridicolo bellimbusto con quel curatissimo ricciolo di capelli neri, e il colletto pieghettato. E tuttavia — pensò incontrando gli occhi brillanti dell’Alto Ricognitore — un uomo con un cervello di estrema sveltezza e intelligenza.

«Ora,» disse l’Alto Ricognitore, «i quaranta milioni di Sommi gestiscono una forza lavoro di — diciamo — un grande numero di lavoratori. E qui è il nocciolo di una situazione precaria.» Rise vedendo l’espressione sul volto di Gardius. «Stai pensando a una rivolta, a un’insurrezione? Schiavi con le mani grondanti di sangue che cantano per strada? Nonsenso, la possibilità non esiste.

«Abbiamo un sistema centrale di controllo che concretamente, teoricamente, e definitivamente, rende impossibile una simile eventualità.» Si umettò le labbra, inclinò interrogativamente le sopracciglia rivolgendosi a Gardius. «Parlo delle nostre tecniche industriali. Esse sono il nostro tesoro fondamentale. Per esempio, dammi poche once di ferro, un foglio di mica, un’inezia di polonio per un catalizzatore, e ti costruirò una cellula che esposta all’aria genererà costantemente diverse migliaia di ampere per anni ed anni.

«Guarda.» Mise un dito sotto un angolo del tavolo. «Silicio espanso. Leggero come l’aria, forte come il legno più duro. I nostri mattoni, i mattoni neri che usiamo per costruire le nostre case, forti, economici, isolanti eccellenti, sono le scorie delle nostre distillazioni minerarie, formati migliaia alla volta in stampi istantaneamente riutilizzabili.

«I gruppi di gravitoni che vendiamo a milioni, il condizionatore automatico d’aria che raffredda una stanza espellendo neutrini attraverso le pareti, e la riscalda assorbendo neutrini dalle onnipresenti nubi, convertendo l’energia in calore: questi segreti sono la nostra vita.

«Non coltiviamo cibo, i nostri mari sono veleno, il suolo è cenere bagnata. Così, quando un lavoratore viene assegnato a una fabbrica, quando ha appreso le tecniche industriali di Maxus, non possiamo permettergli di andarsene, mai più.»

Tornò al suo posto, guardò Gardius in attesa, come aspettandosi un applauso. Gardius disse: «La vostra cautela è comprensibile.»

L’Alto Ricognitore fece un gesto disinvolto. «Naturalmente, se una persona come te arriva su Maxus e riesce a recuperare un amico o un parente prima che venga assegnato, allora siamo contenti di fare cosa grata. In primo luogo,» rise apertamente, «il forestiero pagherà prezzi elevati al Distributore. Più alti, solitamente, di quanto valga la persona che cerca come lavoratore. E poi… non siamo privi di umanità.»

«Mi fa piacere sentirlo,» disse Gardius seccamente. «Mio fratello e mia sorella minore sono stati venduti prima del mio arrivo. L’impiegato ha rifiutato la tangente; o meglio, ha preso la tangente, ma si è rifiutato di darmi qualsiasi informazione quando si è accorto che uno dei vostri Lord lo osservava.»

«Malissimo,» disse l’Alto Ricognitore. Indicò Mardien con un cenno del capo. «Questa, suppongo, è l’altra tua sorella.»

Gardius rimase in silenzio.

«E tua madre?»

«Morta.»

L’Alto Ricognitore agitò le dita. «Condoglianze.»

D’un tratto Gardius disse: «Localizzerai mio fratello e mia sorella per me? Pagherò volentieri…»

L’Alto Ricognitore scosse la testa. «Spiacente; è impossibile. Costituirebbe un precedente imbarazzante. Il Patriarca, per quanto di vedute notevolmente ampie,» ammiccò a Gardius arricciando le labbra, un ammicco scaltro e sarcastico, «a questo riguardo è adamantino. Me ne chiederebbe giustificazione, e io non saprei cosa fare.»

«Perché allora,» domandò Gardius, «hai voluto vedermi ancora?»

«In relazione a quel tipo, Arman,» disse l’Alto Ricognitore, lucidandosi le unghie sulla manica. «Le mie spie mi dicono strane cose di lui.»

«Davvero?» Gardius si chinò in avanti.

«Non è un comune mercante di schiavi.»

«L’ho sentito dire.»

«Era il figlio di un Lord di Maxus e di una schiava del pianeta Fell. Di solito questi bambini diventano lavoratori, ma il padre, in questo caso, si affezionò al bambino, gli diede un’istruzione semitecnica, e garantì la sua posizione come membro esterno della casta militare.» L’Alto Ricognitore scosse la testa.

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